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GIAN MARIA ACCUSANI – Intervista su carriera e tour DA GRANDE FACCIO IL MUSICISTA

GIAN MARIA ACCUSANI – Intervista su carriera e tour DA GRANDE FACCIO IL MUSICISTA

Gian Maria Accusani inizia la sua carriera musicale all’età di 14 anni, registrando il suo primo disco con i Gigolò Look, gruppo facente parte di quel movimento artistico pordenonese chiamato “The Great Complotto”. Nel 1995 fonda i Prozac+ arrivando al successo con l’album Acido Acida. Con i Prozac+ la carriera va avanti fino al 2005. Nel 2008 dall’esperienza Prozac+ nascono i Sick Tamburo. Ora è uscito il singolo “UN FIORE PER TE” che anticipa il tour “DA GRANDE FACCIO IL MUSICISTA”.

Ciao Gian Maria, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Vuoi iniziare raccontandoci come ti sei avvicinato alla carriera musicale?
Ho iniziato dai 6-7 anni ad appassionarmi a questo sogno, poi non mi sono più fermato in questo percorso. Una passione non solo musicale verso l’arte, ma dove la musica consta per un 90% dell’insieme. 

Hai avuto anche tu, come tanti, un idolo, un hero, che ti ha particolarmente ispirato a intraprendere questo percorso?
Onestamente devo dire di no, quando da piccolo, intendo sui 13-14 anni, iniziai ad andare in giro a suonare, entrai in quel movimento, famoso in tutta Italia, chiamato The Great Complotto. Essendo questa combo nata dalle ceneri del movimento punk fine anni ’70, i miei idoli erano tutti quelli che facevano musica “diversa”. Quella che non trovavi normalmente nei negozi, ma dovevi procurarti tramite le fanzine o qualche amico che si recava all’estero. Dopo i 20 anni ho iniziato a scrivere le mie canzoni, a quel punto non ho più avuto punti di riferimento. 

In effetti la musica dei Prozac+, e successivamente dei Sick Tamburo, è decisamente particolare, anche se inserita spesso nel filone punk, gode in realtà di molte contaminazioni a mio parere.
Sì, decisamente originale. Anche con i Prozac+ non si può dire facessimo semplicemente del punk, avevamo certamente un attitudine punk sul palco, ma la musica aveva dentro tante cose, una sorta di punk melodico molto originale con le radici piantate nelle mie origini che abbiamo prima richiamato. 

Possiamo certamente dire che sei riuscito a portare le tue idee e sentimenti in questi gruppi.
Certo, devo dire che la mia scrittura è sempre stata legata a quello che sentivo in quel momento. Aggiungiamo che io ero originariamente un batterista, poi mi stancai di fare solo cose create da altri, se siedi alla batteria suoni in maniera reattiva, non tratti l’armonia e la melodia. Ho quindi iniziato a suonare la chitarra in maniera poco ortodossa, questo penso abbia contribuito a sviluppare la mia originalità. 

Un autore raffinato e intelligente come te, cosa ne pensa del cambiamento avvenuto in questi anni che ha portato la società a spostarsi sempre di più verso l’immagine impoverendo la parola? Anche l’ultimo social di successo nato, Tik Tok, ad esempio, ha in questo il suo focus.
Diciamo che io ho ulteriormente incrementato la parte della parola, negli ultimi dieci anni, magari anche per l’età (risate), ho visto una crescita nella mia capacità autorale rispetto le prime cose. Ma giustamente ognuno sceglie la via che sente più affine. 

Parlando di testi volevo portarti a parlare del motivo per cui ci troviamo oggi, questo singolo “Un fiore per te”. Un testo molto intenso e sentito, dai tratti poetici, cosa volevi trasmettere con questa canzone?
In modo molto semplice, è legata a una parte del mio vissuto che rappresenta quello che ho provato quando si è interrotto il rapporto con una persona cui tenevo molto, e a cui ancora tengo molto veramente, ed è successo per causa mia. Nell’interruzione di un rapporto chi viene lasciato prova dolore, in questo caso racconto del dolore che causi a un altro interrompendo tu il rapporto.

Io ritengo che scrivere sia un modo per avviare una catarsi, liberarsi di un peso, archiviare un malessere o esprimere una gioia viceversa. Sei d’accordo su questa interpretazione?
Assolutamente! Lo ripeto sempre! Ho sempre trovato nella scrittura, sia quella testuale che melodica, una forma di svuotamento del problema, come se fosse una seduta terapeutica all’ennesima potenza. Scrivere è per me un modo per risolvere il problema, approvo al 100% quello che dici.

A questo singolo possiamo ipotizzare segua un EP o album?
Questo singolo, che era presente nel terzo disco dei Sick Tamburo, l’ho registrato in questa nuova versione per anticipare il mio nuovo tour dello spettacolo “DA GRANDE FACCIO IL MUSICISTA”. In questo vento racconterò la mia storia accompagnandola da canzoni. Sarà una sorta di storytelling che partirà a fine giugno e mi porterà in tutta Italia. Cosa seguirà poi ancora non è definito, non appena possibile faremo sicuramente un nuovo disco come Sick Tamburo, per la parte specifica mia solista ancora non l’ho chiaro.

Ottimo, hai anche una data a Bologna, che cercherò di non perdermi.
Esatto, al giardino estivo del Covo Club, l’anno scorso è saltato tutto per i noti motivi, ma quest’anno ci sarò. Avendo raggiunto certi risultati, non solo per meriti miei ovviamente, ma ho tante cose da raccontare, e come dicevamo prima fare uno spettacolo del genere diventa quasi catartico. 

Il Covo è uno dei posti più belli dove venire a suonare, d’altronde cose da raccontare ne hai certamente, come quando avete aperto per gli U2 con i Prozac+.
Ho talmente tante cose che cerco di non perdermi nei dettagli (risate), da quando iniziai nei The Great Complotto e poi andai a Londra, il mio primo disco. I miei trascorsi da tour manager con gruppi come i Ramones, lo spettacolo durerà un’ora e mezza, ma se dovessi raccontare tutto potremmo stare lì per 3 giorni (risate).

MAURIZIO DONINI 

Band:
Gian Maria Accusani – voce, chitarra

https://www.facebook.com/GIAN-MARIA-GM-Accusani-731619990359433
https://www.instagram.com/gm_tamburo