I CAMALEONTI – Intervista a Livio Macchia

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “Dolce Armonia”, inedito firmato da Antonio Summa con il testo di Icaro Ravasi, pubblicato dall’etichetta discografica “Videoradio e Videoradio Channel” di Giuseppe Aleo, ho avuto il piacere di intervistare Livio Macchia, cantante e bassista della storica band I Camaleonti, attiva dal 1963, di cui è anche uno dei fondatori.

Ciao Livio, benvenuto su Tuttorock, per me è un grandissimo piacere poterti fare qualche domanda, parliamo subito di questo nuovo brano dei Camaleonti, “Dolce Armonia”, quando e com’è nato?

È nata quasi per scherzo, ero andato in studio per cantare una frase per una canzone di Natale dedicata agli ascoltatori di Radio Birikina, una radio del Veneto molto seguita nel Nord e Centro Italia (naturalmente era una canzone corale, nel senso che non c’ero solo io) ed il caro Antonio Summa, l’autore, mi ha fatto ascoltare questo pezzo dicendo che l’aveva mandata ai ragazzi de Il Volo e praticamente non ha ricevuto nessuna risposta.

Io ho colto la palla al balzo perchè la canzone mi aveva preso subito, abbiamo preparato la base e l’ho cantata col risultato che hai sentito, poi sta al pubblico giudicare se è buona o no, ultimamente sto ascoltando molte porcherie, ma i gusti sono solo miei… può darsi che mi stia sbagliando!

Prima Mods poi Beatnicks, infine chi è stato a scegliere il nome “I Camaleonti”?

Il nome dei Camaleonti, per quello che mi ricordo, è stato scelto una sera al locale Santa Tecla, dove ci esibivamo tutte le sere. Quella era una bella scuola per imparare a suonare e stare davanti alla gente (si suonava anche 4 ore per sera), ad un certo punto e visto che suonavamo vari generi musicali, oltre alle cose che ci piacevano di più come può essere il Rock, abbiamo deciso di chiamarci Camaleonti, cioè, a seconda dell’ambiente in cui ci esibivamo, se c’era un pubblico adulto si suonavano dei pezzi tranquilli come gli standard americani, musica calma, mentre se c’erano dei pomeriggi in cui venivano ad ascoltarci i ragazzi, si suonava del bel Rock, musica un po’ più spinta. Insomma, noi cambiavamo genere musicale come il Camaleonte cambia colore a seconda dell’ambiente in cui si trova, pensa che volevamo metterci anche le parrucche colorate ma abbiamo optato solo per le divise colorate.

Tra i tanti aneddoti che riguardano il compianto Tonino Cripezzi, ce n’è uno che mi vorresti raccontare?

Che posso dirti di Tonino, dopo 60 anni di quasi convivenza, quando se ne è andato è stata un brutto colpo ed infatti ci siamo fermati. Tonino è stata una persona molto tranquilla e con la sua maniera di fare l’avevamo soprannominato “Lacrima”, non perché era triste, anzi, ma per la sua particolare maniera di cantare che hanno copiato in molti, a cominciare dai Pooh. Gli piaceva molto guidare ed era molto bravo, io dormivo in macchina durante i viaggi perché ero in buone mani.

A proposito di Tonino, anche recentemente qualcuno si è azzardato a dire che i Camaleonti senza lui sono finiti, come ti senti di rispondere a coloro che sostengono questa cosa?

A questa domanda potrei rispondere che molta gente dello spettacolo, a volte, ha la bocca per parlare e senza ragionare arriva a delle conclusioni. Abbiamo sentito tante di quelle stronzate ultimamente, ma i vari autori che bazzicano in televisione nelle varie trasmissioni, non conoscendo la nostra storia che va avanti da ben 60 anni, arrivano a queste conclusioni. Tonino per i Camaleonti è stato importante ma noi siamo gente che suona e che canta e, i pezzi che abbiamo in repertorio, potrebbero cantarli tutti e con questo potrei cantarli anche io. Un esempio, le canzoni di Lucio Battisti le cantano tutti, bene o male…

Tu, personalmente, a quale canzone dei Camaleonti ti senti più legato?

A me piace cantare di tutto, anche le canzoni antiche, e intendo quelle che piacevano ai miei genitori. Non butto via niente, anzi, questo è un consiglio che vorrei dare ai giovani che si affacciano sul mercato e cominciano a fare questo bellissimo mestiere, direi loro di ascoltare tutto e poi di scegliere quello che piace di più in modo da capire come era prima e come è adesso… il deserto purtroppo! Dei Camaleonti la canzone che mi piace di più è Mamma mia di Lucio Battisti e poi Eternità, la canzone che abbiamo presentato al nostro primo Festival di Sanremo. Per quanto riguarda Applausi, è diventata un tormentone, nel senso che è il primo pezzo che ci chiedono nei concerti.

Il modo di approcciarvi al mercato musicale da quando avete iniziato ad oggi è cambiato? Se sì in che modo?

A questa domanda preferirei non rispondere perché sparerei a zero sulle ultime produzioni che continuano a propinarci le varie radio, quella non è musica. La musica del passato è nettamente superiore a quella di oggi, e se la gente ci ha seguito fino adesso, deve esserci un bel motivo, oggi i cosiddetti artisti si basano più al look, all’immagine, che sulla qualità della musica. Non dico che sia sbagliato ma se metti l’immagine abbinata ad un bel pezzo, il risultato diventa migliore, ma purtroppo questo succede anche nel cinema e specialmente in televisione è così. Anche la nostra società si sta imbruttendo ma, tornando alle canzoni, adesso sono frutto di grandi operazioni commerciali, spero che si fermino i vari DJ o pseudo presentatori e discografici comunque, a parte qualche autore o cantante, oggi si è imbastardito il tutto, stiamo prendendo le cose più inascoltabili dall’America (parlo di Rap, Trap, Indie e triccheballacche varie), ed in America stanno riscoprendo la bella melodia, quella di cui noi italiani siamo i maestri.

Invece, dell’accoglienza e della tipologia del pubblico di ieri e di quello di oggi che assiste ai vostri concerti hai notato delle differenze?

Il nostro pubblico, purtroppo, sta invecchiando con noi, ma fa piacere vedere che nei nostri concerti si avvicinano anche i giovani che vogliono scoprire il segreto della nostra lunga avventura musicale e poi credo che quando ci sentono dal vivo, rimangono un pochino frastornati, perchè effettivamente usiamo le nuove tecnologie per un ascolto migliore. Insomma piacciamo anche ai ragazzi.

Non c’è proprio nessun artista di oggi che ti ha particolarmente colpito?

A me piacciono artisti che quando cantano usano l’anima, interpretare le canzoni non è facile. Diodato mi piace molto, Tiziano Ferro è un bravissimo autore e canta anche bene, poi Massimo Ranieri, che è di un’altra epoca. Per il resto e per quanto riguarda il recente Festival di Sanremo ho visto e sentito molta mediocrità.

Quali sono i vostri prossimi progetti musicali?

Dopo questo nuovo lavoro Dolce Armonia, che speriamo porti fortuna ed un rilancio del gruppo, si prevedono concerti dal vivo e naturalmente stiamo già lavorando ad altri pezzi perchè la Musica dei Camaleonti, quella con la EMME maiuscola, deve andare avanti!

MARCO PRITONI

Band:
Livio Macchia – basso e voce
Valerio Veronese – chitarra
Massimo Di Rocco – batteria
Massimo Brunetti – pianoforte, tastiere e voce