ENTEN HITTI – CONCERTO READING IN LIVE STREAMING AL TEATRO FILODRAMMATICI
Abbiamo raggiunto gli Enten Hitti e intervistato Pierangelo Pandiscia che ha fondato il gruppo, un progetto artistico aperto di ricerca e sperimentazione sulle arti performative. Enten Hitti è una preziosità e come noto è un gruppo musicale di sperimentazione che nasce nel ’90 e si sviluppa nel 1995 da un’idea proprio di Pierangelo Pandiscia e Gino Ape. Esplorazione, ricerca raffinata, e ancora, ricerca delle intersezioni tra canzone d’autore, musiche etniche e rituali, elettronica. Pandiscia ci parla di un evento speciale e particolare, sabato 19 dicembre con “A tutti gli uragani che ci passarono accanto”, una performance tra poesia e musica, uno spazio nomade, un live streaming sul sito del Teatro Filodrammatici di Treviglio (Bergamo) con biglietti al costo di 6 euro a connessione. In un momento difficilissimo per l’arte e la cultura, l’evento è imperdibile.
Sabato 19 dicembre alle 21.00 ci sarà il concerto-reading ” A tutti gli uragani che ci passarono accanto” dal Teatro Filodrammatici. Una performance preziosa fra musica e poesia tratta dall’omonimo vostro disco, ripubblicato nel giugno scorso. Si adatta molto a questi tempi, in piena emergenza sanitaria e in crisi per la cultura?
Certamente si. Quando, circa 15 anni fa, abbiamo composto questi pezzi il titolo è uscito come una sorta di premonizione e liberazione ma non c’era una cornice sociale cosi evidente. C’erano gli uragani personali, lo spaesamento di amori perduti, la cangiante sofferenza di utopie irrealizzabili… Oggi quella premonizione si è realizzata nella sua forma più esplosiva. E il fatto di dire “ci passarono” e non “ci passano” rende quel disco davvero propiziatorio. Rende quel disco, per noi, un atto di fede e fiducia verso la possibilità di lasciar andare tutto quello che non andava e non va…
Sarà uno spazio per raccogliere sensibilità, progettualità, umanità, qualità?
In un concerto in streaming è chiaro che la relazione con il pubblico non passa in modo usuale. La presenza e le energie non circolano fisicamente. Consideriamo questa esperienza una sfida per andare ancor più nel sottile, per improvvisare sul nostro canovaccio e dialogare fra di noi e con chi ci segue da casa. Cercheremo di raccogliere dopo il concerto dei feedback e far tesoro di quelle tracce di umanità. Un po’ come accade nei nostri sleeping concert, dove dopo 8 ore di concerto, al risveglio chiediamo al pubblico di scrivere i sogni fatti nella notte. E quei sogni diventano uno specchio di desideri ed immaginari! In 15 anni di sleeping concert abbiamo raccolto più di 3000 sogni. Ed è un mondo di sensibilità ed immaginari davvero colorato.
Come nasce l’idea e qual è l’esigenza narrativa?
La vita nonostante tutto! Questo è il motto che sta alla base di questo disco e di questo live. Abbiamo raccolto testi, suoni, canzoni che possono costituire un ponte fra i demoni e i lati oscuri che ognuno ha e la luce. Un viaggio sonoro dai bassifondi dell’anima a mille splendidi soli.
Un pensiero sulla crisi dello spettacolo e della musica con i luoghi di cultura chiusi, teatri e sale cinematografiche:
Che dire… “fatti non foste per viver come bruti” . Se il nostro sistema immunitario organico si rafforza grazie al sole, al buon cibo, all’amore, il nostro sistema immunitario sociale ha bisogno di un grande piano di diffusione culturale, per rigenerare quei legami di comunità oggi violentemente congelati.. Le arti possono essere il rito e l’anticorpo più efficace contro il virus dell’isolamento e della disgregazione. Facciamo esplodere musiche in ogni luogo!
Perché è così complicato fare e vivere di cultura, nel nostro Paese?
Non solo qui, in realtà. La situazione italiana è semplicemente più paradossale. Il Paese delle arti e della bellezza – nello stereotipo culturale, è uno di quelli in cui si investe meno in arte e bellezza. Il punto vero però è che tutto l’occidente e non solo, da decenni ormai dà più valore alle tecnologie, alla scienza, al business. La cultura sempre più omogeneizzata sta tiepidamente sul fondo.
Una Nazione, la nostra, che non ha una Legge nazionale sulla Musica che tutelerebbe artisti e lavoratori dello spettacolo:
Come cantiamo in un nostro pezzo “ muori col cuore pieno di nuvole”.
Quanti uragani dovremo sopportare per sentirci davvero liberi, lo saremo mai?
Gli uragani hanno l’indubbia qualità di spazzare via tutto. E quando tocchiamo il fondo, quando incontriamo il vuoto fuori di noi e in noi stessi qualcosa accade. La tabula rasa ci fa scoprire la bellezza e la libertà. In noi. E da noi come uragano può espandersi fuori….
Come si svolgerà l’evento del 19 dicembre? Spieghiamolo ai lettori e lettrici di Tuttorock:
Il concerto reading “ A tutti gli uragani che ci passarono accanto” è concepito come spazio nomade fra poesia e musica. Inizieremo a dare voce ad alcuni testi con una sonorizzazione più ambientale, poi via via la musica entrerà sempre maggiormente intensamente. La dimensione sarà comunque acustica: chitarra, pianoforte, violino, oboe, cetra, campane tubolari, gong e tante altre percussioni faranno da paesaggio sonoro alle parole. Ora sussurrate, ora gridate.
Che cos’è la musica? Rivelazione, veicolo, cura, protezione, rifugio, un fluido in divenire?
La musica è un veicolo! Qualcosa che ti permette di entrare in una dimensione non ordinaria e di uscirne trasformato. Un’ isola galleggiante. Un isola di libertà. Forse non cambia il mondo, ma è sacra perchè cambia noi.
Alessandra Paparelli
Alessandra Paparelli speaker e conduttrice radiofonica, collabora e lavora con diverse riviste e giornali cartacei. Conduco il venerdì un programma di politica su RID RADIO INCONTRO DONNA 96.8 fm su Roma e nel Lazio. Scrivo e collaboro sul quotidiano in edicola La Notizia, pagina culturale, attualità, spettacolo (in edicola a Roma, Milano e Napoli).