DEATH SS – Intervista al cantante, frontman e fondatore Steve Sylvester
I Death SS sono tornati con un nuovo album, “X”, (leggi qui la recensione) e continuano quel discorso iniziato circa 45 anni fa, heavy metal, un amore per i fumetti horror/sexy/fantasy degli anni settanta, un look molto teatrale. “X” è un album che sembra riassumere tutti questi anni come una delle migliori e particolari heavy metal band italiane, che anche senza uscire mai dall’underground e rimanendo ancora oggi una cult band, è sempre molto seguita, apprezzata ed amata e non solo in Italia, anche all’estero. Ho raggiunto telefonicamente Steve Sylvester, frontman, cantante e fondatore della band e mi sono accorto di essere anche io un eretico (“Heretics”, uno dei brani dell’album), perché? Perché amo il rock e come dice Steve in quest’intervista, gli amanti del rock sono gli eretici della musica. La parola quindi a Steve Sylvester e di seguito il resoconto dell’intervista.
Ciao Steve e benvenuto su Tuttorock. Ti chiedo subito di parlare di “X”, il nuovo album dei Death SS. Quale è stato il processo compositivo?
L’album è stato composto in quest’ultimo periodo, negli ultimi due anni, quindi da quando è iniziata la pandemia del COVID-19 eccetera e innegabilmente risente di questo clima di terrore che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo, una cosa paradossale che nessuno di noi si aspettava, le restrizioni eccetera. Metaforicamente poi ho trasportato alle liriche di questo nuovo progetto anche una sorta di viaggio all’inferno, rifacendomi anche un pò all’inferno dantesco e anche agli eretici che sono le persone che si ribellano alle restrizioni e alle imposizioni. Ho unito il fantasy, anche il gotico, con anche una buona parte di realtà. Questo è un pò il filo conduttore di tutti e 10 i brani che compongono il disco, ma non si tratta di un vero e proprio concept album, ci sono anche vari altri argomenti che fanno parte sempre dell’immaginario e c’è sempre il mio amore per i fumetti horror/sexy/fantasy degli anni 70. C’è comunque un collegamento di questo umore pessimistico che stiamo vivendo e che speriamo di riuscire a lasciarci alle spalle molto presto.
Il brano “Heretics” è quindi un brano molto attuale nei testi, di chi si ribella alle imposizioni?
Si, giusto, l’eretico per definizione è colui che si ribella al dogma e se fai un’analisi socio-politica attuale oggi c’è una vera caccia all’eretico, senza schierarci in un colore politico o l’altro, un’eresia che è saltata fuori proprio in questo periodo.
Se non ci fosse stato il covid saresti tornato in studio ugualmente e che direzione avrebbe preso l’album?
Non c’è mai nulla studiato a tavolino, io seguo sempre la mia ispirazione musicale sul momento. Quindi diciamo che in questo periodo ciò che mi rappresentava di più artisticamente erano queste atmosfere più dark che forse nei dischi precedenti erano meno marcate. Il mio percorso recente musicale si spostava di più su queste esperienze. Anche “X” non è poi un traguardo casuale, dieci è la somma dei primi quattro numeri e questo disco, se lo analizzi dal punto di vista musicale è la soma dei primi quattro album come influenze. Diciamo che sono i primi quattro album portati ad un’evoluzione finale.
Parlando del sound dei vari brani mi sembra di ascoltare, oltre che la componente dark che dicevi tu prima, anche qualche atmosfera progressive, anche perché mi sembra più presente e delineato il lavoro di Freddy Delirio alle tastiere. E’ così?
Sicuramente lui ha dato un forte imprinting al sound e ha dato la sua impronta anche negli arrangiamenti. Di solito io compongo in separata sede e poi assembliamo insieme alla fine, anche per il problema del lockdown e abbiamo anche registrato separatamente, io ho composto le canzoni in prima persona, con l’aiuto anche di compositori esterni. Penso di aver fatto un buon lavoro e lo stesso ha fatto Freddy nel suo studio ad assemblare e mixare il tutto, quindi sicuramente è forte anche la sua influenza.
I Death SS hanno oramai più di 40 anni di storia alle spalle. Quanto è cambiata la band in questi anni?
Si, quasi 45!! Tutto quello che faccio è l’evoluzione di quello che è stato nel passato. Sicuramente di cambiamenti ce ne sono sati molti, ma c’è sempre una linea che unisce. Non mi sono mai posto limiti, quando sento di avere qualcosa da dire faccio uscire un disco.
C’è anche qualcosa di politico nei testi?
No, di politico assolutamente nulla. Cerco sempre dal guardarmi bene nello schierarmi politicamente. Ho sempre evitato riferimenti politici in quello che faccio. Già in passato ho avuto qualche problema perché nel nome della band c’è la doppia S, che non sono altro che le iniziali del mio nome e cognome, Stefano Silvestri (Steve Sylvester), mi accusavano di avere ideologie di destra. Poi perché penso che ognuno debba dare una sua interpretazione personale al brano, la canzone secondo me deve suggerire atmosfere che ognuno può fare sue.
Tu hai un pensiero positivo o negativo di questa situazione che stiamo vivendo?
E’ difficile dirlo ancora, al momento non ci sono premesse positive, vedo ancora una situazione critica. Però io, anche se amo il dark e nel nuovo disco ci sono molte ambientazioni dark, ho sempre dato un messaggio positivo nei miei testi, c’’è sempre l’incitamento a scuoterci, a ragionare con la propria testa e a vincere delle situazioni non proprio positive. C’è sempre un messaggio positivo che un po’ la musica rock dovrebbe sempre avere.
Brani come “Zora” e “Suspiria” sono più sul lato horror/fantasy?
“Zora” è una canzone che parla dell’omonimo personaggio del fumetto erotico italiano che ha segnato un’epoca, conosciuto e tradotto un po’ in tutto il mondo e di cui io sono sempre stato un grande collezionista, non è una novità, io ho sempre avuto ispirazione dai fumetti erotici/horror degli anni 70, sono stati un fenomeno di controcultura molto importante. E’ quindi un mio tributo a questo fumetto che è stato recentemente riscoperto, rivalutato ed anche ristampato da poco da varie case editrici con le quali collaboro ogni tanto. “Suspiria” invece è dedicata all’horror.
“Zora” è uscito anche come 7”, in vinile rosso con “Afterlive” nel Lato B, brano che è rimasto inedito e non appare nell’album. Come mai questa scelta?
Perché io sono anche un collezionista di vinili, mi piace molto il formato 7” che trovo molto divertente e affascinante, ne ho circa alcune migliaia e da bravo collezionista ho sempre cercato di fare con la mia band cose particolari e per dare più valore all’oggetto in sé, ho sempre prestato molta cura alla veste grafica, la copertina, ecc. Quindi un brano inedito per dare un valore in più e arricchire l’edizione limitata di quel vinile. E’ anche uscito il secondo singolo “Temple Of The Rain” e che ha una B-Side “The Wizard”, che rimarrà inedita.
Quindi sei favorevole a questo ritorno ad una passione per il vinile. Pensi sia una passione passeggera o il vinile rimarrà nel tempo?
Il mercato collezionistico è sempre stato molto vivo anche se mai come in questo momento, oggi c’è anche il ritorno delle audio cassette, che era impensabile fino a pochissimo tempo fa. C’è stato un po’ il tramonto del CD, a parte il formato digitale che è sempre al massimo, anche se rimane sterile, non ti rimane mai niente in mano, non c’è l’oggetto. Penso quindi che le tirature limitate in vinile in tutto il mondo, servono anche a coprire il lato feticista del collezionista, perché un vero fan di una band preferisce tenere in mano un prodotto, oltre che da ascoltare, un prodotto da vedere, ammirare, leggere. Quindi il digitale rimarrà sempre, ma per molti appassionati l’avere un qualcosa in più è molto più appagante. Spero quindi che questa cosa, che sta riprendendo piede in tutto il mondo, continui ancora.
In questo ampio arco temporale che è la storia dei Death SS, ti chiedo gioie e dolori. Quale è stato il momento più entusiasmante e quale quello più deludente?
Come ho anche cercato di spiegare nei due libri biografici che sono usciti, dove ho analizzato un po’ tutta la storia dei Death SS, ci sono alternanze di momenti più alti e più bassi, ho sempre cercato di affrontare tutto al massimo delle mie forze, non ho quindi ricordi particolari dei momenti positivi o negativi. E’ stata sempre una continua lotta, ma posso dirti che muovendomi sempre nell’underground musicale, non ho limiti particolari e quindi posso permettermi di fare un po’ quello che voglio e questo è forse un lato positivo, quello di essere una cult band e di non essere riconosciuta a livello mondiale come delle grandissime e ricche rock star, sinceramente non mi interesserebbe poi particolarmente, ho quindi vissuto tutto molto serenamente un po’ come si vive anche la propria vita.
Stai programmando un tour con la band a supporto dell’album?
Stiamo vagliando un po’ le cose, non voglio più fare dei veri e propri lunghi tour, più che altro voglio fare pochi concerti selezionati. Ora stiamo vedendo un po’ come si evolverà la situazione dei concerti, perché sono convinto che abbia un senso tornare a suonare dal vivo solo quando non ci saranno più restrizioni e limitazioni in modo di poter avere un contatto diretto con il proprio pubblico, senza posti limitati, tutti seduti. Il bello di un concerto è anche di avere delle interazioni con chi viene a vederti ad un concerto. Preferisco quindi fare pochi concerti, mirati ed in posti prestigiosi, parteciperemo sicuramente al Festival di Wacken quest’anno, piuttosto che fare delle cose ‘castranti’ dal punto di vista di contatti con il pubblico.
Saranno sempre concerti molto teatrali dal punto di vista visivo come solitamente fanno di Death SS?
Sarà sicuramente uno spettacolo molto teatrale come è nel nostro stile, cureremo chiaramente molto la scaletta, ci saranno performers, è tutto però ancora in fase di allestimento.
Ok grazie Steve!! Ti lascio chiudere l’intervista come vuoi. Un messaggio ai fan dei Death SS, che sono tanti, un messaggio o un invito ad ascoltare “X” il nuovo album e a venirvi a vedere dal vivo!!
Ringrazio a te Fabio e a Tuttorock per lo spazio che ci avete concesso. Spero che il nuovo dico vi piaccia e di rivedervi tutti ai nostri concerti e lasciatevi alle spalle tutti i problemi e questo periodo negativo che stiamo vivendo. La musica rock deve servire anche per ribellarsi, noi siamo gli ‘eretici’ della musica e quindi dobbiamo farci forza e superare questo momento.
FABIO LOFFREDO
Band:
Steve Sylvester: Voce
Al De Noble: Chitarra
Freddy Delirio: Tastiere
Glenn Strange: Basso
Mark Lazarus: Batteria
Special Guest:
Miss Romina Malagoli: Cori
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!