BOLOGNA VIOLENTA – Intervista a Nicola Manzan su “Bancarotta morale”
In occasione dell’uscita del nuovo album “BANCAROTTA MORALE” ho intervistato NICOLA MANZAN aka BOLOGNA VIOLENTA.
Ciao Nicola, molta acqua è passata sotto i ponti da quando ci trovammo al Locomotiv per il KeepOn Live, grande nottata, da allora ti ho ritrovato in tantissimi progetti, persino intervistando Marc Urselli degli East Side Studios a NYC mi disse che stavate preparando qualcosa. Quale collaborazione ti è rimasta più impressa in questi ultimi o a quale progetto ti sei particolarmente appassionato?
Ciao Maurizio. Effettivamente sono passati molti anni da quella bella serata. Sono stati anni in cui molte cose sono cambiate, in cui ho girato in lungo in largo l’Italia per suonare sia col mio progetto, che con altri. Per me è difficile scegliere una collaborazione tra tutte quelle che ho fatto in studio, come è difficile scegliere una band in particolare tra quelle con cui sono stato in tour. Di sicuro le esperienze più intense sono state quelle degli anni in cui ero in tour con i Baustelle (2008) e con Il Teatro degli Orrori (2010), un po’ perché erano le prime che facevo ad un livello non underground, un po’ perché BV era proprio all’inizio e quindi mi muovevo con una certa inconsapevolezza tra palchi importanti (per dimensione, ma non solo) e locali in cui il palco proprio non c’era. Ho un ottimo ricordo di quel periodo estremamente formativo ed intenso sotto svariati aspetti. Ma ho anche ottimi ricordi degli anni passati in tour con Alessandro Grazian, in duo, che sono poi sfociati nel progetto attuale Torso Virile Colossale a cui tengo particolarmente. Ogni volta che vado in tour o lavoro in studio con qualcuno cerco sempre di trarne il meglio per me e per la mia carriera, cercando di vedere i lati positivi della cosa e affrontando le sfide con professionalità e passione. Alcune collaborazioni durano anni, altre finiscono presto, altre ancora si trasformano, come ad esempio quella con Matteo Romagnoli: dopo aver registrato due album con i suoi 4fioriperzoe, da quando è a capo di Garrincha Dischi io sono diventato il violinista e arrangiatore dell’etichetta, lavorando continuativamente per Lo Stato Sociale e Cimini, fino ad arrivare agli ultimi lavori dei The Blue Beaters e degli Endrigo.
Come è avvenuto l’ingresso di Vagnoni in Bologna Violenta e quali cambiamenti ha comportato la sua aggiunta?
Conosco Alessandro da parecchi anni, il fonico palco dei Baustelle era il cantante del suo gruppo (Infernal Poetry) e ci ha fatti conoscere ad un concerto. Da lì in poi siamo sempre rimasti in contatto e già ai tempi di Uno Bianca si era proposto per suonare con me, ma non ero ancora pronto per allargare il progetto, cosa che si è concretizzata non molto tempo dopo quando l’ho coinvolto nella registrazione dello split coi Dogs For Breakfast. Da lì in poi le cose sono cambiate parecchio, un po’ perché dal vivo siamo in due, ma soprattutto perché col tempo Alessandro ha iniziato a collaborare con me non solo come musicista, ma anche per quello che concerne l’organizzazione dei tour, le registrazioni dei dischi, l’elaborazione dei concept e siamo anche diventati molto amici. Avevo bisogno di una persona fidata che potesse aiutarmi sotto vari aspetti, da quelli musicali a quelli più tecnici e dopo cinque anni insieme posso tranquillamente dire di avere fatto la scelta giusta.
Raccontaci di questa cosa che sei diventato materia di esame in Arte digitale all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Il tutto è nato da un concerto che ho fatto a Venezia nel 2010. Suonavo come BV e dopo di me c’era Pierpaolo Capovilla che si esibiva per la prima volta nella lettura dei testi di Majakovskij. Alla serata partecipava anche un professore dell’Accademia il quale a fine serata è venuto a presentarsi e a chiedermi se mi fosse interessato portare il mio lavoro ad una sua lezione. La cosa si è concretizzata qualche anno dopo, quando ho fatto uscire la raccolta The Sound of…, ma già precedentemente aveva inserito nel suo programma (di arte digitale) una parte sul mio lavoro e i suoi studenti potevano fare una tesina su BV. Non posso nascondere che la cosa mi ha stupito molto e mi ha regalato parecchie soddisfazioni, perché mai avrei immaginato che un mio progetto potesse diventare materia di studio.
Arriviamo al tuo ultimo album, come sempre ti impegni su argomenti molto forti, mi ricordo lo spettacolo/album sulla Uno Bianca, ora hai portato in musica la ‘Bancarotta morale’ degli uomini. Come hai trovato e selezionato gli eventi di cui narri nel disco?
Sono storie che ho raccolto stando in giro a suonare o semplicemente uscendo con gli amici. Spesso, visti gli argomenti trattati nei miei dischi, mi ritrovo a chiacchierare con persone che mi raccontano fatti più o meno assurdi, invitandomi a scrivere dei pezzi ispirati ad essi. In questo caso, avevo in testa da un po’ queste storie che volevo mettere insieme in un disco e finalmente ho avuto l’occasione di farlo.
Hai adattato la parte musicale al tipo di storia presente nei vari capitoli? Usi ritmi e strumenti diversi, che senso hai adoperato per unire una certa trama a un certo evento/canzone?
Di solito cerco di trovare le caratteristiche salienti dei personaggi, o delle storie che voglio raccontare e cerco di trasmetterle con la musica usando particolari formule ritmiche o armoniche. Un pezzo come “Il Picchiatore” parte con quella che potrebbe essere una scarica di pugni, per poi avere dei rallentamenti, come fossero dei momenti in cui le parti si stessero studiando prima di contrattaccare, per poi concludersi con un accordo maggiore, quasi a sottolineare la vittoria del personaggio in questione. Un altro pezzo molto significativo, da questo punto di vista, è “La Sposa”, pezzo molto malinconico e senza una parte ritmica, quasi fosse un piccolo requiem, che racconta la triste storia di una povera ragazza invalida che, dopo una vita mesta, viene ritrovata morta nel fiume dopo essere stata probabilmente uccisa dal suo sposo.
Parli sempre, e per fortuna almeno tu non ti perdi nello zuccheroso cantautorato, di bassezza umana, di delitti, che visione hai del mondo?
Ho una visione un po’ cinica e non molto positiva del mondo. Ho sempre l’impressione che l’essere umano tenda sempre a tirar fuori il peggio di sé, nonostante gli evidenti progressi che si possono notare nell’ambito tecnologico o scientifico (giusto per fare un paio di esempi). Purtroppo però la natura umana conserva degli istinti primordiali che ci portano a sopraffare gli altri, a reagire in maniera spesso irrazionale, con conseguenze a volte tragiche. Se sommiamo a questo il fatto che la logica del profitto muove gran parte del mondo, non riesco a pensare a un futuro particolarmente roseo.
Quando saremo fuori da questa situazione prevedi di portare il disco in tour? Unirai come di consueto visual?
Prima che iniziasse questa pandemia avevamo programmato un tour che ci avrebbe portato in giro per l’Italia per due mesi abbondanti. Ora stiamo riprogrammando le date, sperando che non ci siano altri periodi bui come questo. Per noi suonare dal vivo è fondamentale, è il modo migliore per far conoscere la nostra musica e per trovare gli spunti necessari per continuare a dare un senso a quello che facciamo. Ci saranno dei visual, ma non è ancora arrivato il momento di anticipare nulla, chi verrà ai concerti li vedrà.
Ascolti interessanti da consigliare ai lettori al momento?
Consiglio a tutti di ascoltare Hyperchromatica di Kyle Gann, un disco uscito un paio d’anni fa in cui tre pianoforti con accordature basate su calcoli che non sto a spiegare suonano insieme creando atmosfere molto particolari e a tratti stranianti. Non è un ascolto semplice, ma a mio parere il risultato è davvero curioso. Un altro disco che ascolto sempre con piacere è Bach Reworks di Víkingur Ólafsson in cui alcuni brani di Bach vengono reinterpretati, remixati e manipolati in vari modi da artisti di diverse estrazioni musicali (cito Ben Frost e Ryuichi Sakamoto, oltre allo stesso
MAURIZIO DONINI
Band:
Nicola Manzan: violino, viola, violoncello, armonium, bass pedal, sintetizzatori, organo, chitarra acustica, chitarra portoghese, ventilatore.
Alessandro Vagnoni: batteria, percussioni, campionamenti.
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.