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GIUSEPPE GIACOBAZZI – Intervista al grande comico

GIUSEPPE GIACOBAZZI – Intervista al grande comico

Andrea Sasdelli aka Giuseppe Giacobazzi sta portando sulle scene il suo nuovo spettacolo, conosciutissimo ed apprezzato per i suoi spettacoli e la sua irresistibile umanità e comicità, per  il duo con l’altro grande comico Duilio Pizzocchi e le sue comparsate a Zelig dei bei tempi, abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo nel foyer del Teatro Il Celebrazioni di Bologna grazie al gentilissimo Ufficio Stampa del Teatro stesso. Una intervista costellata da continue risate del comico e di tutto il pubblico presente.
 
“Il nostro è un lavoro fatto anche di viaggi e durante i viaggi ti trovi inevitabilmente a pensare” scrive Giuseppe Giacobazzi, protagonista di Io ci sarò, nuovo spettacolo dell’artista che crea un ponte immaginario con lo show precedente Un po’ di me (Genesi di un comico). “Oggi mi rendo conto di essere un genitore di 53 anni con una figlia di 3 e quindi mi sono ritrovato a pensare: riuscirò a vedere i miei nipoti e, nel caso li riesca a vedere, riuscirò a rapportarmi come fa un nonno e quindi a viziarli, a giocare con loro, a parlarci e raccontargli delle storie, cercando di dare consigli che non verranno sicuramente ascoltati, a spiegargli anche questo buffo movimento di sentimenti che è la vita?”.
(Una Produzione Ridens di e con Andrea Sasdelli collaborazione ai testi Carlo Negri)
 
Giuseppe, piacere, raccontaci come hai iniziato la tua carriera, o dobbiamo chiamarti Andrea?
Facevo il dj in una Radio privata di Lavezzola con mio zio, lì conobbi Duilio Pizzocchi che mi propose questa sua idea di fare, sulla falsariga del Maurizio Costanzo Show, il Costipanzo Show, eravamo in 10. Io gli dissi che avevo questo personaggio, il signor Giuseppe, e da lì tutto ebbe inizio.
 
Poi è arrivato il grande salto a Zelig.
C’era gà Duilio, mi proposero di fare Zelig Off che in quel momento era una bellissima edizione, presentavo poesie brevi perché avevo uno spazio fisso di 6 minuti, e fra 1 poesia e l’altra raccontavo delle storie. Mi dissero che erano più belle le storie delle poesie, quindi eliminai le poesie e feci solo i racconti.

Teatro, televisione, cinema, esperienze diverse.
Preferisco di gran lunga il teatro alla televisione, in tv hai tempi ristretti, le mie sono storie che abbisognano di tempo, ho il contatto con il pubblico, alla fine scelsi di fare teatro e abbandonare la tv. Al cinema ho fatto 5 film e mi è piaciuto tantissimo, vorrei fare ancora cinema, ma non mi hanno più chiamato.

Credo che piaci tanto al pubblico che ti ama con passione perché racconti cose tue, intime, storie della vita di tutti i giorni, portando la semplicità in comicità. Anche una certa genesi nel prosieguo della tua carriera.
Sono passato da spettacoli prettamente cmici a considerazioni più serie, partendo da Apocalypse a Qualcosa di me, parlando di fecondazione assistita, da genitore anziano mi sono chiesto se vedrò mai i miei nipoti. Da qui è nato lo spettacolo che presento adesso.
 
Parli spesso di tua moglie, ma lei non si arrabbia mai?
No, anzi, spesso è mia moglie mi dà idee.
 
Mi raccontavi che suonavi anche, attore o musicista o entrambe le cose?
No, no, da giovane strimpellavo sulla chitarra, solo attore e non musicista.
 
Ma gli occhiali a doppia lente ed i sandali che ti contraddistinguevano dove sono finiti?
All’inizio non avevo un personaggio tormentone, occhiali e sandali servivano all’inizio x fare macchietta, quando ho deciso di toglierli sono andato da Gino, mi sono seduto nel suo ufficio, ho appoggiato i piedi sul tavolino e gli ho detto “Guarda qui!”. E lui mi dice guardandoni le scarpe: “E i sandali?”. “Li ho dentro!” gli risposi (nda: risate a crepapelle).

Hai anche scritto dei libri, di questo spettacolo è prevista anche un’edizione stampata?
No basta, ne ho fatti 3, sono sufficienti.

Il 26 dicembre eravamo abituati a vederti qui al Celebrazioni con il Costipanzo, sono alcuni anni che questa tradizione è saltata, speranze di rivedervi?
Difficile, io voglio prendermi degli spazi miei, tempo per la moto, per guardare i gran premi, per stare con gli amici, soprattutto con mia figlia. Se spesso dico no a delle proposte non è per tirarmela, ma credo che nella vita ci debbano essere anche altre cose oltre al lavoro, anche se io, come tanti, ho il mio mutuo da pagare.

In un tempo di social e talent, come è cambiato imparare a fare il mestiere?
Ai nostri tempi facevi la gavetta perchè c’erano i locali che ti davano la possibilità di farlo, di esibirti, ora tendono al televisivo togliendo il contatto con il pubblico. E lì ti trovavi in situazioni dove veramente ti facevi le ossa, in posti e con pubblici dove imparavi a stare sul palco, quando questo c’era ed era solido ovviamente. Perché ci è capitato veramente di stare su tutto e dovunque, in posti ed in situazioni inimmaginabili.
 
Ci sono comici a cui ti sei ispirato?
Mi viene da pensare a cose come I Mostri di Dino Risi, poi Vianello, Villaggio che per certi versi rivoluzionato la comicità, Tognazzi, Walter Chiari, non posso dire di essermi ispirato veramente, ma mi piace molto la comicità un poco cinica.
 
Chi fa teatro spesso è per interpretare un altro che non è sé stesso, tu invece racconti di cose tue.
Racconto di me è vero, non so, forse per cercare complici, condividere un percorso comune.
Se interpreti un altro poi scendi e devi tornare te stesso, per me è più facile, mi sono messo avanti con il lavoro.

 
Una serata o spettacolo che non avresti voluto fare potendo tornare indietro ed una che invece vorresti fare?
(Si ferma per un certo tempo a pensarci) Serate no, malgrado alcune siano state fatte in situazioni veramente difficili non ce ne è nessuna che avrei voluto non fare. Una che vorrei fare invece, non saprei, magari una celebrativa, tipo quando andrò in pensione ci ritroviamo tutti qui, ma tanto so già che non la ritirerò mai.
 
E’ vero che sei pigro?
Molto di più! Oltre!  lo lo vivo come un pregio e non come un difetto. Il culmine l’ho raggiunto al mare, compriamo casa a Marina Rome e ci propongono di mettere a posto il giardino, saranno un centinaio di metri quadrati, niente di che, ma ci sono i pini. D’inverno dai pini cadono gli aghi e bisogna pulire, poi l’erba va curata, tagliata, seminata, io dico “ma perché non la mettiamo finta?”. Abbiamo il più bel giardino di tutta Marina Romea, sempre verdissimo e curato. Un giorno stavo pulendo il prato finto con l’idropulitrice, arriva un signore e mi dice “Ma lei annaffia in questa maniera?”; “Certo!” gli rispondo io, “non vede che prato meraviglioso viene su?”. Questo fa un gran sorriso, era contentissimo, è andato via felice, e scommetto che sarà andato a comprare una idropulitrice con cui avrà annaffiato il suo giardino distruggendolo.

MAURIZIO DONINI
 
Pics by Roberta Tagliaferri
http://www.giuseppegiacobazzi.com
http://www.teatrocelebrazioni.it/pagina_2015.php?id=609