DESECRATE – Intervista al batterista Paolo Serboli e al cantante Edoardo Iacono
I Desecrate sono pronti a ritornare e noi di Tuttorock ne abbiamo parlato con il batterista Paolo Serboli e il cantante Edoardo Iacono ci ha spiegato il significato dei loro testi. Di seguito il resoconto dell’intervista.
Ciao e benvenuti su Tuttorock. Presentatevi ai nostri lettori, come nascono i Desecrate?
Paolo Serboli: Ciao Fabio, saluto tutti i lettori di TUTTO ROCK, sono Paolo batterista e “veterano” dei DESECRATE, band Melodic Death Metal di Genova che nasce nel 1995, si divide nel 2001 e si riforma nel 2009 con ¾ della formazione originale. Un sound in parte diverso dagli esordi con l’introduzione del pianoforte come strumento sul quale si sono basati i songwriting dei due album XIII, THE DEATH del 2012 e ORPHEUS del 2015, sono stati i tratti distintivi del cambiamento al rientro dei DESECRATE sulla scena. Nel corso degli anni si sono succeduti diversi cambi di line up tutti con musicisti di livello e, conseguentemente, anche cambiamenti nella stesura dei brani e degli arrangiamenti. Tutto ciò però ha giovato alla band che ha comunque delineato un percorso e uno stile che potrei definire originale pur non tralasciando le sperimentazioni che sono la linfa vitale per la band stessa. Esplorare, sconfinare e sperimentare sono sempre state una caratteristica dei DESECRATE e non abbiamo mai smesso di farlo.
Iniziate come band nel 1995, avete quindi esperienza e avete attraversato quasi un trentennio di musica, cosa vedete di diverso oggi da ieri?
Paolo Serboli: Beh parecchie cose sono cambiate. I tempi sono cambiati. Basti pensare a Internet, la tecnologia ha cambiato tanto il modo di fare musica. Ricordo che negli anni 90 per poter organizzare un tour di 42 date a supporto del nostro album di esordio MOONSHINY TALES, spesi qualcosa come un milione e mezzo di lire per le telefonate ai locali, per non parlare dei comunicati stampa via fax e le interviste al telefono, via lettera o di persona. Dopo l’avvento di internet tutto è diventato molto più semplice e veloce e questo ha due lati della medaglia. Oggi una band ha la possibilità di affacciarsi sul mondo intero con un solo click è vero. Ma è anche vero che ci sono centinaia di migliaia di band che lo fanno in tutto il mondo e quindi tutto si perde in un enorme calderone dal quale è difficile riuscire ad emergere e, sopratutto, rimanere a galla. Anche il modo di ascoltare musica è cambiato. Sono rimasti pochi coloro che comprano un CD e lo assaporano dall’inizio alla fine. Sempre più spesso la tendenza è quella di ascoltare uno o due pezzi su You Tube o su Spotify e passare ad un altro ascolto. Tutto questo costringe un band a raccontare tutta se stessa in soli 4 o 5 minuti, e non è affatto semplice.
Come nasce un vostro brano, testi e musica o viceversa?
Paolo Serboli: Nasce sempre tutto da dei riff o da melodie che abbiamo in testa. I testi vengono sempre scritti o adattati successivamente alla costruzione di massima del brano che, comunque, resta sempre aperto a variazioni in base alla necessità che ha la stesura delle liriche.
Il significato dei vostri testi?
Edoardo Iacono: Nonostante i nostri testi non abbiano un concept unico, hanno comunque una matrice comune, un filo rosso che li lega. Tutte le nostre lyrics sono, infatti, molto introspettive e cercano di esplorare relazioni che ogni persona può avere con il proprio io e le emozioni che può provare. I punti di partenza e gli espedienti per farlo sono moltissimi: una metafora con un oggetto del mondo fisico (come il fuoco di “Obscure Times”), libri o opere d’arte, citazioni che ci hanno ispirato (come in “In His Image”), ma anche esperienze personali. Tutto ciò viene analizzato e trasformato in modo da rendere concreta l’idea che vogliamo trasmettere con il brano, cercando di volta in volta di legarlo al meglio anche con la parte musicale. Per questo, solitamente nel nostro processo creativo i testi arrivano in un momento successivo alla composizione della parte musicale, in quanto molto spesso sono proprio le sensazioni che ci dà quest’ultima a fornire le prime idee sulle lyrics che andranno a completare il brano.
Come è nato il vostro amore per il melodic death metal?
Paolo Serboli: Come nascono tutte le passioni,che sia musica o altro. Non c’è una regola precisa. Da come ti colpisce al primo impatto. Dal fatto che lo senti tuo e per te rappresenti ciò che hai dentro. Che dia voce e sfogo alla tua personalità e che diventi la tua confort zone proteggendoti da tutto ciò con cui devi combattere quotidianamente e ti aiuti ad affrontarlo. Poi ci sono band specifiche che di più rappresentano questa grande passione.
Nel 2013 avete aperto i concerti dei Dark Tranquillity, cosa ricordate di quel periodo?
Paolo Serboli: Sicuramente uno dei periodi più alti per la carriera dei DESECRATE. Eravamo in trattativa per firmare con House of Ashes prod. e ci venne proposto di fare un tour italiano insieme ai TETHRA, band di grande rilievo nel panorama doom nazionale, con finale a Romagnano Sesia di supporto alla data dei Dark Tranquillity. Chiunque ci conosce sa bene che fin dagli esordi i Dark Tranquillity sono sempre stati il nostro più grande punto di riferimento e questo non fu altro che la realizzazione di un sogno. I ricordi sono indelebili, il tour, la serata con i Dark Tranquillity e Tristania, tutto quanto è stato incredibile. Abbiamo imparato tantissimo da quell’esperienza sia dal punto di vista tecnico che umano. Da li in poi i nostri obbiettivi si sono rafforzati e abbiamo cercato sempre di migliorare sotto tutti gli aspetti sia live che in studio.
Nel 2015 avete realizzato Orpheus, un concept album, avete intenzione di continuare a scrivere concept per il prossimo album?
Paolo Serboli: In realtà, come ha detto prima Irmin, tutti i nostri testi, compresi i precedenti scritti da Gabriele Giorgi (ex cantante e co-fondatore) sono legati da un filo conduttore perciò si, continueremo su questa strada perché è anche quella che ci viene più naturale.
Potete anticiparci qualcosa a riguardo?
Paolo Serboli: Da un po’ di anni abbiamo deciso di non fare più album a meno di trovare la motivazione per cui ne varrà veramente la pena. E’ una decisione presa dopo molti ragionamenti i quali ci hanno portato alla conclusione che fare un album a livello che richiede il mercato attuale comporta dei costi che difficilmente sono recuperabili con le vendite. Pertanto la decisione è stata quella di uscire con un singolo e un video per volta. Tengo però a precisare che se si presenterà l’occasione di fare un disco il materiale lo abbiamo, e non ce la faremo sfuggire.
Il nuovo singolo Obscure Times è il vero biglietto da visita? Il sound sarà quello?
Paolo Serboli: Obscure Times rappresenta i Desecrate oggi. Come detto, un singolo con tutte le caratteristiche che contraddistinguono il sound dei Desecrate attuali. Sperimentazione, ricerca, atmosfere, potenza e melodia. Per il momento non parliamo di un nuovo full lenght.
Nel 2016 avete suonato molto dal vivo, Bulgaria, Romania, Ucraina, affiancando gruppi come Pyogenesis, Orpahned Land ed altri, oggi è tutto fermo e non si sa ancora per quanto tempo. Vi manca suonare dal vivo e cosa pensate di tutta questa situazione.
Paolo Serboli: Ci manca da morire!!!!!!! Credo che per la maggior parte dei musicisti al mondo, suonare dal vivo, sia la parte più importante della propria arte. Il raggiungimento dell’obbiettivo dopo mesi di intenso lavoro in studio. Quando la parte live viene a mancare, cominci ad essere sottoposto ad una grandissima pressione emotiva. Ci sono momenti in cui ti sembra che tutto il lavoro che stai facendo sia inutile o quantomeno non completo. Per tutti i musicisti, il contatto con il pubblico è fondamentale. Se viene a mancare per un periodo di tempo cosi lungo, il rischio è quello di perdere la speranza. Allo stesso tempo però sappiamo che tutto quanto sta accadendo, prima o poi dovrà finire. Non sappiamo se tornerà tutto come prima ma, di sicuro sappiamo che questa situazione finirà e in quel momento cercheremo di farci trovare pronti.
Come ne usciremo fuori e cosa può fare la musica?
Paolo Serboli: Sulla prima parte della domanda è davvero molto difficile rispondere. Questa situazione ha tirato fuori il peggio in certi casi e il meglio in altri. Di sicuro ha esasperato e portato all’estremo ogni sfaccettatura dell’essere umano. Da questo punto di vista, la musica fa e può fare molto. Qualche giorno fa leggevo che il 2020 è stato l’anno che, musicalmente parlando, ha tirato fuori più capolavori degli ultimi tempi. Credo che questo sia dovuto al fatto che si sia lavorato con calma, senza pressioni, senza tour estenuanti da fare o due album all’anno da far uscire, con più tempo a disposizione per creare e curare i dettagli. Ecco, questo dovrebbe essere sempre il modo di lavorare. Per creare qualità. Con questa qualità, la musica può fare davvero tanto per l’ascoltatore e per chi la fa. Alleviare momenti difficili se non tragici, far dimenticare per alcuni istanti il periodo oscuro che stiamo vivendo. Questo credo sia ciò che la musica ha sempre fatto e che oggi, a maggior ragione, può fare.
Quando tutto finirà avete già in programma qualche data?
Paolo Serboli: A Settembre del 2020 era in programma per noi un festival ad Atene insieme a Tiamat e altre band. Ovviamente è saltato tutto e rimandato a data da destinarsi. Questo per far capire che, nonostante si cerchi di organizzare concerti o festival a lunga distanza, purtroppo la situazione non permette di fare programmi certi. Per rispondere alla tua domanda, no, attualmente non abbiamo date certe in programma.
Chiudete l’intervista a vostro piacimento, un invito o un messaggio per entrare nel vostro mondo musicale.
Paolo Serboli: Beh, innanzitutto grazie per la lunga e bella chiacchierata e grazie per il lavoro che, tutti i giorni, tu e tutti i tuoi colleghi fate per dare voce a noi piccole band. Chi ha avuto la pazienza di arrivare fino alla fine di quest’intervista, mi auguro, completi l’opera andando a visitare i nostri canali social
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Grazie a tutti i lettori di TUTTOROCK . Supportate l’underground in qualunque modo!
FABIO LOFFREDO
Band:
Paolo Serboli: Batteria
Alex Reale: Chitarra
Oscar Morchio: Basso
Edoardo “Irmin” Iacono: Voce
Gabriele “Hide” Gilodi: Tastiere
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!