DINELLI – Il cantautore toscano presenta il nuovo disco solista “Tiny Seeds …
In occasione della pubblicazione del suo secondo disco solista, “Tiny Seeds”, ho avuto il piacere di intervistare Lorenzo Dinelli, cantautore di origini toscane con alle spalle una lunga carriera nella scena hardcore punk con la band Seed’N’Feed. Il disco, seconda fatica solista dell’artista, è composto da tredici brani cantati in inglese attraverso i quali Dinelli dà voce alla vita e alle sue problematiche che accomunano tutti noi, esplorando generi che vanno dal folk al rock alternativo, passando per il cantautorato, in una miscela sonora da lui stesso definita “nomade”.
Ciao Lorenzo, piacere, benvenuto su Tuttorock, ti chiedo subito come sta andando il tuo secondo disco solista, “Tiny Seeds”.
Ciao! Piacere mio! Il disco sta lentamente crescendo negli ascolti e ci sono progetti finalmente per il futuro e concerti in arrivo!
12 brani inediti uno più bello dell’altro, scritti in quale lasso di tempo?
Grazie! Ho iniziato a scriverli più o meno sul finire del 2018, poi abbiamo iniziato le registrazioni nell’inverno 2019, tra Pisa, Milano e Viareggio, ed è stato ultimato a luglio 2020. Poi, chiaramente, per cause a tutti note, ha avuto un delay di un anno ed è stato pubblicato il 18 giugno del 2021.
Oltre a questi brani c’è anche spazio per una cover di “All My Life” di Evan Dando, come mai hai scelto proprio questa canzone?
Il senso e il messaggio di questo pezzo di Evan Dando dal suo disco solista bellissimo, “Baby I’ m bored”, mi accompagna da anni e trovo sia molto semplice e bello. Ho sentito che stava bene nel concept del mio disco ed ho deciso di fare un piccolo tributo a questo grande artista.
Come avviene solitamente la genesi di una tua canzone? Testo e melodia nascono insieme?
Non succede sempre allo stesso modo: il più delle volte, nasce da un riff molto ispirazionale che evoca un messaggio preciso, altre volte può essere una melodia che rimbalza con un frase durante la notte, altre un concetto il quale si ha l’esigenza di mettere in forma musicale.
Le tematiche sono storie di vita, di umanità, sono testi autobiografici?
Sì, sono autobiografici, canzoni che partono da un punto di vista molto personale. Ho sempre scritto in questo modo ed è l’unica maniera che funziona per quanto mi riguarda. Ogni pezzo raccoglie un pensiero personale preciso, legato a momenti diversi trascorsi in questi ultimi 3/4 anni.
Tutti i brani, a differenza del precedente tuo disco solista, sono in lingua inglese, come mai questa scelta?
Mia nonna era inglese ed ho sempre scritto con lei fin da adolescente canzoni, che poi magari lei mi correggeva, ho sempre parlato inglese in casa e la musica anglofona è indubbiamente parte del mio background. Scrivere questo disco in inglese è stato naturale, anche perché certe tematiche potevano essere espresse in maniera più immediata con quella lingua.
Apprezzo veramente moltissimo tutto il disco ma se dovessi scegliere una traccia ti direi “Endless Optimism”, ti dico anche il perché, adoro il violoncello e le melodie che hai creato sono stupende. Tu, una volta ascoltato per la prima volta tutto il tuo album, ti sei detto di un brano in particolare, “Questo mi è venuto davvero bene”?
Ti ringrazio dei complimenti! Onorato! “Endless Optimism” è un pezzo che sento molto, che continua ad essere uno dei miei preferiti e al quale sono più legato. Il disco ha richiesto tempo e molti test di mixaggio, prima di trovare la sua forma definitiva grazie alla grande capacità e sensibilità di un amico fonico come Leonardo Magnolfi a EL-SOP Recording studio di Firenze. Quando è finito non ho avuto la capacità di fare la mia “top Five” tra i brani che lo componevano, perché ognuno è diverso dall’altro, e sono legato ad ognuno di essi. Ma oggi, con un po’ di distanza, sento che ci sono dei pezzi che sono usciti nella loro immediatezza e urgenza in maniera veramente perfetta per come li avevo immaginati, uno ad esempio è “I killed a Man”, ultima traccia del disco.
Una lunga carriera nella hardcore punk band “Seed’N’Feed” poi la svolta folk, quando è scattata in te la scintilla che ti ha portato verso questa strada?
In realtà era presente da un bel po’. Ho sempre composto musica partendo da chitarra acustica, accordi aperti, arpeggi eccetera… quindi la mia era una predisposizione a quel tipo di suono che vive dentro di me da tanto tempo.
Il tuo lato punk è definitivamente messo da parte?
Assolutamente no!! (ride – ndr), mai!! Il 24 settembre uscirà un disco nuovo della mia band storica, Seed’n’feed, intitolato “Punk rock Zombie”, e ti ho detto tutto!… Musica ad alta velocità!
So che sabato scorso hai presentato il disco dal vivo, com’è andata?
Sabato 26 giugno abbiamo fatto il primo release di “Tiny Seeds” nella splendida cornice del Surfer Joe a Livorno, praticamente sul mare! Un posto meraviglioso… e la fortuna è che ho con me, per questo disco, quando le condizioni lo permettono, 5 musicisti incredibili con cui collaboro per presentare al meglio “Tiny Seeds”.
Hai altri live in programma?
Sì, certo, seguendo i miei social si trovano tutte le date aggiornate per questo luglio e agosto e a breve anche per la stagione autunnale… finalmente si risuona!
Con i Seed N’ Feed hai girato l’Europa, c’è un paese, una città, un palco in particolare dove ti piacerebbe portare dal vivo il tuo progetto solista?
Cavolo, sì! Sarei strafelice ad esempio di risuonare ad Amburgo con questo disco… o a Utrecht… questi sono posti dove tornerei volentieri! Ma in generale poter viaggiare, suonare e conoscere nuove persone e nuovi luoghi, questo sarebbe bello!
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Ringrazio te per il tempo che mi hai dedicato! Vi lascio dicendo di dare una chance di ascolto al mio disco e ai testi anche se sono in inglese, non fatevi spaventare, potreste trovare 13 piccoli semi da far germogliare nella vostra playlist! Yo!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.