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“GRASSOTTELLA” – IL BRANO DI ANDREA ARENA PER ACCETTARSI COMPLETAMENTE

“GRASSOTTELLA” – IL BRANO DI ANDREA ARENA PER ACCETTARSI COMPLETAMENTE

Oggi vogliamo parlarvi di Andrea Arena, un artista romano pieno di talento che con il suo singolo “Grassottella” ha fatto parlare di sè, spronando ragazze e donne ad accettarsi, accettare il proprio corpo senza legarsi a vincoli “dettati” dall’immagine. Si riparte dalla vera bellezza, l’accettazione di sè e il piacersi. L’argomento è quanto mai attuale, si parla infatti sempre più spesso di bullismo e body shaming, la derisione del corpo di una persona, dove qualsiasi caratteristica fisica può essere presa “di mira” (chili di troppo, eccessivo peso, eccessiva magrezza); il bodyshaming, lo sappiamo, è una forma di bullismo verbale legato infatti all’aspetto fisico che ha un forte impatto sul quotidiano dal punto di vista fisico, psicologico e anche sociale.
Abbiamo raggiunto Andrea Arena e ci ha parlato di questo suo secondo singolo estratto dall’album di esordio dal titolo ‘Arena’.
Grassottella” è una canzone che sprona tutte le ragazze, tutte le donne ad accettarsi “così come sono”. Una dichiarazione del cantautore romano che rivolgendosi direttamente a una ragazza di cui si era innamorato anni prima, la invita ad amarsi per se stessa, per la sua unicità, perchè sono anche i difetti che ci rendono unici e per la sua bellezza inimitabile, appunto “unica”. Nel videoclip – molto interessante anche il video – diretto da Giacomo Spaconi, autore e regista, Andrea Arena interpreta – insieme a ragazze, modelle e attrici – una serie di personaggi “cult”, entrati a far parte del nostro immaginario.

Grassottella è il singolo estratto dal tuo album di esordio con anche un interessante videoclip che lo accompagna. Come nasce l’idea e a chi ti rivolgi?
L’idea nacque dall’esigenza di esprimere i miei sentimenti nei confronti di una ragazza di cui, ormai tanti anni fa, ero innamorato. Trascorrevamo tanto tempo insieme, io ero giovane e inesperto, non sapevo bene come fare per conquistarla; lei stessa si autodefiniva “grassottella” e anche io mi divertivo a chiamarla così di tanto intanto, giocando, per me era assolutamente perfetta così com’era, non avrei cambiato nulla di lei né fuori né dentro!
Poi accade che un giorno presi la chitarra e parafrasando le sue parole si può dire che la canzone venne fuori da sé, e gliela cantai. Diciamo quindi che tutto parte da qualcosa che viene dal cuore, senza dietrologie, ma che poi nel tempo, osservandola sotto altri punti di vista, mi sono accorto che nascondeva in sé un messaggio importante, più ampio, che poteva essere allargato poi a tutte le donne.

Il messaggio del tuo brano è che una ragazza, una donna, debba accettarsi anima e corpo, così com’è. Siamo troppo plagiati e ostaggio di una società che punta solo alla perfezione del corpo, bombardati da messaggi sbagliati, ostaggi dei like e dei followers? Che ne pensi?
Sì è vero, siamo bombardati di messaggi… giusti, sbagliati?
Io penso che il problema non sia tanto la qualità del messaggio, quanto il saper interpretare i messaggi che il mondo ci offre. Trovo che siamo stati diseducati alla ricerca della nostra unicità, veniamo spinti a ricercare all’esterno ciò che ci possa rappresentare, qualcosa di visibile, così siamo indirizzati inconsciamente a cercare di essere qualcosa di socialmente accettato, per questo si cerca di apparire piuttosto che “essere”.
Apparentemente può’ sembrare più’ facile, ma se ci pensi bene raggiungere uno standard di perfezione, è estremamente faticoso, sei sempre in competizione con il tuo “simile”, e, ad un certo punto, volente o nolente, diventi una scarpa vecchia.
Ciò che siamo veramente sta dentro, è invisibile, fa paura, è la vita, la nostra vita!
Nessuno a parte noi stesi ci può dire com’è, e per poterlo scoprire dobbiamo passare attraverso l’accettazione di noi stessi in tutte le sue parti, quelle esterne e quelle interne!
Una volta che diventiamo consapevoli di noi stessi allora sappiamo scegliere quello che è giusto o sbagliato per noi, a quel punto tutto quello che c’è fuori diventa solo uno strumento per ciò che abbiamo dentro!
Tutto l’amore che diamo verso noi stessi ci fa risplendere, e la nostra luce diventa poi luce per il mondo.

C’è il messaggio di amare la vita e di sentirsi uniche, come donne. Il messaggio è valido e importante, soprattutto attualissimo:
A questa domanda voglio rispondere con il ritornello della canzone :
“E non mi importa se non hai la gamba stretta come una sottomette, preferisco i bignè!
E lascia stare l’opinione della gente che sorride allo specchio stanno peggio di te… La tua carne sulle dita dà più gusto alla mia vita, niente dieta, senti me!”
Questo però non deve essere un motivo per lasciarsi andare, ci tengo sempre a precisare che qualche chiletto in più, per quanto mi riguarda è molto più che bene accetto, l’obesità, invece, è una patologia che può portare gravi danni alla salute.

Il brano è accompagnato da un videoclip molto molto interessante diretto da Giacomo Spaconi, regista e autore del duo romano de Le Coliche, com’è nata l’idea?
Il videoclip e scritto e diretto da Giacomo – che ringrazio profondamente per lo straordinario lavoro svolto – oltre ad essere un grande professionista e’ anche un buon amico, abbiamo anche suonato insieme per strada qualche volta insieme a Fabrizio, il riccio del duo, vestiti da pirati, ci chiamavamo “I Pirati Della Strada”.
L’idea che abbiamo poi realizzato era quella di prendere personaggi di film e pubblicità’ cult, che erano stati interpretati da attrici bellissime e magre, facendo reinterpretare gli stessi ruoli da attrici bellissime, lo stesso, ma un po’ più in carne, mettendo cosi’ una pulce nell’orecchio al dilemma sull’oggettività della bellezza!
Andate a vedere il video, e potrete constatare con i vostri occhi ciò di cui sto parlando!

Che rapporto hai con i social? Cosa ti hanno scritto le ragazze a proposito del brano?
Ci racconti qualche reazione?

Ad essere sincero non ho un grande rapporto con i social, anche se dovrei, il dettame dei nostri tempi lo impone implicitamente. Trovo che tendenzialmente siano la sagra dell’esibizionismo, e questa cosa mi infastidisce non poco, forse per questo sono restio ad utilizzarli, non mi piace mettermi in mostra, e so che questo è in forte contrapposizione con il mio lavoro, trovo che mettersi in mostra sia una forma velata di prevaricazione!
Nella mia “isola che non c’è, sarei la persona più felice del mondo se esistesse un modo per diffondere la mia musica a quante più persone possibili senza poter essere riconosciuto, ma non è possibile e quindi diciamo che mi limito ad utilizzare i social quasi esclusivamente per motivi professionali!
Per il momento devo dire che ho avuto solo reazioni positive al brano…ogni volta che dal vivo attaccavo “ Ei tu! Ti senti grassottella pero’, non ti rendi conto veramente come sei…” tutta la sezione femminile del locale illuminava la sala con il suo sorriso. E’ una cosa impagabile!
Sui social ci sono state tante condivisioni, ve ne accenno un paio: una volta una ragazza mi taggò in una delle “stories” di un tiramisu al limone con allegato il ritornello della canzone, direi che mi ha preso proprio alla lettera. Una ragazza dagli occhi molto dolci invece mi scrisse che adorava la canzone e il video e di avergli dato uno sprint di energia molto positiva: nel nostro settore si dice che quando l’energia arriva vuol dire che il lavoro fatto è stato fatto bene!

Siamo in fondo tutte un po’ grassottelle? Ci sentiamo tutte cosi’?
No, non siete tutte un po’ grassottelle!
Ma suonando tanto questa canzone in giro, e in base alla mia esperienza personale con le donne, posso affermare con certezza: sì, vi sentite tutte un po’ grassottelle e forse non solo un po’, soprattutto le più magre. Mangiate bene che non vi succede nulla!

Un tuo pensiero sulla difficoltà della musica, con i live fermi e la crisi del settore dello spettacolo, artisti e maestranze lavorative:
Questo momento ci mette a dura prova ma forse lo possiamo sfruttare, ora abbiamo il tempo per creare cose da poter portare dopo fuori, quando tutto questo sarà finito. Cerchiamo di fare di necessità, virtù.

Perche’ è così difficile fare cultura e praticare bellezza nel nostro Paese?
Perché siamo chiusi, non sappiamo cooperare, vogliamo fare tutto da soli per poter dire di essere i migliori… ma che vuol dire migliori? Finché saremo tutti preoccupati a badare ognuno al proprio orticello, nulla cambierà!
Ognuno di noi ha qualcosa da dare, e ognuno di noi mischiato ad un altro puo’ creare qualcosa di nuovo, insieme possiamo essere ingredienti per creare un piatto buonissimo, separati potremmo essere delle buone uova del pecorino del guanciale dolcissimo, ma mai una carbonara!
Le grandi imprese si fanno insieme, ma per stare insieme bisogna imparare a rispettarsi, e per rispettare qualcun altro bisogna prima essere in grado di rispettare se stessi, secondo me questa e’ la base della cultura e della bellezza. Ho sempre pensato e penso che un artista sia semplicemente colui che mette amore nel lavoro che fa, qualsiasi esso sia!
Se ci pensiamo, il termine “cultura” viene dal latino “colere” e vuol dire coltivare, se ognuno di noi coltivasse se stesso con amore genererebbe frutti da condividere con gli altri e cosi si potrebbero scambiare e ognuno potrebbe godere della bellezza del lavoro dell’altro.

Qual’è la tua esigenza narrativa? E ti chiedo anche, progetti prossimi Covid permettendo?
Nasce quando qualcosa che sta dentro inizia a premere e a gridare la sua voglia di uscire, allora scrivo, per necessità, mi aiuta a liberarmi, tante volte ho utilizzato la scrittura come mezzo terapeutico per superare momenti difficili. Ed è per questo, penso, che mi escono sempre cose diverse, e ciò è evidente nel mio disco “Arena” , di cui appunto “Grassottella fa parte”, sono dieci brani, dieci storie, dieci mondi.
Ma nonostante la loro diversità contenutistica e musicale, tutto acquisisce un senso perché io sono il filo conduttore del tutto, ma il merito di questo non va a me, bensì ai miei produttori Massimo Satta e Fabrizio Foggia, che con la mia matassa hanno saputo tessere una tela pregiata. Sono anche autore per interpreti.
In questo caso il processo è leggermente diverso, diciamo che prendo la macchina del tempo e vado a cercare nel mio passato qualcosa di interessante da raccontare, attingo comunque sempre dalla mia esperienza personale.
Ora sto approfittando di questo di momento di fermo per scrivere e studiare, sicuramente appena si potrà ripartire con i concerti preparerò una data di presentazione del disco, che a causa purtroppo del Covid non e’ stata ancora possibile organizzare. Per il resto, si vedrà!

Alessandra Paparelli