IL MURO DEL CANTO – Intervista PRIMA DEL LIVE AL GUIDONIA ROCK FEsTIVAL “NESSUN DO …
Innanzitutto parliamo dell’esperienza del festival, e del legame che avete con Guidonia. Come state prendendo questo live?
Allora. L’esperienza di “Nessun Dorma” è qualcosa che stiamo vivendo intensamente, anche perché abbiamo suonato diverse volte a Guidonia, e –importante!- Daniele è di Guidonia, e anche Fisa (il fisarmonicista –ndr) abita qua dietro; quindi c’è un legame con la città e con le problematiche di questo posto. Finalmente c’è una tre giorni di musica con band di alto livello sul panorama italiano. A parte per noi. *ridiamo* Beh… Si tratta di una cosa molto bella in una città come Guidonia in cui situazioni simili non si erano mai verificate.
Siete tranquilli ed entusiasti, semplicemente?
Oddio, sono paroloni. Però diciamo che siamo contenti, siamo veramente contenti quando si riesce ad organizzare qualcosa di simile in posti dove fino a poco prima era impensabile. Poi in generale nel live noi abbiamo sempre un approccio abbastanza spontaneo, sia sul palco sia nella preparazione. Ci siamo preparati al meglio, perché questa situazione lo merita. Forse ancor più del solito. Però senza essere rigidi, rimanendo il più possibile spontanei.
Invece parlando del panorama “indipendente” attuale: che idea ne avete? Voi come vi ci collocate?
Innanzitutto la scena indipendente è sempre molto molto ricca; talmente tanto ricca che molti gruppi purtroppo nemmeno riescono a farsi conoscere bene. Oggi non solo devi saper suonare e quindi saper crescere musicalmente proponendo qualcosa di apprezzabile, ma devi anche essere il manager di te stesso e farti da ufficio stampa, da grafico, da psicologo, da… tutto. Questo alla lunga logora, e per mantenere tutto in piedi serve spirito di sacrificio.
Beh, si parla anche della passione alla base del sacrificio.
Per forza! La scena indipendente meriterebbe però più spazio, e forse anche un pubblico un po’ più attento, meno pigro. Un pubblico che abbia voglia di girare un po’ di più, di scoprire nuove cose, nuovi suoni.
L’orecchio dell’ascoltatore moderno è un po’ pigro adesso.
Non solo, è l’approccio: si spende X euro per una serata dove non è nemmeno contemplato che la musica sia suonata mentre a meno si potrebbe avere un buon live, probabilmente migliore.
Parliamo di collaborazioni: dopo gli Assalti Frontali e Piotta avete puntato qualcuno?
*Ride* Detta così sembra che siamo stalker! Per fortuna le collaborazioni sono nate in grandi situazioni umane: gli Assalti ci hanno fatto conoscere la vicenda del Lago e c’è venuta l’idea di scrivere un pezzo (“Il lago che combatte”), che è uscito fuori in pochissimo tempo in realtà; è nata un’alchimia particolare. Luca ha scritto un testo splendido che spiega molto bene la vicenda affascinante e strana del lago che è diventato pubblico. Il pezzo con il Piotta se vuoi è una collaborazione più a tema artistico-musicale, Tommaso è stato molto gentile a pensare a noi quando ha immaginato un gruppo con il quale collaborare per questo pezzo dedicato a Roma (“Sette Vizi Capitale”) e quando si è presentata la possibilità di inserire un racconto di Alessandro (Batteria e Racconti) abbiamo deciso di inserire la cronaca di questo fatto recente che è lo scandalo di Mafia Capitale. Un’altra collaborazione che ricordiamo con piacere è quella con Le Bestie Rare, con cui siamo andati a suonare al primo maggio di taranto. Recentemente abbiamo suonato per i dieci anni di Astra al Tufello, avendo il piacere di fare due pezzi assieme al Colle der Fomento. Per adesso ci possiamo definire soffisfatti, soprattutto è bello che non si tratta solo di musica: si costruiscono dei rapporti, si diventa amici.
Parliamo di Roma, del rapporto amoreodio che avete con questa città. E poi, ditecelo, perché il Romanaccio?
Ormai non si parla più di “romanaccio”, piuttosto di romano. Questo dialetto è ormai diventato una calata comprensibile a tutti. Comunque il tutto è nato da un testo di Daniele, ”Luce Mia”, che era appunto scritto in romano. Così abbiamo deciso di continuare su questa scia che ci sembra il modo più diretto e spontaneo di comunicare quel che abbiamo da dire. Quindi partendo dal dialetto è normale essere legati al proprio territorio, nel bene e nel male. Noi però cerchiamo sempre di svincolarci dalle definizioni come quella di “moderni strimpellatori” siccome abbiamo comunque la pretesa –mettiamola così- di raccontare storie che però sono universali, arrivabili a tutti, anche a chi romano non è.
Non vi sentite nemmeno un po’ “menestrelli”?
Noi cerchiamo di fare un’azione che vuole fondare elementi della tradizione romana –nelle tematiche e nell’atmosfera, ma anche negli strumenti come ad esempio la fisarmonica e la disposizione delle percussioni- con qualcosa di nuovo come basso e chitarra elettrica, e soprattutto rifacendoci alla denuncia di vicente attuali, come appunto Mafia Capitale.
Sulle vicende attuali: parliamo di ACAD (Associazione Contro gli Abusi in Divisa). “Figli come noi” è un brano legato alle vittime degli abusi in divisa e c’è stata una collaborazione con l’associazione. Questa denuncia deriva da vicende personali o semplicemente da posizioni ideologiche?
Quando Daniele ci ha presentato il testo di “Figli come noi” è stata unanime la decisione di non lasciarla cadere come una semplice canzone nella scaletta del disco. Da lì è nata una rete di collaborazioni durata quasi un anno di lavoro durante il quale abbiamo contattato l’associazione ADAC, una serie di amici e una serie di persone che amiche sono diventate. Queste persone hanno avuto il coraggio di metterci veramente la faccia, assieme a noi, in un progetto nel quale per la prima volta ha unito un numero così elevato di famiglie vittime di abusi. Personalmente io faccio parte di quella generazione che rimase scioccata dai fatti di genova – perché io c’ero lì- a partire dall’uccisione di Carlo Giuliani fino a Bolzaneto, la Diaz. Non si tratta di qualcosa che si può ignorare. Disgraziatamente questo tema è ancora attuale e non si limita ai contesti della piazza ma purtroppo avviene anche nei piccoli centri. Si tratta di un problema serio che non viene risolto dall’interno e noi vogliamo dirlo in questo modo. Senza fare polemica, ma solo per supportare le famiglie che ne sono vittime.
Grazie, a presto!
Ci vediamo tra poco! *indicando il palco”
MARY RUJ
Members:
Daniele Coccia: Voce
Alessandro Pieravanti: Timpano, Rullante e Racconti
Ludovico Lamarra : Basso
Eric Caldironi: Chitarra acustica
Giancarlo Barbati: Chitarra elettrica e Cori
Alessandro Marinelli: Fisarmonica
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