IASTIMO – Intervista al rapper e atleta siciliano
In occasione dell’uscita del nuovo album “Tutto normale”, ho avuto il piacere di intervistare il rapper e atleta siciliano Iastimo, che sceglie di affrontare temi scomodi direttamente legati alla sua storia personale, in primis la disabilità vissuta nel quotidiano. “Tutto normale” è un viaggio e una provocazione che trae ispirazione dal vissuto, spaziando dal bullismo ai social media fino alla politica. Ad affiancarlo in questo nuovo progetto l’amico di sempre, l’MC e produttore Farina, che si è occupato della produzione dell’intero progetto, conferendo all’intero album un concept sonoro che è l’incontro del vecchio col nuovo. Suoni cupi prettamente hardcore si uniscono a beat più moderni tipici dell’HipHop contemporaneo, dove le sue barre sgorgano dal profondo.
Ciao e benvenuto su Tuttorock, “Tutto normale” è il tuo nuovo album, da me molto apprezzato, che riscontri stai avendo?
Ciao. Pensando che è un prodotto underground con dei suoni che richiamano un Hip-Hop dei primi anni 2000, sono soddisfatto. Chi lo ha ascoltato è riuscito ad entrare in quel mondo che volevo raccontare, ma non sai mai se riesci, effettivamente, ad arrivare.
Il tema da te affrontato è quello della disabilità, quanta strada c’è ancora da fare per far sì che sparisca dalla vita di tutti i giorni il termine anormale?
Non credo che possa mai sparire, perché ogni passo avanti fatto, si trova sempre qualcos’altro da additare come anormale. In qualche modo ho sempre preferito rendere questa condizione un pregio e trarne ispirazione e forza.
Ti faccio un nome, Farina, che tipo di rapporto c’è con lui sia a livello professionale che umano?
Ci conosciamo da più di vent’anni. Siamo stati insieme in tante crew. Abbiamo lavorato un sacco nei primi studi rudimentali costruiti in case, o posti di passaggio. Per me è prima di tutto una persona formidabile, oltre che un intimo amico. È lui il vero creativo, sia come produttore, sia come rapper. Ogni volta che iniziamo un lavoro, mi stupisco di quanto lui, riesca senza troppe parole, a farmi capire la direzione da prendere. “Tutto Normale” non sarebbe mai nato senza di lui.
Quando e come ti sei avvicinato al mondo della musica?
È come la prima volta che cammini, non ricordo di preciso quando, ma fin da piccolo. L’Hip-Hop, quello è arrivato intorno ai 14 anni. Ero in prima superiore e mi sono ritrovato in mano con le prime cassette, una era “Odio Pieno” dei Colle der Fomento. Già mi ero avvicinato alla cultura, andando in giro per Messina a dipingere sui muri e lasciare qualche tag.
Il nome d’arte te lo sei dato tu o è opera di qualcun altro?
Sono sempre stato un grande appassionato della saga di Star Wars e la prima Tag era King, che usavo principalmente per dipingere. Poi un mio vecchio amico, Golde, disse: ma scusa, guarda che Iastimo come nome d’arte sarebbe perfetto, per tantissimi motivi, legati principalmente al dialetto messinese. Da allora, lo iniziai ad usare sia per rappare sia per dipingere.
Il tuo modo di fare musica rap si rifà ai pionieri del genere, tra gli artisti di oggi c’è qualcuno che ti ha particolarmente colpito?
Pochi, e probabilmente questo è legato alla differenza di età. E credo che sia giusto così. Tra questi pochi Nayt, Zeno Tagliato. Testi mai scontati e un modo nuovo di fare rap.
Parlami invece del tuo rapporto con lo sport.
Anche qui ho iniziato davvero presto. Insieme ai miei coetanei, per quanto potrebbe sembrano strano. Il primo vero amore sportivo è stato il basket. Ne ho praticati tanti: passando dalla boxe alla pallamano, fino a praticarlo in modo agonistico con lo snowboard. Ho partecipato a molte coppe del Mondo e alle Paralimpiadi invernali di Sochi nel 2014 in Russia. Come per la musica, è parte fondamentale della mia terapia per sentirmi bene. Tutt’ora vado in bici.
Hai già qualche data live in programma?
Ancora non ho pensato come poter portare live il progetto. Nonostante io abbia sempre amato più esibirmi che registrare, in questo periodo non è per nulla facile riuscire a trovare un locale.
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferisci.
Intanto vorrei ringraziarti (se posso darti del tu) per lo spazio che mi date. Ogni intervista è un tassello per arrivare a più persone e in qualche modo, con questo piccolo mio contributo, riusciamo a far cambiare qualcosa in questa strana società. Grazie ancora.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.