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CELTIC HILLS – Intervista al cantante, chitarrista e fondatore Jonathan Vanderbilt

CELTIC HILLS – Intervista al cantante, chitarrista e fondatore Jonathan Vanderbilt

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In occasione dell’uscita di “Blood Over Intents”, nuovo album dei Celtic Hills, abbiamo parlato Jonathan Vanderbilt, mastermind della band.

Ciao Jonathan e benvenuto tra le pagine di Tuttorock. Inizierei subito nel parlare della tua storia, come nasce la tua passione della musica, come inizia il tuo percorso musicale e la nascita dei Celtic Hills.
Canto dall’età di 8 anni e già a 14 suonavo il basso in una piccola band punk del paesello… Mia madre lavorava in un negozio di dischi e fin da piccolo ascoltavo musica, prevalentemente anni 60 e 70 e sono cresciuto ammirando Roy Orbison, Paul Anka, Elvis Presley e Beatles, Uriah Heep. Poi tra le band che scelsi io d’ascoltare ci sono stati Sex Pistols, Ramones e il primo disco che acquistai fu “Destroyer” dei Kiss. Ho iniziato come bassista e questo oggi si sente nel mio concentrarmi sulla fondamentale dell’accordo, poi ho iniziato a cantare ed erano già gli anni 80… Cantavo d’istinto e la mamma di una nostra amica che faceva la corista al Teatro Verdi di Trieste notò che avevo delle potenzialità mi diede i primi rudimenti, poi iniziai a studiare lirica con una certa Cherri di Soave fino con Elizabeth Sabine negli anni ’90… Mi accorsi ben presto che il ruolo del cantante è di sudditanza   nei confronti di chi suona e passai alla chitarra diventando cantante /chitarrista.

Come nascono i brani del tuo nuovo album?
Le canzoni nascono dall’idea di rappresentare in musica le emozioni che il testo suscita come una colonna sonora.

Cosa mi dici di titolo e testi?
“Forum Julii” racconta come era Cividale ( Civitaee Juliae) nel 610 d.c. quando gli Avari, popolazione di origine mongola sconfisse i Longobardi e assediò la città. Anche “Avari Horn” tratta lo stesso argomento ,ma descrive nel dettaglio i fatti utilizzando il testo medioevale di Paolo Diacono tradotto dal latino in inglese. “When The Snow Covers The Ground” è una riflessione sui caduti della Prima Guerra Mondiale. In questi ultimi anni, i ghiacciai delle Alpi, teatro degli scontri tra italiani e austriaci, si stanno sciogliendo portando alla luce i corpi di quei giovani soldati che diedero la vita per le loro patrie. Nel testo si immagina l’ anima di un caduto riflettere sul senso di quella guerra…

La copertina ha un significato particolare?
“Blood Over Intents” è un rito con il quale si usa il proprio patrimonio genetico, ovvero il DNA nel sangue, per firmare un atto di volontà. Questi concetti sono stati liberamente interpretati da Sheila Franco, l’artista che ha dipinto la copertina ascoltando gli elementi filosofici che caratterizzano la filosofia della band. Rivelando attraverso dei simboli chiave un messaggio rivolto a chi sa interpretarli.

Le differenze tra i tuoi album?
In ogni disco ci sono alcuni brani con dei testi che rivelano alcuni misteri, l’aspetto innovativo sta nell’ organizzare le canzoni come una sorta di compilation e per questo motivo ci sono diverse influenze che sono accomunate dallo spirito che alimenta l’energia vitale. La musica è vibrazione e la vibrazione è vita.

Cosa pensi di questa situazione che stiamo vivendo?
La vita ci pone delle prove ed è come si reagisce che plasma i nostri destini. Personalmente credo che questo periodo sia caratterizzato dalla dipendenza di notizie fornite dai media piuttosto che ragionare con la propria testa. I mass media hanno fornito una valanga di informazioni strumentalizzando molto la verità per dei fini poco nobili. Poche persone hanno voluto approfondire le notizie credendo a ogni scemenza spacciata per verità assoluta mischiando così la zizzania in mezzo al grano!

Ti manca suonare dal vivo?
Per questo album mi manca ancor di più non aver la possibilità di fare concerti. Ho scritto le canzoni conscio che con una sola chitarra suonare le parti ritmiche e soliste mentre anche canto necessitava un approccio diverso nell’esecuzione ed ero voglioso di esibirmi dal vivo per godere di questo!

Le tue influenze musicali?
Ho una ben nutrita collezione di vinili e di cd che spaziano su diversi generi attraverso gli anni, tutto questo mi ispira quando scrivo, ma so bene che vuoi dei nomi e allora ti nomino le band più recenti che ascolto: Arch Enemy, Wintersun, Kontrust, gli Almanac di Victor Smolsky.

Progetti futuri?
Stiamo già lavorando al nuovo album e stiamo cercando un chitarrista da aggiungere alla line up per suonare dei brani più articolati. Abbiamo già scritto metà dei brani e deciso chi produrrà il disco e in quale studio. Entreremo a registrare in studio verso ottobre, perché questo nuovo produttore prima sarà in tour con la sua band…per scaramanzia non voglio anticipare nulla di più.

Cosa pensi del metal italiano di oggi?
Il metal italiano di oggi è notevolmente evoluto rispetto a quello degli esordi e la riprova sono le band italiane divenute famose a livello internazionale. La scena italiana si affeziona di più alle band che non proprio al genere, ma anche su questo stiamo evolvendo.

Quali altri interessi hai al di fuori della musica e se poi vanno ad influenzare le tue idee musicali.
Oltre alla musica sono un archeologo e ricercatore storico, amo le auto e moto d’epoca che colleziono e restauro. Vivo in una casa di fine 1700 con mobili d’epoca che restauro personalmente, ho una biblioteca abbastanza interessante e come dicevo prima vinili, cd, e molti film in dvd. Adoro le avventure, i viaggi, le esplorazioni, ho diversi titoli di studio, ma la cosa a cui tengo di più sono gli animali che condividono la mia esistenza. Se tutto questo influenza la mia musica? Ho scelto di vivere a modo mio, può sembrare difficile ed in passato lo è stato, ma se hai chiara la meta del tuo viaggio e trovi la forza di volontà per iniziare il viaggio, scopri che tutto inizia dal primo passo e dalla forza di proseguire nel cammino.

Lascio chiudere a te l’intervista, un messaggio per entrare nel tuo mondo musicale o qualsiasi altra cosa ti viene in mente.
Voglio proseguire offrendo l’esperienza di un lungo cammino raccontando che avere delle passioni nella vita siano queste per la musica, per la gnocca o per qualsiasi altra cosa, fa sì che si trovi sempre una via per arrivare alla meta. Un pò come l’acqua che dalla montagna deve arrivare al mare….inizia come un rivolo e man mano cresce…trova ostacoli, viene fermata e rinchiusa in laghi e dighe, ma arriverà sempre al mare, perché è nella sua natura. La persona che non vive in balia degli eventi, ma che comprende quale meta vuole raggiungere, forse morirà anche prima, ma avrà vissuto seguendo il proprio cuore e questo è fantastico!

FABIO LOFFREDO

Band:
Jonathan Vanderbilt: Voce, chitarra e tatiere
Jacopo Novello: Basso
Alessandro De Fustinioni: Batteria

www.n1m.com/celtichills
https://www.facebook.com/pages/category/Musician-Band/CELTIC-HILLS-OFFICIAL-279464367306/
http://www.elevate2records.com

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