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IANEZ – Intervista su ANALISTI NE ABBIAMO?

IANEZ – Intervista su ANALISTI NE ABBIAMO?

In occasione dell’uscita, lo scorso 22-10-2021, del singolo  “ANALISTI NE ABBIAMO?”, abbiamo intervistato IANEZ

Ianez, all’anagrafe Andrea Iannone. Cantautore/scrittore di Vasto, Abruzzo. Inizia il suo percorso nel mondo della musica alla fine degli anni 90 come cantante degli MNT (melan nephos thanatou) una formazione BlackMetal che riscosse un buon successo tra pubblico e critica di genere. Dopo lo scioglimento di questa, inizia la ricerca di una propria identità artistica che lo porta a formare i Renè Golconda. Dopo una breve pausa dalla musica nasce una collaborazione con il bassista Lorenzo D’Annunzio e Fabio Tumini della Satellite Rec. Prende vita Ianez, progetto solista, che  raccoglie tutte le esperienze musicali dell’artista, dai testi parlati, all’elettronica. Dopo i primi due singoli “Siamo stati noi” e “Piscina (anche il mare si scorda di te)” esce “Figli delle sberle”, ma è con “Blu” un brano di denuncia contro la violenza sulle donne che Ianez definisce il suo personale genere musicale. 

Sei omonimo del ex pilota di MotoGp Andrea Iannone (per giunta anche tuo compaesano), ti hanno mai scambiato per lui? Mai avuto simpatici equivoci dovuti all’omonimia?
Ciao. Aggiungo che anche il mese di nascita e il luogo sono gli stessi tanto che alcune volte mi confondo anche io. Una volta mi sono imbucato al suo compleanno in spiaggia facendo vedere i documenti alla sicurezza e spacciandomi per un suo parente.

Qual è il tuo brano cui gestazione è stata più complessa e lunga, rispetto ad altri?
Sicuramente “New Black”. L’argomento rischiava di appesantire il brano e quindi ho riscritto il testo almeno sei volte. Ho passato notti a ragionare su come incastrare le frasi ed essere comprensibile. Un brano come quello deve arrivare dritto in faccia, dire tanto in poco spazio. Devo dire però che è il brano che per ora mi ha dato più soddisfazioni.

Cosa preferisci, e cambieresti del panorama musicale italiano attuale?
Penso che in questi anni la musica italiana sia migliorata nella cura dei suoni, delle produzioni che risultano internazionali ma contemporaneamente ci sia poca sostanza nei testi, si passa dall’innocuo al gratuitamente aggressivo, del resto l’arte rappresenta e rispecchia il presente, l’epoca nella quale viene concepita ed è inevitabile che nell’era delle immagini l’estetica e il confezionamento siano di primaria importanza. Logicamente sto parlando in linea generale ma ci sono artisti come Brunori, Diodato, Motta e tanti altri che vanno ascoltati e non solo sentiti perché hanno cose da dire e lo fanno divinamente. 

Chi o cosa, influenza maggiormente la tua musica?
Per quanto riguarda i testi prendo ispirazione da ciò che mi circonda, dalla società, dall’osservare la vita con la giusta ironia. La musica invece è un frullato di epoche, ci sono suoni tipici degli anni 80, riferimenti al rock dei 90 e tanta elettronica contemporanea.

Preferisci ascoltare album live o in studio? Cosa ti stimola nuove idee?
A parte qualche eccezione non ho mai amato gli album live, i live vanno visti dal vivo. Le idee arrivano così, senza preavviso, magari leggendo un fatto di cronaca, parlando con uno sconosciuto incontrato in un bar, osservando un paesaggio dalla finestra. Tutto ciò che scatena emozioni è potenzialmente la fonte di nuove idee. 

Hai scritto tempo fa un libro, credi di riaffacciarti alla letteratura? Se sì, affrontando che tema?
Assolutamente si!!! Ho iniziato a scrivere un nuovo romanzo e come successo con il primo: “sette foglie di oleandro” non mi sono prefissato un tema e neanche una trama precisa, scrivo storie ambientate nel microcosmo della provincia, il resto lo fa il momento in cui prendo la penna in mano.

LEONARDO DeLARGE

Band:
Andrea Iannone aka Ianez

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