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FRANCESCO SALVI – Intervista al comico, attore, compositore, cantautore ecc…

FRANCESCO SALVI – Intervista al comico, attore, compositore, cantautore ecc…

In occasione dell’uscita di “Gelataio” (Star-M e Bunker Home Productions/Ingrooves), nuovo inedito prodotto da Agosta & Mitch DJ, ho avuto il piacere di intervistare Francesco Salvi, comico, attore, compositore, cantautore, autore, scrittore, pittore, architetto che si autodefinisce un artista “a tutto tonto”. Salvi ha ottenuto grandi successi nella sua carriera musicale, pubblicando 8 album. Ha ricevuto 5 Dischi di platino e 7 Dischi d’oro.

Ciao Francesco e benvenuto su Tuttorock, per me è un grandissimo piacere poterti fare qualche domanda.

Il piacere è tutto mio! Tu cosa prendi? Io un caffè.

Un gelato grazie 😀 Ti seguo dai tempi di Drive In nelle tue diverse carriere, ora hai pubblicato il tuo nuovo singolo “Gelataio”, che riscontri stai avendo?

Mi sono accorto che mi seguivi, sai? Se un giorno mi raggiungi dimmi che ore sono che alle 9 devo prendere una pastiglia per ricordarmi di prendere la pastiglia delle 9. Per quanto riguarda il Gelataio ho un riscontro incredibile: appena mi capita di passare davanti a un gelato, salta fuori uno che me lo sbatte in faccia. Forse un parente.

Un brano nato come?

Pettinandomi. Un giorno faceva un caldo esagerato, la gente sudavano come delle bestie (infatti era Natale) e io pensai “Che bello sarebbe avere un pettine fresco che fa un effetto-phon al contrario!” Ma non potevo mica metterlo nel frigo, l’avrebbe presa come un’offesa (il frigo è calvo). Usare un ghiacciolo non si può perché poi non si sa dove mettere il legnetto. È lì che mi venne in mente il gelataio! Ci andai di corsa e gli chiesi di pettinarmi: il risultato è questo fantastico pezzo che per tutta l’estate sarà il preferito da tutti quelli che lo ballano.

Comico, attore, cantante, architetto, anche politico per un breve periodo, ti è venuta voglia di fare anche il gelataio dopo aver girato il video del tuo nuovo singolo?

Il video è stato girato da Paolo Agosta, io l’ho solo rimesso dritto.

5 Dischi di platino e 7 Dischi d’oro, ti saresti aspettato un simile successo nel campo musicale quando pubblicasti ”C’è da spostare una macchina”?

Assolutamente no, ma la macchina ho dovuto spostarla ugualmente e da allora non ho mai smesso di spostarla con l’aiuto di tutti i gelatai con la patente.

Nel 1989 partecipasti al Festival di Sanremo con “Esatto!” in cui facevi ironia sul panorama musicale di quei tempi, e che iniziava così: “Con tutto quello che si sente in giro proviamo a far cantare gli animali veri”, frase che, dopo 35 anni, è attualissima. C’è qualche artista di oggi che ti emoziona?

Sì, il mio meccanico. Ha una voce stupenda ma siccome canta solo sotto la doccia non lo sa nessuno.

Parlando di cinema ti faccio una domanda su uno dei miei artisti preferiti, Paolo Villaggio, visto che hai lavorato con lui in “Fracchia la belva umana”, puoi raccontarmi un tuo personale ricordo o aneddoto legato a lui?

Villaggio è un genio.

Un altro grande personaggio con il quale hai lavorato, purtroppo scomparso, è Giorgio Faletti, anche lui comico, scrittore, cantante, attore, che ricordi hai di lui?

Abbiamo condiviso il letto. Femmo amicizia subito appena sbarcato al Derby e siccome cercavo una sistemazione egli mi propose di prendere il suo posto alla pensione Bassi in Brera. Ci sono rimasto ottantacinque anni, fino alla pensione. Era un grande artista, perfezionista e spaziava dal cabaret ai libri ai Rally e quando giocavamo a tennis faceva le derapate anche lì.

Quanto ti ha arricchito personalmente e artisticamente lavorare con Terence Hill sul set di “A un passo dal cielo”?

Terence è una delle persone più gentili e piacevoli del mondo, isole comprese. Parla 5 lingue ma piuttosto di offendere qualcuno preferisce tacere in tutte e cinque.

Hai qualche rimpianto legato alle tue diverse carriere o rifaresti tutto allo stesso modo?

Potendo cambiare qualcosa cercherei di avere il codice fiscale uguale alla targa della macchina.

Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferisci.

Mio papà era campione di boomerang, io invece lo lanciavo ma non tornava indietro. Lui è molto generoso, a ogni compleanno me ne regalava uno nuovo. Poi crescendo ho scoperto che era sempre lo stesso. Adesso vi saluto: esco perché in casa c’è un caldo pazzesco. M’hanno chiuso una finestra per infiltrazioni mafiose e adesso si soffoca. Siamo una famiglia numerosa fatta di soli figli unici. In spiaggia invece che castelli di sabbia facevamo le case popolari.

MARCO PRITONI