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CARON DIMONIO – Intervista alla band bolognese

CARON DIMONIO – Intervista alla band bolognese

In occasione dell’uscita del loro quarto album “Porno Post Mortem” (Atmosphere Records), ho avuto il piacere di intervistare i Caron Dimonio, duo apparso sulla scena indipendente italiana ed estera nel 2013.

Nel 2019 entra a far parte della band come terzo elemento Lorenzo Brogi, già attivo nella band dal 2017 come turnista alla batteria. Dopo numerosi live e prove insieme Lorenzo entra in simbiosi con Filippo e Giuseppe e inizia a contribuire alla realizzazione dei brani non solo come batterista, ma anche con azzeccati inserti di elettronica e “tappeti” di synth, che si incastrano perfettamente con la sensibilità electro, noise, post-punk del duo.

Con Porno Post Mortem i Caron Dimonio vogliono dare una personale interpretazione della tematica “Eros e Thanatos”. I testi sono “non narrativi”, il filo conduttore che lega le canzoni dell’album sono la sessualità, l’amore e la morte.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, iniziamo parlando di questo vostro nuovo album, “Porno Post Mortem”, che arriva 5 anni dopo “Religio”, una pausa in cui la pandemia quanto ha influito?

Giuseppe: Ha influito molto, oltre il disagio emotivo ed economico che questa pandemia ha generato non siamo riusciti a riunirci con regolarità in studio, tutto è slittato quindi di 1 anno. La produzione è stata curata come sempre da Gianluca Lo Presti.

Filippo: Ciao a voi e grazie per l’intervista! La pandemia ha influito a livello fisico e mentale, ça va sans dire. A livello compositivo sicuramente ne abbiamo risentito tutti. Sebbene ogni volta che ci trovassimo per lavorare provassimo in tutti i modi a creare una “bolla” che ci isolava dal resto del mondo, mano a mano che il tempo passava il timore che la realtà surreale in cui ci siamo ritrovati perdurasse in eterno aumentava. Ovviamente i tempi si sono dilatati anche per ciò che concerne registrazioni, mixaggio e mastering. Alla fine, grazie anche al valido supporto del nostro Producer Gianluca Lo Presti, abbiamo però portato a termine l’album.

Lorenzo: Ciao Marco e grazie di cuore per questa opportunità! Quando sono partito da casa per la prima sessione di registrazione al Lotostudio di Filetto (RA) eravamo in piena pandemia e mentre caricavo gli strumenti sul furgone mi sentivo come un fantasma: compivo gesti e movimenti che faccio da sempre ma sembravano ricordi di una vita passata. Anche ritrovarsi tutti in una stessa stanza a suonare, dopo mesi di lockdown, sembrava una situazione anomala. Dover sottostare a limitazioni agli spostamenti ha sicuramente rallentato parecchio i lavori. Il mio malanimo, accumulatosi durante l’isolamento, sorprendentemente è svanito subito nei giorni in cui siamo stati gomito a gomito in studio per la registrazione di “Porno Post Mortem”.

10 brani in cui si intrecciano sessualità, amore, morte, una sorta di concept sul tema “Eros e Thanatos”, vita e distruzione, una dicotomia che da sempre accompagna l’uomo. Siete partiti prima dai testi, da melodie nate in sala prova oppure ogni brano ha una propria storia?

Giuseppe: sono io a scrivere le canzoni, porto in sala prove l’idea iniziale, lo scheletro: voce/testo, synth, chitarra e batteria elettronica, la base ritmica tendenzialmente rimane abbastanza minimale, di modo che Lorenzo possa poi arricchirla, dove ce ne fosse bisogno aggiunge anche dei synth, Filippo invece si occupa delle linee di basso. Confluisce nei brani in questo modo la sensibilità musicale di tutti, i brani assumono in questo modo una veste più “completa”, più Caron Dimonio.

Filippo: Permettetemi a riguardo di citare l’altra mia band, i The Black Veils, che hanno ripreso di recente una celebre frase dello scrittore Jean Genet. Intervistato da Nigel Williams, alla domanda su cosa fosse l’amore, giocando sulla somiglianza delle parole “eros e thanatos” in lingua francese ebbe modo di replicare: “vous avez dit l’amour? j’ai entendu la mort”. Ecco, la storia è sempre quella. L’eterna dicotomia ci affligge tutti, in qualche modo, ed è inevitabile che si risenta nei testi e nei brani che componiamo.

Lorenzo: quando abbiamo iniziato ad arrangiare e registrare “Porno Post Mortem” il mondo era completamente fermo e la ripartenza era rimandata a data da destinarsi. Questo clima ci ha tolto ogni pressione: non c’era un pubblico da intrattenere, accordi da stipulare, scadenze da rispettare. Ogni suono e ogni parola che ci piacesse davvero ha trovato il suo ruolo sulla scena sonora. Abbiamo letto libri di poesie, romanzi noir, visto film e bevuto casse di alcolici. La migliore ispirazione è stato l’incontro, dopo tanto tempo, con i miei amici.

Rispetto ai vostri precedenti lavori vi allontanate un po’ dalle tipiche sonorità post-punk, ad esempio il brano “Cosmo” è un esperimento al quale ne seguiranno altri in futuro?

Giuseppe: siamo molto istintivi quando suoniamo, non ascoltiamo solo post-punk, di conseguenza inconsapevolmente nelle canzoni finiscono anche altre influenze, è un approccio che ci piace.

Filippo: Molto banalmente è un processo avvenuto in modo naturale. Non ci sediamo a tavolino e decidiamo che direzione prendere, le cose avvengono in modo naturale. Riguardo “Cosmo”, ad esempio, mentre l’ho arrangiata al basso pensavo a “Twin Peaks” di David Lynch, non chiedetemi perché, non ne ho idea. Di certo l’ingresso di una terza persona nella band ha influito in modo importante a riguardo! In futuro chi può dire che direzione prenderemo? Magari il liscio ci attende. O forse ci daremo al Black Metal, che è più consono a uomini del nostro calibro.

Lorenzo: gli inserimenti di sonorità più atmosferiche in “Porno”(l’ouverture del disco),”Cosmo” e “Muto bianco” permettono di ombreggiare e lumeggiare il nostro paesaggio sonoro dando molto spazio ai sintetizzatori. “Cosmo” è un brano che amo e rispecchia molto i miei ascolti privati. Lo abbiamo dilatato fino al limite estremo consentito. Mentre lo registravo in studio, di notte, a volume apocalittico, mi sentivo l’organista di una cattedrale sterminata al funerale di un imperatore triste.

Il video del singolo “Porno Post Mortem” dove e da chi è stato girato?

Giuseppe: il video è stato girato da Mario d’Anelli, nostro regista consolidato, il luogo è Chiapporato, antico borgo di contadini abbandonato nel 2013, è un luogo molto caro a Lorenzo.

Lorenzo: Chiapporato è un posto strano. Ci hanno portato l’energia elettrica nei primi Anni Duemila e, infastiditi da tanta tecnologia, i pochi abitanti che c’erano ben presto se ne sono tutti andati.

Nel brano “Post Mortem” c’è la partecipazione di Cristiano Biondo, voce dei vostri concittadini European Ghost, una scelta dovuta a cosa?

Giuseppe: avevo questo testo più “teatrale” in cantiere, mi piace l’idea di coniugare un testo “recitato” con una base elettronica, in passato abbiamo collaborato con Christian Rainer, c’è un brano simile in Gestalt, il primo album. Credo che la voce di Cristiano Biondo, molto più della mia, sia adatta a questo tipo di interpretazioni, il risultato infatti è stato ottimo, molto suggestivo.

Filippo: Personalmente, oltre al rapporto d’amicizia che ci lega agli European Ghost, così come a molte altre band della scena bolognese, parliamo di un gruppo che mi piace tantissimo. E poi Cristiano mi fa paura, non oserei mai ostacolarlo nella sua arte. (ride – ndr)

Lorenzo: chi è Cristiano Biondo? (ride – ndr)

Questo è il primo album che pubblicate dopo il vostro passaggio da duo a trio. Cosa vi ha portato l’arrivo di Lorenzo alla batteria?

Giuseppe: ci ha arricchiti molto, eravamo già amici da prima, agli inizi Lorenzo ogni tanto ci seguiva in tour, ma veniva solo per divertirsi, lo ospitavamo insomma, ogni data era una sorta di gita scolastica (ride -ndr), successivamente gli abbiamo proposto di portarsi dietro una batteria minimale, il risultato è che ora è membro effettivo del gruppo.

Filippo: Tantissime cose, musicalmente e non. Lorenzo è un caro amico, ed umanamente non avevo il minimo dubbio potesse essere un grande acquisto. Musicalmente ero curioso di vedere il suo apporto e posso dire che la sua influenza è stata fondamentale per le sonorità del nuovo disco. E non parlo solo della batteria! Nulla sarebbe lo stesso in “Porno Post-Mortem” senza i suoi malinconici e crepuscolari tappeti sonori!

Lorenzo: A questa domanda devono rispondere gli altri, io posso solo affermare con sicurezza di aver portato più bagagli da caricare e scaricare ai live e più peso a bordo con conseguente aumento dei consumi di carburante e pneumatici. Spero di rimediare a tutto questo e ci riuscirò.

In un periodo in cui è ancora in corso una pandemia e i venti di guerra soffiano sempre più forte, che importanza hanno per voi la musica e l’arte in generale?

Giuseppe: credo che l’arte e la musica siano una necessità fondamentale, sia per chi ne fruisce che per chi la crea, è un bisogno primario e primordiale, purtroppo non credo però abbia un gran peso nei riguardi della guerra.

Filippo: Sono davvero costernato per questo momento storico. Nell’esatto istante in cui scrivo queste risposte, la televisione è accesa e notizie inquietanti arrivano alle mie orecchie. La musica mi ha permesso di viaggiare tanto in giro per Italia ed Europa ed ho avuto la fortuna di conoscere persone di ogni luogo. Con Lorenzo e Giuseppe ci siamo trovati a ridere in un pub di Kosice, est Europa, con venti gradi sottozero, in compagnia di vari Slovacchi, un Austriaco ed un Ucraino, e che grasse risate (ride -ndr). Per il resto, mi piacerebbe dire che l’arte ci salverà, che il mondo ha bisogno della musica e la rivoluzione della bellezza, per dirla alla Camus, ma temo che sia più una questione soggettiva, un qualcosa che come dicevo prima può permettere di arricchirci singolarmente a livello umano, sociale e culturale. L’ora è buia e il nostro potere a riguardo davvero misero.

Lorenzo: Durante i primi due anni di pandemia, avendo all’improvviso molto più tempo libero a disposizione, ho smesso di ascoltare musica, non ho quasi mai suonato per me stesso a casa e avrò letto forse tre libri al massimo. Direi quindi che durante le epidemie proprio non funziono. Vedrò ora come andrà con una guerra.

C’è un club, una città, un paese dove vi piacerebbe particolarmente portare dal vivo “Porno Post Mortem”?

Giuseppe: mi piacerebbe suonare in una chiesa o un luogo antico abbandonato, primitivo, un luogo europeo ma lontano dalla “perfezione occidentale”, dove si possa percepire la finitezza della nostra esistenza.

Filippo: No, va bene ovunque, purché si suoni (ride – ndr). Di certo mi piace suonare all’estero, sono sempre curioso della reazione del pubblico ad un progetto con cantato in italiano.

Lorenzo: No

A proposito, avete qualche data live in programma?

Giuseppe: suoneremo il primo aprile al Covo con Nevica (progetto di Gianluca Lo Presti, nostro produttore) e le Neila Invo, una nuova band tutta al femminile che vede fra gli elementi Claudia degli Ash Code, band che stimo molto: non vediamo l’ora. Covid permettendo poi ripartiremo con le date in Italia e all’estero, ma è ancora tutto da definire, questione di tempo.

Lorenzo: Venerdì 1 Aprile al Covo Club di Bologna sarà come quando da casa tua vedi accendersi una luce nella villa a fianco che credevi disabitata.

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?

Giuseppe: grazie a te, ascoltate il nuovo disco e immergetevi nel viaggio.

Filippo: Animo, signore e signori, i tempi bui passano. Venite a sentirci dal vivo, ascoltate quest’incidente tra post-punk ed elettronica dal nome Caron Dimonio, ne rimarrete assolutamente delusi (ride -ndr)! Scherzi a parte, se qualche lettore fosse economicamente abbiente e volesse acquistare il Calcio Catania (squadra della mia città) che naviga in acque non ottime in serie C, ne sarei felicissimo!

Lorenzo: Grazie a te Marco per questa intervista che ci fa enormemente piacere fare con te. A chi ci legge voglio solo ricordare che IL CAOS REGNA, dunque SIATECI.

MARCO PRITONI