BOBBY SOLO E CARLO ZANNETTI – Il nuovo singolo “All In Better Times”
In occasione dell’uscita di “All In Better Times”, prodotto dalla storica etichetta discografica “Videoradio e Videoradio Channel”, capitanata dal grande Beppe Aleo, ho avuto il piacere di intervistare Bobby Solo, denominato l’ “Elvis italiano”, interprete di fama internazionale, oltre che cantautore, chitarrista, bassista, e vincitore di ben due Festival di Sanremo, e Carlo Zannetti, noto chitarrista ed autore di origine emiliana che, in collaborazione con Simone Spangaro, validissimo polistrumentista e arrangiatore friulano, ha arrangiato il brano scritto da Korgy, compositore triestino con cui hanno collaborato, nel corso della sua lunga carriera, artisti del calibro di John Hackett, fratello di Steve dei Genesis e David Jackson dei Van Der Graaf Generator, oltre a tanti altri.
Ciao Carlo e benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo brano che vede protagonisti te e il grande Bobby Solo, “All In Better Times”, quando e com’è nato e che riscontri state avendo?
Carlo – Grazie per l’opportunità caro Marco, complimenti a te e a tutta la redazione per gli ottimi articoli del giornale Tuttorock.
Il brano “All In Better Times” l’ho scoperto io per caso e una volta contattato l’autore Korgy, ho cominciato a suonarlo per ore con la mia chitarra, insieme al mio amico Simone Spangaro, alla ricerca della chiave giusta per l’arrangiamento. È venuta una canzone stile anni ‘70, molto orecchiabile e con un testo in inglese interessante. Un paio di mesi dopo ho chiamato il mio amico Bobby Solo che conosce bene l’inglese e ha una voce magnifica e perfetta per questa composizione. In seguito è intervenuto Beppe Aleo, il direttore artistico della storica casa discografica Videoradio e Videoradio Channel che ha capito subito le potenzialità del brano. È stato accolto bene da tutti e comincia a sentirsi per le radio. Siamo tutti molto soddisfatti.
Un bel modo di festeggiare i 40 anni della tua carriera, qual è stato il momento più bello e quale quello più brutto?
Carlo – Sembrano un’eternità, ma sono passati in fretta, credimi.
Di momenti belli ne ho passati tanti, ma forse il momento più bello è stato quando a trent’anni, a Londra, ho conosciuto Levon Helm, mio grande maestro di vita. Non mi sembrava vero di girare per la città con un musicista che aveva suonato al Festival di Woodstock, era un uomo eccezionale, mi ha insegnato tantissime cose.
Il momento più brutto è stato il trascorso di questi due ultimi anni, con questa epidemia che ha bloccato il lavoro di tante persone, ha creato tante preoccupazioni in tante famiglie e ha visto molte persone morire.
Di chi è stata l’idea del video e da chi è stato girato?
Carlo – Del video si sono occupati due friulani D.O.C, cari amici. Simone Spangaro che insieme a me è anche l’arrangiatore del pezzo e l’ottimo Marco Fabbro, regista e creative director professionista di Videoclip.
Ciao Bobby, benvenuto su Tuttorock, quando ti è stato presentato questo brano come hai reagito?
Bobby – Grazie a voi, Tuttorock è un bel giornale!
Quando ho sentito “All In Better Times”, era un genere più stile Beatles, stile inglese, mentre io sono sempre stato affascinato dalla musica della parte più a sud del nord America, Mississippi, Louisiana, Tennessee, Texas, però questo pezzo mi è piaciuto, mi hanno affascinato l’arrangiamento, le chitarre, i cori, per cui ho deciso con molto piacere di cantarlo.
Questo singolo anticiperà l’uscita di un album?
Bobby – In questo momento non credo, anche se ho da tempo un’idea precisa, quella di seguire una delle mie grandi passioni, anche se so già che non avrebbe grandi opportunità di vendita. Mi piacerebbe fare un album come John Lee Hooker, o come un altro grande, Howlin’ Wolf, un disco di Blues rurale, cioè voce e chitarra. È ormai da tempo che preparo delle registrazioni così che poi mando a Red Ronnie e che piacciono moltissimo al suo pubblico, sono centinaia di persone. Vorrei fare un disco dove ovviamente utilizzare anche le nuove tecnologie di registrazione, ma solo chitarra e voce.
C’è qualche giovane artista o band di oggi che ti ha particolarmente colpito?
Bobby – Onestamente, più io divento…. non dico vecchio, ma maturo, perché vecchio sembrerebbe un’offesa, penso che vecchio si possa dire quando uno ha già compiuto i 105 anni, quindi più divento maturo e più apprezzo la musica degli anni ’30 -’40- ’50. Non è che io non apprezza i giovani, sono semplicemente orientato verso un altro genere musicale.
Hai partecipato a 12 edizioni del Festival di Sanremo, vincendone due. Ti piacerebbe ritornare sul palco dell’Ariston?
Bobby – Certo, mi piacerebbe molto tornare a Sanremo, ovviamente con un brano esclusivamente composto da me, perché sono sempre stato un cantautore privo però di capacità di scrivere i testi.
Nel passato ho sempre scritto io la musica, mentre i testi sono stati scritti da amici come Mogol, Bigazzi ed altri meno famosi. Se la canzone è mia, con l’arrangiamento deciso da me e prodotta dal sottoscritto sarei contento di partecipare di nuovo al Festival.
Il tuo debutto discografico risale al 1963, hai in mente qualcosa per festeggiare i 60 anni di carriera?
Bobby – Quando sento dire, con enorme rispetto, da alcuni artisti, il cinquantesimo di carriera, mi sembra incredibile che nel mio caso il pubblico mi abbia voluto bene e continui a volermi bene per tutti questi anni. Nel mio caso siamo a 60 anni di carriera, il pubblico continua a seguirmi e questo si vede anche nella trasmissione “Domenica In” di Mara Venier con i tre milioni e mezzo di audience.
Non ho più intenzione di festeggiare anche perché avrei dovuto festeggiare 10 anni fa. Quando si festeggia la carriera sembra una sepoltura da vivo, la carriera non finisce mai perché io ho ancora tanto da imparare, non è finta modestia, la realtà è che l’universo della musica è talmente grande che ci vorrebbero 50 vite per poterlo percorrere tutto, a meno che uno non si accontenti dei successi dell’inizio della propria carriera. Io non mi accontento perché amo esplorare qualsiasi genere, dal Bolero al Flamenco, dalle canzoni delle campagne francesi alle canzoni delle isole inglesi, dal Tennessee, Louisiana, Mississippi e oltre. Per questi motivi per il momento non ho nulla da festeggiare.
Visto che la situazione concerti si sta smuovendo dopo due anni di incertezze, per citare il brano si sta andando verso “Better Times”, hai qualche live in programma?
Bobby – Grazie alle trasmissioni della mia grande amica e donna generosissima Mara Venier, ho già una decina di date e credo che arriveremo a farne anche 30-35. Si potrebbero organizzare anche più date, ma devo considerare la mia tenerissima età, il prossimo 18 marzo avrò 77 anni. Comunque faremo i live in tutta Italia, non vedo l’ora di suonare la mia chitarra con il mio stile di cui sono innamorato.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.