EDOARDO BENNATO – Intervista al mitico rocker napoletano

Edoardo Bennato è uno dei più grandi artisti cantanti italiani, rocker di razza, primo in assoluto ad usare l’armonica a bocca ed a riempire, come cantante italiano, i 60.000 posti di San Siro. Dopo il fulminante sold out di Torino del marzo 2016, finalmente il ritorno a teatro di una delle voci rock più amate, quella di Edoardo Bennato che arriverà in concerto al Teatro EuropAuditorium di Bologna lunedì 12 novembre, alle ore 21.00. L’artista riporterà sul palco indoor la grinta, la poesia, l’intelligenza che lo contraddistinguono per più di due ore di musica e di interazione con il suo affezionato pubblico. Torna il cantastorie che da quarant’anni con le sue canzoni immortala il mondo odierno, fatto di buoni e cattivi, sbeffeggia i potenti e inneggia alla forza umana del popolo narrando l’amore, il sentimento che da sempre ispira i poeti della canzone. In scaletta brani epici tratti dai concept-album “Burattino senza fili”, “Sono solo canzonette”, “Abbi dubbi”, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “ La fantastica storia del Pifferaio magico”, fino all’ultimo lavoro, “Pronti a Salpare”, album dell’ottobre 2016 in cui Bennato fotografa con la sua caratteristica ironica politica, famiglia, figli e futuro senza mai dimenticare le proprie radici.
 
 
Ciao Edoardo, è un grande piacere ed onore intervistare uno dei più grandi cantanti italiani, comprai tutte le tue musicassette a suo tempo, i giovani non sanno di costa stiamo parlando, ma noi sì. Poi seguirono gli LP, i cd, ora siamo alla musica digitale e lo streaming, come hai vissuto questo passaggio epocale del passaggio dal supporto fisico alla musica liquida?
Il passaggio è stato sicuramente epocale come dici tu, ma l’ho vissuto senza particolari problemi a dire il vero.
 
Da giovane si suonava la chitarra e, nel mio giro di rockers, le tue canzoni impazzavano e molti suonavano il kazoo, strumento pazzesco che tu hai fatto conoscere al grande pubblico, come ti venne l’idea di usarlo?
Lo vidi adoperare nelle stazioni della metropolitana di Londra, ma in realtà lo avevo già sentito in alcuni pezzi di blues americano.
 
Hai sempre attraversato e cantato della società condannandone l’ipocrisia e le deviazioni, con ironia ed elegante disincanto, hai cantato rock e punk, erano anni che questi generi si facevano portatori di cambiamento e progresso sociale, pensi che il rock abbia ancora questa portanza e significato oggi?
Il rock deve per “definizione” cercare di scardinare i luoghi comuni, retorica, ipocrisia, andare in direzione ostinata e contraria.
 
Riattaccandomi alla domanda precedente, qualche giorno fa ho intervistato il maestro Finardi, e parlando con Eugenio si dibatteva come tutto il furore degli anni ’70, guardandosi attorno nel mondo d’oggi, non sia servito, si sia fallito nel tentativo di portare miglioramenti nella società, tu che ne pensi?
Come dici tu, ogni epoca ha il suo “furore”, la storia darà poi la sua sentenza, ma ci vuole tempo, tanto tempo.
 
Alcuni dei tuoi personaggi sono diventate vere e proprie icone, una certa forma di cantautorato d’autore, un poco snob direi, che sia tu che Eugenio avete attaccato, La Torre di Babele, Burattino senza fili, puoi aggiungere qualcosa su questi o qualche particolare curiosità inedita a riguardo?
Posso aggiungere solo questo: “Tu sei forte, tu sei bello, tu sei imbattibile, tu sei incorruttibile, tu sei un … cantautore”.
 
Ero presente al MEI mentre ti esibivi con i grandi Scarpato e Porcelli, ti ho visto in forma smagliante, a che punto sei con l’uscita del nuovo disco?
Sono a buon punto, ma ancora qualcosa da aggiustare…
 
Quanto incide l’ambiente, nel tuo caso Napoli di cui ho buona parte di sangue dentro, nella musica che si realizza?
Napoli è la città dove ed anche la più bella del mondo! Ha sempre inciso moltissimo, anche se per realizzare i miei sogni sono dovuto andare a Milano.
 
Per la grandiosità dei tuoi testi, forse anche una certa somiglianza fisica, ti definiscono il Bob Dylan italiano, con molta più simpatia ed approccio rispetto al menestrello di Duluth, ti pesa il paragone?
Certo che mi pesa il paragone, lui non è napoletano, e certe cose non le può capire!
 
Intanto che decidano di darti un Nobel, che proprio per i testi, sarebbe meritato, cosa puoi promettere ai tuoi fans che verranno a vederti nel tour dei teatri che stai portando in giro per l’Italia?
Posso promettere uno spettacolo ad alto contenuto rock & blues.
 
MAURIZIO DONINI
 
 
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Autore

MAURIZIO DONINI – CEO & Founder – 
Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.