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CELESTE GAIA – Intervista su CANZONI IN SCATOLA

CELESTE GAIA – Intervista su CANZONI IN SCATOLA

Celeste Gaia, talentuosa e poliedrica artista milanese, cantautrice, già conosciuta da molte persone per la sua partecipazione a Sanremo 2012 con il brano “Carlo”. Recentemente Celeste Gaia, classe 1990, è tornata sulla scena musicale pubblicando CANZONI IN SCATOLA, album uscito a novembre 2022, gradito successore di quel MILLIMETRO uscito nel 2012. Cerchiamo di focalizzarci sul presente concentrando l’attenzione non solo su Celeste Gaia artista, ma anche su Celeste Gaia come persona.

Celeste, una domanda che non è mai banale e che talvolta dimentichiamo di fare alle persone. Come stai? Celeste artista e Celeste donna di trent’anni in questo 2022 come si sente?
Grazie per la domanda – mai banale, hai ragione! Sto bene, sono felice che sia uscito il disco, è stato un periodo molto intenso dal punto di vista lavorativo e non ti nego che non vedo l’ora di ricaricare le batterie, ma dentro ho una grande emozione. La serata di presentazione durante la Milano Music Week è stata molto bella e mi ha dato modo di condividere insieme a tante persone, che mi sostengono da anni, un momento importante per me.

Il tuo disco esce dopo un biennio abbastanza tormentato per l’umanità, prima il Covid ora la guerra. Quanto c’è della situazione globale nelle tue canzoni? Le tue canzoni disegnano una normalità condita non solo dal vivere quotidiano. Si notano nostalgia e disillusione. Canzoni in scatola è un disco maturo e allo stesso tempo sbarazzino. Vorrei conoscere una tua opinione, a posteriori, sulla genesi creativa del disco.
Sì, il disco esce dopo un periodo complicato per tutti, io stessa ho subito delle rivoluzioni non solo mentali ma anche fisiche. Ma in realtà i brani di “Canzoni in scatola” sono nati in un periodo differente e sono frutto di un lavoro in studio che potrei definirti quasi artigianale. In questo senso forse di globale non c’è molto, ma posso dirti che c’è dentro una storia molto personale: la mia. Rispecchia una crescita e delle fasi interiori, per questo ci tenevo che uscisse, perché va a cristallizzare comunque un momento importante della mia vita. Spero che poi altri possano rivedersi in alcune parole ed emozioni, a prescindere dal contesto. Queste canzoni sono nate dentro di me, per necessità di espressione e alcune poi sono diventate anche dei piccoli mondi visivi (ho curato ogni aspetto artistico, dalla grafica alla regia fino al montaggio dei video usciti) in cui per me era importante far passare il messaggio reale della canzone. Ho cercato di fare piccoli passi, in punta di piedi, per introdurre lo sfondo di questo disco, indipendentemente da logiche che non mi appartengono.

In alcuni testi delle tue canzoni si notano dei passaggi molto più adulti e “arditi” rispetto a MILLIMETRO, disco sicuramente scritto con l’ingenuità tipica dei 20anni. Quanto è cambiata Celeste autrice dal 2012 ad oggi?
Per quanto riguarda le canzoni che scrivo come cantautrice credo sia sempre la stessa, solo con qualche anno e dei pezzi di vita in più. Il motivo per cui scrivo è sempre questo: nasce da un’esigenza di comunicare. Con il tempo, la vita e con tanti lavori differenti – in campi anche non prettamente musicali – il modo di scrivere è forse diventato più consapevole, ma mi riservo di continuare ad imparare e a crescere da quel punto di vista. 

Canzoni in scatola è un concept con il cibo a fare da filo conduttore. In un’epoca social dominata da Tik Tok, Instagram e OnlyFans quanto è difficile seguire una propria linea artistica sicuramente più riservata rispetto alla massa? La tua coerenza artistica è apprezzabile, nelle tue canzoni non cerchi la moda ma coltivi la tua particolarità. Cosa ti piacerebbe arrivasse alle persone che entrano in contatto con il tuo mondo musicale e artistico?
È difficilissimo. A volte è proprio un’impresa. L’ambiente è un po’ ostile verso tutto quello che non può incasellare in logiche di funzionamento dal punto di vista commerciale. Poi la saturazione del mercato e la crisi non aiutano. Ad ogni modo una volta ho letto una frase che mi ha fatto molto pensare, il senso era più o meno questo: “io non voglio funzionare, voglio vivere”, credo riassuma quello che cerco di fare. L’espressione artistica per me è legata alla verità, all’ironia, al non prendersi troppo sul serio ma anche alla profondità dell’imperfezione. A chi entra in contatto con me vorrei arrivasse questo in sostanza.

Celeste Gaia non è solo musica, sei impegnata anche in altri progetti artistici. L’arte è per te un rifugio per esprimerti o una valvola di sfogo? Cosa sarebbe Celeste Gaia Torti se non avesse la musica e l’arte come passione?
Sì, l’arte è sempre stata importante fin da piccolissima. Per anni l’ho tenuta in sordina, anche perché diciamo che non è stato facile buttarsi in un percorso completamente artistico. Ho lavorato in diversi campi ed usciva sempre in maniera dirompente la parte creativa dentro di me. Per me è libertà di espressione, condita da tantissimo studio e impegno. Della parte artistica adoro il fatto che possa comunicare ed arrivare ad altre persone. Se non avessi la musica e l’arte come passione? È difficile rispondere a questa domanda, mi piace molto l’aspetto d’indagare l’interiorità altrui, l’ascolto di altre vite e storie; quindi, forse approfondirei queste tematiche legate anche alla sfera della società, ma non so dirti con certezza. 

Quanto aiuta scrivere canzoni in un mondo dove le donne sono ancora trattate come umani di serie B e le discriminazioni fanno parte del quotidiano? La musica può veicolare un messaggio di progresso e modernizzazione?
Credo servirebbe proprio un cambiamento nella mentalità unito ad azioni concrete (nel lavoro, nella società e in ogni ambito significativo). Di sicuro la musica può trasmettere un messaggio ma viene recepito solo se dall’altra parte la mente è aperta.

La musica è personale, il tuo disco utilizza il cibo come metafora di molteplici argomenti e sensazioni. A quale canzone del disco sei più legata? Quale ti descrive meglio delle altre? C’è qualcosa che avresti voluto scrivere e che hai tenuto nel cassetto?
Sono legata a tutte, in particolare ti direi “Sette”, perché è una canzone che parla di mio papà, di quando è mancato velocemente a causa di un cancro. Trovo mi descriva molto anche “Bambolina” che fa una sorta di bilancio tra quello che ero e quello che sono diventata. Ci sono molte canzoni che ho tenuto nel cassetto, ogni cosa a suo tempo.

Si parla sempre di progetti e ambizioni. Nella vita talvolta si fanno anche scelte sbagliate. A volte le scelte, anche quelle sbagliate aiutano nel percorso di crescita. Chi scrive canzoni metabolizza anche gli errori per trasformarli in poesia. Quale sbaglio rifaresti? Quale errore ti è stato più utile per arrivare alla Celeste Gaia artista più sicura delle proprie capacità?
Diciamo che con il senno di poi è facile chiamarli “sbagli” ma, non potendo tornare indietro preferisco pensare che non lo siano stati. L’unica cosa che se potessi tornare indietro cambierei è il mio percorso di studi – avrei sempre voluto fare il liceo artistico e poi l’accademia, ma senza sviscerare troppo il perché diciamo che le circostanze non me l’hanno permesso. Ad ogni modo, ogni “errore” è stato utile a formare la persona che sono oggi, non posso dirti che mi va bene tutto, ma… ci sto lavorando 🙂

Nei testi delle tue canzoni c’è la Celeste artista e la Celeste persona. Descrivi le tue emozioni e anche alcuni momenti difficili della tua vita. Possiamo dire che in questo momento la Celeste Gaia che vediamo è una cantautrice raffinata abbastanza pop? Quale Celeste vorresti essere in futuro? Cosa possono aspettarsi i tuoi fans dalla Celeste Gaia che verrà?
Ti ringrazio, è un bellissimo complimento. Quello che vorrei fare il più possibile è unire tutto quello che sono (il lavoro nel campo del design, la musica, il mio modo di comunicare) in una figura che ho sempre avuto difficoltà a dire, un po’ perché preferisco siano gli altri a capirlo, un po’ per il mio modo di essere che non implica entrare a gamba tesa nelle cose, ma nello scoprirsi piano piano. Facciamo che non te lo dico, così magari si avvera, tanto avrai capito, parlando con me, che è qualcosa che va oltre la mera definizione e la categoria merceologica in cui si può trovarmi 🙂 

Il rock è trasgressione, la musica classica è meditazione, il pop è colonna sonora della nostra quotidianità. Che musica ascolti? Quali artisti ti hanno dato maggior ispirazione per la realizzazione di Canzoni in scatola?
Ascolto tutto quello che mi trasmette un’emozione sulla mia stessa lunghezza d’onda, indipendentemente dal genere e dalla provenienza. Non mi sono ispirata a nessuno in particolare per scrivere “Canzoni in scatola” ma posso dirti che in quel periodo ho ascoltato da Macklemore a Maggie Rogers, dalle Haim a Fulminacci. Samuele Cangi, che ha lavorando con me alla produzione del disco nel suo studio, il Blue Moon a Firenze, potrebbe dirti che il primo giorno che ci siamo conosciuti siamo stati tutto il tempo ad ascoltare canzoni e a condividere mondi.

Per chiudere, momento Marzullo del tipo “Fatti una domanda, datti una risposta”, immaginandoti di dover intervistare Celeste Gaia, quale domanda Ti vorresti fare? Volendo, puoi anche dare una risposta!!!! Grazie della disponibilità e in bocca al lupo.
Ahaha, bella questa. Le chiederei: ti ricordi di respirare? E la risposta sarebbe “ci sto lavorando.” Grazie a te per le domande, è stato un vero piacere.

CRISTIAN BRIGHENTI

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