ERISU – Intervista al gruppo che presenta l’album d’esordio

In occasione dell’uscita del disco d’esordio “HEAVY GODDESSES”, pubblicato dalla label HI-QU Music e distribuito da Warner Music Italy, ho avuto il piacere di intervistare le componenti del progetto Erisu, gruppo musicale italiano formato da 4 membri e fondato nel 2020, che esplora un’ampia gamma di generi alternativi come il progressive-rock e il doom/stoner. Erisu è il primo gruppo al mondo ad utilizzare l’antico sumero all’interno dei brani.

La loro musica e le performance sono caratterizzate da un simbolismo profondo, con un forte richiamo ai temi della sacralità femminile e del matriarcato. I loro concerti combinano la musica rock con danze rituali ed elementi teatrali, offrendo al pubblico una fusione unica tra le antiche influenze sumere e mediorientali e il rock contemporaneo unendo passato e presente.

Nel 2024 il gruppo si è classificato alle finali nazionali di Sanremo Rock portando un brano di Heavy Goddesses.

Ciao e benvenute su Tuttorock, “Heavy Goddesses” è il vostro disco d’esordio, che ritengo davvero sorprendente per qualità di scrittura ed esecuzione dei brani, che riscontri state avendo?

Ciao, e grazie di cuore per l’accoglienza e per le tue belle parole! Siamo davvero felici che tu abbia colto e apprezzato l’essenza di “Heavy Goddesses”. Finora i riscontri sono stati estremamente positivi, e questo ci riempie di orgoglio. I nostri fan storici, che conoscono bene il nostro stile, sono rimasti piacevolmente colpiti dal disco. Per noi, questo album rappresenta un grande punto di partenza e una solida base da cui crescere artisticamente.

Un disco che è anche un omaggio ai Death SS, tanto che Steve Sylvester appare come autore di 4 brani e come voce in “Lady Of Babylon”, cosa rappresenta per voi quella storica band?

I Death SS hanno sempre rappresentato una delle nostre principali fonti d’ispirazione, e poter collaborare con Steve Sylvester è stato un onore immenso per noi. Quando abbiamo deciso di reinterpretare “Let the Sabbath Begin”, mai avremmo immaginato che sarebbe piaciuta tanto a Steve da aprirci le porte a una collaborazione così significativa. Il suo interesse nel nostro progetto e il contributo diretto che ha dato all’album, sia come autore che come voce su “Lady of Babylon”, hanno portato “Heavy Goddesses” a un livello che non avremmo potuto raggiungere senza di lui.

Cosa rappresenta invece per voi la dea Eris?

Nel mito, Eris è conosciuta come la dea della discordia, ma a nostro avviso, la sua essenza va oltre la semplice conflittualità. Per noi, Eris è una forza che scuote le certezze, mette in discussione l’ordine prestabilito e crea uno spazio dove possono nascere nuove idee e nuove prospettive, ispirandoci a non conformarci mai passivamente alle aspettative.

Oltre a Steve è presente come autore anche il grande chitarrista Andy Panigada, che esperienza è stata per voi lavorare al fianco di un musicista di tale spessore?

Andy è un chitarrista di immenso talento, poter collaborare con lui è stato un vero privilegio. Ciò che ci ha colpito particolarmente è stata la sua professionalità e il suo inconfondibile gusto creativo nella composizione. Non solo, è riuscito a cogliere perfettamente la nostra visione, integrando alla perfezione le sue abilità con lo stile e l’essenza del nostro progetto. Il suo contributo ha senza dubbio portato una nuova profondità al nostro lavoro, dimostrando una sintonia rara e preziosa.

Il testo di “The Mighty Walls of Uruk” è scritto interamente in lingua sumera ed è accompagnato da note che sembrano provenire dalle terre del Nord. Come siete riuscite ad avvicinare due mondi così lontani?

Ci piace l’idea di avvicinare mondi lontani confinati in spazi e tempi differenti. Crediamo profondamente che la musica, specialmente quella antica, abbia il potere di connettere le anime al di là dei confini, fisici. È una forma di linguaggio universale che trascende qualsiasi barriera, culturale o geografica.

Quando e come nasce il progetto Erisu?

Il progetto Erisu nasce da un desiderio profondo di espressione artistica e dalla voglia di creare qualcosa di autentico e unico. La band si forma ufficialmente nel 2020, ma percepiamo con l’uscita di Heavy Goddesses una nuova rinascita.

Siete le pioniere dell’alternative idol in Europa, sta prendendo piede anche da noi questo movimento nato in Giappone?

Essere considerate pioniere dell’alternative idol in Europa è per noi un grande onore! Sentiamo che questo movimento, nato in Giappone, sta iniziando a prendere piede anche nel nostro continente. Sebbene in Europa sia ancora un fenomeno di nicchia rispetto al Giappone, c’è sicuramente un crescente interesse!

Una vostra caratteristica è che salite sul palco senza musicisti, farete qualche data live accompagnate da una band?

È vero, a volte saliamo senza musicisti, ma solo perché la location o il service non lo permettono! Preferiamo sempre avere i musicisti (gli ENKIDU!) a nostra disposizione, sappiamo bene quanto un concerto con musica suonata dal vivo sia estremamente più coinvolgente!

A proposito, avete già un tour in programma?

Sì, abbiamo già qualche data programmata in Italia e sicuramente qualcosa all’estero (chissà, forse proprio estremo Oriente?). Restate sintonizzati, hehe!

Grazie mille per il vostro tempo, vi lascio piena libertà per chiudere questa intervista.

Grazie a te Marco per averci dato l’opportunità di condividere un po’ del nostro mondo e della nostra musica. Vogliamo ringraziare tutti i nostri fan, vecchi e nuovi, per il loro incredibile supporto. Che siate con noi fin dall’inizio o che abbiate appena scoperto la nostra musica, sappiate che ogni parola, ogni melodia, ogni arrangiamento, è pensato per connettersi con voi, per unirci tutti. Grazie di cuore, ci vediamo presto sotto il palco!!

MARCO PRITONI