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COUNTING CROWS – Intervista al fondatore e cantante Adam Duritz

COUNTING CROWS – Intervista al fondatore e cantante Adam Duritz

Ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Adam Duritz, fondatore e cantante della storica alternative rock band americana Counting Crows che tornerà in Italia il prossimo anno con tre date, martedì 5 aprile 2022 al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, mercoledì 6 Aprile al Tuscany Hall di Firenze e venerdì 8 aprile al Gran Teatro Geox di Padova.

Ciao Adam, benvenuto su Tuttorock, prima di tutto come sta andando questo periodo di ripartenza negli USA?

Ciao Marco, ti vedo in auto!

Sì, ho avuto qualche problema perché qui in Italia il venerdì sera c’è molto traffico e ora sono in un parcheggio!

Fantastico. Dove sei?

Sono vicino a Modena adesso!

Emilia-Romagna! Beh, è ​​stato un periodo molto strano. Sai, quando abbiamo pianificato il tour, le cose sembrano andare molto meglio. Allora non c’era nessuna variante Delta e i casi stavano davvero calando, poi sono esplosi di nuovo poco prima del tour, quindi eravamo molto preoccupati, ma lo abbiamo fatto lo stesso in una rigorosa bolla, siamo stati molto attenti, senza ospiti nel backstage, senza amici, senza uscire e fare cose nelle città. E poi abbiamo stabilito una regola anche per il pubblico che doveva essere vaccinato o avere avuto un test negativo negli ultimi tre giorni. È stato molto stressante ma è stato allo stesso tempo fantastico, davvero gratificante, perché dovevamo andare a suonare e siamo stati molto attenti. Abbiamo fatto tutte quelle cose e le abbiamo rese sicure uscendone sani e salvi. Non ho sentito nulla a proposito di casi emersi ai nostri spettacoli e non abbiamo avuto nessun infettato. Sono stati i migliori concerti della nostra carriera e la gente ne è uscita entusiasta. Sai, puoi essere arrugginito dopo 30 anni di carriera, alla gente può non importare più nulla di te ma, dopo 30 anni, vedere che migliaia di persone uscivano ogni sera per noi ha reso piuttosto entusiasta anche me. Ero davvero emozionato e felice alla fine, avrei quasi voluto che il tour fosse più lungo anche se è stato molto stressante.

Qui la situazione è migliorata e adesso possiamo andare ai concerti o allo stadio a vedere partite di calcio, è una ripartenza.

Sì! Andrò a Green Bay tra un paio di giorni, il mio amico gioca come quarterback per i Green Bay Packers. Lo conosco da circa 20 anni, è Aaron Rodgers. E così questo fine settimana andrò a vederlo giocare e sono anni che non vado a un evento sportivo. Sono molto entusiasta di fare questa cosa.

Qual è la tua squadra preferita?

Il Milan. Ogni volta che il Milan gioca a San Siro, a Milano, viaggio circa 3 ore con l’autobus ma mi diverto molto.

Fantastico! Il mio tour manager è di Cork, come Roy Keane. È cresciuto con il Manchester United grazie a Roy Keane, Denis Irwin e Paul McGrath. Quindi sul bus siamo molto informati su quella squadra.

Raccontami un po’ del feedback che hai avuto per “Butter Miracle: Suite One”, uscito lo scorso maggio.

Abbiamo avuto un buon feedback dai fan, alla gente sembra che piaccia davvero. Ho ricevuto molte ottime recensioni. Voglio dire, vorrei raggiungere sempre più persone ma sai, 30 anni dopo, sono contento di ciò. Esistiamo ancora. Ma soprattutto il feedback che abbiamo ricevuto dall’estero è stato davvero fantastico. Ad esempio, ho fatto per lo più due o tre interviste italiane per ogni disco, non molte, ma per “Butter Miracle” ne ho già fatte più di 20, solo per l’Italia! È davvero gratificante. L’Italia rappresenta molto per noi, è bellissima e vorremo andarci sempre, purtroppo non siamo mai stati così conosciuti lì come lo siamo in Olanda o in Germania o nel nord dell’Inghilterra, ovviamente, ma le cose stanno iniziando a cambiare. Sento che c’è molto interesse per “Butter Miracle”.

Quando pubblicherete un nuovo LP?

Ho scritto la seconda suite, proveremo a registrarla a gennaio. La mia speranza è di finirla prima di andare in tour in Europa e quindi di essere in grado di pubblicarla a maggio, un anno dopo la prima suite. Poi le metteremo entrambe su un CD, un LP su due lati.

Inizierete il tour dagli Stati Uniti a fine ottobre, poi da febbraio 2022 tornerete in Europa, dopo 6 anni tornerete in Italia con 3 concerti, che tipo di show devono aspettarsi i vostri fan italiani?

Beh, sarà un tipico spettacolo dei Counting Crows e non ho idea di come suoneremo, solitamente suoniamo canzoni di ogni disco diverso. Posso dirti che suoneremo l’intera suite, l’abbiamo suonata nei live, è stato molto bello, tutto d’un fiato. Non so cosa faremo quando avremo anche una seconda suite, ci sto pensando. Inoltre, dopo 20 anni, abbiamo aggiunto “Butterfly In Reverse” con tanto di archi, è davvero fantastico. Abbiamo suonato canzoni provenienti da tutta la nostra discografia e cambiamo ogni notte la scaletta, di solito c’è anche un set acustico. Non so come riassumerti tutto, cambiamo sempre e penso che ciò sia eccitante, non sai mai quali canzoni ascolterai ad un nostro concerto.

Che ricordi hai di quel concerto del 2016 quando vi siete esibiti prima di Bruce Springsteen e la E Street Band al Circo Massimo di Roma?

Come ho detto prima, da tempo volevamo provare ad espanderci in Italia e Spagna o, per meglio dire, in tutta Europa, ad essere onesti. Ero venuto in Italia un anno prima per parlare con alcuni promotori e chiedere i loro consigli. Ho incontrato Claudio Trotta a Milano e mi ha detto “Penso che possiamo davvero espandere i Counting Crows in Italia”. Aveva un sacco di idee e una di queste era quella, ha detto, “Penso che sarebbe davvero bello per voi ragazzi se poteste aprire per Bruce Springsteen a Roma”. Io ho detto “Sì, sarebbe un bene per noi se potessimo aprire per Bruce Springsteen ovunque, ma Bruce non ha mai una band di apertura”. Ho visto Bruce 20 volte e ai suoi concerti non c’è mai stato nessuno prima di lui. Claudio ha detto, “Mi sento come se potessi farcela”. Sembrava molto sicuro di sé e io ero entusiasta, sarebbe stato davvero fantastico! Grazie! E poi un anno dopo, ha richiamato e ha detto, “Vi offro un concerto per Springsteen a Roma, e voglio che suoniate anche in tutte queste altre città”. Eravamo elettrizzati perché non avevamo mai suonato davanti a 60000 o 70000 persone prima, ovvero più persone di quante abbiano mai assistito a tutti gli spettacoli italiani che avevamo fatto prima, senza contare i festival ovviamente, ma sai, è stato davvero incredibile. Abbiamo suonato davanti a mille o duemila persone a notte in Italia in soli uno o due, massimo tre spettacoli a tour. Quindi, per poter suonare per tutte quelle persone a Roma, quella sera abbiamo fatto un grande show. Speravo che questo avrebbe in futuro cambiato le cose per noi in Italia per sempre, e sembra di sì, perché questa volta abbiamo ricevuto molta più attenzione dalla stampa italiana rispetto al passato, e faremo tre spettacoli. Spero che potremo tornare più avanti nel corso dell’anno e suonare di nuovo, magari ai festival di fine estate, non lo so, mi piacerebbe davvero molto andare in tour più regolarmente in Italia e in tutta Europa, davvero, ma soprattutto nel sud. Il sud è dove c’è tanto buon cibo, mi piace il cibo made in Italy, è davvero ottimo. Ci sono persone divertenti da voi, ma sai, lì l’inglese non è parlato così tanto, quindi è stata sempre una lotta per noi perché siamo pieni di parole. Mi piacerebbe davvero molto, significherebbe tutto per me perché l’abbiamo sempre voluto. Sai, abbiamo fatto un sacco di tour ma abbiamo suonato solo in una città, ci piace suonare a Milano ma mi piacerebbe farlo anche altrove, ad esempio a Modena. Ho un ottimo amico in quella città, Massimo Bottura, che ha il suo ristorante lì. Il mio amico di lunga data Paolo De Toma ci ha presentato Massimo anni fa e da allora siamo rimasti in contatto. Prima dell’ultimo tour Emma ed io siamo stati a Modena per tre o quattro giorni e con Massimo e la sua famiglia siamo andati nei ristoranti in cui lui è cresciuto. Abbiamo bevuto molto Lambrusco, è un vino davvero molto buono. Ho amato da subito Modena, è una cittadina molto bella, avremo qualche giorno libero prima del primo show e la mia speranza è poter andare a Modena per qualche giorno.

Avete quasi raggiunto i 30 anni di carriera, hai in mente qualcosa per festeggiarli?

Non proprio, non tendo mai a fare molto con gli anniversari, mi sorprendono sempre. Qualcuno mi ha chiamato la scorsa settimana e ha detto: “L’album Recovering the Satellites compie 25 anni”. Ho pensato, oh, wow, è fantastico. Ma per me, la più grande ricompensa è poter ancora suonare. Ogni giorno per me è uguale perché penso a quando sognavo di fare ciò da bambino. Non sogni di farlo per due dischi, uno dei quali ha successo e l’altro magari è un flop e poi la tua band si scioglie, sogni di farlo per tutta la vita. Non succede quasi mai ma sta succedendo a noi, sono passati 30 anni e siamo ancora qui, ed è un miracolo. È incredibile e quando penso alla vera ricompensa è, come dicevo prima, continuare a fare questo. Voglio farlo ogni giorno per il resto della mia è stato ed è un ottimo lavoro per tutta la mia vita. Sarebbe fantastico, voglio dire, ho avuto un sacco di lavori quando ero più giovane, ma non ero molto bravo come lavapiatti, come paesaggista. Ho fatto l’operaio edile e lavoravo in un negozio di video, erano tutti lavori fantastici a modo loro, ma non volevo passare la mia vita a fare quello, avrei voluto suonare rock and roll. Questo è il lavoro perfetto per vivere bene!

Eh immagino! Sai, ho provato anch’io a suonare ma al massimo venivano 20 persone, trovo molta più soddisfazione nello scrivere di musica, fare recensioni, interviste.

Beh, sai, piace molto anche a me parlare di musica perché, prima di diventare un musicista, ero un appassionato di musica. E sono ancora un fan ossessionato dalla musica, una delle mie cose preferite negli ultimi 10 anni è stato il podcast Underwater Sunshine creato da me insieme al mio amico James Campion. Lui è uno scrittore di musica come te e io e lui ci siamo seduti tranquillamente a parlare cercando di introdurre la gente alla grande musica. Penso che sia una gioia assoluta perché la musica è stata la cosa più importante in tutta la mia vita, sono stato un fan da quando sono nato e poi sono diventato qualcuno che ce l’ha fatta. Amo la parte di essere semplicemente un fan, sai, questo lato mi esalta davvero. Ho appena ricevuto un nuovo cofanetto di “Let it be” dei Beatles, è successo l’altro giorno e sono ancora molto entusiasta. Amo parlare di musica, invidio te e molti lati del tuo lavoro, mi sembra molto interessante.

So che parli molto con i tuoi fan.

È iniziato tutto con l’avvento dei social media, ho pensato che fosse davvero importante farlo, sai, prima che esistessero quelli che ci sono oggi, quando eravamo tutti sulle bacheche di AOL. Quando ho scoperto che c’era una bacheca AOL per i Counting Crows ho subito iniziato a scriverci sopra, era il 1995. Era prima che pubblicassimo “Recovering the Satellites”, sai? E poi anni dopo, ovviamente, sono arrivati MySpace, Facebook e Twitter. MySpace era incredibile, vorrei che fosse ancora in giro. Penso che sia importante interagire perché altrimenti l’unica scelta che hai è farlo attraverso altre persone. È bello poterlo fare da soli, ma devi mantenere una piccola distanza perché spesso le persone sono pazze.

In 30 anni, che differenze hai visto nel mercato musicale?

Beh, la gente non paga più niente. È un peccato ed è strano. Mi piaceva quando pagavano le cose, immagino che paghino ancora i biglietti. Sai, pochissime aziende potrebbero sopravvivere perdendo metà del loro reddito. Voglio dire, essenzialmente, guadagnavamo dalla vendita dei biglietti, dai tour e anche dai dischi, ora guadagniamo solo dalla vendita dei biglietti. Ciò ha cancellato metà del reddito, ma dobbiamo conviverci, non possiamo farci niente in ogni caso.

Se dovessi definire con una parola cosa significa per te la musica cosa mi diresti?

Tutto.

Io dico che la musica è un miracolo perché qualche giorno fa stavo guardando la TV e la nipotina della mia ragazza ballava sul vostro video “Accidentally in Love”. Ho pensato, “La musica è un miracolo, va bene per i bambini, per i ragazzi, per gli anziani”.

Sono d’accordo. Sai, sono andato alla DreamWorks e mi hanno mostrato quasi tutto “Shrek 2” quando mi hanno chiesto di fare la canzone. Ricordo che pensai che mia nonna ha visto “Biancaneve”, mia madre ha visto “Biancaneve”, io ho visto “Biancaneve”. Se mai avrò figli, anche loro vedranno “Biancaneve”. Ti restano nella mente musiche che provengono da cose del genere, come “Someday My Prince Will Come” di Miles Davis, che penso sia ne “La bella addormentata nel bosco”, quelli sono grandi film, grandi film senza tempo per bambini. I film di qualità per bambini durano per sempre, e quasi nient’altro nella nostra cultura resta così a lungo. Il mio pensiero era: voglio assolutamente fare questo film perché sarà ascoltato da generazioni di persone che sentiranno sempre i Counting Crows anche se non saremo più alla radio o da nessun’altra parte. Un bambino guarderà “Shrek 2” con sua madre e suo padre e noi saremo lì con loro. Quella roba è per sempre, come il Circo Massimo di cui parlavamo prima.

Sai, i bambini avevano sei anni quando è uscito quel film. Adesso hanno venticinque o ventidue anni? Eppure un bambino di tre anni ancora piccolo come la nipote della tua ragazza lo vede ancora adesso. Ecco perché ho detto sì.

Penso di aver finito con le domande, prima di tutto grazie mille per il tuo tempo e per le tue risposte. Vuoi aggiungere qualcosa per finire questa intervista?

Sì, ti aspettiamo ai nostri live, dì a tutti i tuoi amici di venire perché tutto ciò che vogliamo è tornare in Italia tante volte in futuro. E più gente verrà, più Claudio vorrà riaverci. Non posso dirvi quanto sia importante l’Italia come Paese per noi, è stata dura, ma finalmente stiamo costruendo qualcosa e vorremmo continuare a farlo. Vogliamo solo venire a lavorare in Italia, per noi è come andare in vacanza.

Grazie, Marco. Spero tu possa tornare a casa sano e salvo!

MARCO PRITONI

Band:
Adam Duritz – voce, piano
David Bryson – chitarra
Charles Gillingham – tastiera, organo, fisarmonica
Dan Vickrey – chitarra
David Immerglück – chitarra, mandolino
Jim Bogios – batteria
Millard Powers – basso

https://www.countingcrows.com/
https://www.facebook.com/countingcrows
https://www.instagram.com/countingcrows/
https://open.spotify.com/artist/0vEsuISMWAKNctLlUAhSZC

** ENGLISH VERSION **

I had the pleasure of having a chat with Adam Duritz, founder and singer of the historic American alternative rock band Counting Crows who will return to Italy next year with three dates, Tuesday 5 April 2022 at the Teatro Lirico Giorgio Gaber in Milan, Wednesday 6 April at Tuscany Hall in Florence and Friday 8 April at the Gran Teatro Geox in Padua.

Hi Adam, welcome to Tuttorock, first of all how is this restart period going there in the USA?

Hi Marco, are you in a car?

Yes, I had some problems because here in Italy there is a lot of traffic on Friday evening and I’m now in a car parking!

Fantastic. Where are you?

I’m near Modena now!

Oh yeah. Emilia-Romagna! Well, it was very strange. You know, when we planned the tour, things seem to be getting a lot better. There was no Delta variant then, and cases were really going down. And then they blew up again right before the tour. So we were very concerned but we did it in a strict bubble lockdown ourselves, we were very careful, no guests backstage, no friends, no going out and doing things in the towns. And then we made a rule for the audience as well that they had to be either vaccinated or have had a negative test in the past three days. And it was very stressful. But it was also really great, really rewarding, because we got to go play and we were really careful. And it was kind of nice because we did all that stuff and we made it safe. And then we got through safely. I haven’t heard anything about cases that came up at our shows and we didn’t have anybody after the first day get infected ourselves. We played the best shows of our career and people still came out like. You know, you can be really washed up after 30 years, people can don’t care about you anymore. But after 30 years thousands of people came out every night, so I was pretty thrilled about it myself. I was really, really excited and really happy at the end. I almost wanted it to go on for longer even though it was really stressful and really tense.

Here the situation is improving day by day, and now we can go through shows and we can go to the stadium to watch football matches, it is a restart.

Yeah, I’m going to. I’m flying to Green Bay in a couple of days, my friend plays as quarterback for the Green Bay Packers. I’ve known him for, I don’t know how long, 20 years, he is Aaron Rodgers. And so I’m going this weekend to see him play and I have not been to a sporting event in years. I’m so excited to do something like that. So what’s your team?

AC Milan. Every time AC Milan played in San Siro, in Milan, I go there by bus, about 3 hours on the road but I really enjoy it .

That’s so cool. My tour manager is from Cork, like Roy Keane.  He was brought up with Manchester United because of Roy Keane and Denis Irwin and Paul McGrath. So we are very Manchester United centre back on the bus.

Tell me a little about the feedback you had for “Butter Miracle: Suite One”, which came out last May.

We have good feedback from the fans, people seem to really like it. I got a lot of great reviews. I mean, I wish it was bigger that more people, you know, but you know, 30 years in, I’m pleased with that. We still exist. But mostly the feedback we got from overseas was the really cool thing. Like, I’ve mostly done two or three Italian interviews every record, not a lot but for “Butter Miracle” I’ve already done more than 20, just just for Italy! And so that was really rewarding. Italy’s been a long time for us. Italy’s beautiful and you want to go there but we were never as big there as we were in Holland or Germany or, you know, the North of England, you know, obviously, but it’s starting to turn around. I feel like because there’s a lot of interest in “Butter Miracle”.

When will you release a new full length?

I’ve written the second suite, and so we’re going to try and record it in January. My hope is that we’ll have it done before we go on tour to Europe, and we’ll be able to release it in May, so a year after the first one. And then we’ll put them both on one CD, one LP on either side.

You will start the tour from the United States in late October, then from February 2022 you will return to Europe, after 6 years you will return to Italy with 3 shows, what kind of show should your Italian fans expect?

Well, it will be a typical Counting Crows show in that I have no idea how we play, we play songs from every different record. The highlights that I can tell you is that we’ll be playing the entirety of the suite, we played the whole suite together in the shows. It was really cool, all in one chunk. I don’t know what we’ll do when we have a second suite as well and I thought about that. We’ve also after not playing it for 20 years, we added “Butterfly In Reverse” back into the set with full strings. And that’s really cool. I think that’s so beautiful. But we kind of played songs from all over. It changes a little every night. You know, there’s acoustic set usually in the set. I don’t know how to sum it up, because it does change every night, but I think it makes it exciting. I think we play songs you never know what songs you’re going to hear.

What memories do you have of that 2016 show when you performed before Bruce Springsteen and the E Street Band at the Circo Massimo in Rome?

Well, I mean, like I said, for a long time we really wanted to try and expand in Italy and Spain. I mean, all over Europe, to be honest. And I’d gone over there a year before to speak with some promoters and get their advice on it. I met Claudio Trotta in Milan and he said “I think we can really expand Counting Crows in Italy”. He had a bunch of ideas and one of them was that. He said “I think it would be really good for you guys if you could open for Bruce Springsteen in Rome”. And I said “Yeah, it would be good for us if we could open for Bruce Springsteen anywhere, but Bruce doesn’t have openers”. I’ve seen Bruce 20 times and there’s never been an opening band. And he said “I feel like I can pull it off”. He seemed very confident and I was like, wow, ok! I don’t think so, but that would be amazing. Thank you! And then a year later, he called back and he said, “I’ve got you a gig opening for Springsteen in Rome, and I want you to play all these other cities as well”.  We were thrilled because we’ve never played with 60000, 70000 people before. More people source than have ever been probably all of the Italian shows we played before that not counting the festivals, but you know, that was incredible. We’ve been playing to one or two thousand people a night in Italy and only one or two, three shows a tour. So to get to play for all those people in Rome we played a great show that night. I was hoping that that would change things in Italy forever. And it seems to have because I’ve done much more press from Italy this time around than ever before, and we will play three shows. You know, I hope we can come back again later in the year and do it again. Maybe play the late summer festivals, I don’t know. I just would really, really love to tour more regularly in Italy and all over Europe, really, but especially the south. The south is where there is good food is more, I like made in Italy food. You have great food. And they’re more fun, but you know, there English isn’t spoken as much, so it was always more of a struggle for us because we’re kind of wordy. But yeah, you know, I would love that. That would mean the world to me because we’ve always wanted it. You know, a lot of tours, we only played one town. We’d only play Milan and I love playing Milan, but I would like to play everywhere else, too. I really want to play in Modena. I have a very good friend there, Massimo Bottura, who has his restaurant there. My friend Paolo De Toma, who I’ve been friends with our entire band’s life, introduced us to Massimo years ago, and we’ve all stayed in touch. Before the last tour Emma and I went to Modena for three or four days and with Massimo and his family we went to the restaurants he grew up in. We drank a lot of Lambrusco, it is very good. I loved Modena, it’s such a beautiful little town, we have a few days off before the first show and my hope is that we can go to Modena for a few days.

You have almost reached your 30-year career, do you have something in mind to celebrate it?

Don’t really, I never tend to do much with anniversaries, they always catch me by surprise. Someone called me up last week and said, “Recovering the Satellites is out since twenty-five years”. I thought, Oh, wow, that’s great. But for me, it’s more like the big reward is doing it. Every day is just treating them all like the same days because I look when you dream about doing this as a kid. You don’t dream about it, about doing it for two records, one of which is successful and one’s a flop, and then your band breaks up. You know, you dream about doing it for your whole life. It doesn’t happen ever but it’s happening for us. It’s 30 years and we’re still here, and it’s a miracle. It’s amazing and when I think about the real reward is just to keep doing it. I just want to do it every day for the rest of my life and add I have had one really good job for my entire life. You know, that would be cool, I mean, I had a bunch of jobs when I was younger, but I wasn’t really good as a dishwasher, as a landscaper. I was a construction worker and I worked at a video store, they were all cool in their own ways, but I didn’t wanna spend my life doing any of it, but playing rock and roll. That’s a good life’s work!

I guess! You know, I tried to play but at most 20 people came, I find much more satisfaction in writing about music, doing reviews, interviews.

Well, you know, I really love talking about music because before I was a musician, I was a music fan. And I still am obsessed as a music fan and one of my favorite things in the last 10 years has been the podcast Underwater Sunshine with me and my friend James Campion. He’s a music writer like you and we just get to sit around and talk about music and try to introduce people to great music. I think that’s like an utter joy because music has been the most important thing in my whole life for a lot of it, because I’ve been a fan since I was born, and then I became someone who makes it. But I love the part that’s just being a fan. You know, like, I get really excited. I just got a new “Let it be” Beatles box set. You know, that came the other day, and I’m like, really excited. I love talking about music, I envy you and a lot of sides of your job. That seems like a very cool job.

I know you speak a lot with your fans.

Well, it started off because at the beginning of social media, I thought it was really important to do that, you know, before it actually existed, back when we were all going on AOL message boards. When I discovered there was an AOL message board for Counting Crows, I immediately started writing on it and it was 1995. It was before we made “Recovering the Satellites”, you know? And then years later, of course, you get MySpace, Facebook and Twitter. MySpace was incredible, I wish that was still around. You know, I think it is important to, like, interact, you know, because otherwise the only choice you have is to interact through other people. It’s good to be able to do it yourself, but you have to keep a little distance because sometimes people are crazy.

In 30 years, what differences have you seen in the music market?

Well, people don’t pay for anything anymore. That’s a shame. I liked it when they paid for stuff. I guess they still pay for tickets, it’s weird. You know, very few businesses could survive losing half their income. I mean, essentially, we used to make money from selling tickets, from touring and also from making records, now we only make money from selling tickets. It’s weird that it wiped out half of the income but we have to kind of live with that. Nothing we can do about that any case.

If you had to define with a word what music means to you what would you say to me?

Everything.

I say music is a miracle because some days ago I was watching to TV and the little niece of my girlfriend dancing on your video “Accidentally in Love”. I said, music is a miracle. It is good for  children, for boys, for old men.

Yeah. I went down to DreamWorks and they showed me most of Shrek two when they asked me to do the song. And I remember what I was thinking was that my grandmother saw Snow White and my mother saw Snow White and I saw Snow White. If I ever have kids, they’ll see Snow White. Music from things like that are in your mind, like Miles Davis “Someday My Prince Will Come” which I think is from Sleeping Beauty, you know that those things are great movies, great children’s timeless movies. Quality movies for kids last forever, and almost nothing else in our culture lasts forever like that. My thought was, I absolutely want to do this movie because this is going to be heard by generations of people. And they’ll always hear Counting Crows even if we’re not on the radio or anywhere anymore.  A kid will watch Shrek two with his mom and dad and we will be there. That stuff is is forever, like Circo Massimo.

You know, the kids that were little kids were six years old when that movie came out. Ah, what? Twenty-five now or twenty-two? You know, and yet still young three year old like the niece of your girlfriend are seeing it even now.  That’s why I said yes.

So I think that the I have finished my time, first of all thank you very much for your time and for your answers. Do you want to add something to finish this interview?

Yes, please come out and tell all your friends to come out because all we want is to go back to Italy over and over again. And more people will come, more Claudio will want to have us back. I can’t tell you how important Italy is as a country to us. It’s been hard but we’re finally building something and we would like to continue building it. We just want to come and working in Italy. Is like going on vacation for us. Thank you, Marco. I hope you get home safe!

MARCO PRITONI