CELESTE GAIA – Intervista alla cantante di “Carlo”
Anche se questa breve Introduzione sembra presa pari pari da uno sketch dei Simpsons, torniamo in carreggiata parlando della giovane artista milanese che a distanza di alcuni anni è tornata sulla scena musicale col singolo IO MI SENTO A DISAGIO. Anzi, parliamo di Celeste Gaia proprio con Celeste Gaia…
Si può tranquillamente affermare che dietro al fenomeno CARLO ci siano state delle Ciao Celeste. Partiamo subito a bomba. CARLO all’epoca ha avuto un meritato successo, il brano era frizzante, divertente e radiofonico. Io comprando il CD nel 2012 ho apprezzato molto il disco nel suo complesso e devo ammettere di aver amato di più brani nascosti come ASPETTO TE o IO DEVO DIVENTARE UNA PERSONA NORMALE, pur avendo ascoltato parecchio anche CARLO.
Intanto ti ringrazio per le tue parole. Credo che una canzone sia fatta di molte sfumature, ma la cosa più importante per chi scrive è rimanere fedeli alla propria verità. Le canzoni che hai citato di “Millimetro” erano prima di tutto vere, quasi senza filtri. Di sicuro la strada che voglio percorrere è fatta di questo: libertà espressiva e verità. Credo sia l’unico modo per trasmettere la propria personalità come autore.
Il mondo dei giovani e dei meno giovani è sempre più legato ad una vita social. Tu hai poco meno di trent’anni e sei riuscita a difendere la tua privacy per oltre 6 anni tenendoti lontana dai social. Non pensi che il mondo dei social stia azzerando le capacità di comunicare delle persone riducendole ad un enorme tentativo di spiare/farsi spiare dal buco della serratura? I social quali Fb o instagram secondo te danneggiano la comunità e la comunicazione? Non sarebbero utili solamente per far conoscere e condividere le arti come la musica, il cinema? Il privato dovrebbe rimanere privato?
Il mondo dei social cambia in fretta ed è in continuo movimento. Basta pensare che quando sono andata a Sanremo a 21 anni, Instagram ancora non era conosciuto. Credo che i social di per sé non siano negativi, come ogni mezzo dipende dall’uso che ne viene fatto, l’importante è non esserne dipendenti. Io ho preferito allontanarmi da FB perché non potevo condividere canzoni nuove, dal momento che la strada per farsi ascoltare è stata più lunga del previsto. Ma non ti nego che questo silenzio mi sia pesato. Inoltre, per rispondere alla tua domanda, credo che il confine tra vita privata e pubblica per chi scrive sia molto sottile. Io quando scrivo riesco ad espormi e a parlare della mia vita, in quel senso mi viene naturale.
Parlaci un po’ del tuo rapporto con la musica. Quali dischi ti hanno influenzata di più o hai amato di più nella tua vita? Ultimo disco acquistato? Ultimo concerto?
Per me la musica è un tutt’uno, un insieme di stili e di genere accomunati tutti dalla stessa membrana. Credo sia dovuto al fatto che sono cresciuta ascoltando ogni cosa senza pregiudizi o schemi. Dalle opere liriche quando studiavo al Conservatorio, fino al sound design. In casa si ascoltava da Battisti a Celentano, da Julio Iglesias a Patty Pravo. Dischi che ho amato di più nella vita.. è una domanda difficile. Posso dirti, tracciando un lunghissimo arco temporale dalla Turandot di Puccini a quelli di Damien Rice, passando per Bon Jovi fino ad arrivare a “Heard it in a past life” di Maggie Rogers uscito pochi mesi fa. Ultimo concerto? Credo James Bay.
La musica è sempre più strettamente legata al mondo del cinema. CARLO aveva sia un testo che un video volutamente molto cinematografici. Se tu potessi scegliere, quale delle tue canzoni vorresti sentire in una O.s.t? Se ti chiedessero di scrivere una canzone per un film?
Sarebbe bellissimo. Credo che la colonna sonora molte volte faccia la differenza all’interno di un film. Spero che in futuro possa accadere, con canzoni nuove o scritte appositamente. Molte volte quando compongo mi viene naturale immaginarmi una scena cinematografica.
Le cantautrici e interpreti italiane fanno sempre più fatica ad imporsi secondo te? Voglio rifarmi anche ai recenti Sanremo o Concerto del 1 maggio.
Per una donna è molto più difficile, in ogni campo, ma nel mondo della musica lo è particolarmente. Forse si sente soprattutto a livello italiano, mentirei se dicessi il contrario. Non voglio entrare nel merito del perché questo accada, anche perché le variabili sono moltissime, mi sento per di dire che è necessario un cambiamento e un’apertura mentale da questo punto di vista, sia da parte degli addetti ai lavori, sia da parte di chi ascolta.
Millimetro è stato un punto di partenza, un disco frizzante e ingenuo scritto a poco più di 20anni. Oggi a 29anni cosa ne pensi di quel disco? Una cosa che avrei voluto chiederti nel 2012, come mai un pezzo come SUPERMAN non ha trovato subito spazio nella track list? A mio parere avrebbe meritato attenzione come canzone. La maturità dei quasi 30anni ti sta portando a scrivere in modo diverso? Parlaci un po’ dei nuovi progetti legati a IO MI SENTO A DISAGIO.
Ah sì venerdì 21 giugno compio 29 anni, grazie per avermelo ricordato. Io guardo a Millimetro come un lavoro che rispecchiava esattamente quello che ero in quel momento della mia vita. “Superman” era una canzone molto ironica, sono felice che ti sia piaciuta. Sono cambiate molte cose da allora e di conseguenza anche il mio modo di scrivere, ma questo è un bene. Chi scrive ha sempre bisogno di nuovi stimoli e difficilmente si riesce a rimanere fermi. Riguardo alle nuove canzoni fanno parte di un progetto più ampio, di cui al momento non posso ancora parlare, ma non vedo l’ora di farle ascoltare e condividere con gli altri diverse parti di me.
Il tuo sguardo trasmette un senso di allegria e felicità, la tua musica finora ha trasmesso positività. Ti piace l’idea che le persone, soprattutto le giovani ragazze che hanno il desiderio di far musica possano trovare in te un motivo per provarci e seguire il tuo stile?
Non ci ho mai pensato, di base sono molto naturale e se questo può essere un aspetto positivo per gli altri ne sono felice.
IO MI SENTO A DISAGIO è un brano che riesce a mescolare moderno e vintage, immagino tu stia sperimentando e cercando una tua identità musicale particolare. Qual è il pubblico a cui sai di rivolgerti e quale fetta di pubblico ti piacerebbe mostrasse attenzione per la tua musica?
Non mi rivolgo ad un pubblico preciso. Vorrei incontrare chiunque sia disposto ad ascoltare qualcosa di personale. La ricerca e la sperimentazione sono una parte fondamentale del mio percorso, è anche un’attitudine caratteriale che metto in ogni cosa che affronto.
Musica o testo? In Italia abbiamo una grande tradizione cantautorale, l’importanza delle parole ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nel concepire musica. Dai Francesco De Gregori, a Valerio Negrini ai Fabrizio De André che andrebbero studiati a scuola alla pari dei poeti classici, alle leve più moderne del cantautorato quali Daniele Silvestri, Carmen Consoli e Max Gazzé. Tu che importanza dai a ci che scrivi rispetto al come lo andrai a dire musicando le tue parole? Vorresti un giorno diventare un punto di riferimento per ci che sei riuscita ad esprimere con le tue canzoni? Che effetto ti fa, se capita, vedere che qualche sconosciuto in giro ascolta o canticchia una tua canzone?
Il testo è fondamentale, ma una canzone è sempre il frutto di due cose: testo e melodia. Credo che la chiave sia sempre trovare un equilibrio. Quando sento qualcuno canticchiare una mia canzone ne sono felice.
Augurandoti una carriera piena di soddisfazioni, come ti immagini da qui a 10anni? La vita è fatta anche di obiettivi, non bisogna nascondersi. IO MI SENTO A DISAGIO è una Celeste Gaia 2.0 che prende forma pian piano. Ci piacerebbe sapere come vorresti affrontare questa seconda fase della tua carriera.
Ah io spero solo di essere felice. Quello che diventerà non lo posso sapere, posso solo dirti che sto mettendo tutta me stessa per far sì che le cose vadano nel migliore dei modi.
Per chiudere… Chi scrive ha un rapporto diverso con la propria musica rispetto a chi poi la va ad ascoltare. Quante canzoni hai cestinato che magari hai amato più di quelle che hai reso pubbliche? A quali pezzi sei più legata tra quelli che finora hai scritto, non necessariamente che siano stati resi pubblici? Quali sono le critiche o i consigli che ti dai allo specchio per riuscire a scrivere e allo stesso tempo esser tu la prima Fan convinta di Celeste Gaia?
Io scrivo molto, ma quello che scrivo di solito è anche molto “pensato” – non so se riesco a farmi capire. In questo senso non cestino niente, sono legata a tutti pezzi che scrivo. Sono parte di un momento di vita, di un’emozione, di un’esperienza. Per il resto non parlo molto con me stessa, preferisco farlo piuttosto con chi mi vuole bene e mi conosce. Quelli sì che sono i consigli migliori da ascoltare.
Ringraziamo Celeste Gaia per il tempo che ci ha dedicato. Alla prossima
CRISTIAN BRIGHENTI
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