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BORDER. – Elettronica esplosiva da Bologna

BORDER. – Elettronica esplosiva da Bologna

Ho avuto occasione di fare una chiacchierata con i Border., duo bolognese di elettronica molto potente composto da Erika Spada alla voce e da Demi More alle tastiere e synth, con all’attivo un EP contenente 4 tracce, “We Don’t Exist”, prodotto da Gianluca Lo Presti e uscito il 1° settembre del 2020.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, come state?

Demi: Bene, di salute, ma vorrei non più stare sempre in casa come da un anno a questa parte.

Erika: Idem, con patate, grazie. Sì, devo dire che c’è veramente bisogno di tornare ad una vita normale.

Parlatemi un po’ di questo vostro EP di debutto, “We Don’t Exist”, uscito lo scorso settembre, quando sembrava che le cose riguardanti la pandemia iniziassero a migliorare, invece siamo daccapo. Avevate delle date live per promuoverlo già fissate per fine 2020 e inizio 2021?

Demi: È un EP di 4 brani di circa 20 minuti, l’idea di base era fare EBM, ma le riviste online ci hanno definito in tutti i modi come Industrial, elettronica/techno/elettropunk difficile da definire precisamente (e questo mi piace). Ha avuto un buonissimo riscontro da parte dei magazine, che non ci aspettavamo.

Erika: Sì, avevamo varie date che sono saltate, ovviamente. Abbiamo miracolosamente recuperato solo quella al Gallery 16, mentre eravamo in zona gialla. Con tutte le restrizioni e i disagi del caso, a causa (o grazie) al SOLD OUT abbiamo dovuto esibirci due volte per fare entrare più persone sedute distanziate.

So che siete stati contattati per altre date, speriamo che vadano in porto.

Demi: Lo speriamo anche noi.

Erika: Oltre al DPCM, per ora è tutto in stand-by perché ci sono in ballo i bandi di Bologna Estate. Incrociamo le dita!

Torniamo all’EP, 4 brani uno più bello dell’altro, mi raccontate qualcosa della loro genesi?

Demi: Ringrazierei per i “4 brani uno più bello dell’altro”. Io ascolto molta musica, a volte qualcosa che ho ascoltato mi rimane in testa e mi lascio ispirare, altre volte sono i suoni stessi dei synth che uso a farmi uscire idee, mi capita anche di sognare riff nel dormiveglia che poi provo a rifare il giorno dopo (se me li ricordo). Successivamente Erika sceglie le tracce che le piacciono e scrive un testo e una melodia vocale. Non ricordo la genesi precisa di quei brani.

Erika: Ascoltando le tracce create da Ale (sono veramente tante, per questo non ricorda), a volte mi faccio ispirare dalla musicalità di un brano, poi creo un testo di getto o quasi, oppure se ho già scritto un testo, lo adatto metricamente alla traccia.

Posso raccontare nello specifico un aneddoto su “STOP STARE” che racconta il disagio di una vittima di stalking. Dato che Ale rinomina le tracce in modo totalmente random/nonsense, quella traccia l’aveva chiamata “KGB”: I servizi segreti russi che si occupano di controspionaggio. Mi sono fatta ispirare dal titolo, quindi il testo parla di una persona, appunto, spiata e perseguitata, che chiede in maniera morbosa di essere lasciata sola.

Che messaggio volevate dare con il titolo “We Don’t Exist”?

Chiamandoci Border., volevamo esprimere il concetto che il confine non esiste, in geografia come nell’arte.

Avete lavorato con uno storico produttore, Gianluca Lo Presti, quanto è stato importante per voi?

Demi: Per natura e per scelta, la mia musica è molto grezza, Gianluca ha fatto un egregio lavoro raffinandola.

Erika: Sono d’accordo, soprattutto riguardo le voci, è stato veramente d’aiuto, perché è molto difficile in registrazione adattare i volumi della voce. Mentre una produzione strumentale al giorno d’oggi può venire discretamente anche in uno studio casalingo. Consiglio di affidarsi ad un professionista, ne vale veramente la pena.

Che riscontri avete avuto dagli addetti ai lavori, dai vostri amici e dai semplici ascoltatori?

Demi: Dagli amici veri ottimi, soprattutto gli amici musicisti. Mi sono stupito perché sono musicisti di professione. I semplici ascoltatori sono stati molto carini.

Erika: Posso dire la stessa cosa e, come abbiamo già detto prima, siamo stati piacevolmente sorpresi dalle critiche positive dei magazine, anche quelli d’oltreoceano.

Quando avete deciso di formare un duo e come mai avete scelto il nome Border.?

Erika: Io vedevo spesso comparire un annuncio super stringato, “Cercasi Cantante Donna per progetto Elettro HARD.” Giuro, non c’erano altri dettagli, io incuriosita ho risposto pensando “O è un genio o è un maniaco” e ci siamo trovati in Via del Pratello.

Demi: Ho specificato HARD, perché si presentavano cantanti che ascoltando le mie tracce poi dicevano “Credevo qualcosa di un po’ più tranquillo.”

Erika: Eravamo d’accordo musicalmente su tutto, parecchi gusti in comune dalla new wave / post punk, elettronica, alle cantanti pop. L’unico neo era la differenza di vedute sul CONFINE politico. Per questo motivo ci chiamiamo Border.

Pensate di continuare sottoforma di duo o lasciate aperte le porte ad altri ingressi nella lineup?

Demi: Nella line up assolutamente no. Ovviamente lasciamo aperta la possibilità a qualche amico o collaboratore di unirsi a noi durante qualche live.

Erika: Sottoscrivo, nel caso avessimo bisogno di qualche turnista, ma sempre duo rimarremo.

Bologna è ancora una buona base da cui partire per un musicista o, in un’epoca in cui internet la fa da padrone, non è poi così importante il luogo dove si vive?

Demi: Secondo me è abbastanza importante, per quanto riguarda la nostra musica, l’Italia in generale non è un posto adatto.

Erika: Infatti, sicuramente a Bologna, forse più una volta, c’era un buon fermento culturale e musicale. Avevamo già pensato a un’agenzia booking per definire un tour europeo, poi ci siamo dovuti limitare per forza di cose, causa pandemia, a un semplice lavoro di ufficio stampa. Grazie a internet abbiamo la possibilità di farci ascoltare ovunque, ma quello che ci appassiona di più è esibirci live.

C’è qualche artista in particolare con cui vi piacerebbe collaborare?

Erika: Ci piace sognare, siamo sicuramente d’accordo sui Garbage, anche solo per conoscere Shirley Manson, che è il mio idolo da quando sono adolescente. Debbie Harry coi Blondie…

Demi: Patti Smith… e con Battiato, eseguire magari delle cover di suoi brani storici.

Erika: Senza andare oltralpe, vedrai bene una collaborazione con MYSS KETA, poi è mascherata da prima del Coronavirus come il mio caro socio. Abbiamo qualcosa in comune, oltre ad aver portato qualcosa di nuovo sul panorama musicale italiano.

Domanda d’obbligo, a parte il live previsto a giugno di cui abbiamo parlato quali sono i vostri progetti futuri? Avete scritto altro materiale in questi mesi di restrizioni?

Demi: Mi piacerebbe fare un altro EP e un video. E ho prodotto tantissimo materiale durante la quarantena.

Erika: Sì, assolutamente il video di “Deviations”, l’avevamo già in cantiere, inoltre abbiamo già qualche altro pezzo inedito non registrato in studio. Vorrei arrivare ad un LP di almeno 10 tracce, in realtà. Nemmeno un mese fa abbiamo scritto un nuovo pezzo, ma io non sono ispirata come Alessandro durante questa pandemia. La restrizione forzata mi rende un po’ apatica.

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per concludere l’intervista?

Erika: Sì, perché non può finire con la parola “apatica”! In realtà sono speranzosa per il futuro e ho voglia di fare stage diving.

Demi: Per rimanere sempre aggiornati sulla nostra vita artistica, potete iniziare a seguirci sui social. Su instagram: border.musicofficial oppure aggiungeteci su Facebook o cercate su Google “Border.” (proprio col punto) + We don’t exist o il titolo di qualche nostra traccia, altrimenti vi appariranno dei Border Collie.

MARCO PRITONI