GIORDANO SANGIORGI – Intervista a tutto tondo dal MEI al #NUOVO MEI 2016
IL Festival delle Autoproduzioni è nato nel 1995 a Faenza e il MEI nel 1997 per cui le celebrazioni per i 20 anni del MEI, dopo avere realizzato una doppia compilation curata da Federico Guglielmi, un libro a cura di Vololibero, una serie tv su Sky Arte di quattro puntate sulla nascita della scena musicale indipendente intitolato Rotte Indipendenti concludiamo il ciclo dei 20 Anni e chiudiamo definitivamente il Mei sabato 24 settembre con il concerto gratuito in Piazza del Popolo di Daniele Silvestri che emblematicamente fu uno dei primi dall’ambito pop e cantautorale a venire al MEI delle primissime edizioni con un suo stand della sua piccola etichetta discografica indipendente dell’epoca e stare al banchetto , senza neanche farsi annunciare da qualche nota stampa, tutti e tre i giorni a parlare e incontrare tantissimi giovani artisti e band,. Lui rappresenta la crescita quantitativa e qualitativa del mercato musicale indipendente che oggi vale circa il 26% come sancito dalla WIN in una recente indagine. Chiuso questo ciclo il MEI chiude perché si apre un # Nuovo Mei che mi vede coinvolto già da quest’anno solo nelle vesti di coordinatore ma dove tutto il programma è realizzato da un gruppo di lavoro faentino legato alla Casa della Musica e ai club di Condens e da un gruppo di lavoro nazionale presente in modo ramificato in tutta Italia con la Rete dei Festival con punto di riferimento Exit Well a Roma. E’ chiaro che con quella scossa si è potuto fare questo rinnovamento e passare definitivamente i testimone come accade proprio quest’anno alle giovani generazioni della musica indipendente emergente italiana tutta in gran parte under 30.
Dopo la 20. edizioni chiedesti sul web, avanzai una proposta anche io che definisti molto interessante ricordo, anche se non ricordo più quale fosse…. Ma al di là di questo, ci sono state idee che hai fatto fruttare nel tempo?
C’è una legge sulla musica che dovrebbe passare entro fine anno che vede al suo interno le nostre richieste per le quote in radio e tv per la nuova musica italiana e gli esordienti, per un sostegno ai live e tante altre iniziative positive a sostegno del made in Italy. C’è l’iscrizione gratuita alla Siae per i giovani under 30 che chiedemmo una decina di anni fa, c’è il tax credit per le opere prime, un’altra nostra richiesta di alcuni anni fa, c’è un impegno del Ministero per i Beni Culturali Dario Franceschini che per il primo anno ha patrocinato e sostenuto in Italia la Festa della Musica Europea, cosa che non era mai avvenuta in Italia, insieme ad altri impegni del Ministro come l’impegno sul jazz, l’inserimento della musica nel Bonus Giovani, l’avvio di un portale di musica italiana per il mercato on line con la ex Discoteca di Stato.
Il MEI è considerato la Fiera della Musica più importante dItalia, una soddisfazione sicuramente, l’avresti mai pensato quando hai iniziato?
No, quando abbiamo iniziato non abbiamo mai immaginato neanche lontanamente che alla fine avremmo scritto un pezzo della storia della musica del nostro paese. C’è di che esserne fieri.
Considerando i premi che il MEI assegna da sempre potremmo considerarlo come un antesignano dei talent che oramai nascono e proliferano ovunque, con la differenza che chi vince al MEI di solito ha una carriera lunga e densa di soddisfazioni, avete più fiuto per il vero talento?
Più che altro, oltre al fiuto, che indubbiamente abbiamo avuto, grazie anche alla collaborazione di molti giornalisti, i premi vanno ad artisti che hanno prima dimostrato sul campo della gavetta del live le loro capacità qualitative e di innovazione . E quindi non possono certamente non emergere. Il talent è più interessato a fare girare lo stesso modello di canzonetta pop e meno all’artista fino ad ora
Vi battete da tempo per riservare spazi mediatici alla musica italiana, ma mi pare un modello che non è mai risultato vincente quello delle riserve, dallo sport alle quote rosa alla fine è, o dovrebbe essere, il talento a far emergere, ma immagino che hai una visione diversa su questo?
La Francia dimostra che le quote in radio e tv pari al 40% di musica made in Francia e del 20% di esordienti nei palinsesti nella musica servono tantissimo: è uno dei pochi paesi grazie a questa legge , e al sostegno dei live all’estero dei loro artisti, che continua ad esportare artisti francesi in tutto il mondo e a rompere nella nuova musica il monopolio anglosassone: da Manu Chao fino al recentissimo Stromae.
Una delle critiche che si appuntano sul MEI è che crescendo appare sempre meno orientato allimmagine di etichette indipendenti e legato al mondo istituzionale, dalla politica ad un organismo come la SIAE, cosa rispondi a chi avanza queste obiezioni?
Che un dialogo con le istituzioni per quanto mi riguarda è indispensabile e che questo dialogo comunque ha portato a risultati positivi, tutto sommato con in vent’anni tanti insuccessi ma anche tanti piccoli risultati raggiunti. Inoltre ,la mia visione della musica, da sempre e non da oggi, è che la musica è un patrimonio culturale del Paese del quale si devono occupare le istituzioni e le società che raccolgono i diritti e non dei business della discografia interessati solo al mercato e non alla cultura.
Immagino che ci proporrai delle novità anche quest’anno?
Certo: il boom del Liscio Indipendente, la magia dell’incontro tra le orchestre del folk-rock e romagnolo e gli artisti indipendenti che ho personalmente seguito alla Notte del Liscio e che esprime un’esperienza come Extraliscio con Mirco Mariani e Moreno Il Biondo che apriranno il #Nuovo Mei 2016 venerdì 23 settembre con un grandissimo punk da balera in Piazza del Popolo a Faenza. E’ il contrasto al mainstream del pop globale sempre più uguale a sè stesso: i migliori artisti indipendenti si stanno riappropriando delle migliori musiche della tradizione per riproporle rinnovate ai giovani. Una musica globale che spaccherà in futuro come già sta accadendo in molte regioni d’Italia.
L’idea di incentrare la manifestazione sul giornalismo musicale come è nata? Cosa ne pensi del settore fuori dai denti?
Come sempre è una delle tante innovazioni del #Nuovo Mei. Abbiamo voluto rovesciare il tradizionale concetto di festival invitando prima i giornalisti con un Forum sul Giornalismo Musicale che raccogliesse il dibattito che c’è oggi tra di loro: quale è il futuro della musica? E soprattutto quale è il futuro del giornalismo musicale a metà strada tra carta, radio e tv e online? Ci sarà un confronto accesissimo, è stato un grande successo di adesioni, siamo oltre 100 e invito tutti a non perderlo. Per quel che mi riguarda io sono ancora affezionato alla vecchia recensione anche se naturalmente ogni giorno mi arrivano tantissime cose da ascoltare e scopro con grande sorpresa nuove cose straordinarie solo attraverso la comunicazione via Facebook.
Sui palchi del MEI passa di tutto, dal rock famoso ai cantautori emergenti, cosa piace ascoltare a Giordano Sangiorgi?
Nell’ordine Bjork, Lucio Battisti, Afterhours, Motta e Extraliscio per citare i primi che mi vengono in mente in ordine sparso, ascoltati solo recentemente. Poi ne mancano tantissimi, senza escludere tante altre musiche.
Finito il MEI, mentre preparerai l’edizione 2017, quali altre sorprese possiamo aspettarci?
MI piacerebbe dedicare il prossimo Capodanno a un grande artista rock italiano prematuramente scomparso a vent’anni dalla sua scomparsa: Ivan Graziani, un grande che ha saputo rinnovare il rock tricolore in tempi non sospetti. Ma è un’idea, non so se si realizzerà.
MAURIZIO DONINI
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.