EMIL SPADA – Intervista al musicista
by Monica Atzei
23 Febbraio 2017
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Il 3 febbraio è stato presentato il videoclip Il Sogno del cantautore Emil Spada, “Un incontro di sguardi, anima e chimica, l’unione di due cuori…L’inizio o la fine di un amore?La realtà o il Sogno?”. In occasione di quest’altro tassello nella carriera di Emil abbiamo fatto una bella chiacchierata, eccola:
Ciao Emil! Come stai? Ci racconti un po’ di te?
Ciao! Sto benissimo grazie! Raccontare un po’ di me… Vediamo: sono un cantautore, nasco dai cantautori perché ho ascoltato sin da piccolo Battisti, Dalla, De Andrè ecc. Poi intorno ai 13/14 anni ho scoperto la musica d’oltreoceano: Led Zeppelin, Jethro Tull, Iron Maiden… Che mi hanno dato altri punti di vista per suonare. Da qui son partito per scrivere le mie canzoni, da un bagaglio composto da cantautori italiani e dal rock, anche metal, dell’America e dell’Inghilterra, ma anche dal blues e dal jazz e dalle grandi voci, come quelle di Nina Simone, Muddy Waters e tanti altri. Diciamo che il mio genere è un po’ un mix fra tutti; ho iniziato con i primi gruppetti di cover, ma io scrivevo già e ogni tanto proponevo i miei brani al pubblico. Ho visto che piaceva anche questo e una decina di anni fa mi son detto “Ora ci provo!” E con le mie canzoni sono arrivato tra i vincitori a Sanremo Rock, ho partecipato al Festival degli autori di Sanremo, a Sanremo Social e a X Factor dove sono arrivato tra i primi 60. Sono stato anche in finale al Festival Senza Etichetta dove Mogol mi ha chiamato Cant-Attore e ho vinto con un mio brano il Festival delle Arti di Andrea Mingardi.
Diciamo che a gavetta sei messo bene! Ma come hai iniziato a suonare il basso? (Tutti sanno che prima o poi dovranno rispondere a questa mia domanda…!)
Io veramente ho iniziato con la chitarra più da accompagnamento che da solista, poi per comporre ho iniziato ad utilizzare il basso. Ma so suonare anche il piano, perché quando mi viene una idea su una base romantica ad esempio utilizzo il piano, ma son del parere che è meglio saper suonare vari strumenti per comporre. Dal vivo suono il basso e canto nel trio con Agostino Raimo e Filippo Lambertucci, quando c’è anche Giorgio Santisi il basso lo lascio a lui, ahahaha ed io canto.
Nel 2008 con Briciole e il premio come Miglior Produzione Indipendente Imolese ti sei fatto conoscere sempre più. Cosa è successo poi?
Già son passati quasi dieci anni da Briciole! Poi nel 2009 ho collaborato con Pape Gurioli e Pier Foschi, rispettivamente tastierista e batterista di Jovanotti, per il singolo Sarebbero solo guai. Ho partecipato ai vari Festival che ho elencato prima ed ho sempre mantenuto una intensa attività live; al mio singolo Stress ha partecipato Daniele Tedeschi, batterista storico di Vasco Rossi. Dimenticavo di dirti che ho anche partecipato alle semifinali di Castrocaro e grazie a questo ho realizzato uno spettacolo teatrale dal titolo Post Atomico-Un’opera Rock. Collaboro anche con Claudio Golinelli, Il Gallo, bassista di Vasco da sempre, grazie a lui e agli altri musicisti del Blasco, ho realizzato l’EP Post Atomico. Tra i tanti anche una bella amicizia con l’attore Raffaele Pisu. E naturalmente la collaborazione con Giorgio, Agostino e Filippo.
Praticamente non stai mai fermo!!! Del 2016 è il tuo singolo Macerie, contenuto in Post-Atomico ed ora dopo il brano Il Sogno eccoci al suo videoclip. Parlaci di questa nuova avventura Emil.
Il Sogno è stato scritto per Sanremo Giovani 2017 ma il brano non è andato avanti in quel contesto. Mi son rimboccato le maniche, ho riarrangiato il brano e pian piano Il Sogno ha preso vita. Insieme a Nicola Venieri lo abbiamo reso romantico (e si discosta un po’ da quello che faccio solitamente) e poi ho cercato dei professionisti veri per realizzare il video. La regia del video è di Giorgia Zoe Righini, una persona incredibile e l’attrice è la mia carissima amica Penelope Landini, bravissima! Dal 3 febbraio è disponibile il video de Il Sogno e dal 6 è in rotazione sulle radio; le visualizzazioni sono oltre 28.000 per me è una grande soddisfazione.
Cosa pensi di ciò che ora è la Musica?
La Musica è cambiata da quando ho cominciato, ora dipende dai vari format che per me sono piatti, sembra basti solo che “giri” la tua esteriorità, che buchi il video e non la qualità. Tutto così diventa piatto e l’artista non si va più a scovarlo, non esiste la gavetta come un tempo. Io non riesco nemmeno ad ascoltare la musica odierna, devo andare a cercare qualcosa di meno recente, non trovo “ossatura” nelle nuove canzoni, sono tutte uguali. Non riesco nemmeno a scaricare, io sono per comprare i dischi. Per me scaricare è morte totale della musica. Uno che mi piace è Salmo, ritengo sia fantastico.
Ora cosa stai preparando Emil?
Sto facendo delle serate, anche per l’estate si prospettano altri concerti e ospitate. Verrà pubblicato anche un nuovo singolo e sto seguendo un progetto legato ad una lettura di Carlo Castellaneta, leggendo ho avuto un’idea: un concept-album in cui parlare anche delle malattie mentali e sto cercando, come per Post-Atomico, di dare più visioni alle canzoni. Vorrei sottolineare, non in tono pesante, il mondo dei malati psichici che sono spesso emarginati, vorrei sensibilizzare le persone su questo argomento. Forse il titolo dell’album sarà Il Manicomio dei Sentimenti, una sorta di titolo metaforico.
Che dire!? Grazie Emil! Sicuramente non ti manca la voglia di fare e sperimentare, grazie ancora e in bocca al lupo!
MONICA ATZEI
http://emilspada.it
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Ciao Emil! Come stai? Ci racconti un po’ di te?
Ciao! Sto benissimo grazie! Raccontare un po’ di me… Vediamo: sono un cantautore, nasco dai cantautori perché ho ascoltato sin da piccolo Battisti, Dalla, De Andrè ecc. Poi intorno ai 13/14 anni ho scoperto la musica d’oltreoceano: Led Zeppelin, Jethro Tull, Iron Maiden… Che mi hanno dato altri punti di vista per suonare. Da qui son partito per scrivere le mie canzoni, da un bagaglio composto da cantautori italiani e dal rock, anche metal, dell’America e dell’Inghilterra, ma anche dal blues e dal jazz e dalle grandi voci, come quelle di Nina Simone, Muddy Waters e tanti altri. Diciamo che il mio genere è un po’ un mix fra tutti; ho iniziato con i primi gruppetti di cover, ma io scrivevo già e ogni tanto proponevo i miei brani al pubblico. Ho visto che piaceva anche questo e una decina di anni fa mi son detto “Ora ci provo!” E con le mie canzoni sono arrivato tra i vincitori a Sanremo Rock, ho partecipato al Festival degli autori di Sanremo, a Sanremo Social e a X Factor dove sono arrivato tra i primi 60. Sono stato anche in finale al Festival Senza Etichetta dove Mogol mi ha chiamato Cant-Attore e ho vinto con un mio brano il Festival delle Arti di Andrea Mingardi.
Diciamo che a gavetta sei messo bene! Ma come hai iniziato a suonare il basso? (Tutti sanno che prima o poi dovranno rispondere a questa mia domanda…!)
Io veramente ho iniziato con la chitarra più da accompagnamento che da solista, poi per comporre ho iniziato ad utilizzare il basso. Ma so suonare anche il piano, perché quando mi viene una idea su una base romantica ad esempio utilizzo il piano, ma son del parere che è meglio saper suonare vari strumenti per comporre. Dal vivo suono il basso e canto nel trio con Agostino Raimo e Filippo Lambertucci, quando c’è anche Giorgio Santisi il basso lo lascio a lui, ahahaha ed io canto.
Nel 2008 con Briciole e il premio come Miglior Produzione Indipendente Imolese ti sei fatto conoscere sempre più. Cosa è successo poi?
Già son passati quasi dieci anni da Briciole! Poi nel 2009 ho collaborato con Pape Gurioli e Pier Foschi, rispettivamente tastierista e batterista di Jovanotti, per il singolo Sarebbero solo guai. Ho partecipato ai vari Festival che ho elencato prima ed ho sempre mantenuto una intensa attività live; al mio singolo Stress ha partecipato Daniele Tedeschi, batterista storico di Vasco Rossi. Dimenticavo di dirti che ho anche partecipato alle semifinali di Castrocaro e grazie a questo ho realizzato uno spettacolo teatrale dal titolo Post Atomico-Un’opera Rock. Collaboro anche con Claudio Golinelli, Il Gallo, bassista di Vasco da sempre, grazie a lui e agli altri musicisti del Blasco, ho realizzato l’EP Post Atomico. Tra i tanti anche una bella amicizia con l’attore Raffaele Pisu. E naturalmente la collaborazione con Giorgio, Agostino e Filippo.
Praticamente non stai mai fermo!!! Del 2016 è il tuo singolo Macerie, contenuto in Post-Atomico ed ora dopo il brano Il Sogno eccoci al suo videoclip. Parlaci di questa nuova avventura Emil.
Il Sogno è stato scritto per Sanremo Giovani 2017 ma il brano non è andato avanti in quel contesto. Mi son rimboccato le maniche, ho riarrangiato il brano e pian piano Il Sogno ha preso vita. Insieme a Nicola Venieri lo abbiamo reso romantico (e si discosta un po’ da quello che faccio solitamente) e poi ho cercato dei professionisti veri per realizzare il video. La regia del video è di Giorgia Zoe Righini, una persona incredibile e l’attrice è la mia carissima amica Penelope Landini, bravissima! Dal 3 febbraio è disponibile il video de Il Sogno e dal 6 è in rotazione sulle radio; le visualizzazioni sono oltre 28.000 per me è una grande soddisfazione.
Cosa pensi di ciò che ora è la Musica?
La Musica è cambiata da quando ho cominciato, ora dipende dai vari format che per me sono piatti, sembra basti solo che “giri” la tua esteriorità, che buchi il video e non la qualità. Tutto così diventa piatto e l’artista non si va più a scovarlo, non esiste la gavetta come un tempo. Io non riesco nemmeno ad ascoltare la musica odierna, devo andare a cercare qualcosa di meno recente, non trovo “ossatura” nelle nuove canzoni, sono tutte uguali. Non riesco nemmeno a scaricare, io sono per comprare i dischi. Per me scaricare è morte totale della musica. Uno che mi piace è Salmo, ritengo sia fantastico.
Ora cosa stai preparando Emil?
Sto facendo delle serate, anche per l’estate si prospettano altri concerti e ospitate. Verrà pubblicato anche un nuovo singolo e sto seguendo un progetto legato ad una lettura di Carlo Castellaneta, leggendo ho avuto un’idea: un concept-album in cui parlare anche delle malattie mentali e sto cercando, come per Post-Atomico, di dare più visioni alle canzoni. Vorrei sottolineare, non in tono pesante, il mondo dei malati psichici che sono spesso emarginati, vorrei sensibilizzare le persone su questo argomento. Forse il titolo dell’album sarà Il Manicomio dei Sentimenti, una sorta di titolo metaforico.
Che dire!? Grazie Emil! Sicuramente non ti manca la voglia di fare e sperimentare, grazie ancora e in bocca al lupo!
MONICA ATZEI
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Monica Atzei
Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.