Intervista a CAMELLINI, in occasione dell’ uscita di “BUM BUM”
In occasione dell’uscita del suo singolo “Bum Bum”, abbiamo intervistato Camellini
Ciao! C’è una domanda che amo fare all’inizio di ogni intervista: come nasci musicalmente?
Innanzitutto, mio padre da ragazzo faceva il D.J. in una piccola radio locale, mettendo su anche dei dischi di rock americano, come ad esempio di Springsteen, quando in Italia non li ascoltava nessuno. Mia madre invece era una cantante lirica. Quindi io ho sempre avuto delle influenze musicali, in casa, molto forti. Poi alla scuola media ho iniziato a suonare la tastiera. La mia insegnante di musica, notando che fossi portato per quello strumento, mi consigliò di prendere lezioni private. Da lì sono passato al conservatorio, e mi sono diplomato in pianoforte. Però non mi piaceva, in quanto lo ritenevo troppo “classico”. E solo in seguito, quando mi sono trasferito a Londra, ho iniziato a cantare. Prima ho iniziato a scrivere qualche brano, però mi vergognavo, e quando sono andato là ho iniziato a studiare composizione e a cantare. Al mio ritorno ci sono state tutte le varie esperienze, come “The Voice” e “Amici”.
Da dove nasce il tuo nome d’arte?
Il realtà Camellini è il mio cognome. Potrebbe sembrare scontato, ma la verità è che ho sempre cercato un nome d’arte diverso, come se volessi cercare di apparire per qualcosa che non sono. Il mio cognome è la parte che non riuscivo ad accettare. Poi, completamente dal nulla, più di una persona nell’ambito musicale ha smesso di chiamarmi Matteo, ma solo “Camellini”. E mi è piaciuto. Metaforicamente è un modo per esorcizzare una mia insicurezza.
Quali sono i tuoi ascolti? Ci sono artisti a cui ti ispiri?
Ascolto tanti generi diversi di musica. Il mio genere preferito è, ovviamente, il Pop, ma fino da quando ero un bambino – anche e soprattutto grazie a mio padre – ho ascoltato rock, metal, musica classica, e autori italiani. Al momento sono molto ispirato dalla musica di Lauv, un cantante canadese della mia età, che fa una musica che piacerebbe fare anche a me. Perché è pop, molto emotiva, leggera e molto semplice. Poi in realtà nel tempo libero, quando sono a casa, ascolto il jazz. Jazz strumentale. Mi tiene “compagnia” mentre lavoro, mentre mi devo concentrare.
Come è nato “Bum Bum”?
Il brano nasce da una storia precedente che non funzionava. Tramite una cerchia di amici ho conosciuto poi la ragazza che avrebbe capito il mio desiderio di avere un rapporto leggero, intenso ma soprattutto complice. Il brano dice che seguire il proprio istinto e le proprie passioni in modo naturale e spontaneo, molto spesso è la scelta giusta per essere felici.
Cosa ne pensi dei talent? Com’è stata la tua esperienza nei due talent a cui hai partecipato?
Penso che siano un’ottima vetrina per farsi vedere, per conoscere anche e soprattutto addetti ai lavori, e per farsi conoscere da queste persone. Adesso è una cosa fondamentale. Purtroppo tutto si basa sulla TV, o comunque sull’immagine in video (che sia Youtube, Tik Tok, eccetera). Arriva prima lo spettacolo, di tutto il resto. Arriva prima l’immagine del suono. Poi ci sono alcuni talent che sono più attenti all’ aspetto dello spettacolo, alcuni più al “personaggio” che si crea, altri più sulla voce, come ad esempio “The Voice”. La mia esperienza lì è stata molto positiva. E’ stata una bella scuola. Io avevo già fatto “Amici”, ma la mia esperienza era stata breve, e non era stata molto formativa, per me. E’ stato sicuramente il primo impatto col grande pubblico. Quando iniziano ad arrivarti i primi commenti, sia positivi che negativi, e devi imparare a “gestirli”. Mentre The Voice è stata una bella scuola, perché ci ho passato più tempo, ho avuto a che fare con molti professionisti, e Morgan (nonostante sia un personaggio molto controverso), in realtà è stato molto carino con me. Ci siamo sentiti anche dopo, e ho aperto anche qualche suo concerto, e siamo tuttora in contatto. E’ stato un vero e proprio coach, perché musicalmente lui è un maestro. E poi ho imparato a cantare canzoni che di primo acchito “non sentivo mie”.
Un consiglio a chi vuole entrare in un talent televisivo?
Di non entrarci impreparati. Di essere pronti con un progetto ben chiaro, con brani inediti già pronti, e soprattutto essere pronti a ricevere tante porte in faccia e a trovare tante porte chiuse.
Con quali artisti vorresti realizzare un feat.?
Ce ne sono veramente tanti, fra italiani e internazionali. Posso però dire con certezza che con Elisa sarei in grado di sviluppare molto bene tanti brani che ho scritto in inglese, vista la sua immensa musicalità e versatilità. A livello internazionale adoro Lauv, come ho già detto. Si esprime fra tematiche, stile e voce esattamente come me.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Inizio con il tour promozionale di “Bum Bum”, questa estate, assieme a tutto il mio entourage. Ci esibiremo in diversi festival, aprendo anche ai Finley e ai Sonohra, oltre che ad artisti internazionali verso Settembre. Nel frattempo c’è tanto lavoro dietro le quinte: il mio primo album è finito e stiamo lavorando ai prossimi singoli e ai prossimi video. Non vedo l’ora, perché sarà finalmente il momento in cui diverse sfaccettature della mia musicalità avranno una forma, agli occhi di chi già mi conosce, i miei amati “lions”.
Attiva da molti anni nel panorama musicale emiliano, Francesca Mercury si occupa di management e produzione in veste di talent-scout e promoter. È organizzatrice di eventi e ricopre il ruolo di stage manager in festival di importanza nazionale. È direttore artistico di progetti e format musicali e teatrali, molti dei quali sono proposti dall’Associazione Musicale “Avanzi Di Balera”, della quale è presidente. Fa parte del team redazionale di "Tuttorock", per il quale cura la rubrica "Almanacco Mercury", presente anche sulle maggiori piattaforme social e in programmi televisivi e radiofonici. Si occupa di formazione nelle scuole di musica emiliane e porta avanti iniziative dedicate alla storia della musica. Ama i suoi figli, le scarpe, la mortadella e Freddie Mercury.