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I NuovoNormale ed il racconto tra luci e ombre dei tempi moderni

I NuovoNormale ed il racconto tra luci e ombre dei tempi moderni

Band spezina di recentissima formazione ma con all’attivo già 2 album e la partecipazione ad un progetto profondamente interessante. Non aggiungo altro nell’introdurre l’intervista ai NuovoNormale lasciando che siano le parole del chitarrista Andrea Imbreciadori ad introdurvi nel loro mondo.

 

Come nasce il progetto NuovoNormale e qual è il significato dietro il suo nome?

I NuovoNormale nascono a La Spezia nel 2020, con il migliore tempismo possibile, proprio all’inizio del lockdown! Per cercare di tenere vivo un progetto congelato sul nascere abbiamo passato quei mesi scambiandoci parti e video registrati da ciascuno a casa propria, per diverse cover anni ’80 (OMD, New Order, Bronski Beat…) che abbiamo pubblicato online, come “riscaldamento”, sbizzarrendoci con le strumentazioni più varie, dal flauto traverso al theremin.

Da qui poi la scelta del nome della band, che rimanda a questa nuova realtà, fatta di lavoro da remoto e ridotto contatto umano. L’argomento è complesso, ma come si può intuire dal nostro logo (le ultime quattro lettere sono evidenziate), pensiamo che, anche in questo caso, accanto ai vantaggi consentiti dalla tecnologia, ci siano diverse zone d’ombra.

Tornati finalmente “in presenza”, abbiamo iniziato a suonare insieme in sala e comporre quello che poi è diventato il primo album, uscito nel 2022 per l’etichetta Baracca & Burattini di Paolo Bedini, vecchio leone della scena indipendente italiana (pubblicò il primo album dei Baustelle, organizzò l’unica data italiana degli Smiths, ecc ecc).

Come formazione, il gruppo nasce dalla fusione tra i musicisti dei Malenky Slovos, band spezzina alternative rock con un paio di album all’attivo, e il progetto elettronico del cantante Andrea Pasciuti ed è fortemente caratterizzata dalla presenza della tromba elettrificata a fare da contrappunto a chitarre “angolari” e sintetizzatori.

Da poco è uscito “Due”, il vostro nuovo album, potete parlarcene?

C’è un po’ di numerologia nella scelta del (non) titolo, visto che è il nostro secondo album e arriva proprio a due anni dal disco d’esordio, ma è anche un omaggio all’amato Peter Gabriel e ai suoi primi fondamentali album “senza titolo”, poi chiamati dai fan appunto “uno”, “due”, ecc

Infine, durante la lavorazione, le canzoni hanno iniziato a delineare due filoni diversi: uno più nervoso e frizzante che rimanda in qualche modo agli ascolti anni ‘80 citati sopra, l’altro più drammatico e d’atmosfera… e il titolo rimanda anche a questo.

L’album esce ancora per Baracca & Burattini, che continua ad avere fiducia nel nostro progetto, anticipato dal singolo “Cosa ne avrebbe detto Erik? (canzone da dimenticare)”, per il quale abbiamo realizzato un video, rigorosamente DIY, ambientato in Skaletta, il locale storico del punk spezzino, impreziosito da alcune opere del compianto artista Gianluca Lerici, in arte Dr. Bad Trip.

Accanto ai nove inediti, un omaggio ad Alberto Camerini: una “Rock’n’Roll Robot” a base di tromba, chitarre in levare e vocoder, che potete trovare su YouTube accompagnata dal primissimo corto di Mickey Mouse che, ora entrato nel pubblico dominio e rimontato a tempo con la musica, sembrava il perfetto complemento visuale.

 

Quali sono le Influenze e le ispirazioni dietro questo disco, e in generale nel vostro background da musicisti?

Dal punto di vista dei testi, le ispirazioni ci vengono soprattutto dalla realtà socio-politica, anche come la percepiamo filtrata dai media: è il caso di “Bombe”, scritta di getto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, “Cyberbullo”, “Sei minuti” (frequenza media di consultazione di un cellulare, secondo uno studio ormai già di qualche anno fa) e “Nel sotterraneo”, con il suo protagonista paranoico in cerca di un rifugio dalla minaccia di un conflitto globale e del crollo encomico.

Ma anche letture o film, come ne “Il più lungo giorno”, dedicata alla vita e all’opera di Dino Campana, “Cubo blu”, ricca di citazioni cinematografiche, dal Lynch di Mulholland Drive al geniale “Get out” (“Scappa”) di Jordan Peele o lo stesso singolo “Cosa ne avrebbe detto Erik?”, che cita la teoria stadiale dello psicologo Erik Erikson per raccontare un momento di crisi che vediamo in molti coetanei.

Musicalmente, i NuovoNormale ascoltano davvero di tutto e il progetto non si è mai posto precisi riferimenti, con l’intenzione di lasciare emergere i contributi di ciascuno; è poi innegabile che alcuni influssi si percepiscano più forti: appunto il post-punk e la New Wave di Talking Heads, Devo, Gang of Four, gli echi di ascolti prog (King Crimson su tutti) nei tempi dispari che spuntano qua e là, il Battiato anni ‘80 e ‘90, cui abbiamo anche dedicato anche una cover di “Chanson Egocentrique” nel primo album.

Ci sono in programma qualche evento o delle date live a breve per promuovere l’album?

Abbiamo fatto qualche live locale per promuovere l’album dalle nostre parti, dove c’è una scena musicale abbastanza viva, in particolare quella legata a locali storici di estrazione punk. Ora abbiamo un hard stop per motivi logistici e partiremo con la promozione live a giugno, che si intreccerà con il progetto Parole Liberate. Sulla nostra pagina Facebook o Instagram teniamo aggiornato il calendario delle date.

 

 

Nel 2022 avete partecipato al primo volume di “Parole Liberate”, raccontateci questa incredibile iniziativa. Come siete stati coinvolti e in che modo vi ha arricchito umanamente oltre che a livello professionale?

“Parole Liberate: oltre il muro del carcere” nasce nel 2014 come premio annuale per i detenuti delle carceri italiane, cui si propone di scrivere un testo che, in caso di vittoria, sarà trasformato in canzone da importanti artisti – (il primo fu Ron). Nel 2022, dopo il blocco dovuto al covid, si è pensato di estendere l’opportunità a tutti i testi selezionati nel corso degli anni, realizzando un vero e proprio album, “Parole Liberate”.
Nel primo volume, insieme ad artisti come Andrea Chimenti, Finaz, Petra Magoni, Yo Yo Mundi, abbiamo partecipato con il brano “Sbagliato”, dalle parole di Katrin, raccolte nella Casa circondariale di Perugia: un testo venato dal rimpianto per le opportunità perdute ma anche animato da una forte voglia di riscattarsi e ripartire.

L’album si è classificato secondo alle targhe Tenco ed è stato premiato al Premio Lunezia, riconoscendo l’importanza di dare voce alle parole e ai sentimenti dei detenuti.

Al progetto discografico sono poi seguite diverse date dal vivo e presentazioni in varie città italiane.
Siamo anche stati invitati nel carcere di Perugia, un’esperienza davvero molto intensa. Un ricordo magico il momento in cui Federica Caseti Balucani, soprano delle Div4s, ha intonato la melodia di “C’era una volta il west” nella spoglia sala incontri della Casa circondariale femminile.
In quell’occasione, non abbiamo potuto conoscere Katrin, fortunatamente tornata libera, ma abbiamo scoperto con piacere che era stata molto contenta della nostra canzone.

 

“Parole Liberate” avrà a breve un nuovo capitolo, possiamo saperne di più a riguardo?

E’ appena uscito il secondo volume, che invito caldamente ad ascoltare, per la varietà e la qualità dei testi e della musica: per motivi di spazio, non posso citare tutti gli artisti coinvolti, ma ricordo Morgan che ha composto, arrangiato e suonato un pezzo davvero struggente, ancora Chimenti, questa volta insieme al mio amico Giorgio Baldi (chitarrista/produttore storico di Gazzé), la Bandabardò con Finaz ora anche alla voce e alcuni tra i miei miti di sempre: il gigante del basso Tony Levin, qui nel ruolo inaspettato di cantante, insieme al cantautore polistrumentista  Marco Machera e Pat Mastelotto, anche lui dei King Crimson, impegnato incredibilmente in una cover della nostra “Sbagliato”, insieme alla moglie, la raffinata cantante jazz Deborah Carter: per me, fan sfegatato di Fripp e soci, è stato il sogno di una vita.
Noi abbiamo musicato un testo dell’istituto minorile di Bari, “La promessa di un uomo”, che inizia proprio con un accenno di taranta per poi lasciare spazio ad un gioioso funky elettronico: quasi un improbabile incrocio fra Bluvertigo e Zucchero.

Vi lascio lo spazio per un saluto e un invito ai lettori di TuttoRock a scoprire la vostra musica

Grazie a te e TuttoRock per l’opportunità di presentare i NuovoNormale, il nuovo album “due” e il progetto Parole Liberate, che ci pare importante e davvero meritevole di attenzione.

Per chi volesse approfondire, oltre allo streaming e download affidati a The Orchard/Sony, sono disponibili entrambi anche in CD sul Bandcamp di NuovoNormale e dell’etichetta Baracca & Burattini.

 

Intervista a cura di Francesco Vaccaro

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