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FRAN E I PENSIERI MOLESTI – Intervista a Francesca Mercurio

FRAN E I PENSIERI MOLESTI – Intervista a Francesca Mercurio

In occasione dell’uscita del loro nuovo singolo “Come la vita” ho intervistato FRANCESCA MERCURIO di Fran e i Pensieri Molesti.

Fran e i Pensieri Molesti è una band nata nel 2016 a Torino, lo stesso anno esce il loro primo albumCol senno di poi”. Nel 2019 pubblicano il loro secondo album, “Anomalia” (prodotto da Marco Libanore e distribuito da ArtistFirst). Tra le partecipazioni ai Festival si ricordano: Alcart Festival di Alcamo (TP), Flowers Festival di Collegno (TO), Revolution Camp di Montalto Marina (VT), e il Meeting del Mare di Marina di Camerota (SA), in apertura ad artisti come La Rappresentante di Lista, Franco 126, Eugenio in Via di Gioia, Bloody Beetroots, Alborosie, Dutch Nazari. All’attività musicale la band affianca da sempre l’impegno nel sociale sostenendo la comunità LGBT e partecipando a vari Pride in giro per l’Italia (Bergamo, Novara, Torino, Padova), portando sul palco i colori e i messaggi di amore, uguaglianza e rispetto.

Ciao Francesca, piacere di avere te e la band sulle pagine di Tuttorock. Siete originari di Torino, città da cui vedo provenire tanti gruppi.
Quella torinese è una scena particolare, a fronte di 2-3 band che hanno ottenuto un grande successo, esiste tutto un mondo di gruppi che cercano di barcamenarsi. Abbiamo visto come ci fossero molte meno opportunità, con la chiusura di tanti locali, la sparizione della movida, a prescindere dal periodo pandemico, rispetto realtà come Milano e Bologna ad esempio, non aprisse grandi speranze sul futuro e quindi ci siamo spostati a Milano.

Ho ascoltato sia il nuovo singolo che l’album precedente, mi incuriosisce sapere, a questo punto, quali sono stati i tuoi primi ascolti?
E’ stato un percorso tuttora in essere che è partito dal classico rock, metal, per poi declinare nel folk dei Modena City Ramblers e dintorni. Da questo a fare il folk con i ragazzi dei Fran il passo è stato breve, infatti abbiamo l’organetto, ad esempio, tra gli strumenti. Successivamente sono cresciuta nella mia parte autoriale, nella scrittura dei testi, la maturità anagrafica anche. Questo ha portato a passare da un genere molto arrabbiato, a uno più sereno, potremmo definirlo come indie-pop, anche se non ci piace rinchiuderci in un genere specifico.

Hai anticipato la domanda che mi ero preparato, l’ultimo album l’ho trovato molto aggressivo, arrabbiato, il nuovo singolo è luminoso e piacevole, non intendo dire meglio o peggio, solo che sono diversi. Mi pare che questo rispecchi quello che dicevi prima, no?
Sì, in questi anni di pandemia ho lavorato molto su di me, per cercare di smussare i miei angoli più estremi, più arrabbiati. Questo si è riflesso sul nostro modo di fare musica, ciò non toglie che abbiamo nel cassetto anche brani più forti e dark.

Avete partecipato a tanti festival e aperto per tante band importanti, c’è un aneddoto particolare da potere raccontare?
Ce ne sarebbero tanti, ma quello che penso ricorderemo per sempre è accaduto aprendo per Franco126. E’ stato l’evento con il maggior numero di persone presenti a vederci, ed era la prima volta che presentavamo il nuovo album con la nuova strumentazione. Proprio in quella occasione abbiamo avuto un problema tecnico con 8 minuti di buco totale, non esattamente la maniera migliore di mettere il pubblico a proprio agio… La soddisfazione è stata di riuscire egualmente a gestire il tutto nella migliore della maniera, superando 5 minuti di morte interiore ? ?

Ottimo lavoro ? ? Poi siete una band molto impegnata sul fronte sociale e dei diritti civili, è qualcosa che sentite in maniera particolare?
Già il nostro nome racchiude questa parte, ci siamo prefissati questo obiettivo di fare muovere anche il cervello alle persone, oltre il corpo, In ogni album cerchiamo di portare un paio di tematiche importanti, e tutte le canzoni, in maniera più o meno velata, veicolano qualche cosa di importante relativo al flusso della vita. La nostra idea è di mettere idee forti assieme a una musica leggera.

“Come la vita” è una canzone che potremmo definire leggera, ma il cui testo è in realtà abbastanza triste, un amore che finisce.
Esatto, nella vita tutto ha una fine, questo brano rappresenta la presa di coscienza di tutto questo. Quando sei felice, hai poi paura che possa finire. 

Fra gli altri riconoscimenti che avete avuto relativamente il vostro impegno sociale, non va dimenticato l’endorsement di Amnesty International per “Libano”.
Era la parte più folk del nostro lavoro, abbiamo fatto questo videoclip assieme al videomaker Matteo Rocchi, in cui riportavamo la tematica della guerra in modo meno evidente rispetto il solito. Con queste persone che stavano guardando tranquillamente la televisione, e, improvvisamente, si trovavano catapultati in un teatro di guerra. L’idea era quella di ricordare che ci sono guerra che sentiamo lontane, ma che sono tuttora in corso. Amnesty ci ha supportato ed è stato molto importante per noi. 

Rispetto il palco avete un insieme di strumenti davvero notevole, anche la logistica non sarà semplice.
Abbiamo sempre l’auto piena in assetto ridotto, se ci muoviamo con tutta la strumentazione, batteria, basso, contrabbasso, e via dicendo, dobbiamo usare il furgone. Con gli ultimi ingressi siamo arrivati ad essere in 14 a muoverci. Per fortuna siamo tutti polistrumentisti, quindi riusciamo a trovare soluzioni smart per spostarci solo con quello che serve. 

Abbiamo parlato del singolo, ma si tratta dell’inizio di un nuovo terzo album? A che punto siete?
Esatto, ne abbiamo già pronto una buona metà, aspettiamo anche che ci si possa muovere nuovamente in libertà come live. Al momento la nostra idea è di proseguire con i singoli facendone uscire altri, per poi fare confluire il tutto nel prossimo disco, di cui non abbiamo ancora idea del titolo o data di uscita, sicuramente entro l’anno. 

Come genere cosa possiamo aspettarci dal prossimo album?
Siamo partiti con un pezzo estivo uscito in inverno, potremmo arrivare con un brano invernale in estate ? ? Il mood sarà tutto da scoprire, abbiamo in mente qualcosa di molto vario, aspettatevi delle sorprese. 

Come video, ne avete in programma altri?
Sì, i nuovi singoli saranno accompagnati da dei video che aggiungeranno potenza al tutto. 

Dimenticando un attimo la pandemia, avete un tour in progetto?
Vorremmo farlo questa estate, portando tutto quello che abbiamo adesso e, magari, qualche singolo nuovo che uscirà da qui in avanti.

MAURIZIO DONINI

Band:
Francesca Mercurio – voce, chitarra
Enrico Magno – chitarra
Roberto Testa – basso, contrabbasso, tastiere
Jacopo Di Nardo – percussioni, batteria, pad

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