ENRICO BIANCHI – Intervista al polistrumentista e cantautore genovese
In occasione dell’uscita del suo primo disco solista “Libertà” (etichetta Videoradio), ho avuto il piacere di intervistare Enrico Bianchi, pianista, arrangiatore e polistrumentista. Dopo l’esperienza “GENS” entra in una band composta da ex gruppi famosi gli “Extra” con BERNARDO LANZETTI (PFM) e una parte dell’EQUIPE 84 di VICTOR SOGLIANI , VANNI COMOTTI e FULVIO MONIERI ( BENNATO e FOGLI BAND) e ANDREA CERVETTO (Mito NEW TROLLS). Dopo molte collaborazioni occasionali ALBERTO RADIUS ricompone la sua FORMULA 3 e lo chiama con LUI e con ALFREDO VANDRESI alla batteria. Sette anni di concerti in tutta Italia, Svizzera, Canada, Giappone, tante ospitate in tv (RAI 1, I FATTI VOSTRI , LE RAGAZZE DEL SABATO, ecc.) fino ad arrivare alla chiamata di GIORGIO “FICO” PIAZZA (PFM) che aveva formato una band con riferimento al primo periodo PFM. Successivamente ENRICO BIANCHI con gli “EXTRA” riprende una intensa collaborazione insieme a RICKY PORTERA che dopo la morte di Lucio Dalla decide di ampliare la band con ISKRA MENARINI e il grande TEO CIAVARELLA al piano. Attualmente ENRICO BIANCHI ha fondato la “SUPERBAND” composta da , GIORGIO USAI (NEW TROLLS) ALFREDO VANDRESI (FORMULA 3, DELIRIUM), PAOLO BALLARDINI (RAI-BAND della trasmissione “I migliori anni”) che hanno terminato da poco il tour in varie piazze del sud e centro Italia. ENRICO BIANCHI oggi si propone in questo primo album dal titolo “Libertà” pubblicato da Beppe Aleo di Videoradio, come cantautore. I testi impegnati esprimono contenuti importanti e di grande attualità. In preparazione il tour con la sua band che toccherà da gennaio vari club e teatri in Italia e all’estero.
Ciao Enrico, benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo tuo primo album come cantautore, “Libertà”. Dopo molte esperienze come strumentista e arrangiatore quando ti sei scoperto cantautore?
Ciao Marco, diciamo che ho da sempre raccolto materiale anche solo vivendo.
Nei Gens cominciai a scrivere parole e musiche di alcuni brani (“Uomini non Dei” che dà il titolo ad un album, ad esempio, è un brano mio e di Mauro Culotta) e questo sempre più mi rappresentava e sempre più prendevano forma le mie storie e miei personaggi. Subito dopo i Gens intrapresi un progetto con Fabrizio Berlincioni (caro amico e autore di testi meravigliosi come Ti lascerò, Mi manchi ecc.) per una produzione dove io scrivevo musiche e lui i testi e nel progetto c’erano anche brani di altri compositori, quindi figuravo più come interprete che come cantautore, ma la definizione di “cantautore” quasi mi spaventa un po’, perché mi sento più un musicista sognatore, un cantante viaggiatore mai arrivato, insomma, un principiante della vita che ancora si sorprende.
Dopo anni di concerti e di partecipazioni a gruppi importanti ho voluto dare vita a questo album per il mio desiderio di potermi raccontare e di far vivere quei personaggi e quelle storie che da tempo aspettavano la luce. Molte canzoni hanno tanti anni, ma sono attualissime!
In che lasso di tempo hai scritto i 10 brani?
Molti brani, come ti dicevo, sono stati scritti negli anni scorsi, alcuni come Albània sono nati in seguito ad episodi che mi avevano colpito molto. Questo brano fa riferimento al naufragio nel canale d’Otranto nel 1997 dove morirono 81 persone e dove per la prima volta si capì che stava cambiando il mondo…ecco io mi sono sentito su quella barca e ho scritto…
Altri brani erano provini fatti in casa che avevano bisogno solo di un bel vestito nuovo ed è stato divertente scoprire come certe canzoni siano incredibilmente attuali e moderne pur avendo anni di maturazione…come un buon vino direi!
“Mai più senza Libertà” ha solo 3 anni ed è semplicemente la celebrazione della musa ispiratrice di tutta una vita che è appunto la Libertà, nei pensieri e nelle azioni.
“Canta de lö” è una canzone in lingua Genovese che ho scritto insieme all’indimenticabile Piero Milesi e Gino Ulivi che è stata dedicata a Faber e ai suoi personaggi.
“Canto notturno alla mia anima” è lo sfogo della mancanza di Anima nel quotidiano, un 6/8 fuori dalle mode e a mio parere bellissima! Insomma, sono dieci racconti, dieci pezzi di me, veri e sinceri!
Ho apprezzato molto tutto l’album, c’è un brano che, quando l’hai ascoltato, ti ha fatto dire: “questo mi è venuto proprio bene”?
Beh, son tutti figli miei, ma quando ho sentito Mar Amargo, che racconta la storia di un dialogo tra Colombo e Gutierrez mentre navigano alla volta delle Americhe, con gli strumenti veri, le ocarine, l’ottavino, mi sono emozionato e sorpreso.
Testi molto profondi che hanno in comune la libertà, vista in tutte le sue sfaccettature. Perché, nel 2021, ci troviamo ancora a dover discutere di un tema, la mancanza di libertà, che colpisce tante, troppe persone?
La nostra libertà è spesso confusa con la possibilità di comprare cose, mentre la libertà più grande è quella di poter scegliere di poter incontrare persone, scambiarsi affetto, donare amore in mille forme, essere padroni del proprio tempo e trovare magari un po’ di felicità. Nella mia vita la Libertà è sempre stata il denominatore comune e di questo sono immensamente grato all’universo perché poter fare quello che ti piace è un grandissimo privilegio.
Ricordo che da bambino suonavo già ed avevo un sogno nella testa che i miei genitori (contadini) hanno sempre sostenuto affinché potessi realizzarmi come persona e come artista.
La libertà poi di poter vivere in modo dignitoso è occasione sempre più rara per troppe persone trascinate via dal fiume della vita e che spesso vengono rifiutate dalla società diventando così invisibili! C’è un forte bisogno di mettere al centro della società l’Uomo e non il PIL.
Così la musica troverà di nuovo la sua naturale e importante collocazione nella vita di ognuno di noi per curare e lenire le anime e i cuori.
So che gli arrangiamenti sono stati curati dal bravissimo chitarrista Andrea Cervetto, com’è nata questa collaborazione?
Andrea è un fratello che conosco e da circa 40 anni! Suonavamo insieme nella cantina dei miei genitori ed anche più tardi ci siamo ritrovati nel gruppo degli Extra con Bernardo Lanzetti, e in seguito ancora in trio con Alfredo Vandresi. Lui è bravissimo ed è un bel rompiballe… pignolo e preciso, ma assolutamente impeccabile!
L’idea di Andrea fu quella di dare un abito nuovo a queste canzoni e, vista la sua grande abilità di produttore artistico, direi che abbiamo centrato l’obiettivo.
Volevo un sound da gruppo che avesse una gamma di sonorità tipica di una band, ma con colori e suoni tra l’Irlanda e il Molo. Solitamente un disco di un cantautore è concentrato sulla voce e chiaramente sui testi, ma volevo che emergesse anche il gruppo perché credo sia importante avere un suono che non fosse un “prodotto” ma pezzi unici fatti a mano da questa piccolissima bottega di storie!
C’è qualche artista o band di oggi che ti ha particolarmente colpito?
Ti confesso che non ascolto molte novità, ma anche per me non è stato difficile trovarsi a discutere dei Maneskin. Credo sia evidente il fatto che siano un fenomeno e da musicista ti direi che sono molto bravi e preparati, poi ai criticoni dico solo: fatelo voi!
Mi piacciono tanti artisti che appartengono agli anni 60 e 70, Gary Brooker, Steve Winwood, Otis Redding, Battisti, Baglioni.
Amo Eric Clapton anche e soprattutto come cantante, ma adoro Pat Metheny Group, sono nato musicalmente con i Genesis e i Pink Floyd, ma amo Beach Boys e Beatles. Adoro visceralmente Tenco, De André, Fossati, ma mi piacciono i Weather Report…insomma tutta la musica che mi tocca l’anima!
Un tuo concerto che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Ricordo diversi concerti rimasti indelebili. Sicuramente ricorderò sempre le cascate del Niagara illuminate dal tricolore in onore dei 150 anni dell’unità d’Italia e noi suonammo (ero con la Formula 3 di Alberto Radius) all’Avalon Theatre davanti a quello spettacolo. Tra gli altri concerti bellissimi, ad esempio, ricordo la Piazza sul mare di Trani, Giovinazzo, Matera sulla piazza davanti ai sassi, il sud è davvero straordinario!
Hai qualche data live in programma?
Ho diversi impegni in giro per la presentazione dell’album e contestualmente stiamo preparando l’estate, Covid permettendo! Vorrei portare in giro la mia musica con una band di amici e fratelli musicisti.
Con quale formazione ti presenterai sul palco e quale repertorio eseguirai?
La formazione vedrà sicuramente un quintetto con batteria (e percussioni varie), basso, corde (steel, nylon, electric, 12chords, bouzouki, ecc) e tastiere (fisarmonica, vibrandoneon) più il sottoscritto. Ci saranno spazi per momenti che hanno caratterizzato la mia carriera musicale ma vorrei il più possibile portare questa musica nuova dal vivo anche per testare sul campo la forza di queste canzoni.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere quest’intervista?
Vorrei ringraziare te e i lettori di Tuttorock per la pazienza che hanno avuto nel leggermi, Videoradio Channel nella persona di Beppe Aleo che sta lavorando a questo mio progetto con vera dedizione e affetto.
La musica (e non solo) ha un urgente bisogno di verità per tornare ad essere importante nella vita degli uomini!
Mai come adesso c’è bisogno di uno “sviluppatore di sogni alternativo” che smuova l’ormai tanto mortificata fantasia della gente.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.