DJOMI – Intervista al vincitore del Festival di Castrocaro 2023
In occasione dell’uscita del nuovo album “FINALMENTE” (ADA Music Italy), ho avuto il piacere di intervistare Domenico Giovanni Pini, in arte Djomi, giovane rapper che arriva da Cervia.
Djomi ha già all’attivo due album: Il Difetto Dei Pregi pubblicato nel 2020 e Djomi Unchained Vol. 1 pubblicato nel 2021.
È il vincitore del contest Reel Talk 2021, organizzato da Real Talk, uno dei canali YouTube più importanti della scena rap italiana e nello stesso anno si è esibito in occasione del concerto del Primo Maggio a Roma.
Nel 2022 apre il concerto di Davide Shorty all’Under Fest e vince il Tour Music Fest nella categoria Rapper.
A giugno 2023 ha partecipato a uno stage per autori nell’ambitissimo Berklee College of Music di Boston dopo essere stato apprezzato da alcuni docenti durante la finalissima del Tour Music Fest a San Marino.
Ha inoltre aperto il concerto dei Nomadi in occasione della festa per i loro 60 anni di musica.
Ad agosto è stato tra i giovani rapper scelti per animare la nona edizione di Under Fest (direzione artistica di Moder e Kenzie), un festival nato per celebrare lo spirito hip hop delle origini e la scena rap underground. In questa occasione Djomi – insieme ad altri artisti – ha aperto il live di Tormento.
Il 23 settembre vince il 65° Festival Di Castrocaro e il 29 ottobre sarà tra i 4 finalisti che si contenderanno il Premio Lunezia, il riconoscimento dedicato alla valorizzazione musicale-letteraria delle canzoni italiane.
Ciao Djomi e benvenuto su TuttoRock, parliamo subito di “Finalmente”, il tuo nuovo album, che riscontri stai avendo?
Ciao e grazie! Devo dire che i riscontri sono davvero molto positivi! Speravo proprio che i miei ascoltatori rispondessero con così tanto entusiasmo e questo paradossalmente mi spinge a pensare già a nuova musica.
“Finalmente”, cos’ha fatto Djomi in questi due anni?
Mi sono messo sotto, con umiltà e tenacia. Voglio dare di più, migliorare, ora più che mai bisogna rimboccarsi le maniche. Ho studiato, sperimentato e cercato nuove e continue fonti di ispirazioni. Sento di poter crescere ancora tanto, quindi come si dice: testa bassa e lavorare!
Ho ascoltato più volte il tuo album ed ogni volta il mio brano preferito è cambiato, fatto che sta ad indicare la grande qualità del tuo lavoro. Tu, riascoltandoti, hai trovato un brano che ti ha fatto dire: “Questo mi è venuto proprio bene”?
È una cosa bellissima da sentirsi dire, grazie! Anche io non saprei proprio scegliere, sono tutti brani che ho curato nel dettaglio proprio perché il mio scopo è questo: devono essere tutti all’altezza delle aspettative e valorizzati al massimo, altrimenti dalla cantina non escono. E ti assicuro che a volte ci sono rimasti per anni (ride -ndr).
Che aspettative avevi quando hai partecipato al prestigioso Festival di Castrocaro e come hai accolto la vittoria finale?
Non avevo alcuna aspettativa, a essere sincero. Ho pensato che partecipare a un’esperienza del genere fosse funzionale alla mia crescita e basta. E invece ho vinto, e questo mi ha quasi sorpreso: ero circondato da artisti eccezionali, decisamente un motivo ulteriore per essere fiero di me.
Finalista anche al Premio Lunezia 2023, ora ti senti pronto per il Festival di Sanremo?
Il Premio Lunezia è molto prestigioso e sono onorato di essere in finale, vediamo come andrà. Pronto per Sanremo? Non so se ci si può sentire pronti, alla mia età e con tutta una strada ancora da percorrere, sicuramente la sola idea mi elettrizza tantissimo! Sarebbe un sogno, e un’ulteriore sfida personale. Mi piacciono le sfide, le affronto sempre con grande entusiasmo.
Quando e com’è avvenuto il tuo avvicinamento al mondo della musica?
Ho due genitori musicisti, questo ha indubbiamente contribuito a farmi crescere in un ambiente contaminato dalla musica ovunque io andassi e qualsiasi cosa facessi. Il mio primo approccio “fisico” è stato con… Guitar Hero!
Il nome Djomi invece come nasce?
L’ha inventato mia nonna involontariamente! Eravamo a tavola, stavamo conversando, e lei a un certo punto ha pronunciato Domi (come di solito mi chiama) in maniera strana: è venuto fuori “Djomi”. Da allora è il mio soprannome, e quindi poi è diventato il mio nome d’arte.
In un mondo di superficialità e di suoni astratti, fai parte di quella sempre più rara schiera di chi racconta storie accompagnate da strumenti veri, ti senti un po’ una mosca bianca?
Ho fatto una scelta di stile ma credo che qualsiasi modo di fare musica, se valorizzato, vada bene. In un eventuale dibattito magari non mi piace tanto parlarne, ma all’ascolto delle mie canzoni la presenza di strumenti veri si sente moltissimo ed è quello che importa davvero.
Qual è il tuo più grande sogno musicale?
È molto semplice, ed è difficile realizzarlo ma è lo scopo che voglio ottenere più di qualsiasi altra cosa: fare il musicista per professione.
Hai già qualche data live in programma?
Ci sto lavorando, sui miei social annuncio sempre tutte le novità quindi appena potrò ve lo dico da lì!
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie a voi per il tempo che mi avete dedicato! Chiudo dicendo questo, a te che stai leggendo: se ti verrà mai la pazza idea di intraprendere un cammino nella musica, non perdere mai la motivazione, l’entusiasmo, non ti arrendere. E non perdere mai quella scintilla che ti rende speciale.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.