BRX!T – Intervista alla garage rock band torinese
In occasione dell’uscita dell’album di debutto “Vivere di nascosto”, ho avuto il piacere di intervistare i BRX!T (“Brexit”, la “e” è cieca), quartetto garage-rock che nasce nel 2021 dalla periferia torinese, il cui credo è trovare nella sporcizia sonora un messaggio limpido da trasmettere. La loro storia inizia nel 2017 sotto il nome di Fratellislip, quando Gabriele e Alessio Ferrara (chitarra e batteria), Lorenzo Lesina (voce) e Davide Barbieri (basso) iniziano a scrivere canzoni ispirandosi ai sound tipici del brit-rock in lingua inglese. La band inizia a militare nella scena torinese tra il 2018 e il 2020 pubblicando due EP ottenendo vari riconoscimenti come le aperture a Fadi, Mr. Rain e, nel settembre del 2021, Samuel (Subsonica) a Ritmika. Nei due anni successivi (2020-2022), il gruppo ha sentito l’esigenza di cambiare pelle, di ricercare un suono più impattante con liriche in lingua madre decidendo quindi di percorrere un nuovo percorso artistico. Per queste ragioni, nel medesimo anno la band inizia a lavorare con Alberto Bianco (Levante, Niccolò Fabi) che segna la direzione artistica del loro primo album dal titolo “Vivere di Nascosto”. L’incontro artistico con Bianco permette alla band di far emergere nelle 8 tracce un sound grezzo e istintivo che spazia dal post-punk britannico degli IDLES e dei Fontaines D.C all’alt-rock dei Verdena, dagli stacchi ritmici dei Biffy Clyro alle sonorità sognanti dei The War on Drugs con liriche in lingua italiana.
Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, parliamo subito del vostro album d’esordio, “Vivere di nascosto”, un titolo che significa cosa per voi?
Ciao e grazie per l’intervista!
Abbiamo voluto chiamare l’album “Vivere di nascosto” perché pensiamo riassuma quel che abbiamo fatto e vissuto in questi due anni. Prima di chiamarci BRX!T ci chiamavamo Fratellislip e facevamo prevalentemente brit-rock. Quando abbiamo scelto di cambiare nome, genere e produttore abbiamo voluto dedicare un po’ di tempo solo a noi stessi per lavorare al meglio alle canzoni, ai testi e alla nostra immagine, scegliendo di non annunciare nessuno di questi grandi cambiamenti (complice anche la pandemia) prima dell’estate 2021, quando abbiamo aperto il concerto di Samuel (Subsonica).
“Vivere di nascosto” vuole però anche essere un invito a tutte quelle persone che, per un motivo o per un altro, sentono di star vivendo di nascosto, tenendo magari solo per sé qualcosa – sia esso un segreto, un’emozione o un modo d’essere – sperando che un domani possano aprirsi e urlare al mondo quel che hanno dentro: noi abbiamo tenuto segreto per oltre due anni quella che è stata una delle esperienze nonché forse il processo creativo più bello della nostra vita e siamo veramente felici di poterlo condividere con chiunque vorrà ascoltarlo.
8 brani nati in che modo? Da un tema, da un’improvvisazione in sala prove o ogni pezzo ha la sua personale storia?
Non c’è una scienza esatta su come nasce una nostra canzone. Spesso per lo strumentale ci buttiamo sull’improvvisazione: brani come “LVDA”, “Salta l’Intro” e “Notti a Caso” sono nati da una pura conversazione sonora tra chitarra, basso e batteria a cui la voce ha poi dato un valore aggiunto regalando loro un vestito ben definito. Altri come “Resta Qui”, “Azulejos” e “Zena”, sono stati più ragionati e scritti basandosi sulle emozioni che si volevano evocare attraverso la musica e il testo. “NO.IA” e “Alieni a New York” sono invece le canzoni più “datate”, quelle che abbiamo scritto, andando addirittura indietro al 2019. Sono canzoni che abbiamo tenuto per molto tempo in gestazione, ma che siamo veramente fieri di come siano uscite nella loro versione finale.
Sono usciti già 3 singoli, che riscontri avete avuto?
Siamo molto contenti del riscontro ricevuto per tutti e tre i singoli. Sapevamo di star rilasciando tre pezzi molto diversi tra loro, eppure la loro anima è stata capita e ben accolta sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori. Salire sul palco e vedere le persone cantare le canzoni che abbiamo tenuto solo per noi per due anni è una figata, non c’è altro modo per dirlo.
Il vostro sound è influenzato da band d’oltremanica come, ad esempio, Fontaines D.C., Idles, Biffy Clyro, i testi però sono in italiano, manterrete questa linea anche in futuro?
Difficile a dirsi. Nel prossimo futuro quasi sicuramente sì.
Per noi però la musica è una compagna di vita e come cresciamo e cambiamo noi, così anche la nostra musica può crescere e maturare. I gruppi che ci piacciono oggi potevano non piacerci 10 anni fa o magari addirittura non esistevano proprio; andando avanti col tempo i gusti possono evolvere e magari possono nascere nuove band da cui essere influenzati, chi lo sa.
Nella nostra personale opinione, un gruppo che rimane stagnante sulla propria musica perde alcuni degli aspetti più belli del creare qualcosa, ossia la curiosità e l’esplorazione. Poi chiaramente non tutte le carte possono essere vincenti, però senza rischio non c’è divertimento.
Quando e come vi siete conosciuti?
La metà di noi si conosce letteralmente da tutta la vita. E con letteralmente intendiamo letteralmente: Gabe e Ale (rispettivamente chitarrista e batterista) sono fratelli che hanno condiviso dapprima l’amore per la musica grazie al padre (zeppeliano di prim’ordine) e in un secondo momento anche la passione per gli strumenti. Quando hanno deciso che era ora che le cose si facessero serie, hanno scelto di unire le forze con due amici di lunga data: il cantante Lorenzo (compagno di band di Gabe in un gruppo tributo ai Blues Brothers) e il bassista Dave, musicista a tutto tondo con cui i fratelli avevano collaborato più volte nel corso degli anni.
Il rapporto che si è creato tra noi è ormai più simile all’equilibrio che si può trovare in una famiglia piuttosto che in un gruppo: siamo effettivamente tanto amici tra di noi, ci sentiamo ogni giorno, giochiamo insieme alla PlayStation e condividiamo quasi ogni tutti gli interessi (tranne il giro d’Italia, scusa Lore). Prima di essere compagni di band siamo amici, siamo fratelli.
Come mai avete scelto il nome BRX!T?
Per fugare ogni dubbio: il nome BRX!T non ha nulla a che fare con la politica.
Il nome è in realtà un gioco di parole sul fatto che quando abbiamo iniziato come gruppo il nostro nome era Fratellislip e i nostri testi erano in lingua inglese, “BRxIT” doveva essere il nome del nostro primo album come Fratellislip. Poi però c’è stata la pandemia e le nostre vite hanno iniziato a portarci dove siamo ora, con tutti cambiamenti annessi. Non ci riconoscevamo più nel nome Fratellislip (anche se ci siamo tuttora molto affezionati) e abbiamo così deciso di cambiare identità. Tra le varie alternative a cui abbiamo pensato, quella che ci convinceva di più era appunto BRX!T, come l’album mai uscito dei Fratellislip.
Parlatemi un po’ dell’incontro con il cantautore e produttore Bianco, com’è avvenuto e cosa ha portato ai BRX!T?
L’incontro con Alberto è stato l’apice della spirale di novità che ci ha condotto a “Vivere di nascosto”. Quando ci è stato proposto come produttore, il nostro primo pensiero è stato “Caspita, veramente?”. Ci sembrava una situazione fuori dalla nostra portata: insomma, perché Alberto Bianco, produttore di Levante e artista incredibilmente dotato, avrebbe mai prodotto anche solo una canzone nostra, perfetti signor nessuno? La risposta l’abbiamo trovata proprio iniziando a lavorare con lui: perché Alberto Bianco ha una delle anime più punk che siano mai esistite.
Non ci conoscevamo reciprocamente, lui non ci aveva mai sentito e noi, pur consci del suo “pedigree”, non lo conoscevamo come produttore; eppure ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda e col tempo abbiamo trasformato quel che era un rapporto lavorativo in un puro rapporto d’amicizia. Sia chiaro però che con lui non si scherza mica; lavorare con Bianco vuol dire seriamente mettersi sotto in sessioni di scrittura che toccano le 6/7 ore di lavoro, in modo da ottenere la versione migliore possibile di un brano.
Probabilmente però la cosa migliore di lavorare con Alberto è che, nonostante il ruolo di produttore, è il primo ad ascoltare un’idea e a tenere sempre l’anima del progetto pura, senza mai imporsi sugli artisti: se un’idea funziona per la canzone allora è un’idea giusta, se qualcosa non funziona allora si cerca di aggiustarlo insieme.
Avete già pianificato un tour per la promozione dell’album?
Sì! Il release party dell’album si terrà il 17 marzo a sPAZIO211 a Torino, sarà l’occasione perfetta per festeggiare insieme l’uscita di “Vivere di nascosto”.
Potrete venire a sentirci anche il 9 Maggio all’Arci Bellezza di Milano e il 13 maggio al Cultfest di Pavia in apertura ai Tonno e agli Elephant Brain.
Ci saranno molte altre date in futuro in giro per l’Italia e le comunicheremo nel corso dell’anno sui nostri social (vedi link sotto – ndr). Sarà un anno molto impegnativo!
Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie ancora a voi per l’intervista! Sì, ci sarebbe una cosa che vorremmo aggiungere.
“Vivere di nascosto” è una parte molto importante delle nostre vite e senza le persone che ci sono state e ci stanno vicino tutti i giorni questo album non sarebbe stato lo stesso: grazie alle nostre famiglie, ai nostri amici, alle nostre compagne, a chiunque abbia creduto in noi e a chiunque ci abbia dato anche solo un consiglio negli ultimi due anni. “Vivere di nascosto” è la nostra lettera d’amore a tutti, il nostro grazie. Siamo noi al 100% e siamo veramente tanto fieri di come sia uscito. E siamo un sacco contenti di poterlo finalmente condividere con tutti: grazie da parte di Lorenzo, Davide, Gabriele e Alessio. Noi siamo i BRX!T e ci vediamo in giro.
MARCO PRITONI
Band:
Lorenzo Lesina – Voce
Gabriele Ferrara – Chitarra
Davide Barbieri – Basso e Cori
Alessio Ferrara – Batteria
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Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.