BENGALA FIRE – Intervista su “Matador”
Nato dal confronto artistico con Rodrigo d’Erasmo, MATADOR è un inno scaramantico ma anche un invito a reagire all’inettitudine che prende ispirazione dal racconto “La Capitale Del Mondo”, tratto dalla raccolta “I Quarantanove Racconti” di Ernest Hemingway. La storia, tratta dal libro regalato dallo stesso d’Erasmo al frontman Mario, diventa lo strumento narrativo con cui la band sceglie di raccontare il proprio rapporto con la musica. I Bengala Fire hanno all’attivo tre singoli, di cui due (Valencia e Amaro Mio) prodotti da Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo.
Ciao ragazzi, piacere di avervi sulle pagine di Tuttorock. Volete iniziare a raccontarci come sono nati i Bengala Fire e quali sono state le vostre influenze musicali?
Ciaooooo! Siamo 4 amici nati e cresciuti in un paesino che si chiama Cornuda, nel profondo Veneto. Suoniamo assieme da quando abbiamo 12 anni, l’abbiamo sempre fatto per passione e con il sogno di farlo di mestiere. Abbiamo avuto una specie di imprinting musicale attorno ai 14/15 anni, quando quasi per caso abbiamo scoperto gli Arctic Monkeys, band di cui ci siamo innamorati follemente (e lo siamo tutt’ora, i migliori in circolazione a nostro avviso). Da lí in poi ci siamo addentrati nel rock britannico, andando a ritroso, passando per anni ‘0, ’90, Cure, punk 77, Bowie e anni ’60, Beatles in primis.
Questo Matador è un vero tripudio di rock, come siete riusciti, e quanto è stato difficoltoso, coniugare il rock tipicamente inglese con l’anima spagnola di questo singolo?
Affatto, semplicemente il pezzo è nato da un riff che aveva quella sonorità, a metà tra lo spagnoleggiante e il gitano, dipende dai punti di vista. La parte difficoltosa, piuttosto, è stata coniugare il “sound brit” al cantato in italiano, cosa che facciamo non da molto. Però ci sta piacendo, e siamo molto soddisfatti del risultato. È bello raccontare nella propria lingua, anche se siamo ancora molto affezionati all’inglese.
Dell’esperienza di X-Factor, con uno splendido terzo posto, cosa vi siete portati dietro?
Davvero tante tante cose. Prima di partecipare non pensavamo, ma è un’esperienza incredibilmente formativa. In primis per Manuel e Rodrigo, sono due giganti della musica che si mettono a tua totale disposizione, e lo fanno con tanta passione. Siamo immensamente grati. Un paio di mesi con loro in sala prove sono valsi quanto 5/10 anni da soli.
Matador nasce da uno spunto di Rodrigo D’Erasmo, che ne è anche il produttore, come è stato lavorare con lui?
Bellissimo! Con Rod si è creato un rapporto molto proficuo, e anche di amicizia. Con noi non ha mai “calcato la mano”, ha lasciato che il brano restasse così come l’avevamo pensato. Il suo lavoro è consistito piuttosto nel farcelo suonare come si deve, nel trovarci il giusto suono, nel lavorare sui dettagli. Inutile dirlo, quei dettagli fanno la differenza.
Vi abbiamo seguito dal vivo in Lombardia dove avete veramente spaccato, quanto è importante per voi la dimensione live?
Grazie di cuore! Per noi il live è il momento più importante, il motore di tutto il resto. Diamo tutto, e ci sentiamo come ognuno nella vita dovrebbe sentirsi prima o poi, vivi.
Tre singoli all’attivo, quali sono i vostri progetti discografici futuri? Altri singoli o c’è in previsione un EP o full lenght?
Con Rodrigo abbiamo registrato anche un altro brano, che faremo uscire tra non molto. Nel frattempo, stiamo lavorando ad un album, ma non possiamo ancora darvi date precise!
La parte video è un aspetto che intendete percorrere e curare?
Con “Matador” ci siamo trovati benissimo a lavorare con un ragazzo che realizza video in stop-motion. Si chiama Erik Cuevas, in arte @Nespy5euro, ed è davvero talentuoso. In stop-motion significa che tutto è disegnato a mano, ogni frame. Ha realizzato un sacco di disegni per questo video e il risultato secondo noi è meraviglioso. E poi, cosa piú importante, in pochissimo tempo ha capito lo spirito del brano e del racconto, e ne ha sviluppato una sua visione creativa. Lavoreremo ancora assieme, senz’altro.
Progetti futuri? C’è un tour in corso, cosa portate sul palco e cosa promettete a chi verrà a vedervi?
Promettiamo che assisterete ad uno show davvero rock and roll. È la nostra natura, saltiamo sudiamo e facciamo casino. Inoltre portiamo più di qualche inedito ai concerti. Nel futuro, appena finirà il tour, ci chiuderemo in saletta per il disco. E torneremo più punk di prima.
MAURIZIO DONINI
Band:
Mattia Mariuzzo(Vocal)
Andrea Orsella (Guitar)
Davide Bortoletto (Bass)
Alexander Puntel (Drums)
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.