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DANIELE LIVERANI – Intervista al chitarrista, tastierista e compositore

DANIELE LIVERANI – Intervista al chitarrista, tastierista e compositore

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In occasione dell’uscita di “Worlds Apart”, ho avuto l’occasione di intervistare Daniele Liverani chitarrista, tastierista e compositore. Empty Tremor, Khymera, Genius, Cosmics, Twinspirit, sono alcune delle sue esperienze musicali, ma anche composizioni di musica classica e in “Worlds Apart” i due mondi si uniscono alla perfezione. Di seguito l’intervista.  

Ciao Daniele, come stai? Volevo cominciare quest’intervista dicendoti che mi ero un po’ preoccupato, se non sbaglio avevo letto che avresti lasciato il metal per dedicarti completamente a comporre musica classica, ma ora arriva “Worlds Apart”, che unisce i due mondi, ci hai ripensato
Ciao Fabio! Beh diciamo che sono stato molto attratto dalla magia della musica orchestrale alla quale ho dedicato molti studi e approfondimenti negli ultimi anni, ma non ho mai pensato davvero di abbandonare la chitarra e il mio filone di composizione prog metal e guitar oriented music.

La cosa mi fa molto piacere. Come nascono le composizioni dei “Words Apart”?
Le composizioni del disco “Worlds Apart” nascono dal desiderio di unire i 2 mondi musicali che hanno caratterizzato la mia attività di studio, approfondimento e creazione musicale degli ultimi 5 anni. L’idea che caratterizza questo album è quella di unire composizioni guitar oriented nello stile che ho sempre portato avanti sin dall’inizio del mio percorso rock/prog di creazione musicale a composizioni orchestrali e dedicate a strumenti classici che ho scritto negli ultimi tempi, dopo un ritrovato interesse per questo tipo di scrittura musicale che mi riporta alle mie origini di pianista classico, strumento con il quale ho iniziato nella mia infanzia. Il titolo “Worlds Apart” appunto si riferisce a questi 2 mondi musicali che sembrano molto lontani ma in realtà hanno un’infinità di caratteristiche in comune, in primis quella del tentativo che c’è in entrambi gli stili di musica di intrattenere con composizioni e musiche intelligenti ed emozionanti che raccontano storie dalle tematiche di interesse culturale a 360 gradi.

Come nasce il tuo amore per il metal neoclassico e per la musica classica?
Ovviamente il tutto nasce dai miei studi pianistici dell’infanzia. Il pianoforte è stato il primo strumento che mi ha affascinato sin da bambino e sul quale ho mosso i miei primi passi a livello di studi musicali, affrontando appunto lo studio degli autori classici più noti come Bach, Mozart, Beethoven, Chopin e molti altri.

Tra i tuoi tantissimi progetti, quale è ancora in vita e che pensi di rispolverare?
Negli ultimi anni mi sono concentrato molto nello sviluppo di progetti solisti guitar oriented, nello stile che ha caratterizzato il mi percorso chitarristico sin dal 1988, e credo che proseguirò con questo filone per un certo periodo nel futuro prossimo, unitamente alla scrittura di brani orchestrali e dedicati a strumenti classici come violino, violoncello, oboe, pianoforte, clarinetto etc.etc. Dopo molte esperienze molto interessanti avute con le innumerevoli bands e collaborazioni nel passato, sento che al momento la mia esigenza creativa è più orientata a musica personale e sulla quale io possa avere il controllo creativo e   produttivo totale per dare seguito alla mia esigenza di mettere in musica le idee che attraversano la mia immaginazione. Non credo quindi che alcuno dei progetti e bands con le quali ho collaborato in passato torneranno attivi in futuro, considero tutte queste esperienze del passato molto importanti e sono molto orgoglioso di tutto ciò che ho avuto la fortuna di realizzare assieme a musicisti fantastici che hanno condiviso con me percorsi molto entusiasmanti sfociati in album che tuttora ritengo molto rappresentativi della mia musicalità, ma la “musica” via via è diventata per me qualcosa di molto personale e intima. Credo che si debba rispettare la propria sensibilità artistica e muoversi nella maniera più onesta e spontanea possibile, in maniera coerente con quella che è l’esigenza creativa che si possiede nelle varie fasi del proprio percorso di musicista/artista. Fermo restando che anche lo scrivere musica “solistica” passa comunque attraverso la collaborazione con altri musicisti che con il loro talento portano alla luce la musica che altrimenti rimarrebbe solo scritta su uno spartito. La loro interpretazione è di importanza fondamentale al di la del fatto che non hanno contribuito alla composizione della partitura e al concepimento dell’idea musicale di base.

Come hai scelto i musicisti?
Lo strumento della rete ed i socials per quanto mi riguarda sono stati fondamentali e di cruciale utilità per poter cercare, contattare e sondare l’interesse e collaborare con dei musicisti che io ritenevo adeguati per eseguire e registrare le mie produzioni musicali. Generalmente cerco di sondare l’interesse a collaborare con dei musicisti che mi arrivano con una certa intensità a livello espressivo e stilistico, cercando di immaginare il loro apporto durante l’esecuzione delle mie parti e valutarne l’adeguatezza e coerenza stilistica. La scelta dei musicisti è sempre una scommessa, a prescindere dalla loro bravura e dal loro talento, è davvero cruciale mettere assieme un team di musicisti che possano funzionare nell’insieme e possano vibrare alla stessa frequenza dell’obbiettivo stilistico creativo della composizione che si vuole affidare a loro come interpreti a mio avviso.

Come nasce sia un tuo brano strumentale di chitarra o una tua composizione classica?
Non esiste una formula ripetitiva che regola la fase creativa. A volte parto da un riff chitarristico, a volte da una melodia, a volte da un idea dal sapore più virtuoso dalla quale regredisco verso forme più melodiche che la possano ospitare, ma anche da idee che possono partire da basso, parti ritmiche di batterie o tastieristiche. Quando un idea si sorregge da sola parte un processo di completamento che altrimenti non sarebbe possibile, quindi sostanzialmente le idee che hanno seguito e diventano brani devono avere a mio avviso una capacita di sostenersi sin da subito a prescindere dall’arrangiamento che poi le conterrà nella forma confezionata finale. La stessa cosa accade per i brani orchestrali, ogni strumento orchestrale può essere quello di partenza che da alla luce l’idea tematica, ritmica o di tessuto armonico che risulterà poi essere la cellula fondamentale dalla quale poi si potrà sviluppare tutta la composizione. La vera sfida è orchestrare il tutto mantenendo una sorta di fedeltà nei confronti del o dei temi principali che sono l’ossatura della composizione, questo favorisce il conferimento di una personalità alla composizione. Ma altrettanto interessante è anche la possibilità di divagare e allontanarsi dagli stessi tempi senza però perdere troppo il contatto con essi. E’ davvero molto soggettivo e difficilmente catalogabile a mio avviso il processo che ogni compositore adotta nella scrittura dei propri brani a mio avviso.

Come vedi il metal e la musica in generale oggi?
Credo vi sia un fermento molto interessante attorno a tutti gli stili di musica in questo periodo, credo ci sia sempre stato onestamente. Per quanto riguarda il mondo del metal si tratta di un genere che ha grandi potenzialità espressive e via via, con l’avanzare della tecnologia e dell’evoluzione degli strumenti musicali abbia acquisito un fascino e una versatilità/qualità incredibile che può spaziare tra le sonorità più o meno estreme con grande variabilità, dando luogo ad un’infinità di sotto generi che ampliano la proposta stilistica in maniera estesissima. Questa è una valutazione puramente artistica ad ogni modo, in campo di music businnes ci sarebbe molto altro da dire, i cambiamenti dell’epoca digitale ed i cambiamenti che hanno interessato il mondo della discografia, hanno messo a dura prova la possibilità di trasformare la musica in un lavoro capace di dare sostentamento primario ai musicisti, credo questo sia accaduto in tutti gli stili musicali purtroppo, da quelli commerciali a quelli di nicchia.

Le tue influenze sia come band, chitarristi, tastieristi (visto che sei anche tastierista), e compositori classici e perché.
Tra le mie più importanti influenze chitarristiche citerei in primis Edward Van Halen e Angus Young degli AC/DC. Queste sono le mie basi di partenza per quanto riguarda il rock e la chitarra. Poi via via Yngwie Malmsteen, Steve Vai, Jason Becker, Marty Friedman, Paul Gilbert, e gli innumerevoli chitarristi che hanno militato nella label Shrapnel nella seconda metà degli anni 80 negli USA. Quel periodo e’ stato davvero il momento di massima evoluzione della chitarra rock ed ha avuto una grande influenza nel mio modo di approcciare la chitarra. Tra i tastieristi ovviamente Jordan Rudess è stato molto influente, aggiungerei anche Kevin Moore, l’apporto del quale negli albums “Images And Words” e “Awake” dei Dream Theater rimane un riferimento indelebile nel mio modo di arrangiare e concepire le tastiere. Per quanto riguarda i compositori classici ovviamente Bach, Mozart, Beethoven, Chopin e molti altri. Di importanza cruciale sia per l’approccio chitarristico che di composizione orchestrale per me e’ stato Paganini, Ho analizzato molto i suoi 24 capricci ed i suoi concerti per violino ed orchestra traendone grandi spunti di ispirazione, soprattutto nella composizione dei miei 30 capricci per violino solo intitolata “Rainbow Petals”. Una menzione anche a Tchaikovsky che davvero mi ha affascinato da sempre, il suo concerto per violino e orchestra rimane a mio avviso un picco insuperato di scrittura per questo strumento principe della tradizione orchestrale.

Cosa c’è nel tuo futuro, che progetti hai?
Sto lavorando alla produzione di un concerto per violino ed orchestra intitolato “Impetus” suddiviso in 3 movimenti, collaborando con il violinista Tonio Geugelin, che sta registrando la parte solista violinistica. Sono molto entusiasta di quello che sta uscendo e non e’ escluso che questo concerto potrebbe essere incluso in un prossimo album simile a “Worlds Apart”, anch’esso strutturato in 2 parti separate che uniscono i 2 mondi rock e orchestrale con la stessa formula generale.

Stai per caso preparando qualche concerto con l’orchestra? Sarebbe ottimo!
Sarebbe un sogno poterlo concretizzare, ma al momento risulta già più che ambizioso poter arrivare ad una registrazione orchestrale.Se l’opportunità si presenterà sarò pronto comunque a coglierla ovviamente.

Un consiglio ad un giovane chitarrista?
Vedo molti giovani chitarristi estremamente interessanti negli ultimi tempi, credo che dal punto di vista musicale e tecnico le nuove generazioni abbiamo ben poche necessità di consigli a giudicare dall’estrema varietà, capacità e creatività della loro proposta che è ben visibile sui socials di riferimento. I 3 giovani chitarristi che sono ospiti su “Worlds Apart” (Jordan Steele, Alberto Barsi, Edoardo Taddei) ritengo che siano davvero molto interessanti dal punto di vista della loro musicalità , capacità, tecnica ed anche sotto il punto di vista della composizione.Sono stato molto felice che abbiamo accettato di duettare con me in vari brani dell’album, offrendo davvero interessanti momenti musicali e performances impeccabili. L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di organizzare le proprie idee musicali in brani e fissarli in album o raccolte con cadenza regolare di qualche anno, evitando di lasciare che le proprie idee musicali rimangano solo spunti interessanti non sviluppati e concretizzati in brani. Non c’è niente di più gratificante e utile di ripercorrere il proprio catalogo di brani fissati nel passato per aumentare la propria consapevolezza stilistica e cercare ispirazione per qualche nuova avventura musicale che possa identificarci come artisti. Trovo inoltre lo sforzo di trasformare una idea interessante in un brano costruito e completato molto educativo e formativo dal punto di vista creativo e di acquisizione di maturità musicale.

Quale dei tuoi progetti, sia da solista che con band, pensi ti rappresenti di più?
Credo che i 3 episodi della opera rock “Genius” usciti nel 2002, 2004 e 2007 rappresentino forse i 3 momenti musicali che trovo più identificativi della mia produzione artistica. I 33 brani contenuti in quella trilogia sono esattamente coincidenti con ciò che volevo realizzare musicalmente e a livello di storia ed ho avuto la fortuna di poter produrre il tutto in maniera molto autentica e coerente, senza nessun compromesso musicale di sorta, cosa che non sempre si ha la possibilità di realizzare. Per questo vorrei ringraziare lo staff di Frontiers Records che davvero ha reso possibile tutto questo, offrendomi una fiducia artistica che ritengo molto speciale e importante.

“Worlds Apart” è uscito solo in digitale, perché? Sarebbe stato meglio anche su supporto fisico, cd e vinile, anche se in poche copie. Dobbiamo per forza arrenderci alla tecnologia che avanza?
Mi sarebbe piaciuto molto realizzare anche copie fisiche, ma gestire la stampa, distribuzione e tutto ciò che è la burocrazia per fare il tutto regolare in maniera indipendente, senza un Label, mi avrebbe comportato troppo tempo e costi che molto probabilmente non sarebbero rientrati. Ho deciso quindi di dedicare questo tempo prevalentemente alla creazione e alla produzione della musica affidandomi alla distribuzione esclusivamente digitale che comporta una maggior snellezza nelle procedure di pubblicazione. Ho comunque realizzato un artwork pdf che e’ scaricabile dal mio sito per coloro che volessero stampare una copia fisica in CD per il proprio archivio personale, dopo l’acquisto in digitale. Pur essendo sicuramente molto legato sentimentalmente alla copia fisica, credo che dobbiamo prendere atto che la fruizione digitale della musica sta diventando sempre più diffusa e predominante.

Si, però c’è un nuovo interesse al vinile, alla parola vintage, a tu cosa ne pensi?
E’ molto interessante, il vinile rimane in assoluto il supporto musicale più affascinante a mio avviso, per motivi estetici (artwork più grande e apprezzabile) e anche di personalità e qualità musicale. Se il mercato tornerà in maniera importante a premiare questo supporto speriamo che le label riprendano a stampare quote importanti di dischi in formato vinile offrendo possibilità agli artisti di poter divulgare la loro musica in questo supporto musicale di indubbio fascino.

Grazie per l’intervista Daniele, chiudila come vuoi, un messaggio per chi legge ad entrare nel tuo mondo musicale.
Un saluto a te, a tuttorock.com, ringraziandoti per lo spazio concesso per questa intervista e un saluto a tutti coloro che mi supportano con l’ascolto della mia musica da molti anni oramai sperando di poter essere in grado di regalare loro un emozione di tanto in tanto, in punta di piedi.

FABIO LOFFREDO