Diario di bordo del live streaming (e non solo) della band Five Ways To Nowhere
In occasione dei live all’Hotel Hard Rock in Svizzera e di quello in streaming abbiamo chiesto a Matteo Teo Lassandro, chitarrista della band, di scrivere un diario di bordo su questi eventi e abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
“Ecco una sorta di “tema sul Rock N Roll” per raccontarvi l’esperienza del weekend del 12 e13 marzo. Partiamo dall’inizio. I FIVE WAYS TO NOWHERE non hanno alcuna agenzia di booking, ma il lavoro è sempre stato fatto dal sottoscritto. Chi ha una band sa perfettamente che si tratta di un lavoro molto lungo, che richiede innanzitutto voglia di sbattersi e tempo da investire: occorre cercare su internet i locali, i gestori, i promoter ed inviare letteralmente migliaia di Email. La percentuale di risposte generalmente è piuttosto bassa (in Italia è sicuramente inferiore al 10% rispetto alle mail inviate, mentre all’estero, almeno nella mia esperienza, si aggira tra il 15% ed il 20%), ma non bisogna demordere. Essendo piuttosto schematico e pignolo, ho affinato un mio metodo nel corso degli anni: archivio accuratamente le mail, provvedo ad inviare dei solleciti o reminder dopo un tot di tempo, insomma, cerco di fare il possibile per aumentare il numero di risposte, anche fossero negative. E’ anche sicuramente importante sia avere un buon EPK e, sempre a mio parere, impostare una mail fornendo le informazioni essenziali in modo chiaro: è inutile scrivere romanzi oppure biografie dalla band che partono dal Medioevo, a nessuno interessa sapere se anni fa c’era un altro elemento al basso o cose del genere (non è un’intervista!). Ebbene, dopo l’estate del 2020, mi ero rimesso al lavoro sul booking convinto che il 2021 avrebbe rappresentato un ritorno alla normalità e, di conseguenza, avevo cercato di riprogrammare tutte le date perse a causa del Covid. Oltre a ciò, come di consueto, ho continuato la ricerca di nuovi club e nuovi festival: così mi sono imbattuto nell’Hard Rock Hotel di Davos (in Svizzera), posto davvero bello dove si erano già esibite altre band svizzere che avevamo conosciuto in passato. Apro qui una piccola parentesi in merito alla Svizzera: ho dedicato davvero molto tempo nel cercare di sviluppare i nostri contatti in questo paese, per svariati motivi. In primis perché ci sono molti rock club, molti festival (medi e piccoli) e molti rockettari e metallari. In secondo luogo perché mediamente la possibilità di cachet di una certa rilevanza è molto superiore a quella dei club in Italia (parlo sempre di band underground come la nostra) e terzo perché il pubblico, e mi spiace dirlo, è molto più reattivo e partecipativo rispetto a quello italiano. Mi spiego meglio: abbiamo fatto concerti di giovedì sera, in posti piccoli, con un biglietto a 20 CHF ed abbiamo fatto oltre 50 persone. In media, un club che ci ospita mette un biglietto a 15 CHF (circa 13 Euro) ed abbiamo sempre fatto concerti con un discreto pubblico. Ok, il tenore di vita in Svizzera è superiore al nostro, ma questa non è l’unica ragione: abbiamo capito che in quel paese la gente ha davvero piacere di vedere un concerto di una band che propone inediti, ma soprattutto devo sottolineare il lavoro che fanno i gestori dei locali, i quali si sbattono per creare e fidelizzare un pubblico, ci tengono a proporre band valide e trattano i musicisti come dei professionisti (niente “quanta gente mi porti”, per intenderci). Ma torniamo alla nostra storia. Una volta stabilito il contatto con il responsabile dei concerti dell’Hard Rock Hotel di Davos, fissiamo una data e firmiamo il contratto. Il live era previsto per Sabato 6 Febbraio. Verso la fine di gennaio scorso, il responsabile dell’HRH mi comunica che, purtroppo, avremmo dovuto spostare la data a causa del Corona virus. Nulla di nuovo ed inaspettato, ovviamente: si trattava dell’ennesimo spostamento/ annullamento di una data dovuto alla pandemia in corso. Verso la fine di Febbraio, però, ricevo una nuova Email da parte dell’HRH nella quale mi viene proposta una nuova data, ovvero Venerdì 12 Marzo. L’hotel di Davos ha infatti avuto l’ok da parte sia delle forze dell’ordine cantonali sia dell’autorità sanitaria per organizzare concerti, anche se, ovviamente, con alcune restrizioni. A questo punto, vi lascio immaginare il nostro stupore e la nostra felicità! Dopo aver confermato la data e firmato il nuovo contratto, ci occupiamo di capire meglio gli aspetti burocratici legati agli spostamenti: consultiamo quindi i siti ufficiali del ministero della salute italiano e di quello federale svizzero e, dopo alcuni colloqui telefonici con i responsabili della comunicazione di entrambi i ministeri, capiamo che il regolare contratto di lavoro stipulato con l’Hard Rock Hotel ci permette di spostarci sia dal Piemonte che passare la frontiera con la Svizzera. Inoltre, anche se le autorità svizzere non richiedevano un tampone per entrare nel loro paese per i residenti in Piemonte, noi abbiamo deciso comunque di farlo sia per nostra sicurezza (dovendo affrontare un viaggio in furgone tutti insieme) sia per ulteriore scrupolo verso le autorità svizzere e verso le persone che avremmo incontrato. Ora, siccome ho sempre cercato di organizzare almeno 2 date in un weekend per ammortizzare al meglio i costi di viaggio, mi viene in mente un’idea: mettere su un live streaming. Essendo però che, come in Italia, tutti i club svizzeri sono chiusi, decido di contattarne uno gestito da cari amici proponendo loro di organizzare un concerto a porte chiuse. Dopo essersi consultati tra di loro e dopo aver ottenuto il via libera da parte delle autorità competenti, i gestori di questo club mi danno l’OK. I FIVE WAYS TO NOWHERE quindi faranno il loro primo concerto in streaming Sabato 13 Marzo. Bene, a questo punto il weekend è organizzato ed è quindi tempo di iniziare la parte promozionale: creiamo l’evento su Facebook, ci occupiamo di inviare tutti gli inviti, mandiamo (grazie a InfinityHeavy) tutti i comunicati stampa ed inizia a crearsi, per usare un termine moderno, un pò di hype, anche grazie al fatto che siamo, purtroppo, fermi da oltre un anno (per quanto riguarda i live). Arriviamo al giorno della partenza e riprendiamo le sane e vecchie abitudini: sveglia presto, carico di tutta la backline sul furgone (e noi ne abbiamo tanta!) e via, si parte. Questa volta decidiamo di assoldare anche un’altra persona: Mark Raptor, tecnico audio/video molto preparato e caro amico (oltre che colui che ha registrato e prodotto, insieme a noi, il nostro ultimo album “Bite Hard”). La sua presenza sarà fondamentale per gestire la regia video del live streaming. Arriviamo puntuali a Davos ed iniziamo ad allestire il palco per il concerto: come al solito, ambiente amichevole, personale gentile e disponibile. Come dicevo all’inizio, niente di nuovo per la Svizzera. Lo show all’Hard Rock Hotel si svolgerà in 2 set da un’ora e mezza circa cadauno, con una mezz’ora di pausa. Davanti al palco viene posizionata una barriera in plexiglass e tutti i musicisti che non cantano hanno l’obbligo di indossare la mascherina: nel nostro caso, soltanto Joey non canta, ma lui, da bravo precursore, ha sempre indossato la mascherina! (vedi foto e video della band). La capienza della sala è stata ridotta del 50% e tutto il pubblico deve restare seduto al tavolo, dove può consumare cibo e bevande senza l’obbligo della mascherina (obbligo che invece persiste per chi alza dal tavolo) Nonostante queste, peraltro doverose, restrizioni, la serata va molto bene. I tavoli sono tutti pieni ed il pubblico apprezza il nostro show, batte la mani e si fa coinvolgere con piacere. Inoltre, sia durante la pausa che a fine live, il pubblico decide di supportarci ulteriormente acquistando il nostro merch. Già così sarebbe una figata, ma, con piacere c’è una sorpresa ulteriore: tra il pubblico, c’è anche l’organizzatore della Swiss Rock Cruise (www.swissrockcruise.com), festival rock che si svolge su una nave in Svizzera. Nave in Svizzera? E sì, si tratta di una crociera di 2 giorni sul Lago di Costanza. La prima edizione si è svolta ad ottobre 2020 mentre la seconda, se le autorità daranno il via libera, è prevista per Aprile, la terza per Giugno e la quarta per Ottobre 2021. Questo tipo è un rocker purosangue, non più giovanissimo, ma dall’aspetto assai figo (capelli lunghi, chiodo, T-shirt dei Kiss): abita a Berna, ma ha deciso di farsi quasi 300 Km per venire a vederci a Davos. A fine concerto ci fa i complimenti e ci dice di essere interessato ad inserirci nella bill della crociera prevista per Ottobre. Gran figata! Il giorno seguente, dopo aver ricaricato il furgone, partiamo verso la “località segreta”, sempre in Svizzera, dove si svolgerà il nostro concerto in live streaming. Una volta arrivati, io, Charlotte, Davide e Fabio (con l’aiuto dei gestori del club) provvediamo allo scarico della backline e all’allestimento del palco, mentre Joey e Mark si occupano di tutti gli aspetti tecnici relativi alla regia video ed allo streaming. Sottolineo che la gestione dello streaming verrà fatta sulla base di tutto il lavoro svolto da Joey nei mesi scorsi relativo al programma che facciamo ogni mercoledì sera in diretta, ovvero il JOEY’S GARAGE (www.facebook.com/joesgaragetv e www.twitch.tv/joeysgarage). Il Joey’s Garage è uno showcast pieno di musica e contenuti divertenti che, oltre a me e Joey, vede Mr. Orgasm, Gabe, Alex Catania e Luca Duke in diretta su Facebook YouTube e Twitch. Come dicevo, Joey gestisce tutta la parte tecnica del programma e così ha potuto applicare le sue conoscenze ed estenderle al live streaming della nostra band. Mark Raptor, invece, ha messo a disposizione la sua attrezzatura video lavorando, appunto, insieme a Joey per gestire lo streaming. Aggiungo che il tecnico audio del club (un ragazzo svizzero poco più che ventenne, ma con una competenza incredibile oltre che ad una gentilezza e disponibilità tutt’altro che comuni) ha provveduto ad occuparsi della parte audio, sia per i monitor sul palco che per lo streaming. Verso le 20, tutto è pronto: nonostante alcuni problemi di natura tecnica che hanno ritardato un pò il nostro programma, riusciamo a terminare il lavoro in tempo per la diretta. Ore 21: lanciamo il countdown e parte lo show. E’ un’esperienza sicuramente strana per tutti noi, ma ci troviamo subito a nostro agio comunque. Diamo il massimo sul palco e cerchiamo di interagire con il pubblico a casa. La chat che abbiamo preparato si riempie di messaggi e cerchiamo di leggerne qualcuno tra le pause. Siamo davvero colpiti dal numero di messaggi di amici italiani, svizzeri, belgi, tedeschi, inglesi, americani, francesi, cechi… Davvero incredibile! Decidiamo di parlare sia in italiano che in inglese, rivolgendoci al pubblico che ci sta guardando. Dopo il concerto, abbiamo preparato un Aftershow: dopo una breve pausa, ritorniamo sul palco e, in stile “vecchia MTV”, dialoghiamo con il pubblico che continua a scrivere nella chat (sia di Youtube, che di Facebook che di Twitch): la situazione è molto carina. Leggiamo i commenti, rispondiamo ad alcune domande, insomma un aftershow davvero interattivo. A fine trasmissione, controlliamo le donazioni ricevute: ricordo che, per nostra scelta, il live streaming era totalmente gratuito, ma abbiamo dato la possibilità al pubblico di sostenerci con delle donazioni via PayPal. Insomma, una sorta di “Up to you” virtuale. Rimaniamo davvero colpiti dalla cifra raccolta: non ce lo saremmo davvero aspettato. Oltretutto, molte persone hanno anche acquistato il nostro merch (in vendita sul sito di Psycho-Store, www.psycho-store.com/fwtn) e comprato la versione digitale del nostro album “Bite Hard” sul nostro BandCamp (https://fivewaystonowhere.bandcamp.com/). Insomma, possiamo dire, con estremo piacere, che è stato un successo. Ci tengo davvero a sottolineare che abbiamo fatto tutto da noi, con il solo supporto di Mark Raptor e dei gestori del club, che non solo ci hanno messo a disposizione il loro locale gratuitamente, ma ci hanno offerto cibo e birra a volontà. Oltretutto, a fine serata, hanno insistito per acquistare del merch: nonostante noi volessimo regalarlo, visto il gran favore che ci hanno fatto, loro non hanno voluto sentire ragioni e lo hanno pagato dicendoci “Siete fermi da un anno, non avete incassato nulla. Vogliamo darvi il nostro contributo”. Siamo davvero rimasti colpiti dal gesto e dalla voglia di supportare la nostra piccola realtà. Ecco, questa è la storia di quanto accaduto in 2 giorni. Magari non siamo stati i primi, ma sicuramente siamo tra i primi ad aver organizzato qualcosa del genere. So che ci sono pareri discordanti in merito ai live streaming: io non sono “solo” un musicista, ma sono un fruitore di live. Adoro andare ai concerti, anche quelli di band underground. E’ una delle mie passioni. E’ ovvio che l’esperienza di un concerto “vero” è un’altra cosa, ma visto che, al momento, i concerti “veri” non si possono fare, questa può essere una valida alternativa. Noi abbiamo la fortuna di avere l’attrezzatura e le conoscenze tecniche per poter mettere in piedi un live streaming show: lo abbiamo fatto e lo faremo di nuovo. Il Rock N Roll non si ferma davanti a nulla. Nemmeno noi”.
LINKS AL CONCERTO:
FB: https://www.facebook.com/fivewaystonowhere/videos/1436586006672577
YT: https://www.youtube.com/watch?v=rKTHu4kPVv0&t=431s
TWITCH: https://www.twitch.tv/videos/948186490
I Five Ways To Nowhere sono una rock band piemontese che da anni macina km per l’ Europa con i propri live. Ora, in periodo di pandemia, vi siete reinventati con un primo live streaming. Uno dei primi in Italia. Vi siete trovati subito d’accordo a intraprendere questa esperienza?
Assolutamente sì, Monica! Dopo più di anno di assenza dai palchi, non ci abbiamo pensato due volte. Come ho raccontato, l’idea è stata una conseguenza della data che l’Hard Rock Hotel di Davos ci ha confermato per il 12 Marzo. Abbiamo subito pensato “Non esiste fare una data sola! Dobbiamo trovare un’idea!” e così è stato. Con un sacco di lavoro e di sbattimento e grazie ai buoni contatti in Svizzera, siamo riusciti a mettere in piedi un live streaming in una location molto figa, il tutto nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anti covid.
Credete che questo sia fattibile anche per un festival con più band?
Dipende. Sicuramente organizzare un festival con più band comporterebbe diverse difficoltà gestionali, a partire dalla presenza, quasi contemporanea, dei musicisti delle varie band. Si possono però valutare delle soluzioni: una di queste potrebbe essere, a mio avviso, il tampone per tutti, musicisti e tecnici, come, peraltro, avviene regolarmente negli ambienti lavorativi come i set cinematografici o i set per gli spot televisivi. Sarebbe “solo” una questione di costi, per cui credo che, potenzialmente, ci sia la possibilità. Noi Five Ways To Nowhere, indubbiamente, abbiamo la tecnologia, la strumentazione ed il Know-How per mettere in piedi anche un live del genere. Per cui, chissà..
L’ adrenalina sale ugualmente? Com’è stato scatenarvi sul palco senza il pubblico davanti?
Guarda, avevamo talmente “fame di palco” che l’adrenalina è salita ugualmente. Chiaro, l’impatto per i musicisti non è assolutamente lo stesso, ma l’idea di utilizzare la chat dello streaming come strumento interattivo è risultata vincente. Il sudore, la presa bene e l’adrenalina sul palco sono stati gli stessi di uno show “normale”, ci sono mancati gli sguardi, le corna al cielo, gli applausi, ma ritengo sia comunque stato un buon compromesso, soprattutto in considerazione del fatto che, al momento, non c’è un’altra soluzione.
Qualche sabato fa a Barcellona c’è stato un concerto a cui hanno partecipato 5000 persone. Sono state controllate all’inizio con tampone ed è stata data loro una mascherina innovativa. Potrebbe essere una soluzione questa anche per noi italiani?
Come ho detto prima, credo di sì. L’unico problema potrebbe essere quello dei costi, ovvero “chi paga il tampone e la mascherina”? Se i costi ricadessero integralmente sul pubblico, il prezzo totale del biglietto potrebbe essere eccessivo, ma, anche qui, si possono studiare delle soluzioni. Potrebbero esserci degli sponsor, ad esempio. Non dico di avere la soluzione in tasca, ma credo fermamente che ad ogni problema ci sia una soluzione.
Adesso ci sono altri progetti “innovativi” per i Five Ways To Nowhere?
Certamente! 🙂 Non vogliamo mica fermarci qui. Il nostro Joey sta lavorando con una location in Piemonte (al momento non posso dare informazioni più dettagliate) per mettere in piedi una situazione simile a quella creata da noi in Svizzera. Inoltre, abbiamo già parlato con un paio di locali in Italia che si sono mostrati interessati a ciò che abbiamo fatto e che vorrebbero provare ad adottare una soluzione del genere. Stiamo a vedere…Voi, mi raccomando, seguite i nostri canali social (Facebook, Instagram e Youtube): a breve usciranno news succulente 😉
Grazie mille Matteo, grazie per il “diario di bordo” e ai tuoi preziosi compagni di viaggio!
a cura di Monica Atzei
Grazie Monica e grazie a Tuttorock!
Band:
Charlotte S – Vocals
Matteo “TEO” Lassandro – Rhythm Guitar
Joey Tassello- Lead Guitar
Davide “DAVY” Rocco – Bass
Fabio Brunetti – Drums
Insegnante, classe 1975, medioevista ed immersa nella musica sin da bambina. Si occupa per Tuttorock soprattutto di interviste, sue le rubriche "MommyMetalStories" e "Tuttorock_HappyBirthday". Scrive per altri magazine e blog; collabora come ufficio stampa di band, locali, booking e con una label.