DIMITRI GRECHI ESPINOZA – Intervista su “Love is a losing game”
Dimitri Grechi Espinoza nasce a Mosca nel 1965. Il 1998 è l’anno in cui fonda il gruppo di ricerca musicale Dinamitri Jazz Folklore collaborando con la compagnia congolese Yela wa nell’ambito della musica di guarigione Kongo. Allo stesso tempo, attraverso il suo progetto di sax solo “Oreb” si dedica allo studio del rapporto tra suono, spazio-sonoro e sul suo significato spirituale, contribuendo così al riportare la musica alla sua originaria funzione di “dialogo” con il Sacro.
Buongiorno Dimitri, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Il sax è il mio secondo strumento preferito dopo la chitarra elettrica, trovo che il suono del sax sia davvero incredibile. Come ti sei avvicinato alla musica e a questo strumento?
Grazie Maurizio per l’interesse al mio progetto in sax solo. È il sax che ha trovato me. Da piccolo mi piaceva il pianoforte, ma per varie circostanze non sono riuscito a studiarlo, e un bel giorno, a 17 anni mentre avevo scoperto il Blues, un mio amico mi ha parlato del sax tenore, di C. Clemons con Bruce Springsteen e me lo ha fatto ascoltare, e la cosa buffa è stata che nel 92, mentre vivevo a New York ho suonato con i “Tramps Like Us” che era la cover band ufficiale di Springsteen.
Ho trovato estremamente interessante il discorso della musica di guarigione Kongo, puoi approfondire l’argomento spiegandoci di cosa si tratta?
Le culture tradizionali, come quella Kongo, hanno una conoscenza cosmologica che viene applicata alle varie espressioni umane e fa parte integrante della vita comunitaria. Guarire con il suono non è inteso nella accezione moderna della musicoterapia. Si tratta di usare il suono e il ritmo, insieme alla danza e alle maschere per mantenere il rapporto cosciente con l’ordine cosmico e “curare” le disarmonie che compromettono l’equilibrio della comunità stessa. Per realizzare una vera guarigione un individuo deve, secondo tale tradizione, conoscere il posto che occupa nell’equilibrio del Cosmo e come esso “canta e danza”.
Altrettanto potente è il discorso delle due anime contrapposte, ma unite, che vivono all’interno della tua essenza, una sorta di Yin e Yang?
Questa frase è una mia parafrasi di un testo vedico che parla di due uccelli su un ramo, dei quali uno agisce e l’altro osserva. Essa descrive bene la mia esperienza interiore durante il sax solo. Si tratta di una apparente dualità, perché per potere osservare la coppia di complementari bisogna che vi sia “una” coscienza che le osserva.
Come è nato questo progetto di rielaborare brani jazz in chiave solo sax?
È nato e si è sviluppato in maniera naturale dato che amo l’ormai “vecchio jazz”, e sono cresciuto, oltre che suonando il Blues, anche studiando e suonando gli standards. E con questo lavoro cerco di dare, all’ascoltatore, un punto di vista nuovo ed essenziale di alcuni dei piccoli capolavori che sono presenti nel repertorio di ogni jazzista.
Arrivare a registrare all’interno della Cisterna Romana di Volterra, che esperienza è stata? Cosa ha comportato?
Suonare un intero giorno nella cisterna romana mi ha consentito di conoscerla più profondamente attraverso il suo reverbero. È infatti solo attraverso l’udito, che noi esseri umani possiamo riuscire ad andare al di là della forma. Registrare in questa epoca è diventato facile in qualsiasi situazione, basta un mic e un computer con una buona scheda audio. Poi con Ponderosa lo abbiamo mixato al RedRoom che è uno studio vicino Pisa di un mio allievo di sax con il quale ho registrato 2 dei precedenti cd.
Che criterio hai seguito per la scelta dei brani da eseguire?
Ho semplicemente scelto quelli che, avendoli suonati nel corso degli anni passati mi sembravano ben equilibrati e in grado di trasmettere all’ascoltatore la bellezza che io stesso ricevo ogni volta che li suono.
Alla scelta del titolo del disco che significato hai voluto dare?
Mi aveva colpito molto il brano di A. Winehouse e anche il titolo, così mentre provavo a suonarlo ho scoperto che “Love is a Losing Game” per me si riferisce al perdere, mentre si ama l’idea di “sono Io che amo”.
Progetti futuri? Hai in arrivo anche date dal vivo?
Con Toscana Produzione Musica abbiamo iniziato un progetto che si chiama “Mali Blues” dove torno a suonare il sax alto in compagnia di Gabrio Baldacci alla chitarra, baritono ed effetti e Andrea Beninati alla batteria e violoncello. Suoniamo sulle idee che mi hanno lasciato i musicisti Tuareg che ho conosciuto e il Blues che è ancora un mio compagno di viaggio fondamentale. Per quanto riguarda il nuovo lavoro in sax solo sarò Il 30 Aprile, per l’international jazz day alla Piscina Mirabili ai Campi Fregrei e il 1 Maggio nella cattedrale di Pozzuoli grazie al Pozzuoli jazz festival.
MAURIZIO DONINI
Band:
Dimitri Grechi Espinoza
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.