HARDLINE – Intervista al tastierista Alessandro Del Vecchio.
Una band nata statunitense per mano dei fratelli Johnny e Joey Gioeli e con Neal Schon, leggendario chitarrista dei Journey. La band con il passare degli anni ha cambiato varie volte formazione fino a diventare quasi totalmente italiana, eccezion fatta per Johnny Gioeli, anche se lo è quasi totalmente di origini. Abbiamo parlato degli Hardline con Alessandro Del Vecchio, tastierista della band da circa dieci anni.
Ciao Alessandro, come stai? Benvenuto tra le pagine di Tuttorock. Il 2019 e il 2020 sono stati due anni in cui si è parlato molto degli Hardline con l’uscita di “Life” e di “Life Live”. Parlami di queste due uscite.
Ciao Fabio. Grazie di avermi come ospite sulle vostre pagine! Qui tutto bene, sempre a cercare la mia migliore canzone e il mio miglior album. Mi auguro anche tu stia bene! “Life” e “Life Live” sono uno la diretta conseguenza dell’altro. Abbiamo scritto “Life” alla fine di due anni di tour e di alcuni cambiamenti che hanno rivoluzionato anche l’asse compositivo della band. Ho fortemente voluto Mario Percudani con noi proprio perchè potessimo avere non solo lui come chitarrista, ma giovare delle sue grandissime doti di compositore. Infatti “Life” è un perfetto mix di quello che ci siamo messi a scrivere io, Mario e Johnny Gioeli assieme. Alla fine dei lavori per “Life” avevamo già una trentina di date pronte per il 2019 e abbiamo deciso di partire con il tour proprio dall’Italia e dal Frontiers Rock Festival, evento della nostra etichetta. Quale modo migliore per testimoniare lo stato di grazia della band, per 4/5 italiana, se non che al festival della Frontiers? Da lì l’idea di filmare tutto e presentare un live vero, crudo, energico come specchio di chi siamo, della nostra vita.
Se non sbaglio sono circa dieci anni che sei il tastierista della band, raccontaci quest’esperienza.
L’anno prossimo sono 10 anni. Incredibile, eh? Soprattutto calcolando che “Double Eclipse” è uno dei miei 10 dischi della vita. Il tutto è iniziato quando Serafino Perugino ha visto in me un potenziale partner per Johnny. Abbiamo iniziato a scrivere assieme e poi il resto è arrivato in modo naturale. Alcuni mi danno come responsabile della rinascita della band, ma in realtà io voglio solo vedermi come parte del percorso di vita di questa grandissima band e sono fiero e onorato di avere il posto che una volta, in realtà, era di Neal Schon. Essere il produttore e principale songwriter degli Hardline è assolutamente uno dei miei orgogli.
Gli Hardline nascono come una band statunitense, ora si è trasformata in una band quasi tutta italiana, tranne Johnny Gioeli, perché questa trasformazione?
In realtà Johnny ha 100% sangue italiano, precisamente siciliano. Quindi potremmo quasi tranquillamente dire che siamo italiani al completo. Da quando sono io in carico della band abbiamo sempre optato per musicisti vicini al quartier generale di Somma Lombardo in modo che anche logisticamente per le date e i tour il tutto fosse accentrato. Calcolando che Anna Portalupi vive negli USA e che io per 5/6 mesi all’anno viva negli USA possiamo affermare di essere quasi americani.
Parlaci di “Life”, il nuovo album, musica e testi.
La musica è nata di getto, senza porci limiti o direzioni. Motivo per cui abbiamo 3 ballad e una cover dei Queen. Non abbiamo chiesto e non ci siamo chiesti cosa fare. Abbiamo messo su nastro quello che abbiamo scritto. Ne è nato un disco onesto, potente e molto chiaro su chi siamo oggi. I testi parlano di vita, di quanto sia importante ogni secondo e di quanto sia necessario dare valore a noi stessi e cosa facciamo.
Cosa mi dici invece di “Life Live”?
Amo questo live. E’ una scommessa fare un dvd al primo concerto di un tour. Arrivi con scaletta nuova e fresco dalle prove e devi solo premere l’acceleratore. Amo il suo lato ruvido come amo i sorrisi e la gioia che traspare da noi come band. Dopo anni assieme vogliamo solo che da un nostro concerto ne venga fuori l’amore che abbiamo per quello che facciamo.
Tu sei una figura storica del Frontiers Rock Festival, ma cosa hai provato quando dal backstage sei andato sul palco con gli Hardline?
Al primo Frontiers Rock Festival quando gli Hardline erano co-headliner con i Tesla, mi ricordo che mi dissi “Ale, ce l’hai fatta. Suoni con la tua band preferita dietro casa tua”. E l’emozione si è ripetuta anche per “Life Live” con l’aggiunta della tensione di suonare bene la nuova scaletta e far sì che il dvd fosse un successo ahah. A parte lo stress, ci siamo abbracciati come sempre prima di salire e ci siamo goduti lo show.
Ma come sono stati scelti i nuovi componenti della band?
Per puri e semplici valori musicali e artistici, senza tralasciare il lato umano. Marco Di Salvia aveva suonato sul disco di Johnny e l’avevo introdotto a Johnny stesso come sostituto per alcune date degli Hardline ed è, quindi, stato naturale poi renderlo un membro della band. Grande batterista e un animale da palco. Mario Percudani, invece, ha una lunga storia con me e, in tutta onestà, erano almeno 5/6 anni che era nel mirino per gi Hardline. In passato avevamo avuto non pochi problemi e avevo sempre sperato arrivasse il momento per Mario di essere il nostro chitarrista.
Come avete scelto il set list del concerto? Primo piano sul primo album del 1992 e su “Life”, ma niente da “Hardline II”, come mai?
Abbiamo suonato 2 brani di “II” in passato e le reazioni sono sempre state poco convincenti. Ci riproviamo spesso ma sembra non cliccare nella scaletta. L’unico pezzo che sono sicuro funzionerebbe è “Face The Night” ma abbiamo il problema di avere una scaletta sempre a rischio ballad avendone altre che sono davvero importanti per noi come “Hands Of Time”, “Take You Home” e “Page Of Your Life”. Abbiamo preparato il nuovo show pescando comunque di nuovo da “II” e “Leaving The End Open” e naturalizzando pezzi che non avevamo mai suonato da “Danger Zone” e “Human Nature”.
Sei molto impegnato in molte iniziative musicali, ultimamente gli Edge Of Forever e gli Hardline.
Quale delle band senti più tua?
Naturalmente gli Edge Of Forever. Per ovvi motivo, in quella band canto i miei brani. Per quanto riguarda gli Hardline, o Jorn, sono comunque pezzi di cuore, ma gli Edge Of Forever hanno il suo posto speciale ed è il mio angolo per essere me stesso. Il nostro nuovo “Native Soul” è il “mio” disco, la mia anima messa in musica.
Da una parte tastierista dall’altra cantante, quale è il vero Alessandro Del Vecchio?
Il vero Alessandro Del Vecchio è il musicista in tutto tondo. Spesso mi si chiede se ami più cantare, suonare, scrivere, produrre, mixare. In realtà ho capito di essere tutte queste cose assieme. Per quanto io sarò sempre un tastierista e cantante naturalmente, amo essere anche altro e integrare ogni parte di me e della mia arte con diverse abilità. Mi sento come Paul McCartney. Come risponderebbe se si sente più bassista, cantante, pianista, compositore, produttore? Penso ti direbbe che si sente Paul, semplicemente Paul. Io mi sento così, sono un musicista che canta e scrive.
Tra le varie tue collaborazioni, cosa ti manca, o meglio, hai un sogno? Vorresti suonare, cantare, produrre o collaborare con…?
Purtroppo devo fare i conti con chi è rimasto, ma Paul McCartney sarebbe l’artista definitivo. Non si dice di dover sognare in grande? ahahah. In realtà ho fatto molto di più di quanto avessi sognato e ho suonato con tutti i miei idoli. Potrei smettere di suonare domani sapendo di aver superato più volte i miei sogni. In questo momento il mio obiettivo è scrivere sempre pezzi migliori e pubblicare dischi migliori, non rimanere fermo dove sono ma continuare a crescere con l’integrità con cui ho costruito tutto, divertendomi e andando a dormire felice di fare quello che amo, godendomi il sorriso di chi faccio felice con la mia musica.
Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai rocker italiani.
Non ho mai le parole giuste per ringraziare chi segue cosa faccio e supporta la mia arte. La sola parola grazie non basta, quindi lascio sempre alla mia prossima musica il compito di dire grazie. Ogni pezzo nuovo è il risultato della forza che mi da il vostro supporto. Grazie e buona giornata!!
FABIO LOFFREDO
Band:
Johnny Gioeli: Voce
Alessandro Del Vecchio: Tastiere e cori
Mario Percudani: Chitarra e cori
Anna Portalupi: Basso
Marco Di Salvia: Batteria
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!