GLADIAH – L’artista marchigiana si racconta e presenta il singolo “Apati …
In occasione dell’uscita di “Apatia”, singolo di debutto come cantautrice, ho avuto il piacere di intervistare Giorgia Fiori, in arte Gladiah. Dopo essersi già fatta apprezzare come attrice, cantante e speaker radiofonica, la poliedrica vena artistica dell’ascolana classe 1992 abbraccia ora anche il settore della musica d’autore. Dopo l’esordio con “Try Again” pubblicato lo scorso aprile con l’etichetta messicana Mas +, in collaborazione con i noti dj internazionali BigNoise e Yvan Back, fa il suo debutto come cantautrice nella discografia italiana con un disco arrangiato dai medesimi dj. Il brano, nato insieme alla RB Record e distribuito dalla label italiana “Smilax publishing”, ha una tematica di grande attualità in quanto descrive quella sensazione che accomuna tutti, quando ci si sente fuori luogo e fuori tempo: l’apatia, appunto, che nell’ultimo anno ha interessato gran parte della popolazione mondiale a causa del prolungato lockdown.
Ciao Giorgia, benvenuta su Tuttorock, innanzitutto parlami un po’ di questo tuo singolo d’esordio, “Apatia”, uscito lo scorso 29 giugno, come sta andando?
Ciao e grazie per questa intervista! Il singolo è stato una scommessa fin dall’inizio. Essendo una novità, poteva essere un grande flop o un gran successo. Al momento è più orientato ad essere un successo per fortuna, quindi speriamo sia un buon punto di partenza! La canzone è stata da subito trasmessa in diverse radio locali e alcune nazionali.
Quando e com’è nato il brano?
L’apatia mi ha spesso riguardato da vicino. Sicuramente una riflessione più accentuata a riguardo è nata durante il lockdown, dove immagino che la maggior parte delle persone abbiano condiviso una sensazione del genere. È un brano scomodo, che va contro i soliti stereotipi descritti nella musica contemporanea attuale in cui tutti ambiscono a condurre “la dolce vita 2.0”. Non è una critica la mia, perchè io stessa, facendo parte del mondo dello spettacolo, mi ritrovo a vivere determinati ambienti e situazioni, ma non vuol dire che tutto ciò mi rispecchi. Infatti il brano racconta la realtà all’interno di una discoteca, che non è altro che la similitudine con la nostra società: siamo tartassati da input continui ma, spesso, quello che troviamo non ci appartiene, non sentiamo niente, in mezzo ad un mare di gente. Seppur il brano abbia preso ispirazione dalla slap-house, quindi si tratta comunque di una canzone pop-dance, ha un animo rock, di ribellione e trasgressione interiore in un momento storico in cui tutto rimane in superficie. Non a caso il ritmo porta a ballare, ma il testo a riflettere.
Un singolo cui ne faranno seguito altri o stai lavorando ad un disco?
Per avere un buon progetto è importante avere un buon team che ci creda insieme a me e abbia voglia di rischiare. Ad oggi mi ritengo fortunata di averlo. Ho già pre-prodotto, infatti, diversi brani che faranno parte di un album dal titolo “Principessa + Iva”.
Il tuo nome d’arte fa pensare ad un gladiatore, nasce dal tuo modo di affrontare la vita combattendo?
Non ho scelto io il nome, ma è lui che ha scelto me! Scherzi a parte, a causa di un lungo periodo difficile della mia vita, fisicamente e psicologicamente parlando, ho combattuto per essere qui oggi ed ho fatto della mia invalidità un’opportunità. Ovviamente, da attrice ed amante del cinema, sicuramente Il Gladiatore (da sempre il mio film preferito) ha rappresentato una fonte d’ispirazione, poiché una delle frasi celebri di quel film diceva “a nessuno capita qualcosa che non sia in grado di superare”. Questa frase è stata molto significativa per me poiché ho imparato a convivere con la mia patologia, vincendo diverse battaglie contro la morte. È per questo che sono GLADIAH, una ragazza che lotta e vince.
Quali sono gli artisti sia del passato che del presente che più ammiri?
Sicuramente da un punto di vista cantautorale italiano ho sempre amato Lucio Dalla, da sempre un rivoluzionario, un artista a tutto tondo che non ha mai avuto paura di esprimersi. Ma io ho quasi sempre preferito la musica internazionale. Dico sempre di avere un’anima rock ma lo spirito dance: non a caso ho tatuata sul polso la parola “madness” che è sia la mia canzone preferita dei Muse (gruppo guida della mia vita) sia la mia personalità, in senso ironico ovviamente. Però sono anche quella che sogna di andare al Tomorrowland, quindi un bel mix di interessi. Per non parlare poi del mio amore infinito per le colonne sonore dei film, non a caso la mia suoneria del telefono è proprio la canzone del Gladiatore (ride – ndr).
Infatti dico sempre che sogno una vita come fosse la più bella colonna sonora di un film.
C’è del romanticismo, ahimè, lo so (ride – ndr).
Ti ricordi quando hai cantato per la prima volta davanti ad un pubblico e, se sì, mi puoi raccontare le emozioni che hai provato?
Ero una piccola Giorgia, molto timida e insicura delle proprie potenzialità, ma che in cuor suo sapeva che quel palco e quel pubblico erano il suo posto. Infatti, una volta cantato, mi sentivo libera e, se venivo interpellata a dire due parole, cercavo sempre di sdrammatizzare goffamente l’imbarazzo. Mi ricordo di una volta in particolare dove, arrivata in finale, il presentatore del festival mi chiese cosa stessi provando in quel momento ed io ho risposto: HO FAME! (tipica mia risposta), beh, stavano tutti mangiando gli arrosticini, erano pronti anche i miei e invece mi hanno chiamato a cantare! Mi è sembrato ingiusto! (ride – ndr)
Ho partecipato a diversi festival canori, vincendone alcuni, poi a causa di sfortunati eventi ho dovuto abbandonare il canto per qualche anno, ma ora sono tornata!
Tu sei cantante, attrice, speaker radiofonica, ora anche cantautrice, che differenze hai trovato in queste diverse modalità di espressione?
Sì, mi piace molto esprimermi in diversi modi che abbiano l’arte alla base. Dal mio punto di vista, la cosa che accomuna tutte e tre le modalità è quella di donarsi completamente al pubblico. Credo fortemente che non ci sia cosa più bella che condividere il proprio essere e il proprio vissuto per far sapere al prossimo che non si è mai soli, con la speranza che qualcuno si senta rappresentato in prima persona e possa considerarti un punto di riferimento. Sicuramente il cinema si può considerare una donazione psico-fisica, mentre per la musica penso sia più spirituale. La radio unisce un po’ le cose in maniera più leggera ed entra nella vita delle persone nel quotidiano, quindi è comunque una grande responsabilità. L’importante è trasmettere verità.
Hai già in mente quale potrà essere il tuo prossimo passo nel mondo dell’arte?
Sì, figurati se mi fermo! impossibile. Ad esempio, sto ultimando due sceneggiature da proporre a delle case di produzione. Sono due progetti indipendenti in cui credo molto perché, in parte, autobiografici. Reputo fondamentale che ogni artista abbia qualcosa da dire e che scelga di farlo come meglio crede. Da attrice, infatti, non mi limito ad essere tale e basta, bensì mi sto impegnando a proporre mie idee e coinvolgere persone al fine di realizzarle. Faccio anche parte del gruppo Mujere del Cinema, che ad oggi conta migliaia di donne del mondo audiovisivo. Finalmente abbiamo sempre più opportunità di emergere.
Per quanto riguarda la musica ho delle collaborazioni in corso, oltre al mio progetto personale, credo molto nelle sinergie che si creano nei rapporti umani.
Il tuo più grande sogno musicale invece qual è?
Da Lady Gaga a Lady Gladiah! Scherzo ovviamente, ma la amo artisticamente parlando, come ho amato la Carrà in Italia. Viva gli spiriti liberi e rivoluzionari! Nel frattempo, nel mio piccolo, sogno di entrare nel panorama musicale di più persone possibili. Può certamente non piacere a tutti il genere, ma se anche per un attimo le persone muoveranno il loro corpo canticchiando le mie parole, allora sarò felice. Un domani chi lo sa, magari un singolo con i Meduza! Mica male!
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie mille a te! Certo, sì, colgo l’occasione per ringraziare anche tutti coloro che mi sopportano con le mie folli idee e sostengono i miei sogni, è stato un super piacere.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.