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GABRIELLA MARTINELLI – Intervista alla cantautrice e polistrumentista pugliese

GABRIELLA MARTINELLI – Intervista alla cantautrice e polistrumentista pugliese

Cantautrice di origini pugliesi e polistrumentista, Gabriella Martinelli è un’artista versatile, conosciuta anche nell’ambito dell’arte contemporanea come pittrice astratta.Si diploma giovanissima al Conservatorio Paisiello di Taranto. Dalle prime esperienze come busker in giro per l’Europa, negli anni di importantissima gavetta passa poi ai concerti in club, teatri e festival. Nel 2013 partecipa a The Voice of Italy, in onda su Rai 2, nel 2015 pubblica il suo album d’esordio “Ricordati di essere felice”, per l’etichetta Toto Sound Records, e nel 2018 pubblica da indipendente “La pancia è un cervello col buco”. Nel frattempo, vince molti importanti premi legati alla canzone italiana d’autore, fra cui la Targa Bigi Barbieri 2018, il Premio L’Artista che non c’era 2018, il Premio Botteghe d’Autore 2017 Miglior Interpretazione, il Premio Bindi 2015 e Musicultura nel 2014. È tra gli artisti del Tenco Ascolta 2018. Con questa presentazione, grazie al comunicato stampa di Big Time Press, scopriamo di avere a che fare con un’Artista, più che solo Cantautrice e Musicista. Per lei l’amore è una scusa, come dice nel titolo del suo uovo album. Perhè? Ce lo dice in questa mia intervista.

 

Ciao e benvenuta su Tuttorock. Presentati ai nostri lettori, come nasce il tuo amore per il canto e per la musica?
Ciao TUTTOROCK, felice di essere qui !
Mi sono avvicinata alla musica molto presto, in macchina di mia mamma il volume era sempre molto alto e si cantava musica italiana. Ho iniziato a scrivere canzoni per dare ordine ai miei pensieri e ci ho preso gusto. Scappo spesso e riesco a sentirmi a casa in qualunque posto del mondo. Vivo da persona libera, dico quello che penso, non mi accontento, cerco il mare, voglio amare, fumo male, non sopporto i compromessi, chi se la crede, chi dice cazzate, difendo chi sa dare opportunità. Ho iniziato perché mi sembrava fosse più facile cantare che parlare. Canto i miei sogni, le storie degli altri, le fragilità. La musica è sempre stata la mia migliore amica, con il suo carattere complesso e il fascino da imprevedibile.

Il tuo album si intitola “L’Amore è Una Scusa”, perché queto titolo? Perché è una scusa?
L’amore è una scusa, una di quelle di cui non possiamo fare a meno. L’amore è un giro al luna park, una cazzata speciale, una presa di coscienza, una vecchia foto, i nostri genitori, il corpo che cambia. L’amore è una scusa per ritrovarci ancora, per sudare sotto un palco… è prendersi la libertà di fare schifo, di dire le cose come stanno, di scappare e di tornare, senza regole. È roba da Supereroi!

A questo punto ti chiedo di spiegare il significato dei vari brani e se c’è un filo conduttore.
L’amore senz’altro fa da filo conduttore che, come ti dicevo, è una scusa per parlare di imperfezione, di luoghi comuni, di coraggio e di polpette (guarda che cucino delle polpette da paura!) L’album si apre con SUPEREROI, un patchwork dell’intero disco: io e Paolo Mazziotti, il mio produttore, abbiamo giocato a riassumere i concetti fondamentali di questo lavoro portandoli alla luce come un enorme flusso di coscienza carico di elettronica e di energia. Siamo Supereroi e quando non ci divertiamo piu’ non ci resta che scappare IN PARADISO, titolo della seconda traccia, quella in cui canto gli aspetti meno prosaici dell’amore. “È quella roba che fa bene e poi fa male male male.” L’amore è il motore del mondo, m’innamoro continuamente della vita, degli occhi, anche degli imprevisti. L’amore mi piace così tanto da farmi quasi schifo. Ho dedicato interamente un brano ad uno dei sentimenti piu’ complessi della vita, la TRISTEZZA. Le ho dato un volto, l’ho immaginata con gli occhi stanchi, le braccia pesanti, mora. La tristezza ci avvolge, lo fa con furbizia, non perde occasione per farsi avanti quando siamo nei nostri spazi sicuri. Ama e si fa amare male come nelle migliori storie tossiche. Si muove a ritmo di un giradischi, è facile incontrarla nelle canzoni di Battisti e nelle fredde sere d’Inverno. Il brano si regge sulla pulsazione di un imponente basso synth, che io e Paolo abbiamo fortemente voluto anche nel brano successivo, ALLA DERIVA: una presa di coscienza, una canzone up che mi diverte molto cantare… galleggiamo nel domani anche quando è buio pesto e non resta che ricordarci che siamo solo esseri umani. E’ GIA’ DOMANI, è una lettera scritta di getto, tra i ricordi, la mia infanzia e le fughe di colore. La pittura è diventata negli ultimi anni un’altra attivita’ importante per me. Da bambina dipingevo le pareti di casa… la parete di un corridoio stretto di una casa piccola era la mia via di fuga, la tela più piccola al mondo che improvvisamente diventava enorme, diventava mondo, un viaggio in uno spazio pieno di nuove possibilità. Chiudevo gli occhi e lasciavo andare il mio corpo, mi sporcavo e mi sentivo leggera. Esorcizzavo le mie paure con il colore. Colore che fa da protagonista anche ne LA DONNA DI NESSUNO, dove si balla, si piange ma si cade sempre in piedi, a testa alta e ci si perde tra le sfumature. Poi c’è SENZA REGOLE, una ballad intima e delicata. Ho scelto due collaborazioni speciali per questo disco: Barbascura X con cui ho scritto NIENTE, singolo che ha anticipato l’uscita dell’album e LA PRIMA VOLTA con Albi de Lo Stato Sociale, brano nato in un pomeriggio d’inverno tra le mura colorate di una silenziosa Bologna.

Ma quali sono state le ispirazioni che ti hanno portato alla realizzazione dell’album?
La scorsa estate ho vissuto a Formentera dove ho lavorato come dj per tutta la stagione. L’isola che ha una magia incredibile, ha ispirato gran parte dei testi di questo mio nuovo disco. Mi sono innamorata del suo mare, della natura, del cibo. L’amore sarà senz’altro una scusa per tornare anche lì.

Nel tuo sound c’è il pop, ma anche il rock e il punk e l’indie, tu come definisci il tuo genere musicale? Se dovessi spiegarlo a chi non ti conosce.
È pittura astratta. Sono il risultato dei miei ascolti variegati e contaminati. Non amo definirmi in un genere solo, sono colorata esattamente come le mie canzoni e i miei quadri.  Sono molto curiosa e non mi pongo limiti. La mia cifra stilistica sta anche nella ricerca e nella contaminazione.

Le tue influenze musicali e preferenze?
Tra i principali artisti che mi hanno influenzato ci sono sicuramente: St. Vincent, i Muse, i Talking Heads, Meg Myers, Marley, Bowie, il Boss. Poi ci sono i cantautori come Lucio Dalla, esempio formidabile di sana follia e versatilità.

Festival di Sanremo o Concertone del Primo Maggio?
Voto alla pari. Due realtà diverse che non vedo l’ora di ripetere. Per quanto mi riguarda anche abbastanza connesse: ho portato a Sanremo un brano che parla della città in cui sono cresciuta, Taranto. E ricantarlo sul palco del Primo Maggio Taranto ha significato per me dare una continuazione a quell’esperienza. È stato davvero emozionante.

Nei tuoi testi c’è anche il mondo di oggi, c’è speranza in un mondo che sembra impazzito e cosa può fare la musica?
Decisamente si, le mie canzoni sono lo specchio di quello che vivo ma anche di uno sguardo collettivo che non mi lascia indifferente. Credo che la musica possa promuovere battaglie. A volte si tratta di ecologia o di inclusività, altre volte di amore nella sua accezione più ampia o di abbattimento dei confini, degli stereotipi di genere. La mia visione della vita ha a che fare con la resistenza e la capacità di rimettersi in gioco continuamente, vivendo da consapevoli e non da invisibili. Racconto la mia generazione, precaria e incastrata spesso nelle abitudini, ma sognante e creativa. Parlo di libertà, di fragilità, di nuove sfide.

Cosa vuoi lasciare a chi ascolta la tua musica?
La musica riesce a regalarci delle immagini, sa dare voce ai sentimenti. Voglio dedicarla a chi ha paura, a chi non trova sempre la forza di farcela, a chi cade, scappa, fa cazzate ma non molla. A mia madre, ai miei amici, alle mie amiche, agli stronzi, alla vita, alle prime volte, ai miei compagni di viaggio, al mare, al mio coraggio, a mia sorella, a mia nipote e pure a te.

E io ti ringrazio. Sei anche pittrice, ti senti più musicista o pittrice?
Anche qui il gioco è duro, sono due forme d’arte che si alimentano a vicenda. Non esiste confine. Ci sono periodi in cui ho bisogno di dedicarmi interamente all’una o all’altra, altri in cui riesco a scrivere suonare e dipingere contemporaneamente. Questo è uno di quei periodi. Ne “L’amore è una scusa” ho lasciato che pittura e musica si raccontassero insieme. Oltre al cd e al vinile ho realizzato delle stampe esclusive delle mie opere alle quali ho associato alcuni versi delle canzoni. La copertina invece è stata dipinta con alcuni miei fan durante un festival di arte contemporanea, il Booming Art Show a Bologna.

Come dipingeresti la tua musica e di che colore?
Esattamente come i miei quadri, usando tutti i colori che ho a disposizione. Sperimento cercando un approccio alla pittura non convenzionale, così nella musica. Il movimento e’ un elemento chiave del mio processo creativo. Utilizzo il corpo come strumento di espressione, immergendomi nella pittura, riproducendo gesti ampi, veloci e spontanei per creare linee, forme e texture che si sviluppano in modo organico e dinamico. La superficie diventa luogo per esprimere liberamente energia. La tela e’ materia. Il mio corpo e’ materia e si fa portatore di un processo, per dare vita a nuova materia, l’opera stessa. Questo approccio mi permette di raccontare emozioni in modo diretto e immediato. Anche nel live sono molto fisica, cerco gli occhi di chi ascolta e mi lascio andare come se dipingessi.

Hai anche altre passioni?
Lo sport. Vado in palestra regolarmente. Mi piacciono molto gli sport in acqua e correre.

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai nostri lettori per entrare nel tuo universo musicale e, perché no, una chiave di lettura se c’è.
Spero di conoscervi presto in giro e sui miei canali social. La vita è una meravigliosa prima volta…viaggiare nel tempo, sorridere al vento, sbagliare momento, una serata banale, una cazzata speciale.

 FABIO LOFFREDO

Band:
Gabriella Martinelli: Voce e chitarra elettrica
Andrea Iannicola: Cori e chitarre acustiche elettriche
Alessio Sbarzella: Batteria

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