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GODSTICKS – Intervista al fondatore, cantante e chitarrista Darran Charles

GODSTICKS – Intervista al fondatore, cantante e chitarrista Darran Charles

In occasione dell’uscita del nuovo album ‘This Is What A Winner Looks Like’ (Kscope) della band gallese heavy rock, progressive e alternative metal Godsticks, ho intervistato il fondatore, cantante e chitarrista Darran Charles.

Ciao Darran, bentornato su TuttoRock, parliamo di questo nuovo bellissimo album dei Godsticks, ‘This Is What A Winner Looks Like’, parlami un po’ di questo titolo.

È bello parlare di nuovo con te!

È sempre difficile trovare il titolo di un album e ricordo di aver fatto un brainstorming proprio su questa cosa con due amici. Volevo che fosse una frase con un certo ritmo e così abbiamo finito per sfogliare alcuni dei nostri libri preferiti e passare a pagine, paragrafi e frasi scelte a caso da uno di noi che potessero ispirare il titolo di un album. Non è venuto fuori nulla da quel piccolo esercizio, ma più tardi, quella sera, questi stessi due amici stavano parlando di qualcosa, questa frase è saltata fuori nella conversazione e ha suscitato il mio interesse. Da quel momento in poi, ho deciso di convincere gli altri membri della band – che all’inizio non erano così entusiasti – che si trattava un grande titolo. Alla fine ho vinto la battaglia!

Come è stato il processo di scrittura delle canzoni?

Questo album è stato un gioco da ragazzi rispetto a qualsiasi delle cose che abbiamo mai fatto in passato. Non ho scritto una sola nota durante il periodo di lockdown, ho attribuito questo alla mancanza di esibizioni live. Ma una volta che siamo stati finalmente in grado di esibirci dal vivo nel settembre 2021, improvvisamente ho iniziato a sentirmi ispirato a scrivere nuova musica, e siamo riusciti a scrivere circa 16 canzoni in 8 mesi, che è un tempo miracolosamente breve per noi. È quasi come se avessimo trattenuto il respiro creativo fino a quando non siamo tornati sul palco!

Che feedback state ricevendo dal singolo “Mahyem”?

Tutti sembrano amare il suo suono pesante, il che è fantastico! È sicuramente una delle nostre canzoni preferite dell’album e non vediamo l’ora di suonarla dal vivo.

Dov’è stato realizzato il video?

È stato girato al Westgate Hotel di Newport, nel Galles, che ha grande importanza storica per il Galles e il resto del Regno Unito poiché è stato il luogo dell’ultima ribellione armata su larga scala contro il potere in Gran Bretagna. Il 4 novembre 1839, John Frost, che era un politico e attivista locale, guidò una marcia di protesta di 3.000 cartisti, nel centro di Newport, nel Galles meridionale.

Di chi è stata l’idea della copertina dell’album?

La copertina dell’album è opera di Richard Beeching di Kscope. Abbiamo esaminato molte idee, ma ricordo distintamente le sue email a proposito di questa immagine, se ne è subito innamorato. È molto sorprendente e abbastanza insolito che, circa un mese dopo che abbiamo scelto la copertina di quell’album, gli Haken hanno pubblicato un album con uno scimpanzé sulla copertina. Forse è l’anno della scimmia!

Nell’ultima intervista eravamo in piena pandemia, come siete usciti da quel periodo?

Eravamo più o meno in pausa come band dato che avevamo da poco pubblicato il nostro quinto album “Inescapable”, come sai, e il mondo si è chiuso per quasi 2 anni! Dire che purtroppo si è trattato di tempismo sarebbe un eufemismo.

Sfortunatamente, come accennato in precedenza, non ho avuto l’ispirazione per scrivere nuova musica. Tuttavia, come sempre, ho continuato a studiare e ad esercitarmi, ma mi sono anche preso del tempo per imparare correttamente come programmare i miei suoni di synth da utilizzare nella musica futura. Ho anche iniziato a studiare elettronica, imparando esattamente come funzionano gli amplificatori e persino creando i miei circuiti molto semplici.

A dire il vero, ho amato il periodo di lockdown: la solitudine forzata è stata una sorta di libertà per me in un modo strano, poiché preferivo restare a casa a studiare o scrivere musica piuttosto che uscire.

Oggi la scena musicale è piena di artisti senza contenuti sia dal punto di vista dei testi che da quello della musica, voi fate sempre album meravigliosi, non vi sentite sottovalutati?

Beh, in primo luogo, è molto gentile da parte tua dire questo.

In momenti di grande autocommiserazione a volte ci lamentiamo di essere forse sottovalutati e di produrre musica degna di un seguito maggiore. Tuttavia, ci rendiamo presto conto: chi siamo noi per giudicare quale sia la buona o la cattiva musica o cosa sia degno di successo? Ci sono così tanti fattori che contribuiscono al successo e molti di essi sono fuori dal tuo controllo.

Mentirei se dicessi che spesso non è stata un’esperienza demoralizzante, ma tutto ciò che possiamo continuare a fare è creare musica che vorremmo ascoltare e sperare, contro ogni speranza, che sempre più persone condividano i nostri gusti.

Avete già in programma un tour? Verrete anche in Italia?

Faremo una serie di concerti nel weekend in tutto il Regno Unito a giugno e speriamo di poterne programmare altri molto presto. Per quanto riguarda l’Italia, lo spero proprio – abbiamo suonato al festival 2 Days + 1 Prog l’anno scorso e ci siamo divertiti molto. Inoltre, due dei miei più cari amici sono italiani, e Roma è la mia città preferita al mondo, quindi userei qualsiasi scusa per venire in Italia!

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Voglio solo ringraziarvi per il supporto che ci avete dato in questi anni.

MARCO PRITONI

Band:
Voce, chitarre, tastiere e synth: Darran Charles
Basso: Dan Nelson
Chitarre: Gavin Bushell
Batteria: Tom Price

Website – https://kscopemusic.com/artists/godsticks/

Facebook – https://www.facebook.com/godsticks

Instagram – https://www.instagram.com/godsticksmusic/

Twitter – https://twitter.com/godsticks

YouTube: https://www.youtube.com/user/godsticksmusic

Photo credits: Eleanor Jane

** ENGLISH VERSION **

On the occasion of the release of the new album ‘This Is What A Winner Looks Like’ (Kscope) of the Welsh heavy rock, progressive and alternative metal band Godsticks, I interviewed the founder, singer and guitarist Darran Charles.

Hi Darran, welcome back to TuttoRock, let’s talk about this new beautiful Godsticks album, ‘This Is What A Winner Looks Like’, tell me a little about this title.

Great to speak with you again!

It’s always difficult coming up with an album title and I remember brainstorming this very thing with two friends. I knew I wanted it to be a phrase with a certain rhythm and so we ended up going through some of our favourite books and just turning to pages, paragraphs and sentences selected randomly by one of us and seeing if they inspired an album title. Nothing came of that little exercise but later that evening these same two friends were talking about something and this phrase happened to pop up in the conversation and it piqued my interest. From that point on, I set about convincing the other band members – who weren’t that keen on it at first – that this was a great title. I eventually won the battle!

How did the writing process of the songs go?

This album was a piece of cake compared to anything we’ve ever done in the past. I didn’t write a single note during the lockdown period which I’ve since ascribed to the lack of live performances. But once we were finally able to perform live in September 2021 I’d suddenly started to feel inspired to write new music, and we managed to write about 16 songs in 8 months, which is a miraculously quick turnaround time for us. It’s almost as if we’d been holding our creative breath until we performed these shows!

What feedback are you getting from the single “Mahyem”?

Everyone seems to love just how heavy it is, which is great! It’s definitely one of our favourite songs from the album and we’re looking forward to playing it live.

Where was the video made?

It was filmed at the Westgate Hotel in Newport, Wales which is actually a place of historical importance to Wales and the rest of the U.K as it was the location of the last large-scale armed rebellion against authority in Great Britain because on the 4 November 1839, John Frost, who was a local politician and activist, led a protest march of 3,000 Chartists, into the centre of Newport, South Wales.

Whose idea was the album cover?

The album cover was the design of Richard Beeching from Kscope. We went through a lot of ideas but I distinctly remember him emailing across this image and immediately falling in love with it. It’s so striking and quite unusual. In saying that however, about a month after we chose that album cover, ‘Haken’ released an album with a chimp on the cover too. Maybe it’s the year of the monkey!

In the last interview we were in full pandemic, how did you get out of that period?

We were more or less on hiatus as a band given that as soon as we released our fifth album ‘Inescapable’, as you know, the world shut down for almost 2 years! To say it was unfortunately timing would be an understatement.

Unfortunately, as mentioned earlier, I had no inspiration to write new music. However, as always, I continued studying and practising but I also took some time to properly learn how to program my own synth sounds in order to use on future music. I also started studying electronics, learning exactly how amplifiers work and even creating my own very simple circuits.

I loved the lockdown period to be truthful – the enforced solitude was a kind of freedom for me in a strange way, as I’d rather stay at home studying or writing music than go out.

Today the music scene is full of artists without content both from the point of view of the lyrics and from that of the music, you always make wonderful albums, don’t you feel underestimated?

Well firstly, that’s very kind of you to say.

At times of great self-pity we sometimes lament that we are maybe underrated and that we do produce music that’s worthy of a greater following. However, we soon realise: who are we to judge what is good or bad music or what is worthy of success? There are so many contributing factors that lead to success, and much of them are out of your control.

I’d be lying if I said it wasn’t often a demoralising experience but all we can keep doing is creating music we would like to listen to and hope against hope that more and more people share our tastes.

Do you already have a tour planned? Will you also come to Italy?

We will be playing a weekend’s worth of shows across the U.K in June, then hopefully we can plan some more very soon after. Regarding Italy, I certainly hope so – we played the 2 Days + 1 Prog festival last year and we thoroughly enjoyed it. Plus, two of my closest friends are Italian, and Rome is my favourite city in the world, so I would use any excuse to come to Italy!

Thank you very much for your time, do you want to add something to close the interview?

Not really, other than to say thank you for the support you’ve given us over the years.

MARCO PRITONI