DILO – Intervista al cantante e chitarrista
by Monica Atzei
28 Febbraio 2017
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Oggi intervisto per Tuttorock Corrado De Lorenzo in arte Dilo che ha pubblicato il suo primo EP Dettagli Cromatici il 3 febbraio scorso. Vediamo cosa ci racconta…
Ciao Dilo! Innanzitutto come mai hai scelto questo nome per la tua carriera solista?
Ciao ! Dilo era il soprannome che avevo nella compagnia degli amici di Seregno, da adolescente. Faccio “de lorenzo” di cognome, ma per gli amici ero e sono “il dilo”.
Hai appena pubblicato il tuo primo EP Dettagli Cromatici, ci parli di questo progetto?
È un progetto che ha preso forma due anni fa, dopo lo scioglimento del power rock trio in cui ho militato per tanti anni. In pochi mesi ho messo insieme 13/14 pezzi. Mi sembravano buoni e diversi dai brani che avevo scritto fino ad allora: intimi e sinceri. ho chiesto allora all’amico Daniele Molteni, chitarrista di grandissimo gusto, di aiutarmi negli arrangiamenti. Con lui abbiamo lavorato di cesello, togliendo il superfluo e in un anno abbiamo realizzato questo primo EP. L’idea di fondo è quella della sottrazione. Niente patinature negli arrangiamenti: abbiamo usato pochi strumenti, impiegando però estrema cura nelle registrazioni e nel mix finale. Per preservare la genuinità delle canzoni, abbiamo anche scelto di registrarle in presa diretta e senza il click/tempo in cuffia.
Ho ascoltato il tuo lavoro: spaccati di vita quotidiana, società, stati d’animo…bei testi davvero! Quando lo hai scritto? Dove scrivi solitamente?
Preso atto di non avere la stoffa del cantastorie, ho pensato fosse imperativo scrivere in modo sincero. Ho raccontato le mie paure, le mie ossessioni e le mie speranze, prendendo spunto dal mio quotidiano. Non perché la mia vita sia particolarmente interessante, ma perché se racconti balle, il risultato è falso e scrivere canzoni diventa un esercizio retorico fine a sé stesso. Di solito scrivo in casa. Non è che decida di scrivere una canzone. Quando sono in vena strimpello accordi a caso (di solito di prima mattina) e mi escono delle idee melodiche. Se sono fortunato le parole arrivano quasi subito. In altri casi passano settimane o mesi perché il testo sia completato.
Mi ha colpito moltissimo la canzone Il Capotasto specialmente i versi “L’inverno che non hai chiuso mai, le strade che hai scelto di camminare, gli abbracci che non hai dato…” Com’è nata?
Sono contento di questa tua passione per “il capotasto”. È forse il brano più difficile e meno immediato del disco. Il capostato è quella barretta di ferro che metti sulla chitarra per alzarne la tonalità. Pensavo sarebbe stato bello averne uno grandissimo per alzarmi sopra la paure, le ansie e le ossessioni. è una canzone che parla del desiderio di andare oltre tutto ciò che ci blocca per vivere pienamente e serenamente la nostra vita, lasciando il passato dove deve stare: fra le cose che non puoi più cambiare.
Quando hai cominciato a fare musica tu quale cantanti o band ascoltavi? Ed ora?
Prestissimo. Intorno agli 11 anni. Ho suonato sempre in band, coprendo i generi più disparati. Mi importa poco del vestito, mi focalizzo piuttosto sullo spessore della canzone. Passo in scioltezza dall’ascolto dell’hard rock, alla dance fino ai nostri cantautori. Ascolto davvero di tutto con poche preclusioni di genere: Bowie, Beatles, Police, Supertramp, Dalla, Fossati, Niccolò Fabi, Foo Fighters e Nirvana. Ho però tre ossessioni musicali: David Sylvian, The Beatles e Lucio Battisti. Ascolto questi tre artisti quotidianamente. Mi piace moltissimo il nuovo pezzo di Brunori Sas “La verità”. Mi ricorda il miglior de Gregori. È un pezzo bellissimo; una perla.
Dopo questa pubblicazione cosa dobbiamo aspettarci da Dilo?
La pubblicazione di un disco completo di 12/13 brani – spero entro fine anno . e tanti concerti live insieme alla mia superband
Grazie Dilo e Buona Vita!
Grazie e buona vita a te !!
MONICA ATZEI
https://www.facebook.com/corradodilodelorenzo
Ciao Dilo! Innanzitutto come mai hai scelto questo nome per la tua carriera solista?
Ciao ! Dilo era il soprannome che avevo nella compagnia degli amici di Seregno, da adolescente. Faccio “de lorenzo” di cognome, ma per gli amici ero e sono “il dilo”.
Hai appena pubblicato il tuo primo EP Dettagli Cromatici, ci parli di questo progetto?
È un progetto che ha preso forma due anni fa, dopo lo scioglimento del power rock trio in cui ho militato per tanti anni. In pochi mesi ho messo insieme 13/14 pezzi. Mi sembravano buoni e diversi dai brani che avevo scritto fino ad allora: intimi e sinceri. ho chiesto allora all’amico Daniele Molteni, chitarrista di grandissimo gusto, di aiutarmi negli arrangiamenti. Con lui abbiamo lavorato di cesello, togliendo il superfluo e in un anno abbiamo realizzato questo primo EP. L’idea di fondo è quella della sottrazione. Niente patinature negli arrangiamenti: abbiamo usato pochi strumenti, impiegando però estrema cura nelle registrazioni e nel mix finale. Per preservare la genuinità delle canzoni, abbiamo anche scelto di registrarle in presa diretta e senza il click/tempo in cuffia.
Ho ascoltato il tuo lavoro: spaccati di vita quotidiana, società, stati d’animo…bei testi davvero! Quando lo hai scritto? Dove scrivi solitamente?
Preso atto di non avere la stoffa del cantastorie, ho pensato fosse imperativo scrivere in modo sincero. Ho raccontato le mie paure, le mie ossessioni e le mie speranze, prendendo spunto dal mio quotidiano. Non perché la mia vita sia particolarmente interessante, ma perché se racconti balle, il risultato è falso e scrivere canzoni diventa un esercizio retorico fine a sé stesso. Di solito scrivo in casa. Non è che decida di scrivere una canzone. Quando sono in vena strimpello accordi a caso (di solito di prima mattina) e mi escono delle idee melodiche. Se sono fortunato le parole arrivano quasi subito. In altri casi passano settimane o mesi perché il testo sia completato.
Mi ha colpito moltissimo la canzone Il Capotasto specialmente i versi “L’inverno che non hai chiuso mai, le strade che hai scelto di camminare, gli abbracci che non hai dato…” Com’è nata?
Sono contento di questa tua passione per “il capotasto”. È forse il brano più difficile e meno immediato del disco. Il capostato è quella barretta di ferro che metti sulla chitarra per alzarne la tonalità. Pensavo sarebbe stato bello averne uno grandissimo per alzarmi sopra la paure, le ansie e le ossessioni. è una canzone che parla del desiderio di andare oltre tutto ciò che ci blocca per vivere pienamente e serenamente la nostra vita, lasciando il passato dove deve stare: fra le cose che non puoi più cambiare.
Quando hai cominciato a fare musica tu quale cantanti o band ascoltavi? Ed ora?
Prestissimo. Intorno agli 11 anni. Ho suonato sempre in band, coprendo i generi più disparati. Mi importa poco del vestito, mi focalizzo piuttosto sullo spessore della canzone. Passo in scioltezza dall’ascolto dell’hard rock, alla dance fino ai nostri cantautori. Ascolto davvero di tutto con poche preclusioni di genere: Bowie, Beatles, Police, Supertramp, Dalla, Fossati, Niccolò Fabi, Foo Fighters e Nirvana. Ho però tre ossessioni musicali: David Sylvian, The Beatles e Lucio Battisti. Ascolto questi tre artisti quotidianamente. Mi piace moltissimo il nuovo pezzo di Brunori Sas “La verità”. Mi ricorda il miglior de Gregori. È un pezzo bellissimo; una perla.
Dopo questa pubblicazione cosa dobbiamo aspettarci da Dilo?
La pubblicazione di un disco completo di 12/13 brani – spero entro fine anno . e tanti concerti live insieme alla mia superband
Grazie Dilo e Buona Vita!
Grazie e buona vita a te !!
MONICA ATZEI
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Monica Atzei
Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.