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FILIPPO D’ERASMO – Intervista al cantautore piemontese

FILIPPO D’ERASMO – Intervista al cantautore piemontese

In occasione dell’uscita del nuovo album “Dedalo”, uscito lo scorso 10 marzo su etichetta Ohimeme, ho avuto il piacere di intervistare il cantautore piemontese Filippo D’Erasmo.

Filippo inizia a scrivere le prime canzoni nel 2009 con il progetto Indiepercui, e dal 2010 suona basso e tastiere nel progetto Nubi, con cui registra un album. In quegli stessi anni, inizia ad appassionarsi alla produzione musicale, così frequenta un corso con Giovanni Facelli e Luca Francia (Tomakin, Lo Straniero).

Nel 2018 consegue a pieni voti il master in Songwriting presso il Cpm Music Institute di Milano, dove studia scrittura, ed il master in arrangiamento e produzione musicale, presso la Mat Academy. Sempre nel 2018 esordisce con il progetto musicale La Scimmia Nuda, pubblicando l’EP “La Fuga” sotto l’etichetta indipendente Ohimeme. Il singolo “Restiamo sulla Porta” gli regala il premio per il miglior testo al Maltese Contest. Sempre nel 2018, decide di lanciarsi nel suo progetto solista, e prende il nome d’arte di Filippo D’Erasmo. A ottobre 2018 scrive e produce il pezzo “Atlantide” per una concorrente di Sanremo Giovani, pezzo che arriva alle fasi finali. Nello stesso anno arriva in finale al contest Tour Music Fest.

Nel dicembre 2018 pubblica il primo singolo del progetto, Monica sulla Spiaggia di Follonica, prodotto da Luca Grossi (Sintomi di Gioia, Ave Quasar). Nella primavera del 2019 Filippo inizia un minitour ibrido tra set acustico e contaminazioni elettroniche, che porta il cantautore piemontese a suonare dal Piemonte a Roma. Il 20 settembre esce il secondo singolo “Anna” e a dicembre il singolo “Norimberga”. Il 15 Aprile 2020 esce il suo primo EP autoprodotto ”Canzoni Part Time”, al quale seguono i singoli “Cerchio di Fuoco” e “Le tue Converse” e “Quel CD dei The National”.

Nel 2021 prende parte al progetto canzoni d’Inverno, un libro di poesie illustrato, di cui compone la colonna sonora originale.

Ciao Filippo, benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo nuovo album, “Dedalo”, che riscontri stai avendo?

Ciao Tuttorock. Benchè si parli di un lavoro indipendente, anche come copertura mediatica, sono molto contento dei feedback che sto raccogliendo dalle persone. Sto ricevendo complimenti sinceri, anche da appassionati di altri generi musicali, che mai mi sarei aspettato potessero ascoltare il disco. Sono felice che la sincerità e la genuinità che stanno dietro a questo lavoro siano capaci di arrivare alle persone.

Ho apprezzato tutti i brani ma, se dovessi sceglierne uno che mi ha particolarmente colpito ti direi “Le tue Converse”, con i suoi richiami alla scena post punk e new wave degli anni 80, come mai ti sei addentrato in quei territori sonori?

“Le tue Converse” è la canzone più energica del disco, a livello di impatto sonoro. Alla fine io vengo dal mondo delle band, quindi non è stato difficile inciampare in quei suoni al momento dell’arrangiamento. Sicuramente quello che ci hai sentito ha senso: mi rendo conto che certi ascolti, ad esempio dei The Cure o dei Joy Division, seppur inconsciamente, abbiano influenzato la produzione di questo brano.

La foto della copertina dov’è stata fatta?

Per la realizzazione della copertina di questo disco ho voluto cimentarmi io stesso.
Lo scatto è stato fatto da me la scorsa estate a Levanzo, un’isola nelle Egadi: l’ho sempre trovato molto evocativo. Poi ho voluto renderlo un po’ più particolare giocando con le alterazioni cromatiche. Così è nata la copertina di Dedalo.

Filippo D’Erasmo è un nome d’arte, puoi dirmi come mai l’hai scelto?

Filippo D’Erasmo è un nome d’arte, sì. Filippo è il mio vero cognome, che qui diventa la prima parte del nome. D’Erasmo semplicemente mi piaceva a livello di suono e di suggestioni, e quindi l’ho aggiunto al nome.

Quando e com’è avvenuto il tuo avvicinamento al mondo della musica?

Il primo approccio è avvenuto da bambino, ero un fanciullo incline a battere gli oggetti che mi si ponevano davanti, componendo melodie strampalate. Poi ci sono stati gli studi, lo sport e misi da parte questa mia inclinazione fino ai 15-16 anni circa, anni in cui mi innamorai della chitarra. Ai tempi non scrivevo ancora canzoni, volevo fare gli assoli come John Frusciante, Slash etc. Così iniziai a suonare nelle mie prime band. Poi ci fu l’ultimo anno di liceo, il primo di università e per un paio di anni mi allontanai dalla musica. Sentivo però un grande vuoto dentro, e quando capii che era la musica la riabbracciai e non la mollai più. A questo periodo, i vent’anni, risalgono le mie prime vere canzoni.

Ti faccio una domanda che faccio a tutti, se tu dovessi scegliere 5 dischi da portare sempre con te quali mi diresti?

Mi fai una domanda difficile. La musica che ho ascoltato è tanta e scegliere non così facile.

Dunque, per quanto riguarda la musica internazionale ti direi Ok Computer dei Radiohead, Suck It and See degli Arctic Monkeys, Troible Will Find Me dei The National.

Come dischi italiani ti direi Sussidiario Illustrato della Giovinezza dei Baustelle e Non all’Amore, Non al Denaro, Né al Cielo di Fabrizio De André.

Qual è il tuo più grande sogno musicale?

Dedicarmi alla musica in tutto il tempo delle mie giornate destinato al lavoro. Al momento per campare faccio un altro lavoro che non rispecchia le mie vocazioni e che toglie tempo ed energia alla creatività. Vorrei poter considerare la musica come un lavoro a tutti gli effetti.

Hai già qualche data live in programma e, se sì, come ti presenterai sul palco?

Sto lavorando ad un minitour estivo, sto pensando di portare live questo disco con due formazioni: una in solo, voce e chitarra, per le situazioni più intime ed una full band per le situazioni più energiche. Sarà molto figo.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Direi che ci siamo già detti molte cose e può bastare così. Invito i lettori ad ascoltare la mia musica e a farmi sapere cosa ne pensano di questo disco.

MARCO PRITONI