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HOKA HEY – Intervista al duo pop rock abruzzese

HOKA HEY – Intervista al duo pop rock abruzzese

In occasione dell’uscita del singolo “Aria”, ho avuto il piacere di intervistare Emidio De Berardinis (testi, voce) che, insieme a Marcos Cortelazzo (musiche, produttore), forma gli Hoka Hey, duo rock nato ufficialmente nel 2018 sulla spiaggia abruzzese.

All’attivo hanno il singolo “Gravità” (2019) e diversi EP: “Super Legato Mantra” (2019), “ II “ (Due – 2020), e “Shelte” (2021).

Lo stile degli Hoka Hey mantiene centrale il rock, ibridato da generi musicali come musica etnica, pop, elettronica e bossa nova. I loro testi riguardano principalmente i mondi interiori, la psicologia e la spiritualità, sempre veicolati attraverso metafore e vissuti quotidiani. Il nome della band riprende il grido di battaglia di Cavallo Pazzo, che significa “oggi è un buon giorno per morire!”.

Tradotto dalla band, questo motto diventa un elogio alla Vita che esorta ad onorare ogni istante vissuto, mettendosi in gioco e lanciandosi senza timori, anche nelle difficoltà e cantare al mondo esterno di ciò che esiste dentro.

Ciao e benvenuto su Tuttorock, come sta andando il vostro singolo “Aria”?

Ciao a voi e grazie per l’interesse e lo spazio che avete voluto dedicarci. Siamo molto felici e onorati di essere qui. Aria si sta infiltrando per vie misteriose, esattamente come l’elemento ad essa correlato, simbolo del piano mentale! Lasciamo che continui il suo viaggio e noi concentriamoci sul respiro…

Ovviamente stiamo giocando!  Questo singolo sta girando parecchio su Spotify e abbiamo riscontrato molto interesse da parte della stampa. Che dire? Siamo soddisfatti.

Un brano nato come?

Originariamente è nato con i Laika Vendetta, il nostro primo progetto condiviso.

Lo abbiamo ripescato dagli archivi storici di quel tempo rendendolo più risonante con ciò che sono gli Hoka Hey, oggi, sia in termini musicali che di contenuti.

Negli anni siamo cresciuti ed è importante che la nostra trasformazione interiore si proietti coerentemente anche sulle nostre creazioni.

Così, oggi Aria si è arricchito di una nuova consapevolezza maturata nel tempo, prima di tutto in noi stessi: è comparsa la voce della coscienza che ha stabilito un contatto e un dialogo più profondo con la piccola mente umana.

E se nel passato Aria dava voce solo ai rigurgiti del piano mentale inferiore oggi esprime anche la riflessione propria della saggezza animica.

Dopo una serie di EP avete deciso di pubblicare solamente singoli, per quale motivo?

Innanzitutto abbiamo notato che, dei dischi e degli Ep, spesso venivano ascoltate solo le prime tracce e trascurate per pigrizia altre.

Inoltre, per confezionare un disco, si devono investire molto tempo ed energie, che per certi versi, costringono a rinunciare alla freschezza dell’attimo presente, del “qui ed ora”.

I singoli, invece, non essendo legati da vincoli discografici, danno la possibilità di occuparsi al meglio di ogni singola creazione, in totale libertà.

Un vantaggio non trascurabile che non compromette minimamente il fluire delle nostre creazioni, sempre in perfetta relazione evolutiva tra loro.

Comunque, non escludiamo che in futuro si decida di tornare al formato Ep o disco.

Valutiamo di volta in volta in base al nostro sentire, che non segue mai una precisa e programmabile logicità.

La copertina vede voi due che, al posto dei volti, avete immagini dell’universo, di chi è stata l’idea e chi l’ha realizzata?

La copertina è stata disegnata da Erik Solla, il nostro bassista, su ispirazione dell’intero team Hoka Hey di cui fa parte anche la nostra attuale manager Emanuela Mereu. È nostra abitudine condividere idee in un magico brainstorming ogni volta che si presenta un’uscita perché per noi, è fondamentale offrire al pubblico la Bellezza per trasferire contenuti importanti e rivoluzionari, in termini evolutivi. Infatti, le nostre opere si pongono l’ambizioso obiettivo di stimolare delle vere e proprie prese di coscienza, o dei “click interiori” con lo Splendore del Vero.

Mentre ci confrontavamo su alcuni brani in produzione, è emersa la volontà di tracciare un percorso stellare, dove ogni brano rappresentava una tappa evolutiva con relativa prova da superare. Le stelle sono sempre presenti nelle nostre copertine.

La tappa connessa ad Aria ricorda che gli esseri umani sono semi stellari scesi nell’incarnazione terrena per imparare ad amare e a donare: un approccio alla vita che non può essere ricondotto alla mera natura umana, quanto più alla sua parte stellare che si esprime, quando è sufficientemente nutrita, attraverso la coscienza.

La copertina, inoltre, si rifà ai principi ermetici di corrispondenza “Come in alto così in basso” e del mentalismo “Tutto è mente”, trattandosi, appunto, del brano Aria; ma in essa sono custoditi molti altri spunti di riflessione esoterici che non sveliamo, proprio per permettere agli ascoltatori di nutrirsi del piacere di sondarne gli arcani attraverso il piano intuitivo.

Avete in programma un video?

Stiamo ancora valutando l’idea. Inizialmente non volevamo farlo, perché richiede sempre molte risorse, non solo economiche. E siccome gestiamo tutto io e Maku, avremmo evitato volentieri un impegno aggiuntivo, anche se, riconoscendo l’importanza delle immagini in movimento che rendono sempre più efficace il messaggio, stiamo valutando la possibilità di rivedere la nostra decisione iniziale. Per il momento abbiamo rilasciato dei Teaser video di presentazione ma è ancora tutto un work in progress, quindi, non è detto che in seguito non arrivi anche il video ufficiale.

Come vi siete conosciuti e quando avete pensato di dar vita a questo progetto?

Ci siamo conosciuti più di dodici anni fa, quando Maku, allora speaker di un programma radiofonico, ha ospitato i Lustagroove e da lì è nata una magica intesa musicale: noi cercavamo un secondo chitarrista e Maku è entrato nella band, portando il suo notevole valore aggiunto e la sua spiccata personalità. Così, abbiamo dato inizio ad un nuovo progetto cambiando il nome della band in “Laika Vendetta”: abbiamo suonato insieme spostandoci in varie regioni d’Italia e l’esperienza condivisa ci ha fatto crescere parecchio nel corso degli anni.

Anche quando quel gruppo si è sciolto io e Maku non abbiamo mai smesso di creare e continuavamo a trascorrere tempo insieme ideando nuove idee musicali, cavalcando l’onda della sintonia e dell’ispirazione. Insomma, anche se eravamo rimasti soli, non abbiamo mai perso la spinta interiore che ci univa e che ci faceva continuare a scrivere musica, pertanto, abbiamo deciso di lanciarci con fiducia nel nuovo progetto che ha dato vita agli “Hoka Hey”.

Come mai avete deciso di chiamarvi “Hoka Hey”?

In quel periodo la mia ricerca spirituale mi spingeva a sondare i misteriosi ed affascinanti mondi dello sciamanesimo. Durante le capanne sudatorie, famose cerimonie di purificazione degli indiani d’America, ogni volta che si apriva una porta veniva urlato da tutti i partecipanti, in lingua lakhota, il grido: Hoka Hey! Una forma d’incoraggiamento che rimandava allo spirito dei guerrieri, i quali, incuranti della morte, si gettavano nelle battaglie per conquistare l’immortalità e abbracciare lo Spirito. Questi eroi combattenti, anche quando venivano uccisi, non incontravano la morte, bensì la Vita. Questa loro straordinaria forza ci ha fortemente ispirati, spingendoci a non mollare e a continuare a creare anche quando quasi tutti i nostri coetanei si stavano “normalizzando” per adeguarsi al sistema lasciando la musica e convogliando tutte le energie nella ricerca del lavoro fisso, creando una famiglia e, in generale, scegliendo l’apparente sicurezza terrena.

Il nostro è stato, per certi versi, un piccolo atto di follia e di ribellione, in un campo di battaglia ostico e delicato che è quello della musica; oggi è diventato il palcoscenico dove possiamo esprimere la Vita attraverso lo straordinario ed efficace linguaggio artistico.

Cos’è per voi la musica?

La musica è vibrazione e intorno a noi tutto vibra, anche se la maggior parte delle persone, presa dai propri automatismi, non riesce ad accorgersene. La Musica è Arte che si esprime attraverso un linguaggio sottile: è Bellezza, è Armonia.

A volte basta connettersi e ascoltare per ristabilire uno stato interiore equilibrato e sereno.

È connessione, intuizione, creazione; uno strumento portentoso attraverso cui è possibile veicolare informazioni, stati d’animo, frequenze e consapevolezze.

Purtroppo, oggi, la musica pop/rock viene spesso utilizzata per veicolare stati di coscienza molto bassi, rigurgiti emotivi, lamentele e frustrazioni. Viene utilizzato un cavallo regale come fosse una prostituta: un modus operandi che non ci appartiene e da cui manteniamo le distanze.

Nel nostro piccolo cerchiamo di impegnarci con grande serietà per restituire la regalità perduta al veicolo pop rock attraverso vibrazioni, stati di coscienza e contenuti che elevino piuttosto che abbassare le frequenze degli ascoltatori.

In questo modo ci adoperiamo per omaggiare e non dissacrare la Musica.

La vostra proposta musicale si presterebbe, in fase live, all’esecuzione con band al completo, avete pensato a questa eventualità?

Sì, ultimamente siamo stati fermi a causa delle ben note restrizioni e, in verità, dallo scioglimento dei Laika con cui abbiamo suonato in lungo e in largo, sono passati parecchi anni.

La scelta di non scendere a compromessi con le normative anti-Covid è il risultato della nostra coerenza interiore: non ci piaceva l’idea di supportare la discriminazione agli occhi del pubblico discriminato.

Però, anche in questi ultimi due anni, abbiamo sempre provato con una formazione live e siamo pronti per eventuali chiamate.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di chiudere come vuoi l’intervista.

Prima di tutto, ancora infinitamente grazie a voi e a tutti coloro che leggeranno questa intervista.

Vi invitiamo a chiudere gli occhi e ad entrare nel profondo di voi stessi attraverso il respiro per ascoltare onestamente, senza pregiudizi di sorta e con le cuffie, Aria.

Il dono più grande che gli Hoka Hey possono ricevere, è che in questo periodo storico in cui il piano mentale individuale e collettivo è inquinato da paura, rabbia, senso di impotenza e d’ingiustizia, attraverso l’ascolto di questo brano, ognuno possa trovare uno spazio interiore pacificato in cui sia possibile comunicare con la propria intima e unica Verità.

E, magari, attraverso i contenuti di questo brano, sollecitare la coscienza ad aprirsi a nuove visioni, più ampie, gioiose e vere che aiutino a riprendere il contatto con la Bellezza e la Libertà.

Solo in questo modo, la Musica può adempiere perfettamente al suo straordinario compito di Divino Intermediario.

Tra Cielo e Terra, Spirito e Materia e qualsiasi altra forma di dualità, la Musica è.

MARCO PRITONI