BARRECA – Il cantante calabrese presenta il suo album d’esordio
Ho avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Domenico Barreca, in arte Barreca, cantante calabrese nato nel 1986 a Taurianova (RC). Barreca nutre fin da giovanissimo un amore viscerale per la “canzone d’autore” italiana. Si laurea in “Musica, Spettacolo e Tecnologia del Suono” presso il Politecnico di Vibo Valentia con una tesi di ricerca sulla “scuola genovese” e successivamente si specializza in canto pop seguendo corsi e seminari tenuti da vari professionisti del settore. Nel 2012, con il suo primo progetto musicale Nabana, vince la III Edizione del contest per Artisti e Band Emergenti del MEI di Faenza. Il 23 ottobre 2020 pubblica il suo primo singolo come Barreca, “La parola noi”, e il relativo videoclip, girato da Giacomo Triglia. Il 4 dicembre è la volta di “É tutto qui”, singolo che farà da apripista a “Dall’altra parte del giorno”, il primo album di inediti, uscito il 19 gennaio.
Ciao Domenico, benvenuto su Tuttorock, come va?
Ciao Marco, è un piacere per me essere su Tuttorock, vi seguo da tanto tempo. Non posso dirti “bene” perché si tratta di un parolone, ma procedo con tanta forza, grazie a questo mio album di debutto ho trovato molta consapevolezza in me, io cerco sempre di partire dalla bellezza delle piccole cose e anche nelle giornate tristi mi ritaglio lampi di amore e serenità. Questo, per me, è un momento di forte creatività e di voglia di fare.
Parliamo un po’ di questo tuo album di debutto, “Dall’altra parte del giorno”, che riscontri stai avendo?
Credo fortemente in questo disco perché parla di me, rappresenta me stesso sia dal punto di vista musicale che da quello del raccontare di ciò che sono, di ciò che mi porto dentro. Il fatto che le persone e gli addetti ai lavori abbiano percepito questa veridicità mi ha incoraggiato a procedere con nuovi stimoli, creare tanta musica, pensare al live. Io ho bisogno anche di questo, è vero che la musica è un’esigenza che parte dalla mia anima, ma ho la percezione che molti abbiano capito che Barreca non è solo una voce ma un 34enne che ha da dire delle cose. Questo mi ha incoraggiato a procedere con un passo in più, che non significa pensare alla notorietà ma condividere il mio mondo con più gente possibile, è ciò che ho sempre voluto e sto lottando con tutte le forze per farlo. Mi sono voluto mettere a nudo e spero di averlo dimostrato.
Le canzoni sono state scritte da Benedetto Demaio e prodotte e arrangiate da Riccardo Anastasi, come sono nate queste collaborazioni?
Sono nate da una forte ostinazione, loro sono persone che considero come dei compagni di viaggio, sono amici, condividiamo l’amore per un certo tipo di canzone, quella d’autore, 3 anni fa ci siamo messi in testa di fare qualcosa che ci rappresentasse. Volevo raccontare delle cose e soltanto grazie a Riccardo, che ha curato gli arrangiamenti e la produzione artistica, ha coinvolto molti musicisti e ha suonato il pianoforte nei brani, questa autenticità è venuta fuori. La stessa cosa devo dirla per Benedetto che ha creato i brani, li ringrazierò per sempre. Il risultato è un vestito cucito addosso che poteva suonare solamente così. È qualcosa che può risultare anacronistico, antico, anche nell’approccio alla registrazione, con archi e fiati registrati in presa diretta, niente è stato frutto di assemblaggi. Per il mixaggio ci siamo affidati a Taketo Gohara e Marco Borsatti, che sono comunque persone presenti nel mondo della musica italiana in maniera molto forte, non l’abbiamo fatto per fare i fighi ma volevamo rendere tutto vero. Gli archi rendono vero il mio modo di approcciarmi alla musica, con un’interpretazione molto intima, quasi gentile. Per me la gentilezza è una sorta di rivoluzione, soprattutto in questi tempi, è un qualcosa che si discosta dal caos che stiamo vivendo, e io cerco di trasmetterla attraverso il canto.
Tu vieni dalle esperienze con Nabana e Madamadorè, due band in cui hai militato per anni, poi la scelta della carriera solista, come mai?
La band, la condivisione, mi rappresenta, ho sempre bisogno di essere spronato da altre persone, come hai notato anche per questo mio album. Nonostante io sia un solitario ho bisogno della persona che mi faccia sentire al sicuro, questo è sì un progetto solista ma sono contornato da una squadra che mi supporta. Era arrivato il momento di venire fuori e raccontare queste cose, è un viaggio interiore che, soltanto mettendoci la faccia, potevo realizzare.
Due tuoi brani arriveranno anche al cinema, vuoi dirmi qualcosa di più?
Sì, a maggio uscirà sulle piattaforme streaming “L’incontro”, pellicola di un regista calabrese, Salvatore Romano. Nel film ci saranno i miei brani “È tutto qui”, che è il secondo singolo di “Dall’altra parte del giorno”, e l’inedito “E dopo vola”, che non abbiamo voluto inserire nell’album. Non posso svelare la trama del film perché ci sarà a breve la conferenza stampa di presentazione. Posso dirti che sarà una sorta di preghiera laica che parla d’amore in senso spirituale. Ci sarà una scena finale con l’intreccio con questo mio brano inedito, sono contento di questo connubio, è la prima volta per me.
Se tu dovessi dirmi cos’è per te la musica cosa mi risponderesti?
Io mi rifaccio sempre alle parole di un artista che continua ad emozionarmi soltanto a nominarlo, ed è Luigi Tenco. Quando gli chiesero: “Perché scrivi cose tristi?”, lui rispose: “Perché quando sono felice esco”. In quella frase di tanti anni fa c’è tutta la mia essenza e il motivo per cui faccio musica. Per me il canto è un’esigenza di quest’anima tormentata, non potrò mai vedere la musica come un’esibizione confinata soltanto ad un esercizio di stile. Io ho bisogno di parlare delle mie fragilità, solo così, e l’ho sperimentato sempre, queste fragilità possono diventare dei punti di forza e, rifacendomi a quello che ti dicevo prima, quando le persone le percepiscono, quantomeno fronteggi quelle fragilità. Questo è il motivo per cui mi affido ancora alla musica, che è la cosa che mi salva la vita.
Mi fai qualche altro nome di artisti che hanno influenzato il tuo modo di cantare e vedere la musica?
Io sono partito dal rock, dai Timoria, dagli Afterhours, poi mi sono aperto alla canzone d’autore, ero giovanissimo e ho iniziato ad ascoltare Luigi Tenco, Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Lucio Dalla, Giorgio Gaber, fino ad arrivare ad artisti che adesso sono delle sedute di psicoterapia per me, come Ivano Fossati, Samuele Bersani, Niccolò Fabi. Sono artisti che sento dentro, ho talmente riverenza e amore nei confronti loro che a volte mi sento un passo indietro ma trovo bellissimo reinterpretare i loro brani. A volte sembra che parlino di me e mi ritrovo spesso ad emozionarmi attraverso le loro canzoni e la loro poetica, questa è una delle cose che mi fanno star bene durante le giornate. Sono fiero che in Italia abbiamo avuto e abbiamo questi artisti, i Madamadorè e anche il nuovo progetto Barreca sono per me una missione per poter divulgare questi tipo di canzone a più persone, a costo di diventare quello che fa musica malinconica, io sono così e solo così posso continuare ad esprimermi.
Qual è il tuo più grande sogno artistico?
Il mio più grande sogno è quello di veicolare ciò che sono e farlo attraverso la musica dal vivo, mi piace l’approccio anche intimo dei teatri e dei club e spero di poterlo far e con continuità, quello riuscirebbe ad appagare tutto ciò che sono e magari riuscirei finalmente a trovare il mio posto nel mondo, visto che “Dall’altra parte del giorno”, e qui faccio una piccola chiosa, rappresenta ciò che sono perché mi sento sempre dall’altra parte di qualcosa, nonostante dietro di me ci sia un mondo che mi accoglie con gli affetti, il mio territorio, tante cose belle. Riuscire a veicolare il mio messaggio attraverso il live è il mio sogno artistico, con un microfono in mano e le canzoni che voglio cantare mi sento in connessione col mondo.
A proposito di musica live, visto che qualcosa si sta muovendo all’orizzonte, stai già pensando a qualcosa?
Noi ci stiamo preparando, stiamo fremendo, questo album è nato con un approccio al live. Stiamo provando, ci saranno, speriamo presto, degli eventi promozionali. Il primo sarà una grandissima presentazione con tutti i musicisti che hanno suonato sul disco, sarà un’emozione bellissima. Ci sarà anche la reinterpretazione degli artisti che mi hanno sempre emozionato, speriamo di poter esternare il tutto il prima possibile.
Grazie mille per il tuo tempo vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie a te Marco, grazie a Tuttorock, è stato un piacere, penso di aver tutto, anche troppo (ride – ndr), ciao!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.