ERICA MOU – Intervista alla cantautrice pugliese
Nuovo disco per Erica Mou. La cantautrice pugliese ha da poco presentato, in una serie di concerti, “Bandiera sulla luna”. L’ultimo lavoro si aggiunge ai già pubblicati “Tienimi il posto” (2015), “Contro le onde” (2013), “è” (2011) e all’inedito “Bacio ancora le ferite” che sarebbe dovuto uscire nel 2009. Si tratta del primo album scritto interamente lontano dalla sua terra d’origine, gran parte a Roma ma anche in Portogallo, Francia e Cambogia. Con sensibilità moderna e senza mai dimenticare la tradizione cantautorale, Erica canta l’inquietudine di una generazione e l’acquisizione di nuovi spazi interiori. Una poetica essenziale che punta all’introspezione, espressa anche nelle numerose collaborazioni e mediante un’intensa attività live.
Nella realizzazione di “Bandiera sulla luna” hai lavorato molto da sola. Si tratta forse del disco che meglio ti rappresenta?
Sicuramente questo è l’album che meglio mi rappresenta adesso e, nel realizzarlo, non mi sono nascosta mai. Forse ancora più del solito, per ragioni personali e anagrafiche. Sono diventata una donna, una
persona intera. Ho ascoltato tante voci diverse, accogliendo molti spunti preziosi ma ho trovato, con più
consapevolezza, la bussola interiore che mi indica dove voglio andare.
Sei impegnata in tutte le fasi creative della canzone, dalla scrittura fino agli arrangiamenti e all’esecuzione. Ce n’è una che ti coinvolge particolarmente?
Quando ho cominciato a suonare in tour, a diciassette anni, ero devota al live e solo nell’esecuzione dal vivo riuscivo a sentirmi completa. Poi ho cominciato ad affinare la scrittura, a viverla non solo come un momento istintivo ma anche come una ricerca costante. In “Bandiera sulla luna” finalmente mi sono lasciata andare anche in studio, l’ho vissuto con molta meno ansia da prestazione. Questo lavoro è molto vario ed è
straordinario anche per questo.
Hai idealmente suddiviso l’album in due: ricerca e conquista di un nuovo equilibrio. Il percorso che si delinea è un’esperienza unica oppure destinata a ripetersi?
Spero a ripetersi! La luna che ho scoperto è talmente vicina se pensiamo all’infinità dell’universo. C’è tantissimo da esplorare, soprattutto dentro di noi. La ricerca, in questo senso, non finisce mai, si approfondisce e si trasforma. Non voglio mettermi troppo comoda, è presto.
L’attività musicale ti ha già permesso di raggiungere diversi obiettivi importanti. Quali vorresti aggiungere con la pubblicazione del nuovo lavoro?
Vorrei essere ascoltata. Prima di tutto, questo. Amici di Tuttorock che state leggendo questa intervista, mettete in play il mio album.
Ti capita di sentirti penalizzata dall’attuale sistema di fruizione e distribuzione della musica?
Sì, dall’immediatezza, dalla fretta e dalla voracità. Sono figlia della mia epoca, sono multitasking e risoluta, certo. Ma ciò non cambierà mai il fatto che la musica ha bisogno di tempo e che i pensieri non possono essere urlati in un rigo. Cantare è una cosa profonda.
Esiste un altro luogo e tempo in cui ti piacerebbe vivere e, naturalmente, anche cantare?
Qui, adesso. E poi ovunque, domani. Vorrei esserci semmai arriverà il tempo dei viaggi nello spazio, della possibilità di osservare una vita diversa. Voglio vederlo e vorrei provare a scriverlo.
MASSIMO PIGNATELLO
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