GIULIO WILSON – Intervista al vincitore del contest BMA-MUSICA D’AUTORE di Fon …
Ciao Giulio e grazie del tempo dedicato, raccontaci come nasce la tua passione e decisione di fare il cantatutore.
Ho fatto tanta gavetta, io abito a Firenze dove ho una piccola azienda agricola a Fucecchio, tra Firenze e Pisa, dove faccio vino biologico. La passione per la musica l’ho sempre avuta iniziando a sedermi al piano già a 4 anni, poi tantissime esperienze con umiltà e voglia di imparare.
Quindi il tragitto di una volta, piccoli palchi, pub, feste di paese.
Sì, poi sono due anni che apro i concerti per Bobby Solo, che è una grande visibilità, ma è molto faticoso, costoso perché ti sposti a tue spese, poi hai 12 minuti di spazio per convincere il pubblico senza poter settare per bene l’impianto. Poi tutte le porte chiuse che trovi per gli emergenti, che difficilmente hanno spazi inizialmente, ad esempio io ho già fatto un album. Di alto livello tecnico con Eddy Mattei arrangiatore di Zucchero, Marco Di Maggio chitarrista di rockabilly, Bobby Solo, Roberto Piumini scrittore di libri per i testi. Resta il fatto che essendo il primo lavoro e non avendo alle spalle una struttura come Fonoprint che ti supporta, ti devi autopromuovere con i propri mezzi e quindi è rimasto un poco in secondo piano.
Poi è arrivata questa bellissima soddisfazione della vittoria al BMA contest di Fonoprint. E non solo, anche il premio MEI.
Sono sincero, se non avessi vinto sarei caduto in depressione ed a quel punto il rischio di decidere di dedicarsi ad altro sarebbe stato reale. In effetti ho portato anche un brano forte, ho 34 anni e mi sono detto che o mi giocavo le carte adesso o mai più. Poi vincere anche il premio MEI mi ha riempito di gioia.
In effetti in un contest di tantissimi artisti tutti bravi, la tua canzone era una delle 2-3 che usciva dalla massa distinguendosi per la sua particolarità.
Adesso sto scrivendo in una maniera mia, nel primo album ho fatto cose già viste, ho proposto esperienze già viste, mancava una fondamentale sincerità che è poi riuscita ad uscire in seguito. Ora ho cambiato produttore artistico, stiamo scrivendo con Walter Sacripanti, batterista di Ivan Graziani, produttore di Cristicchi, Frankie Hi-Nrg, Laura non c’è di Nek, insomma una persona con una grande visione. Stiamo mettendo giù dei brani bellissimi e quindi usciremo con un grande lavoro. Come vedo nella mia azienda con il vino, i prodotti per buoni che siano, devi farli arrivare al pubblico, un aspetto che magari avevo sottovalutato, ma cui ora mi sto dedicando.
Hai sempre evitato i talent dedicandoti ai palchi.
Mi sono sempre rifiutato di andare ad un talent, l’esperienza è una fetta importante, mi prendevano anche un poco in giro vedendo che andavo in giro con Bobby Solo, poi con spese forti girando per l’Italia, ma ho imparato tantissimo.
E poi Bobby Solo è un grosso nome della canzone italiana.
Lui poi ti trasmette tanta esperienza, è disponibilissimo, abbiamo scritto e cantato assieme ‘Come scorre il tempo’. Non è da tutti che un artista affermato come lui si metta a fare un disco con un artista emergente. E’ nato questo rapporto di amicizia e stima reciproca e l’abbiamo fatto molto volentieri.
‘Mia bella ciao’ è la canzone che ti ha fatto vincere il contest, come ti è nata l’idea di riproporre questo brano storico? Anche questo è stato un bel rischio.
Toccare questa canzone è sicuramente rischioso, l’ho fatta anche ascoltare ad amici che mi hanno fatto notare anche loro il pericolo di toccare questa canzone. Ma comunque ho salvaguardato i valori, solo ammodernato i disagi ed i rischi del giorno d’oggi.
Sul palco al contest non eri solo, ma con un compagno musicista.
Amo usare strumenti ‘particolari’, in questo caso si trattava di Tiziano Pellegrino con un banjo e pelle di capra, siamo molto legati e mi accompagna da tempo senza problemi a partire all’improvviso per fare concerti. E’ un ottimo musicista figlio d’arte, suo padre era un violoncellista del ‘Maggio fiorentino’. E’ stata anche un sorpresa per Vittorio Corbisiero, che era il direttore artistico del BMA, che mi fossi presentato con lui sul palco. Quando suono con la band usiamo molti strumenti particolari, ad esempio ho una steel guitar. Girare con la band è chiaramente più difficile in quanto ci vuole un tour che richiami gente e quindi giustifichi i maggiori costi.
Ma la sensazione di entrare in questo tempio della musica, Fonoprint, e sapere che vi registrerai un EP?
Vedi la grande professionalità, poi un calore che spesso non trovi in altre realtà, mi sono trovato sempre a mio agio, come se fossi a casa mia.
I tuoi ascolti attuali?
Io vado molto a periodi, sono molto settoriale. Al momento mi prendono molto gli antichi balli romagnoli, la furlana, la galoppa, la manfrina che mi sta piacendo tantissimo. Cose dimenticate che sono bellissime, facevano parte delle persone che con quei motivetti lavoravano e si innamoravano. Poi magari domani ascolto della disco, non ho particolari barriere. Io cerco di dare molto valore alle cose del passato.
MAURIZIO DONINI
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