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Cremona Musica introduce “Electric Sound Village” intervista a Prinzivalli

Cremona Musica introduce “Electric Sound Village” intervista a Prinzivalli

Torna anche quest’anno Cremona Musica, manifestazione molto apprezzata dal comparto musicale ed ormai appuntamento fisso nel calendario del polo fieristico della “città del violino”, punto di riferimento per operatori, musicisti ed appassionati provenienti da tutto il mondo per celebrare la manifattura d’eccellenza.
Nell’edizione 2024 la tradizione incontrerà l’innovazione, in un salone totalmente dedicato all’ elettrico: Electric Sound Village. A presentarcelo è il suo direttore artistico, Stefano Prinzivalli.

Buongiorno Stefano e benvenuto tra le pagine virtuali di Tuttorock. Oltre ai cinque saloni: Mondomusica, Piano Experience, Acoustic Guitar Village, Cremona Winds e Accordion Show, quest’anno Cremona Musica ospiterà un sesto padiglione denominato “Electric Village”. Cosa potremo trovare all’interno di questo spazio?

Nell’Electric Sound Village, si potranno trovare tre macroaree dedicate alla liuteria elettrica. Si parte da chi progetta, costruisce e crea strumenti con la propria inventiva (non parliamo solo di strumenti di liuteria ma anche amplificatori, pedali d’effetti e ogni altro oggetto che possa avere un’attinenza), convolgendo anche le aziende che producono, importano o più semplicemente trasmettono l’idea di un prodotto per il pubblico, sempre con le caratteristiche che richiamano il territorio di Cremona.

Dove nasce l’idea di un salone interamente dedicato al mondo dell’elettrico? Quali i fautori?

Quest’idea parte da lontano, quando arrivai al museo del violino di Cremona nel 2013. Di lì a poco cominciò la collaborazione con le due importanti associazioni che fanno parte di questa edizione: “Made In Rock”, per quanto riguarda la parte dedicata alla storia della musica rock e “Vintage Autority”, per quello che riguarda la storia della chitarra elettrica. Naturalmente c’è stato un insieme di fattori che ha permesso a questo progetto di realizzarsi. Il mondo della liuteria elettrica è un mondo che fa parte della nostra contemporaneità ed ha delle affinità con quello che è il territorio di Cremona, che trae linfa vitale dalla liuteria classica, con le sue tecniche costruttive e l’attenzione e la cura al dettaglio. Sicuramente una scuola per tutti quelli che si sono cimentati nella stessa liuteria elettrica.

L’inserimento di un salone di questa tipologia denota senza dubbio la volontà di creare nuove connessioni all’interno di un settore circoscritto come potrebbe risultare quello della liuteria “classica” (glorificata da famiglie cremonesi come Amati, Stradivari e Guarneri del Gesù), aprendosi quindi in via definitiva alle più moderne tecniche di amplificazione. Un binomio innovativo che in questa edizione troverà sicuramente ampio sfogo, dico bene?

Sì, esatto. L’idea è quella di far scoccare una scintilla all’interno di un territorio dove la liuteria classica ed elettrica possono trovarsi, dialogare e unire pubblici apparentemente diversi ma che hanno un territorio comune. Il binomio innovativo è creare un dialogo ed un luogo di incontro. Questo è solo un inizio, ma è un seme che germoglierà nel tempo.

Liuteria legata all’elettrico è anche artigianalità: dalla nuda tavola di legno al prodotto finito che acquisisce un’estetica e un carattere ben definiti ma soprattutto viene animata da un suono distintivo, unico per ogni strumento. Un mondo che affascina sempre più giovani che imbracciano gli arnesi del mestiere per vestire i panni del liutaio, un’arte che sembrava essere destinata all’oblio, ma che oggi torna sempre più in auge grazie alla passione e agli sforzi di chi crede nel valore umano. La mano del Maestro fa sicuramente una grande differenza nella creazione di uno strumento “sartoriale” a differenza della produzione in serie. E’ lecito chiedersi se avremo quindi modo di poter incontrare anche i “costruttori” oltre che i rivenditori?

Certo, ci saranno in una percentuale maggiore coloro che costruiscono e collezionano strumenti particolari. Ci saranno rivenditori certo, disposti però a proporre strumenti con quelle caratteristiche di qualità, artigianato e ricercatezza processuale.

Saranno previsti workshop?

Certo! Sono previste delle riunioni che partiranno nel palco “silent”, quindi tutto verrà attraverso cuffie e slide che verranno passate allo schermo con la possibilità di interagire con chi parlerà. Tutti gli argomenti verranno veicolati all’interno di una pagina dedicata del sito.

All’interno della manifestazione verrà dato ampio risalto anche alla storia e alla cultura musicale degli ultimi settant’anni, con esposizioni dedicate al rock granitico dei mostri sacri: Led Zeppelin, Pink Floyd, Deep Purple, The Who… solo per citarne alcuni. Una collaborazione resa possibile da MADE IN ROCK APS. Ci può dare qualche anticipazione?

La storia della musica rock è una storia che si intreccia con l’evoluzione dello strumento elettrico e con le innovazioni all’interno di questo mondo.
È fondamentale raccontare la storia di questo periodo che va dal 1954 ad oggi in cui ci sono moltissimi generi e sottogeneri. Parlare della storia della musica rock, è avere una considerazione più ampia di uno dei generi che costituiscono varie sfumature di questa cultura. La storia della musica rock verrà testimoniata da quella che è l’azione di Made in Rock APS, un’associazione all’interno del quale c’è una collezione grandissima operata da Mariano Freschi e raccolta in quarant’anni di passione. Nonostante l’immensa quantità di oggetti, questa non può essere totalmente esaustiva sulla storia della musica rock, ma dà sicuramente uno spaccato importante di quello che significa la musica e la cultura legata a questa idea. Ci saranno pezzi importanti come l’amplificatore di Keith Richards del 1964, la chitarra di Steve Vay utilizzata anche in Italia, un basso di Sting e ancora abiti e memorabilia. Questo è solo un assaggio della potenzialità di questa associazione e della collezione che ospita.

Quale il suo pezzo preferito tra quelli in mostra?

Ce ne sono diversi che adoro, se dovessi scegliere quello che forse mi emoziona maggiormente è l’amplificatore di Keith Richards, forse per la storia che c’è dietro, per la rissa svolta a Blackpool durante un concerto e quello che è accaduto. Penso sia una storia divertente e molto rock!

Sarà possibile anche provare gli strumenti esposti?

Ovviamente sarà possibile provare gli strumenti all’interno di cabine insonorizzate con amplificatori valvolari. Questa è una delle opzioni per chiunque voglia visitare la fiera.

Quali gli obiettivi per un futuro prossimo?

Nel prossimo futuro, l’obbiettivo è andare oltre ai bassi, le chitarre e gli amplificatori, raggiungendo tutti gli strumenti connessi con l’Electric Sound. Il rimando con la storia della musica rock è diretto. Ho colto una sfida e portare un contenuto di questo tipo in un territorio come Cremona non è immediato. Sono felice di aver accolto questa occasione, perché penso possa essere un seme in grado germogliare e portare un vento nuovo che farà bene a tutto il territorio, aprendosi ad un pubblico più ampio ed offrendo uno sguardo in più che non sostituisca quello che fa parte della tradizione ma che aggiunga qualcosa, proiettando la tradizione stessa nel futuro.

SUSANNA ZANDONÀ