Now Reading
HUNKA MUNKA: Intervista alla storica progressive rock band italiana

HUNKA MUNKA: Intervista alla storica progressive rock band italiana

“Dedicato A Giovanna G” uscì nel 1972 e dopo quasi 50 anni tiornano gli Hunka Munka con un nuovo album sempre all’insegna di quel rock progressivo che non tramonta mai. L’album Si chiama “Foreste Interstellari” e unisce il sound dei seventies con quello più attuale. Ne ho parlato con i due mastermind della band, Roberto Carlotto e Joey Mauro e ciò che segue è il resoconto dell’intervista.

Ciao e benvenuti su Tuttorock. Hunka Munka, dopo tantissimi anni si torna a parlare di questo progetto, come mai questo ritorno?
Roberto Carlotto: Già da tempo ci sono state diverse occasioni per riprendere il mio vecchio pseudonimo Hunka Munka e questa occasione con Joey mi è sembrata una buona idea.
Joey Mauro: Ciao, erano circa 20 anni che lavoravamo in modo discontinuo a questo ritorno. 

Nel 1972 uscì “Dedicato a Giovanna G.”, come nacque quell’album, che ricordi hai e chi era Giovanna G.?
Roberto Carlotto: Certo, Giovanna G., al contrario si pensi ad una donna, invece era il mio produttore Gilberto Amati. Dopo una folgorante promozione ed una programmata tournée con un gruppo inglese, il tutto non venne effettuato per la sua scomparsa in un incidente stradale. Dopo due anni, pensai di dedicargli un 33, da qui la fatidica “Giovanna G.”.
Joey Mauro: Questo Roberto può dirtelo meglio di me ehehe!!

C’era Ivan Graziani in quell’album!
Roberto Carlotto: Si! Con Ivan Graziani eravamo già amici e collaboratori di varie produzioni e condiviso un passato con il suo gruppo “Anonima Sound”, dunque l’ho reso partecipe nel mio LP.
Joey Mauro: Non dimenticare nemmeno l’apporto tastieristico nel disco di Ivan Graziani ‘’La Città Che Io Vorrei’’, l’album più prog e intimista del grande Ivan.

Si conosco quell’album!! Oggi “Foreste Interstellari”. Come sono nati i brani?
Roberto Carlotto: Sempre Joey, matto da legare e con idee diaboliche, mi ha sempre proposto brani particolari, ma già reduci da diversi CD. Quest’ultimo entra nel mio mondo Prog.
Joey Mauro: Per quanto riguarda la genesi ti posso dire che è quasi 20 anni che diversi brani del disco “Foreste Interstellari” venivano cuciti e scuciti. Finalmente due anni fa siamo riusciti a completarlo, e siamo riusciti a farlo uscire. Un esempio il giro di tastiere che pervade ‘’I Cancelli Di Andromeda’’, l’ho scritto sul finire degli anni 90 su un organo Hammond l100, poi sono seguiti i brani orchestrali, il lavoro per esempio sulle orchestre della suite può arrivare a 68 tracce contemporanee.

 C’è una continua ricerca di rendere il rock progressivo molto attualee mi sembra che i vari brani siano segno di un’ottima riuscita. È quello che volevate?
Roberto Carlotto: Si pensa così:” Noi ci proviamo”.
Joey Mauro: In tutti i miei brani c’è una continua ricerca del sound, delle atmosfere e di quello che provo in quel momento, una ricerca ‘’progressiva’’.

Il significato del titolo e dei testi?
Roberto Carlotto: Nella mia mente razionale ogni tanto esco dalle righe e ritorno ai miei voli ancestrali tra le “Foreste Interstellari”.
Joey Mauro: Certamente sui testi Roberto ti può rispondere meglio di me, ai suoi testi mi sono ispirato per dei brani che hanno completato l’album come “La Solitudine Delle Stelle”.

Circa 50 anni di distanza da un album all’altro e tante cose sono cambiate sicuramente. Cosa però è maggiormente cambiato, cosa non è cambiato affatto.
Roberto Carlotto: Il sottoscritto è un mitomane per le mie elaborazioni su strumenti tradizionali, vari Hammond con distorsioni esasperate, tutto come allora. La mia casa è ridotta ad un museo.
Joey Mauro: Il mondo è diventato un enorme museo, la gente ha messo nelle teche i propri sogni, le proprie emozioni, i propri sogni, qualcuno cerca di imprimerli in uno smartphone o un computer ma non è la stessa cosa.

Progressive rock, new age, space rock, rock sinfonico, tutto questo sento in “Foreste Interstellari”. Gli Hunka Munka sono tutto questo?
Roberto Carlotto: Joey è il coordinatore, creatore e ottimo strumentista, il sottoscritto Hunka Munka è il complemento per la riuscita delle nostre idee.
Joey Mauro: Penso che questo sia il mix che si può chiamare progressivo, non fermarsi mai in nessuno schema.

Siete tornati per restare? Ci sarà un seguito, altri album?
Roberto Carlotto: Dai numeri ottenuti, trarremo le conclusioni.
Joey Mauro: Ti posso svelare che qualcosa bolle già in pentola, vorrei registrare nuovamente qualche brano che Carlotto ha inciso per l’altra sua band principale (che molti conoscono e al quale non voglio fare nome) ma che erano stati scritti originariamente per un disco molto ‘’Hunka Munka’.’

State programmando anche concerti?
Roberto Carlotto: Vedremo. Con musicisti incredibili, già collaudati, tutto può essere fattibile.
Joey Mauro: E soprattutto se i potenti di questa terra riterranno che la musica dal vivo e le emozioni possano fare parte del nostro futuro.

Cosa è il progressive rock per Hunka Munka?
Roberto Carlotto: Un ritorno alle nostre origini. Negli anni 70 il Prog ha cominciato a dettare legge con l’avvento di gruppi come la PFM e tanti altri e tra questi la mia presenza da solista, conosciuto come “Uomo Orchestra”, per le mie performance. Questo genere, ai tempi musica di nicchia, oggi, prepotentemente, cerca di ritornare in auge.
Joey Mauro: Sinceramente quando compongo i brani non penso mai al genere che voglio comporre, i miei ascolti sono gli ascolti classici (Beatles in primis) e sono stato autore di brani pop italo per i più grandi nomi di quel genere. Il prog è tutto quello che senti dentro.

Perché la scelta di questo nome?
Roberto Carlotto: Hunka Munka anella Nuova Guinea non è altro che un porcellino d’India.

Perché c’è un forte interesse al rock progressivo anche tra i giovani anche oggi?
Roberto Carlotto: Può essere una nuova scoperta, un diversivo da mettere in chiave diversa, ma sempre con quelle 7 noiose note.
Joey Mauro: Me lo auguro vivamente, spero che i giovani di oggi aprano gli occhi sulla vera musica e soprattutto sui grandi classici italiani prima che diventiamo tutti dei dinosauri. Hehe!!

Chiudete l’intervista come volete, un messaggio a chi leggerà ad avvicinarsi e a riscoprire la musica di Joey Mauro e di Hunka Munka.
Roberto Carlotto: Agli inizi il sottoscritto ascoltava nuove musiche da vari artisti, cercando di selezionare composizioni, ai tempi troppe innovative, poi si delineava una normalità e diventava “nicchia”. Agli ascoltatori che si affacciano al Prog, proferisco i miei consigli.
Joey Mauro: La musica è seguire il proprio cuore, non bisogna mai smettere di farlo.

Grazie Fabio. A risentirci.

FABIO LOFFREDO

Band:
Roberto Carlotto: Voce e tastiere
Joey Mauro: Tastiere e orchestrazioni

Special Guests:
Marcantonio Quinto: Batteria e percussioni
Gianluca Quinto: Chitarra
Andrea Arcangeli: Basso
Andreas Eckert: Basso
Alice Castagnoli: Voce e cori
Tony Minerba: Voce

https://www.facebook.com/hunkamunkaprog
https://blackwidow.it