DOBERMANN – Intervista al chitarrista Valerio ‘Ritchie’ Mohicano
3 Ottobre 2015
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Ciao Ritchie, come prima cosa complimenti per la musica, ho ascoltato i vostri album e gran bel rock, leggo tra le vostre influenze Thin Lizzy e Megadeth, è corretto?
Ciao a tutti i lettori e alla redazione di Tuttorock innanzitutto! Grazie per i complimenti. Mi concedo ugualmente il lusso di sollazzarmene anche se sono nella band da meno di un anno in realtà. J
Sono entrato lo scorso novembre 2014 prendendo il testimone lasciato da Dario Orlando (il precedente chitarrista ndr) album compresi! Credetemi: è stata una responsabilità gravosa. La band aveva già assunto un identità di sound propria e col mio ingresso abbiamo dovuto riscuotere le fondamenta di ciò che era stato fatto fino a quel momento. Ho reso facilmente “miei” i pezzi con timbrica e sonorità hard & heavy più calorosi ma ne abbiamo evoluti altri al punto da cambiarli quasi del tutto! La direzione presa da quando mi occupo dell’ascia a sei corde della band è decisamente più orientata versoun riffing granitico, graffiate blues/shredder e condita dal buon sound del rock n roll vecchia scuola col quale sono cresciuto. Il vecchio Zakk dei “Pride & Glory” per intenderci, Van Halen, Padre Jimmy Page che non tramonta mai, Michael Schenker, Dimebag Darrel dei Pantera, solo per citarne alcuni. Ne potrei citare altri venti, e sicuramente arriverei a nominare Marty Friedman o Gary Moore prima o poi, quindi direi che anche se è stato affermato prima del mio arrivo, Megadeth e Thin lizzy si, fanno parte del background generale e delle influenze di alcuni elementi del gruppo, specialmente i Thin Lizzy, di cui sono anche io un grande fan! Di entrambe le band proponiamo anche un bel set di cover, nelle serate opportune!
Come è nata la band?
In poche parole Paul Del Bello (fondatore e bassista/cantante ndr) anni fa mi accennava già l’idea di tornare in pista con un progetto suo (era il bassista il Adam Bomb ndr) e lo ha fatto in modo originale, proponendo il connubio con cui i Dobermann sono riusciti a diffondere meglio il loro biglietto da visita per i primi 3 anni: rock duro cantato in Italiano. Ha cambiato un paio di volte la line-up ma la band si è data da fare in maniera instancabiles: si parla di qualcosa come 300 concerti in due anni e mezzo, senza un agenzia o un management, tutto “Do-it-yourself”. E col mio arrivo questi numeri non solo sono aumentati, ma anche geograficamente parlando, si è portato il 70 per cento delle attività oltreconfine, soprattutto in UK, dove, nello stesso periodo in cui mi è stato proposto di unirmi alla band per un tour di 50 date programmate tra inizio novembre 2014 e fine dicembre 2014, stavo già creando la mia rete di lavoro con altre realtà musicali dislocate in Londra con visibilità live di tutto rispetto. I miei contatti e quelli di Paul stanno tutt’ora conferendo alla band un flusso di ottime cose.. che vi sveleremo piano piano nei prossimi mesi!
Il nome Dobermann da dove proviene?
Anche nel nome si è cercata la stessa immediatezza ed impatto della musica della band.. ”Dobermann” è efficacissimo. Lo si impara in un secondo ed è anche bello da dire. Probabilmente, ha una qualche richiamo col logo dei Motorhead.. mi piace pensarla così. Vi racconto anche un aneddoto divertente in merito al nome. Quasi la totalità degli inglesi che gestisce i posti in cui andiamo a suonare, promoter compresi, si sentono in dovere di “correggere” il nostro nome. Per loro “Dobermann” è “gramatically incorrect” ed ecco che in un sacco di advertisement pubblicitari, ci ritroviamo in credito di una “N” nella parte finale del nome! Eppure basterebbe googlarlo per apprendere che l’origine crucca della parola la richiede! Lol
Per esservi formati nel 2011 vi siete già caratterizzati per avere prodotto 1 EP e 2 full lenght, avete tanta musica da mettere giù.
E ce ne sarà ancora di più. Siamo in lavorazione sul nuovo disco, che finalmente avrà anche la mia firma e suoniamo dal vivo già ben sei brani inediti di quelli che più ci hanno convinto jammandoci su, sopratttutto in UK stiamo avendo modo di testarne il riscontro live.. ed è entusiasmante! Naturalmente la setlist varia molto, anche da sera a sera, ma è sempre condita dai grandi classici dei primi due dischi, qualche chicca meno inflazionata qua e la, e, quando serve, abbiamo un ottimo repertorio cover, dal blues al metal. Davvero molto versatile!
Avete una bella formazione classica, l’elettronica ed i software come si pongono in questo ambito?
Semplicemente NON si pongono. Facciamo rock n roll alla vecchia maniera. Feeling, energia, sudore e chitarre a tutto volume. Il resto non serve a un cazzo.
I vostri testi sono forti ed interessanti e rispecchiano molto della società, che visione avete del mondo moderno?
Non facciamo altro che prendere le nostre esperienze vissute, contestualizzarle col buono e il cattivo del mondo, aggiungervi il nostro inconfondibile cinismo ed il marchio di fabbrica Dobermann è pronto! La maggior parte dei testi è in realtà introspettiva e in alcune occasioni parla dei propri sogni.
In generale io penso non esista nulla di più importante di questo.
Come si evolve il percorso di creazione, avete ruoli precisi, testo, musica, o fate tutto assieme?
Generalmente si va in sala prove con qualche idea e le si jamma insieme. Prima del mio arrivo so per certo che Paul si occupava della totalità del processo creativo e si faceva aiutare in fase di arrangiamento..e infatti, a mio parere, i riff di chitarra dei primi due album suonavano molto ritmici e crudi. Adesso generalmente cominciamo con un bel riffone, ci costruiamo attorno le idee ritmiche e la struttura del pezzo, arrangiamenti e cori compresi. Da li, tramite reciproche approvazioni, quando sentiamo che “funziona” solitamene è Paul a provvedere al testo. In alcuni casi è anche successo che un idea vocale venisse fuori con un accompagnamento melodico che suonava già bene. Non ci sono regole fisse insomma.
Contando quanta fatica si faccia a trovare posti dove suonare, voi avete collezionato centinaia di concerti ovunque, vi sentite molto come live band? Più facile suonare in Italia o all’estero dove avete fatto, e tuttora siete in UK, lunghi tour?
I dobermann sono assolutamente una band che funziona meglio dal vivo che in studio e che fa dei live il proprio stendardo d’orgoglio. Noi facciamo e abbiamo sempre fatto tutto da soli. Siamo manager, booker e roadie di noi stessi. Qualsiasi sia il contesto. Ovvio che adesso che le esigenze si stanno evolvendo, la band si è messa alla ricerca di qualcuno che possa prendere in mano una buona parte di questi compiti e aiutarla a raggiungere il livello successivo, che è quello dei festival Europei. Recentemente abbiamo iniziato a collaborare con K2 management per capire qualcosa di più di questo mondo di collaborazioni cui finora siamo rimasti un po’ profani.. e da entrambe le parti ci auguriamo che questa cosa possa giovarci a vicenda! Tornando a noi, In Italia ci sono crescenti difficoltà nel gestire il booking anche con locali di dimensione modesta, ma la cosa che proprio manca è il background. Viviamo molto di esterofilia sfortunatamente e quindi si tende a considerare più figo e all’altezza di un investimento economico, ciò che arriva da oltreconfine (sempre rimanendo in tema RnR). Ma prima di questo c’è alla base un atteggiamento mentale che dovremmo proprio cambiare. Siamo cosi abituati a farci anestetizzare, a lamentarci e a mettere etichette alle cose che facciamo nel nostro paese tutti i giorni, che l’abitudine ci porta a non capire la vera bellezza che custodiamo. Purtroppo è un dato di fatto che in Italia non si possa vivere di RnR. Ma se si è determinati, si può muovere il culo fuori dalla propria “comfort zone” e provare ad orientare i propri sforzi dove ci sono più possibilità. Nel caso specifico degli UK, il “beat”, la libertà creativa e il brivido di quel pizzico di insanità mentale che hanno i grandi artisti, si possono respirare a piccole dosi già nell’aria. E’ ormai un anno che vivo più in UK che in Italia e ho raccolto già una buona esperienza, suonando in grandi live club come gli 02 Academy, immensi festival come il Glastonbudget e pub e live club più piccoli. Il pubblico è difficile. Ma se hai qualcosa da dire e da trasmettere, quel pubblico difficile te lo farà capire. Sono nella patria dove è nato l’80 per cento del mio background musicale. Sono temprato dallo spirito di competizione che genera questo posto. Gli inglesi riducono tutto all’essenziale, sono pragmatici, si vendono benissimo e fanno del passaparola un arma micidiale. Sono la migliore palestra del mondo. Finire di suonare e sentire parlare di Rory Gallagher, Albert Lee o Gary Moore, il pubblico che, entusiasta, ti ha appena ascoltato suonare dall’inizio alla fine, espande i tuoi confini mentali. Davvero.
Avete aperto i concerti di tanti bei nomi, da Gilby Clarke a Marky Ramone, alla mia amica Eva Poles di cui ho fatto lo speciale Regina Veleno, come ci si sente a suonare con questi grandi nomi?
Ci si sente “sulla strada giusta”. Ogni volta. Un piccolo passo, una grande emozione da custodire. E quella voglia di “andare avanti cosi” e di non mollare per nessun motivo al mondo. Sapete una cosa? A volte desiderare di mollare è positivo. Lo è quando capisci di aver desiderato una sciocchezza, magari col brivido di un attimo appena vissuto sul palco. Ad ogni modo ognuno di noi, anche prima di questa esperienza coi Dobermann è stato avvezzo ad aperture di calibri intensi. Il mio curriculum comprende Hardcore Superstar, Quireboys, Steven Adler, LA GUNS, Marco Mendoza, Kee Marcello e tanti altri! Siamo musicisti navigati nel nostro settore underground, in Italia, e adesso stiamo cercando di fare lo stesso fuori dal nostro paese.
C’è qualcuno con cui vi siete trovati particolarmente bene o viceversa avuto problemi?
Abbiamo incontrato qualche stronzo durante il nostro percorso, ma fa parte del pacchetto. In compenso facciamo incontri utili e interessanti ogni giorno! Soprattutto in questo tour, che si sta volgendo ormai verso la fine, abbiamo avuto modo di conoscere persone di cuore, che ci hanno davvero dato tanto. La vita on the road ha dei risvolti fantastici in alcune occasioni.
L’Inghilterra dove siete attualmente in tour è nota per avere tanta fame di musica dal vivo, come vi siete trovati?
Benone. Questa, come esperienza di band Dobermann, è la nostra seconda volta in Regno Unito. Avendo suonato tutti i giorni abbiamo avuto qualche data sottotono, soprattutto nei primi giorni della settimana. Ma anche quando ad ascoltarci c’erano poche persone, siamo riusciti a conquistarli. E la loro approvazione si è palesata anche su internet nei giorni successivi! Per non parlare del merchandise!
Il riscontro di pubblico come è stato?
Come anticipato nella risposta precedente, OTTIMO. Ad aprile torneremo per un altro lungo tour in UK. Abbiamo investito su alcuni showcase infrasettimanali in alcune locali..e gli siamo piaciuti al punto da poterci ora permettere una rosa nuova di locali gestibili anche nei weekend! Personalmente, tra l’altro, conoscevo già il pubblico inglese: è un anno che per alcuni progetti paralleli vivo più della metà del mio tempo in UK e l’altra in Italia o dove ci porta il nostro costante tour.. !
Progetti futuri?
I festival europei sono il nostro goal. Le tappe intermedie che ci vedranno impegnati nei prossimi mesi prevedono la registrazione demo dei nuovi pezzi tra ottobre e novembre, ricerca serrata dell’etichetta, un tour in Spagna a metà Novembre 2016 e una cascata di date tra Italia, Svizzera, Austria, Germania, Olanda e Belgio, fino a Marzo 2016! La registrazione del disco nuovo (o EP, lo decideremo nelle prossime settimane) avverrà grosso modo in quel periodo. Dal 13 di aprile circa un nuovo, incredibile tour in UK e da infaticabili stakanovisti quali siamo, collaborazioni parallele. Nel mio caso specifico ho appena iniziato una nuova collaborazione con la cantante Aurora Dawn della Band ALABAMA 3 (quelli della sigla dei Soprano, proprio loro!) in UK! Sono molto motivato e onorato di poter far parte della squadra che quest’artista molto conosciuta sta mettendo insieme per registrare il suo disco. Al contempo continuerò a suonare anche con i Guns 2 Roses, il tributo Guns più conosciuto in Europa. Direi che non mancherà modo di tirarsi su le maniche!
Avete in programma un tour italiano?
Eeehm, noi siamo sempre, costantemente in tour. Italia compresa. Andate sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook per sapere dove e quando, e venite a sostenerci dal vivo!
Cosa pensate dei moderni sistemi di distribuzione digitale tipo Spotify e dei social?
I social e le distribuzioni digitali fanno parte del mercato pubblicitario moderno. Non accettarne la loro presenza e ostinarsi a non coglierne gli aspetti positivi è controproducente. Pur non essendo un grande sostenitore dell’utilizzo dei social diverso da quello professionale, devo ammettere che da quando esistono, porre la propria vetrina sulla piazza è diventato più facile che in passato.
Grazie del tempo dedicato e complimenti per la vostra musica.
Un saluto e un abbraccio caloroso a tutti i lettori di Tuttorock. Vi aspettiamo on the road!!
MAURIZIO DONINI
Membri:
Paul Del Bello
Antonio ‘Antuan’ Burzotta
Valerio ‘Ritchie’ Mohicano
http://www.dobermannweb.net
https://www.facebook.com/dobermann666
Ciao a tutti i lettori e alla redazione di Tuttorock innanzitutto! Grazie per i complimenti. Mi concedo ugualmente il lusso di sollazzarmene anche se sono nella band da meno di un anno in realtà. J
Sono entrato lo scorso novembre 2014 prendendo il testimone lasciato da Dario Orlando (il precedente chitarrista ndr) album compresi! Credetemi: è stata una responsabilità gravosa. La band aveva già assunto un identità di sound propria e col mio ingresso abbiamo dovuto riscuotere le fondamenta di ciò che era stato fatto fino a quel momento. Ho reso facilmente “miei” i pezzi con timbrica e sonorità hard & heavy più calorosi ma ne abbiamo evoluti altri al punto da cambiarli quasi del tutto! La direzione presa da quando mi occupo dell’ascia a sei corde della band è decisamente più orientata versoun riffing granitico, graffiate blues/shredder e condita dal buon sound del rock n roll vecchia scuola col quale sono cresciuto. Il vecchio Zakk dei “Pride & Glory” per intenderci, Van Halen, Padre Jimmy Page che non tramonta mai, Michael Schenker, Dimebag Darrel dei Pantera, solo per citarne alcuni. Ne potrei citare altri venti, e sicuramente arriverei a nominare Marty Friedman o Gary Moore prima o poi, quindi direi che anche se è stato affermato prima del mio arrivo, Megadeth e Thin lizzy si, fanno parte del background generale e delle influenze di alcuni elementi del gruppo, specialmente i Thin Lizzy, di cui sono anche io un grande fan! Di entrambe le band proponiamo anche un bel set di cover, nelle serate opportune!
Come è nata la band?
In poche parole Paul Del Bello (fondatore e bassista/cantante ndr) anni fa mi accennava già l’idea di tornare in pista con un progetto suo (era il bassista il Adam Bomb ndr) e lo ha fatto in modo originale, proponendo il connubio con cui i Dobermann sono riusciti a diffondere meglio il loro biglietto da visita per i primi 3 anni: rock duro cantato in Italiano. Ha cambiato un paio di volte la line-up ma la band si è data da fare in maniera instancabiles: si parla di qualcosa come 300 concerti in due anni e mezzo, senza un agenzia o un management, tutto “Do-it-yourself”. E col mio arrivo questi numeri non solo sono aumentati, ma anche geograficamente parlando, si è portato il 70 per cento delle attività oltreconfine, soprattutto in UK, dove, nello stesso periodo in cui mi è stato proposto di unirmi alla band per un tour di 50 date programmate tra inizio novembre 2014 e fine dicembre 2014, stavo già creando la mia rete di lavoro con altre realtà musicali dislocate in Londra con visibilità live di tutto rispetto. I miei contatti e quelli di Paul stanno tutt’ora conferendo alla band un flusso di ottime cose.. che vi sveleremo piano piano nei prossimi mesi!
Il nome Dobermann da dove proviene?
Anche nel nome si è cercata la stessa immediatezza ed impatto della musica della band.. ”Dobermann” è efficacissimo. Lo si impara in un secondo ed è anche bello da dire. Probabilmente, ha una qualche richiamo col logo dei Motorhead.. mi piace pensarla così. Vi racconto anche un aneddoto divertente in merito al nome. Quasi la totalità degli inglesi che gestisce i posti in cui andiamo a suonare, promoter compresi, si sentono in dovere di “correggere” il nostro nome. Per loro “Dobermann” è “gramatically incorrect” ed ecco che in un sacco di advertisement pubblicitari, ci ritroviamo in credito di una “N” nella parte finale del nome! Eppure basterebbe googlarlo per apprendere che l’origine crucca della parola la richiede! Lol
Per esservi formati nel 2011 vi siete già caratterizzati per avere prodotto 1 EP e 2 full lenght, avete tanta musica da mettere giù.
E ce ne sarà ancora di più. Siamo in lavorazione sul nuovo disco, che finalmente avrà anche la mia firma e suoniamo dal vivo già ben sei brani inediti di quelli che più ci hanno convinto jammandoci su, sopratttutto in UK stiamo avendo modo di testarne il riscontro live.. ed è entusiasmante! Naturalmente la setlist varia molto, anche da sera a sera, ma è sempre condita dai grandi classici dei primi due dischi, qualche chicca meno inflazionata qua e la, e, quando serve, abbiamo un ottimo repertorio cover, dal blues al metal. Davvero molto versatile!
Avete una bella formazione classica, l’elettronica ed i software come si pongono in questo ambito?
Semplicemente NON si pongono. Facciamo rock n roll alla vecchia maniera. Feeling, energia, sudore e chitarre a tutto volume. Il resto non serve a un cazzo.
I vostri testi sono forti ed interessanti e rispecchiano molto della società, che visione avete del mondo moderno?
Non facciamo altro che prendere le nostre esperienze vissute, contestualizzarle col buono e il cattivo del mondo, aggiungervi il nostro inconfondibile cinismo ed il marchio di fabbrica Dobermann è pronto! La maggior parte dei testi è in realtà introspettiva e in alcune occasioni parla dei propri sogni.
In generale io penso non esista nulla di più importante di questo.
Come si evolve il percorso di creazione, avete ruoli precisi, testo, musica, o fate tutto assieme?
Generalmente si va in sala prove con qualche idea e le si jamma insieme. Prima del mio arrivo so per certo che Paul si occupava della totalità del processo creativo e si faceva aiutare in fase di arrangiamento..e infatti, a mio parere, i riff di chitarra dei primi due album suonavano molto ritmici e crudi. Adesso generalmente cominciamo con un bel riffone, ci costruiamo attorno le idee ritmiche e la struttura del pezzo, arrangiamenti e cori compresi. Da li, tramite reciproche approvazioni, quando sentiamo che “funziona” solitamene è Paul a provvedere al testo. In alcuni casi è anche successo che un idea vocale venisse fuori con un accompagnamento melodico che suonava già bene. Non ci sono regole fisse insomma.
Contando quanta fatica si faccia a trovare posti dove suonare, voi avete collezionato centinaia di concerti ovunque, vi sentite molto come live band? Più facile suonare in Italia o all’estero dove avete fatto, e tuttora siete in UK, lunghi tour?
I dobermann sono assolutamente una band che funziona meglio dal vivo che in studio e che fa dei live il proprio stendardo d’orgoglio. Noi facciamo e abbiamo sempre fatto tutto da soli. Siamo manager, booker e roadie di noi stessi. Qualsiasi sia il contesto. Ovvio che adesso che le esigenze si stanno evolvendo, la band si è messa alla ricerca di qualcuno che possa prendere in mano una buona parte di questi compiti e aiutarla a raggiungere il livello successivo, che è quello dei festival Europei. Recentemente abbiamo iniziato a collaborare con K2 management per capire qualcosa di più di questo mondo di collaborazioni cui finora siamo rimasti un po’ profani.. e da entrambe le parti ci auguriamo che questa cosa possa giovarci a vicenda! Tornando a noi, In Italia ci sono crescenti difficoltà nel gestire il booking anche con locali di dimensione modesta, ma la cosa che proprio manca è il background. Viviamo molto di esterofilia sfortunatamente e quindi si tende a considerare più figo e all’altezza di un investimento economico, ciò che arriva da oltreconfine (sempre rimanendo in tema RnR). Ma prima di questo c’è alla base un atteggiamento mentale che dovremmo proprio cambiare. Siamo cosi abituati a farci anestetizzare, a lamentarci e a mettere etichette alle cose che facciamo nel nostro paese tutti i giorni, che l’abitudine ci porta a non capire la vera bellezza che custodiamo. Purtroppo è un dato di fatto che in Italia non si possa vivere di RnR. Ma se si è determinati, si può muovere il culo fuori dalla propria “comfort zone” e provare ad orientare i propri sforzi dove ci sono più possibilità. Nel caso specifico degli UK, il “beat”, la libertà creativa e il brivido di quel pizzico di insanità mentale che hanno i grandi artisti, si possono respirare a piccole dosi già nell’aria. E’ ormai un anno che vivo più in UK che in Italia e ho raccolto già una buona esperienza, suonando in grandi live club come gli 02 Academy, immensi festival come il Glastonbudget e pub e live club più piccoli. Il pubblico è difficile. Ma se hai qualcosa da dire e da trasmettere, quel pubblico difficile te lo farà capire. Sono nella patria dove è nato l’80 per cento del mio background musicale. Sono temprato dallo spirito di competizione che genera questo posto. Gli inglesi riducono tutto all’essenziale, sono pragmatici, si vendono benissimo e fanno del passaparola un arma micidiale. Sono la migliore palestra del mondo. Finire di suonare e sentire parlare di Rory Gallagher, Albert Lee o Gary Moore, il pubblico che, entusiasta, ti ha appena ascoltato suonare dall’inizio alla fine, espande i tuoi confini mentali. Davvero.
Avete aperto i concerti di tanti bei nomi, da Gilby Clarke a Marky Ramone, alla mia amica Eva Poles di cui ho fatto lo speciale Regina Veleno, come ci si sente a suonare con questi grandi nomi?
Ci si sente “sulla strada giusta”. Ogni volta. Un piccolo passo, una grande emozione da custodire. E quella voglia di “andare avanti cosi” e di non mollare per nessun motivo al mondo. Sapete una cosa? A volte desiderare di mollare è positivo. Lo è quando capisci di aver desiderato una sciocchezza, magari col brivido di un attimo appena vissuto sul palco. Ad ogni modo ognuno di noi, anche prima di questa esperienza coi Dobermann è stato avvezzo ad aperture di calibri intensi. Il mio curriculum comprende Hardcore Superstar, Quireboys, Steven Adler, LA GUNS, Marco Mendoza, Kee Marcello e tanti altri! Siamo musicisti navigati nel nostro settore underground, in Italia, e adesso stiamo cercando di fare lo stesso fuori dal nostro paese.
C’è qualcuno con cui vi siete trovati particolarmente bene o viceversa avuto problemi?
Abbiamo incontrato qualche stronzo durante il nostro percorso, ma fa parte del pacchetto. In compenso facciamo incontri utili e interessanti ogni giorno! Soprattutto in questo tour, che si sta volgendo ormai verso la fine, abbiamo avuto modo di conoscere persone di cuore, che ci hanno davvero dato tanto. La vita on the road ha dei risvolti fantastici in alcune occasioni.
L’Inghilterra dove siete attualmente in tour è nota per avere tanta fame di musica dal vivo, come vi siete trovati?
Benone. Questa, come esperienza di band Dobermann, è la nostra seconda volta in Regno Unito. Avendo suonato tutti i giorni abbiamo avuto qualche data sottotono, soprattutto nei primi giorni della settimana. Ma anche quando ad ascoltarci c’erano poche persone, siamo riusciti a conquistarli. E la loro approvazione si è palesata anche su internet nei giorni successivi! Per non parlare del merchandise!
Il riscontro di pubblico come è stato?
Come anticipato nella risposta precedente, OTTIMO. Ad aprile torneremo per un altro lungo tour in UK. Abbiamo investito su alcuni showcase infrasettimanali in alcune locali..e gli siamo piaciuti al punto da poterci ora permettere una rosa nuova di locali gestibili anche nei weekend! Personalmente, tra l’altro, conoscevo già il pubblico inglese: è un anno che per alcuni progetti paralleli vivo più della metà del mio tempo in UK e l’altra in Italia o dove ci porta il nostro costante tour.. !
Progetti futuri?
I festival europei sono il nostro goal. Le tappe intermedie che ci vedranno impegnati nei prossimi mesi prevedono la registrazione demo dei nuovi pezzi tra ottobre e novembre, ricerca serrata dell’etichetta, un tour in Spagna a metà Novembre 2016 e una cascata di date tra Italia, Svizzera, Austria, Germania, Olanda e Belgio, fino a Marzo 2016! La registrazione del disco nuovo (o EP, lo decideremo nelle prossime settimane) avverrà grosso modo in quel periodo. Dal 13 di aprile circa un nuovo, incredibile tour in UK e da infaticabili stakanovisti quali siamo, collaborazioni parallele. Nel mio caso specifico ho appena iniziato una nuova collaborazione con la cantante Aurora Dawn della Band ALABAMA 3 (quelli della sigla dei Soprano, proprio loro!) in UK! Sono molto motivato e onorato di poter far parte della squadra che quest’artista molto conosciuta sta mettendo insieme per registrare il suo disco. Al contempo continuerò a suonare anche con i Guns 2 Roses, il tributo Guns più conosciuto in Europa. Direi che non mancherà modo di tirarsi su le maniche!
Avete in programma un tour italiano?
Eeehm, noi siamo sempre, costantemente in tour. Italia compresa. Andate sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook per sapere dove e quando, e venite a sostenerci dal vivo!
Cosa pensate dei moderni sistemi di distribuzione digitale tipo Spotify e dei social?
I social e le distribuzioni digitali fanno parte del mercato pubblicitario moderno. Non accettarne la loro presenza e ostinarsi a non coglierne gli aspetti positivi è controproducente. Pur non essendo un grande sostenitore dell’utilizzo dei social diverso da quello professionale, devo ammettere che da quando esistono, porre la propria vetrina sulla piazza è diventato più facile che in passato.
Grazie del tempo dedicato e complimenti per la vostra musica.
Un saluto e un abbraccio caloroso a tutti i lettori di Tuttorock. Vi aspettiamo on the road!!
MAURIZIO DONINI
Membri:
Paul Del Bello
Antonio ‘Antuan’ Burzotta
Valerio ‘Ritchie’ Mohicano
http://www.dobermannweb.net
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Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.