EFFENBERG FEAT RACHELE BASTREGHI – “L’ULTIMA MESTRUAZIONE”
Non è affatto piacevole e semplice andare in menopausa, per noi donne. E chi dice che non sia così, mente.
Parliamo de “L’ultima mestruazione“, il nuovo singolo di Effenberg, uscito recentemente, che vede il cantautore toscano collaborare con Rachele Bastreghi dei Baustelle, l’iconico gruppo che torna quest’anno in tour: recentemente ospiti di X-Factor, la band ha infatti annunciato il tour ed il nuovo disco per il 2023.
Effenberg è il nome d’arte di Stefano Pomponi, cantautore lucchese che prende il nome da un ex calciatore tedesco degli anni ’90, ora allenatore, come ci racconta durante l’intervista.
Un tema spigoloso, difficile, complicato:
Con la menopausa generalmente si indica quel periodo della vita di ogni donna, complesso, vissuto non sempre serenamente, caratterizzato da importanti cambiamenti della funzione ormonale femminile che determinano la scomparsa del ciclo mestruale. Ci si sente più fragili, diverse, si pensano e si immaginano scenari da fine del mondo. Un tema tabù, in una società che non permette a noi donne di invecchiare, di avere la pelle che cambia, che cede alla forza di gravità. Una società liquida e arrogante che non offre ruoli (pochi, nulli o rari) alle attrici mature. Vietato invecchiare, la società attuale non lo permette.
Una canzone così intima, bella, un brano prezioso, possente, avvolgente:
Tornando strettamente al brano, il singolo, chitarre e bassi distorti, è un sound prezioso e intenso, incalzante, in cui le voci di Effenberg e Rachele Bastreghi si abbracciano, si fondono insieme. Una brano anche scomodo, se vogliamo, che sfida uno dei tabù più radicati nella società, proprio “l’ultima mestruazione”, un momento complesso e difficile per la donna, un tilt fisico ed emotivo di noi donne e un momento complicato della protagonista della canzone ma che allo stesso tempo, diventa anche uno strumento di libertà assoluta, un muro abbattuto, uno strumento di liberazione e di rinascita, di presa di coscienza e di autocoscienza.
In fondo, è bene ricordarlo, la menopausa non significa la fine della vita, a dispetto anche di una “moda” per le vampate, abbigliamento “comodo e leggero”. Già.
Con l’artista, abbiamo parlato anche di Bibbia, di calcio, di sentimenti, di affetti, di società liquida.
Coraggioso, il tema affrontato.
Abbiamo incontrato Effenberg ed intervistato per Tuttorock:
Parliamo del tuo nuovo singolo, in collaborazione con Rachele Bastreghi, “L’ultima mestruazione”: come nasce l’idea creativa e narrativa, soprattutto?
“L’idea nasce in modo inconscio, non so dire con precisione cosa mi abbia ispirato. Sembrerà banale, ma quasi tutto il testo è nato all’improvviso, una sera prima di addormentarmi. Ero in vacanza nel sud della toscana e ho cominciato a scrivere questa storia. Il testo era più lungo e dettagliato, tanto che avevo pensato di farne un racconto e stamparlo”
Le mestruazioni sono genericamente un tabù, e l’ultima, invece? La menopausa è l’anticamera della fine di una donna? In questa società liquida e frenetica, di sola immagine, pare di sì:
“E’ vero, nella nostra società le mestruazioni sono un tabù ma non è sempre stato così. Prima dell’avvento del cristianesimo il sangue mestruale era considerato sacro. Molte offerte alla terra venivano fatte con il sangue mestruale che era simbolo di rinascita e rinnovamento e non richiedeva il sacrificio di nessun essere vivente. Nel mito ci sono tantissimi esempi al riguardo. Gli Indios sudamericani dicevano che tutto il genere umano è stato creato dal “Sangue Lunare”. Nell’antico Egitto il mito racconta che i faraoni divennero divini ingerendo il sangue di Iside. Tornando però alla canzone, l’ultima mestruazione non ha per forza di cose un valore cronologico inteso come menopausa. Potrebbe annunciare la menopausa, una perdita o un aborto spontaneo ma simbolicamente rappresenta un fallimento fisico ed emotivo della protagonista della canzone che è allo stesso tempo anche l’input per una rinnovata coscienza, una rinascita che coinvolge tutti i presenti. La liberazione dalle pressioni e dai vincoli della società. Un tilt emotivo, un attacco di panico della protagonista della canzone che le dona nuova consapevolezza e nuovo equilibrio. Sicuramente c’è anche una critica alla società liquida e frenetica e alla cultura pronatalista che vede nei genitori un valore maggiore rispetto ai non genitori e che considera una donna senza figli o non più in grado di fare figli come una donna non completa o non realizzata”
Come nasce il feauturing, la collaborazione artistica con Rachele?
“Nasce dalla stima che ho per il suo lavoro sia all’interno del progetto Baustelle che per quanto riguarda il suo progetto solista. La nostra collaborazione è nata da un’amicizia in comune. Ho proposto a Rachele di interpretare con me questo brano e lei ha subito accettato”
Hai scelto un nome d’arte di un personaggio, ex calciatore, durissimo nella vita e nel calcio, uno dei centrocampisti più forti mai visti:
“Il mio nome d’arte l’ho preso in prestito da questo ex calciatore che ha giocato a Firenze nei primi anni novanta. Lo conoscevo personalmente perché frequentavamo lo stesso stabilimento balneare. Io ero un bambino e rimasi affascinato dal suo modo di fare. Arrogante ma mai cattivo, in fin dei conti un buono. Dopo molti anni quando è venuto il momento di pubblicare il mio primo disco ho pensato che potesse essere un buon nome per il mio progetto artistico. Mi piaceva l’idea che il nome d’arte suonasse in modo apparentemente molto diverso rispetto al tipo di musica che faccio”
Tornando al tuo nuovo singolo, il nostro è un Paese che ha paura di pronunciare la parola, il termine, “mestruazioni”. Perché, secondo te? Per esempio, in Italia, non esiste una norma che riconosca alle lavoratrici il congedo mestruale:
“Sicuramente ci sono delle ragioni storiche, direi bibliche. Nella bibbia, nel libro del Levitico, la donna è impura per sette giorni dall’inizio del suo flusso mestruale. Chi tocca una donna che ha le mestruazioni diventa impuro fino a sera. Chiunque tocca il suo letto o qualunque cosa su cui ella è seduta, durante i sette giorni, deve lavarsi le vesti e lavarsi in acqua e sarà impuro fino a sera. Con questi presupposti direi che si capisce il motivo per cui le mestruazioni danno ancora fastidio. Bisognerebbe capire perché nel cristianesimo si sia sviluppata questa idea ma credo che sia semplicemente per ragioni politiche. Probabilmente si voleva impedire alle donne di occupare posizioni autorevoli. Il fatto che in italia non venga ancora riconosciuto il congedo mestruale forse è legato a questo ma anche al fatto che per ritagliarsi un ruolo all’interno di un mondo dominato dagli uomini, la donna sul posto di lavoro ha spesso assecondato comportamenti e atteggiamenti tipicamente maschili nascondendo e trascurando la propria biologia. Sicuramente è stato per difesa e per non rischiare di perdere il posto però è anche vero che un atteggiamento del genere può alimentare questo circolo vizioso. Mi riferisco a quella che viene definita come la Sindrome dell’ape regina, che in certi ambienti lavorativi sembra essere abbastanza frequente. E’ per questo che nel brano le altre donne provano odio e non solidarietà davanti alla smarrimento della protagonista della canzone”
Progetti prossimi? A cosa ti stai dedicando per il nuovo anno?
“Sto scrivendo nuove canzoni, ho qualche data in programma e qualche idea in testa”.
Ringraziamo Teresa M. Brancia, Ufficio Stampa
Alessandra Paparelli
Alessandra Paparelli speaker e conduttrice radiofonica, collabora e lavora con diverse riviste e giornali cartacei. Conduco il venerdì un programma di politica su RID RADIO INCONTRO DONNA 96.8 fm su Roma e nel Lazio. Scrivo e collaboro sul quotidiano in edicola La Notizia, pagina culturale, attualità, spettacolo (in edicola a Roma, Milano e Napoli).