FILI D’ERBA – Il ritorno della rock band milanese
In occasione dell’uscita di “2020 Still Rollin’, Still Rockin”, il nuovo cd e la ristampa del vinile originale cel 1972, ho intervistato Frank Del Giudice e Paolo Moderato, i due membri ancora presenti nella storica rock band milanese Fili d’Erba.
Ciao Frank, ciao Paolo, innanzitutto benvenuti su Tuttorock, come state vivendo questa ripartenza dopo la quarantena e come avete trascorso il periodo di lockdown?
Beh è stata lunga.
Frank: non ho potuto vedere mio figlio e i mie nipoti.
Paolo: neanch’io ho po potuto vedere i miei figli, uno dei quali è medico ed era in prima linea all’ospedale di Piacenza, molta preoccupazione, e non è finita.
Ho un saluto da farvi, quello di Luigi Liguori, il vostro ex chitarrista, siamo in contatto su Facebook, mi ha pregato di salutarvi e mi ha detto che è stato lui a dare il nome “Fili d’erba” alla band, lo confermate?
Paolo: Peccato esserci persi di vista con Ino, quando sono entrato nel gruppo che ancora non si chiamava Fili d’Erba, mi ha fatto scuola di professionismo, sottolineandomi la differenza con i gruppi studenteschi e le garage band. Fili d’Erba è stata la nostra personale libera traduzione della famosa raccolta di poesie Leaves of Grass del poeta americano Walt Witman.
“2020 Still Rollin’, Still Rockin”, ovvero, la trasposizione di materiale analogico di quasi 50 anni fa in un nuovo formato il cd, e in una ristampa di un LP, come mai vi è venuta questa idea dopo tanto tempo?
Ci mancava qualcosa, ci sembrava che i nostri brani non fossero stati valorizzati adeguatamente, allora prima siamo andati alla ricerca degli ampex originali, e grazie a un tecnico bravissimo siamo riusciti a recuperarli integralmente, poi ci è venuta l’idea di rientrare in studio e lavorarci sopra, come hanno fatto molti altri gruppi, ma senza modificare il sound originale.
Una domanda d’obbligo, dopo quel vostro unico LP del 1972, tra l’altro contenente brani di ottima fattura, come mai non avete dato alla luce altri lavori?
In effetti abbiamo fatto qualche altro provino, ma poi eravamo sempre in giro a suonare, per fare un disco bisogna fermarsi, scrivere i pezzi, provare gli arrangiamenti, entrare in studio.
Frank e Paolo, cos’avete fatto in tutti questi anni?
Frank: io ho continuato a suonare, prima con Dori Ghezzi, poi con Franco Califano per circa 25 anni, dal 1994 ho continuato a fare l’ autore per diversi Artisti e lavorato in una etichetta discografica di Milano in qualità di Responsabile Editoriale.
Paolo: io mi sono laureato, e ho intrapreso la carriera universitaria, sono ordinario di Psicologia all’università IULM.
Qual è il vostro ricordo più bello legato alla musica?
Frank: scegliere il più bello per me non è facile. Direi rilavorare sui file in sala per dare ancora vita ai Fili D’erba è stata una bella “emozione”, un bel momento di felicità.
Paolo: Anche per me, perché ha significato rivivere e far rivivere quelle emozoni.
E il ricordo più bello che avete del vostro batterista scomparso Jean Pierre Olivas?
Un giorno di qualche anno fa eravamo in una sala prove, e lì per caso abbiamo incontro la figlia di JP, è stato un momento molto commovente.
Avete condiviso il palco con artisti del calibro di: Nomadi, Dik-Dik, Delirium, Banco del Mutuo Soccorso, Fausto Leali, Mario Lavezzi e Pooh, siete ancora in contatto con alcuni di essi?
Frank: Certo, quando mi capita di incontrare casualmente qualcuno che è ancora “attivo“ nello spettacolo ci si saluta affettuosamente, senza parlare di progetti propri.
Paolo: io ho rivisto da poco Roberto Vecchioni, autore del testo “Il cieco”, è venuto alla IULM, la mia università, c’era anche Mario Luzzato Fegiz, un’altra icona musicale del tempo.
Una domanda per Frank, ti sei formato musicalmente in Canada, quanto sono stati importanti per te quegli anni oltreoceano?
Frank: Sono stati fondamentali per il mio futuro di musicista. Ho avuto la fortuna di avere sempre dei professionisti accanto che avevano già avuto esperienze con vari personaggi dello Star System Nord americano. Mi ripetevano, non tutte le “Star“ brillano…. devo tanto ai loro consigli!!!
Una domanda invece per Paolo, quando hai deciso che gli studi classici non facevano più per te? In altre parole, quando ti è venuta la voglia di suonare in una band?
Paolo: Ero in terza superiore, 1966, prima l’esplosione del merseybeat, Rubber soul dei Beatles e Pet sound dei BeachBoys, poi arrivano Gimme some lovin’ di Steve Winwood (allora con Spencer Davis Group) e i Procol Harum, il trionfo dell’organo Hammond e poi e poi…..
Ascoltate ancora la bellissima musica degli anni 60 e 70 o c’è anche qualcuno di oggi che apprezzate?
Ci sono senza dubbio gruppi bravissimi oggi, ma noi abbiamo auto il privilegio di essere giovani nei 15 anni che hanno sconvolto il mondo della musica, 1965-1979, ancora oggi si possono scoprire tesori sconosciuti.
Qual era per voi il numero uno in Italia e all’estero all’epoca?
Paolo: io stravedo per S. Winwood, uno dei più grandi musicisti rock, e per gli AllmanBros, e in Italia credo che Fabrizio sia inarrivabile. Mi ricordo la sua prima uscita live, con parte dei New Trolls, io e Frank eravamo con Dori in questa maxibalera in Piemonte, Fabrizio avrebbe preferito salire sul patibolo piuttosto che sul palco.
Frank: direi che i Beatles mi hanno subito “fulminato“, prima della loro rivoluzione musicale suonavo la fisarmonica, se sono passato al basso e al Rock lo devo alle loro canzoni, però per me il più grande è Bob Dylan. In Italia? Ovviamente Fabrizio De Andrè.
Quando sarà possibile, tornerete ad esibirvi su un palco?
Mai dire mai, non è passato molto tempo dall’ultima volta….. tutto può accadere .
Grazie del tempo che mi avete dedicato, volete dire qualcosa a chi leggerà questa intervista?
Speriamo di aver incuriosito con le nostre piccole storie di vita qualche lettore, al punto da spingerlo ad ascoltare qualche pezzo di quegli anni.
MARCO PRITONI
Band:
Componenti attuali:
Voce, basso: Frank Del Giudice
Voce, tastiere: Paolo Moderato
Ex componenti:
Chitarra: Luigi Liguori
Batteria, percussioni: Jean Pierre Olivas
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.