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FRIDA NERI – Intervista alla cantante per parlare di “Alma”

FRIDA NERI – Intervista alla cantante per parlare di “Alma”

Dopo aver recensito “Alma”, nuovo e affascinante album di Frida Neri, abbiamo voluto approfondire di più il mondo musicale della cantante, che ci prende per mano e ci conduce verso un viaggio nel folklore italiano ,specialmente del sud, ma non solo, perchè c’è anche un assaggio delle tradizioni greche e portoghesi. Il mondo di Frida Neri è tutto da scoprire ed è proprio Lei che ci conduce in questo piacevolissimo viaggio.

Ciao Frida e benvenuta tra le pagine di Tuttorock.net. Parlami un po’ di te e presentati ai nostri lettori, come nasce la Frida Neri cantante?
Credo sia sempre stata lì… quando ero piccola scrivevo poesie e canzoni, ed ho continuato crescendo. Poi, ad un certo punto, ho cominciato a realizzare che forse quella era la mia strada! Il modo di viverla e continuare a tracciarla, poi, cambia ed evolve con me…

Il tuo primo EP è uscito ben 6 anni fa. Come mai sono passati molti anni per il full lenght album?
Bella domanda! Perché non avevo ancora trovato il “mio” suono, la mia forma, con cui esprimere al meglio la sostanza che sento, vivo e provo. Finalmente, questo disco mi assomiglia, ma soprattutto dice quanto mi preme esprimere. Ho dovuto viaggiare e imparare, perdermi e ritrovarmi, per poter creare finalmente il mio disco.

Le differenze tra la Frida Neri del 2011 e quella di oggi, di “Alma”?
Tante, in ogni aspetto: dalla voce alle canzoni, dal sound fino in fondo al movente (perché c’è sempre un movente) di questa opera. “Alma” è un disco maturo, che raccoglie un percorso lungo e multiforme: dovevo anche tornare a casa, fra le musiche dal mondo, quelle che serbano ancora una verità essenziale.

Come sono nati i brani di “Alma”?
Incontri, innamoramenti, esigenze espressive forti. Una delle canzoni è nata in India, un’altra, mentre percorrevo la strada per un eremo…. ognuna ha la sua storia.

Perché hai deciso di dedicarti al folk e alla world music?
Razionalmente non lo so! L’istinto, la pancia, la bellezza di questi suoni, mi hanno attirata come fanno le sirene!

Essendo giovane, ti sei dovuta documentare per poter conoscere la tradizione folkloristica e culturale di varie regioni italiane, ma anche del folklore straniero?
Ho dovuto viaggiare, in senso lato: ho conosciuto il fado e mi ha cambiata. Poi lo sguardo si è rivolto verso il mio, il nostro sud… e mi sento di stare tornando alla radice…

Sei aiutata da ottimi musicisti, come li hai scelti?
Anche qui, incontri e innamoramenti! L’anima riesce a guidarci in modo incredibile! 

Tornando al folk, raccontaci brevemente i vari brani e il loro significato.
“Aida” è un canto che racconta il nostro paese per immagini. “Are Mou Rindineddha” è un canto tradizionale in griko (Salento) di incredibile e malinconica bellezza mentre “Canção De Embalar” è una ninna nanna meravigliosa di José Zeca Afonso. Poi c’è “O Meu Canto” (originale, un omaggio al canto) e un gregoriano (omaggio alle radici della nostra musica occidentale). Seguono “Il Canto Delle Lavandaie Del Vomero” e quello dei Sanfedisti: canti di protesta, popolari, di forza e testimonianza di punti di vista altri rispetto ai potenti che fanno la storia. Poi un salto in Grecia, con “Parapono…” struggente canto di lontananza è di amore… “Maria Faia”, invece, racconta di una donna musa, indefinibile….per finire, un brano a cappella nato dai versi di Pessoa.

Quali sono i tuoi gusti musicali e le tue influenze?
Ascolto tanta musica diversa e adoro sperimentare. “Alma” risente dell’influenza del fado, della musica popolare, dove melodie di incredibile bellezza riescono ad esprimere in maniera potente i moti dell’anima..

Cosa fa Frida Neri al di fuori della musica? Hai altri interessi?
Sono consulente filosofico e quindi lavoro giocando col senso  e poi sono mamma di un piccolo bimbo meraviglioso!

Cosa pensi dei talent show? Oggi per fare successo, tristemente bisogna passare di lì. Ma secondo te servono realmente a qualcosa?
Se esistono è perché hanno un ruolo e una funzione. Il problema non sono i talent. Il problema è la mancanza di biodiversità dei canali, dei luoghi, delle forme di musica, che fa dei talent l’unica strada.

Stai preparando un tour? Cosa eseguirai oltre ai brani di “Alma”?
Stiamo rivisitando molti brani del sud Italia, ma anche dei tesori dei secoli precedenti. Ciò che unisce le varie radici, è la passione per la Reinterpretazione in chiave personale e attenta agli elementi forti di ogni tradizione. 

In futuro rimarrai su questa strada o sperimenterai altri suoni?
Ho bisogno di innamorarmi costantemente… e temo di stare già guardandomi intorno!

In “Alma” unisci varie culture, in questi difficili tempi odierni, per te cosa si può fare per unire varie culture e farle convivere al di fuori della musica?
Incontrarsi nel vero senso della parola: il che significa dapprima insicurezza conflitto e difficoltà. Solo così però possiamo attingere tutta la ricchezza del diverso. Non esiste altro che contaminazione, nella realtà, a tutti i livelli… la “purezza” è solo una pericolosa ideologia.

Finisci l’intervista come vuoi. Un invito ad entrare nel tuo mondo musicale.
Ma che bella proposta!
Ho sete e fame di storie, di volti e occhi con cui condividere narrazioni: di voce di senso. Se vorrete provare a perderci con me nella selva di suoni e impressioni, fascinazioni, io vi aspetto…

FABIO LOFFREDO

http://www.fridaneri.com
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